Sorridi, non stai mica moren- oh!

di Shootyourface
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Indietro.
Piazza.
Spara.
Scoppia.

L’aria fredda mi colpisce lo strato di pelle nuda e bianca che di risposta manda lungo tutta la spina dorsale brividi.
Freddo ed eccitazione.
I miei occhi non sanno più cosa guardare, se le decine di cadaveri a terra, tra sangue e circuiti o l’enorme oscurità che inghiotte la strada davanti a me. Come un libro chiuso, che attende di essere aperto, letto, finito. Distrutto.

Indietro.
Posizione.
Ricarica.
Fuoco.

Non riesco più a controllare il mio enorme sorriso, sembra voler andare oltre la sua umana concezione. I denti bianchissimi scintillanti si riflettono nel freddo metallo violaceo della mia più fedele arma.
“Dovresti smetterla di fare così tanto casino, vorrei riposare!”
“Dacci un taglio Fishbones! Sei nata per la DISTRUZIONE!”
La mia testa va spedita, senza freno, senza obbiettivo, il sangue aveva il sapore di buono, nelle mie narici.

Avanti.
Saltella.
Pistola.
Uccidi.

Questo posto oramai va a pezzi, le mie gambe sono fragili ma veloci, schizzate di un delisiozo color rosso. Alcuni nemici continuano ad avvicinarsi, invano. Vogliono morire, provano piacere a farla sentire meglio.
Sono programmati per la morte.
Un solo colpo, un solo missile.
Un solo sopravvissuto.

Ferma.
Giro.
Rosa.
Scrivi.

Mentre il muro veniva imbrattato con il mio pennello colpevole, la mia testa non sembrava pensare più all’azione appena compiuta, mi limito a devastare, mi limito a far sapere alla gente che io, me medesima, si farà presto viva, e distruggerà qualcos’altro.
Questo posto di merda deve cadere, e con lei anche le sue inutili forze d’ordine.
“E’ ora di andare a casa.”
“Io non ce l’ho una casa, ricordi? Non ce l’hai!”
“Qualsiasi posto è meglio di qui…”
Devo concordare con le sue parole sagge, per una volta. Finisco la mia opera con estrema premura, probabilmente quella testa calda ed il suo capo staranno seguendo le mie tracce, quelle messe bene , nei posti giusti, quelle che portano direttamente a me.
La gente deve sapere, la gente la deve bramare. La gente dovrà morire per la mia gioia e per un sorriso ancora più largo.
Guardo la bomboletta grigia e vuota nelle mie mani, prima di lanciarla per aria e correre dritto verso i cancelli.

Metallo.
Suolo.
Nulla.
Scrivi.


Jinx è stata qui!




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