Uhlàlà!
Sono riuscita ad aggiornare senza far passare l’intero mese XD Come state? Io
un po’ esaurita per gli esami @__@ ma non mi lamento, dai u__ù Mi lamenterò di
più a fine febbraio, quando mi sarò liberata degli
incubi di questa sessione ç__ç
Passiamo
subito alla storia, che avete aspettato abbastanza XD Vi preannuncio… che sarà
un capitolo.. (ZITTA! ndTutti) O___O (Non spoilerare!
ndTutti) Ma nu ç__ç volevo
solo dirvi che sarà un capitolo ricco di sorprese… in cui qualche dubbio
insinuato durante la storia sarà marginalmente risolto ç__ç Però… a pensarci
bene… non è stata una grande idea inserire quest’ angolo dell’autrice
all’inizio, nono u__ù m’impedisce… vorrei esprimermi e… e… non posso u__ù
Facciamo che dal prossimo in poi lo inserisco alla fine? Sì? Perfetto,
aggiudicato u__ù
Ringrazio
come al solito tutte le persone che stanno continuando
a seguire e commentare questa storia. Risulterò sicuramente ripetitiva…
ma non sapete quanto mi faccia piacere che vi stia piacendo! (perdonate il gioco di parole ^ ^’ è l’emozione u__ù). La fine è ancora molto
lontana… spero che fino ad allora non vi annoi mai.
Il
precedente capitolo è stato piuttosto cortino, ma mi è servito per esigenze di
copione, in questo ne succedono davvero delle belle u__ù (E ZITTA! ndTutti) Ok ç__ç
Noto
con piacere che Goijo continui ad attirare consensi e apprezzamenti! (Modestamente… ndGoijo) >__<
… adesso mi chiedo… mmmm… chissà se, da questo capitolo in poi, continuerà ad
attirare consensi o dovrà fare a gara di successo con qualcuno… (E con chi?
Mica con quel… ndGoijo) *Hope tira fuori dal nulla una clava e lo colpisce
direttamente in bocca, impedendogli di proseguire*
Sperando
di avervi minimamente incuriositi… (anche se in modo
particolarmente infantile, lo so, ma non vedo l’ora di leggere cosa ne pensiate
delle novità XD), vi lascio alla lettura del capitolo, mandando un abbraccio a
tutti coloro che continuano a leggere e a commentare la storia.
Alla
prossima!!!
Buona
lettura!
“Ritrovarsi”
Sorpreso dall’improvvisa tranquillità manifestata dalla
ragazza, Ratzel si voltò a osservare Sarah, il cui
corpo giaceva ora immobile sulla sua spalla, dando segno dello stato
incosciente in cui era caduta la ragazza.
“È svenuta” pensò il dio, continuando a spostarsi velocemente
come un comune mortale, incurante della battaglia che si era lasciato alle
spalle, che, con ogni probabilità, stava ormai giungendo al termine, come lui
stesso aveva ordinato ai suoi subordinati.
Raggiunse il punto più fitto della boscaglia, dominato da
ombre, in cui qualche raggio solare faceva capolino di tanto in tanto, rendendo
il posto più suggestivo che luminoso.
Con abili movimenti afferrò la ragazza e la depositò a
terra, delicatamente, facendo in modo che poggiasse con la schiena al tronco di
un albero.
Sollevò un braccio, portandolo sul ginocchio piegato che gli
offriva equilibrio, prendendo poi ad osservare i suoi lineamenti… arrivando
addirittura a impressionarsi, ora che aveva modo di osservarla così da vicino.
Sollevò lo stesso braccio che aveva poggiato sul ginocchio,
conducendone la mano verso il suo volto, dalla cui fronte scostò con le dita
una ciocca di capelli castani, rimanendo con la mano a mezz’aria
quando ebbe completato il gesto, incapace di distogliere lo sguardo da
lei.
RATZEL – Harumi… - sussurrò,
avvicinandosi lentamente a lei, socchiudendo appena gli occhi per poggiare le
labbra sulle sue.
Un ennesimo proiettile della shoreiju
vibrò nell’aria, disintegrando l’ennesimo ramo che si era avvicinato
pericolosamente al suo possessore.
Sanzo imprecò nuovamente quando si
ritrovò a sparare a vuoto, dovendo scansare un attacco per la mancata
efficienza della sua fedele arma. Imprecò, stringendo i denti, maledicendo i
proiettili… la pistola… i rami che sembravano sbucare dal nulla…
Maledì se stesso, non riuscendo a perdonarsi l’errore più
grave che avrebbe potuto commettere in un momento simile.
Come la prima volta, anche questa volta, chiunque stesse
manipolando quei rami, era venuto per Sarah. Per la seconda volta era riuscita
a portarla via. E lui non era riuscito a impedirlo.
Continuò l’elenco delle maledizioni, concentrandosi solo e
unicamente su se stesso.
Maledizione a lui e alla sua debolezza.
Maledizione a lui per essersi lasciato trascinare come non
aveva mai fatto.
Maledizione a lui per essersi lasciato avvicinare…
per aver ceduto… per essersi incredibilmente, inverosimilmente e, ormai,
perdutamente…
SANZO – Tsk! - . Un ramo lo colpì
ad un braccio, procurandogli una ferita, seppur di striscio, profonda, che
cominciò subito a sanguinare copiosamente.
Nel momento esatto in cui un altro ramo stava per colpirlo
di nuovo, sentì un urlo familiare farsi sempre più vicino, fino a che non vide
Goku uscire dagli alberi facendosi leva sulla nyoibo,
andando poi a colpire con un calcio il ramo in questione, disintegrandolo.
GOKU – Sanzo! – esclamò alla vista del compagno che si
tamponava con la mano libera il braccio ferito, dando comunque l’impressione di
non curarsene più di tanto.
Il ragazzino eretico non fece in tempo a richiamare nuovamente
l’attenzione dell’amico che fu costretto a scansare l’ennesimo ramo, che fu
però disintegrato dalla shakuijo di Goijo, uscito
improvvisamente dagli alberi come aveva fatto lui precedentemente.
GOIJO – Stai bene? – si rivolse a Sanzo, che di tutta risposta
gli rivolse uno dei suoi soliti mugolii affermativi.
Un’onda di Ki fuoriuscì dagli
alberi, disintegrando in un sol colpo altri due rami
che stavano per avventarsi sul trio, e dalla boscaglia uscì anche Hakkai,
ansimante, provato dai continui sforzi che stava esercitando per usufruire del
suo potere.
HAKKAI – Ha creato un muro di rovi – informò i compagni,
riferendosi a ciò che il loro nemico aveva creato dall’altra parte.
Subito dopo che ebbe completato la frase,
dalla boscaglia altri innumerevoli rami si allungarono e si
intrecciarono tra loro, andando a circondare il gruppo.
GOIJO – Maledizione! – esclamò innervosito, avventandosi poi
subitamente su un punto a caso del muro che si era creato attorno a loro, ma
non riuscì nemmeno a colpirlo che fu sbilanciato all’indietro, e comprese che
di quel passo non sarebbe riuscito a risolvere nulla.
Presto venne imitato da Goku che,
benché la sua forza, in determinati casi, fosse superiore a quella del
compagno, lo stesso non riuscì a scalfire minimamente il muro di rovi, venendo
costretto, per giunta, ad evitare uno dei rami che lo componevano per non
essere colpito a sua volta come Goijo.
In preda alla rabbia, mista al sangue freddo che lo
contraddistingueva, Sanzo estrasse nuovamente la pistola, impugnandola con due
mani, e fece fuoco finchè i proiettili non si
esaurirono.
Spalancò gli occhi, quando vide i rami ritrarsi poco prima di essere
colpiti dai proiettili, creando un varco per lasciarli passare e non essere
colpiti, per poi richiudersi come se non si fossero mai mossi.
Una risata proveniente dalle vicinanze attirò l’attenzione
di tutt’ e quattro, che alzarono la testa di scatto, volgendo lo sguardo sul
ramo di un albero a loro vicino, sul quale scorsero due figure, poco distinte
per via del sole che batteva alle loro spalle, che ne offuscava i lineamenti.
Sarah aprì gli occhi di scatto, conscia di trovarsi in
pericolo grazie al suo sesto senso, trovandosi a pochi centimetri dal viso di
un uomo. Provò a ritrarsi, ma urtò con la schiena e la testa contro qualcosa di duro, impegnando tutte le sue forze per
trattenere un gemito di dolore, senza smettere di fissare i lineamenti della
persona che le era di fronte.
Ratzel la guardò a sua volta. Il
viso rilassato, l’espressione adorante, gli occhi blu puntati in quelli verdi
di lei… si trattenne dal non avventarsi ugualmente sulle sue labbra, e si
scostò a malincuore, alzandosi e invitandola elegantemente a fare lo stesso,
porgendole una mano.
Sarah rimase di sasso.
RATZEL – Non temete. Non voglio farvi del male. – le disse
con la sua voce calda, volgendole un sorriso rassicurante che Sarah non calcolò
minimamente, presa com’era dal fare il punto della situazione.
Ricordava perfettamente ciò che era successo. Dell’attacco
improvviso, dei rami che l’avevano avvolta e trascinata via… di lui. L’aveva
rapita, ma nonostante ciò, anche se si trattava palesemente di un nemico, non
riusciva ad avvertire niente di pericoloso in lui.
Senza contare che se avesse voluto farle del male lo avrebbe
già fatto.
Si sollevò lentamente, esercitando forza sulle gambe,
pregando che non le cedessero, strisciando quindi con la schiena lungo il
tronco per fornirsi un minimo di sostegno e equilibrio.
SARAH – Chi sei? – ebbe il coraggio di chiedergli dopo un
po’, quando vide la sua mano ritirarsi. Non le sfuggì la
delusione che si dipinse sul volto dell’uomo. Lo scrutò a lungo, osservandolo velocemente
dall’alto verso il basso, soffermandosi poi improvvisamente poco sopra i suoi
occhi dal blu intenso, tra i ciuffi di capelli neri che gli coprivano
casualmente la fronte.
Scorse un chakra scarlatto… e
spalancò gli occhi. Due sole tipologie di uomini potevano possederne uno, da
quel che ricordava. I bonzi di alto rango, considerati gli esseri più vicini ad
un dio, e…
SARAH – Un dio? – chiese scioccata, spalancando nel limite
del possibile i suoi occhi, rispondendosi istantaneamente alla domanda retorica
che gli aveva rivolto. Era l’unica risposta possibile che avrebbe potuto
spiegarle quel senso di magnificenza che proveniva dalla figura dell’essere che
gli stava di fronte. Nonostante avesse l’aspetto di un comune ragazzo mortale,
l’energia che avvertiva provenire dal suo corpo era qualcosa che non aveva mai
avvertito in nessun altro essere vivente. Nemmeno l’energia manifestata da
Sanzo nell’usare il sutra poteva minimamente essere
paragonata a quella della persona che gli era di fronte.
Ratzel le sorrise bonariamente e,
con sua somma sorpresa, le s’inchinò, servendosi del lungo mantello nero per
compiere il gesto elegantemente.
RATZEL – Il mio nome è Ratzel – si
presentò alla ragazza, rialzandosi subito dopo con lo stesso gesto fluido di
cui si era servito per inchinarsi, rivolgendole poi un
sorriso.
Sarah continuò a rimanere immobile, incredula di fronte a
tutto ciò. Un dio le si era appena presentato, inchinandolesi di fronte.
“Sto impazzendo… questo è un sogno…” pensò, non riuscendo a
darsi altra risposta all’in fuori di quella
conclusione a cui era giunta.
RATZEL – Non state sognando – le disse, continuando a
sorriderle teneramente. E Sarah non potè non avvertire una certa familiarità in
quel sorriso… anche se s’impose di allontanare all’istante quell’idea.
SARAH – Cos… cosa volete da me? – ebbe il coraggio di
chiedergli, cambiando l’impostazione del tono della voce, aggiungendo un
pizzico di cortesia, completamente confusa e stralunata della situazione
assurda in cui sembrava trovarsi realmente, non trattandosi di un sogno, come
le aveva confermato anche la divinità.
RATZEL – Parlarvi – le rispose, con lo stesso tono di voce caldo e rassicurante, continuando a sorriderle.
HAKKAI – Sarebbe cortese mostrare il proprio volto quando si combatte… nasconderlo equivale a dimostrarsi
spiacevolmente codardi. - .
Un’ennesima risata partì da una delle due figure situate
sull’albero, facendo innervosire ulteriormente i quattro.
GOIJO – FATEVI VEDERE, BASTARDI! – urlò contro i due, non
riuscendo a mantenere il sangue freddo che invece contraddistingueva più di tutti il compagno dagli occhi verdi.
-
Non sono cambiati affatto – giunse in modo soffuso
dalla seconda persona che si trovava sull’albero, che dimostrò di avere un
timbro di voce più delicato rispetto al compagno.
Dopo quella frase, i due individui che li avevano attaccati
cambiarono angolazione, andando a coprire il sole, mostrando quindi il loro aspetto.
“Divinità” concluse Sanzo, osservando il chakra
scarlatto che entrambe le figure avevano sulla fronte.
Goku non ci pensò due volte prima di cercare di attaccarli,
ma, spiccato il balzo, mentre era sospeso a mezz’aria, vide il dio dagli occhi
azzurri sollevare prontamente una mano chiusa a pugno, dalla quale sollevò solo
l’indice e il medio, congiunti, scatenando così la reazione di un ramo che
componeva il muro che li aveva circondati.
Non fece in tempo ad evitare il colpo che venne
allontanato violentemente, colpito in pieno stomaco dal ramo, che lo ricacciò a
terra, facendolo strisciare sulla polvere per un breve tragitto.
HAKKAI – È lo stesso che ci ha attaccati alla locanda la
volta scorsa – concluse, informando i compagni, che ci erano arrivati a loro
volta.
GOIJO – E l’altro chi è? La fidanzata? – chiese
sarcasticamente, scatenando la reazione del dio dagli occhi ambrati, che
sollevò un braccio, stringendolo a pugno.
Prima che Goijo riuscisse ad aggiungere qualcosa di
altrettanto sarcastico in merito alla posizione che aveva assunto il nemico, si
vide costretto ad evitare una roccia dalle piccole dimensioni che era caduta
dall’alto.
Quando sollevò lo sguardo, spalancò gli occhi rossi,
osservando la moltitudine di rocce che levitavano sulle loro teste, pronte a
cadere da un momento all’altro.
“Parlarmi?” pensò Sarah tra se, senza smettere un attimo di
abbandonare l’incredulità
che l’aveva colta.
SARAH – Di cosa? – chiese a Ratzel,
attendendo impaziente che rispondesse alle domande che le stavano martellando
nel cervello.
SARAH – Sanzo! – si lasciò sfuggire poi con enfasi,
ricordandosi improvvisamente come tutto ciò era avvenuto.
Ratzel non potè fare a meno di
ridurre gli occhi a due fessure, cosa che alla ragazza non sfuggì. Ma non si
lasciò comunque intimidire, e continuò a guardarlo, impaziente di sapere cosa
fosse successo ai ragazzi.
RATZEL – Sta bene. – le rispose, riacquistando la sua
espressione pacifica, cercando di allentare il tarlo fastidioso che gli si era
insinuato nella testa alla reazione della ragazza. – Stanno tutti bene. Non verrà fatto loro alcun male. - .
Sarah non abbandonò comunque la sua espressione tesa,
incapace di articolare altra parola, così com’era incapace di articolare
qualsiasi pensiero.
SARAH – Perché… - provò a chiedere al dio, non riuscendo a
esprimersi oltre.
RATZEL – È stato necessario. – l’anticipò, capendo che
voleva riferirsi al perché li avessero attaccati. – Volevo parlarvi a
quattr’occhi, per mettervi in guardia. – aggiunse, vedendo la fronte della
ragazza aggrottarsi.
SARAH – Ma da cosa…? – gli chiese infine, incapace di
trattenere ancora tutte quelle informazioni spezzettate, desiderosa di
riceverne una che potesse farle più chiarezza.
RATZEL – Da Genjo Sanzo Oshi - .
Nel momento esatto in cui Kadeon
riaprì la mano, le rocce furono di nuovo soggette alla
forza di gravità e cominciarono a cadere.
Hakkai si guardò intorno, cercando di escogitare velocemente
un piano che riuscisse a salvarli tutti, ma chiusi in quella cerchia di rami non
avevano alcuna possibilità di scappare, così la cosa più sensata che gli venne in mente di fare fu quella di creare una
barriera col proprio Ki che potesse fungergli da
ombrello, rallentando – o possibilmente evitando – che le rocce potessero
colpirli.
Agì in fretta, creando attorno a sé e ai compagni la
barriera d’energia, gemendo quando le rocce vi entrarono in contatto.
GOIJO – Hakkai! Sei troppo provato, non resisterai! – gli
urlò contro, preoccupato per le sorti dell’amico, che, incoscientemente, dava
segno di voler resistere a tutti i costi, nonostante le mani stessero
cominciando a sanguinargli.
Goku guardò gli amici e strinse i denti, non riuscendo a
pensare a nulla che potesse aiutare Hakkai. Se avesse cercato di nuovo di
colpire gli dei, avrebbe dovuto uscire dalla barriera
creata dal demone, mettendone in serio pericolo la consistenza e rischiando che
il sacrificio di Hakkai fosse risultato inutile, nel caso in cui non vi fosse
riuscito.
Portò i suoi occhi dorati su Sanzo, che era rimasto immobile
ancor prima dell’impatto delle rocce sulla barriera, quasi come se non
aspettasse altro che precipitassero.
Riuscì a immaginare che si sentisse inutile come lui, in
quel momento. Soprattutto per via di Sarah.
GOIJO – Smettila! Le eviteremo! – consigliò all’amico quando lo vide inginocchiarsi per lo sforzo, con
ancora entrambe le braccia alzate. Sollevò lo sguardo, capendo che la sua idea
non sarebbe stata attuabile, a giudicare dal numero spropositato di rocce che
si erano radunate sulla barriera.
Poi accadde l’imprevedibile.
Nel momento stesso in cui Hakkai, esaurite tutte le energie,
estinse la barriera e si accasciò a terra, privo di
forze, una serie di onde di energie di intensità media distrusse lo primo
strato di rocce che si sarebbe abbattuto per primo su di loro.
Subito dopo, con una velocità incredibile, una figura si abbattè sul muro di rovi dall’esterno, perforandolo ed
entrandovi, uscendone poi dalla parte opposta e ripetendo l’operazione più
volte, con la medesima velocità, riuscendo a distruggerlo quasi interamente
stando allo stesso tempo attento a non colpire loro, che vi si trovavano al
centro.
Ryami e Kadeon
spalancarono gli occhi allo stesso momento, e si posizionarono nuovamente in
posizione di attacco, per richiamare i loro poteri e ricostituire la situazione
iniziale, ma davanti a
loro fece la sua comparsa un’ennesima figura, che concentrò rapidamente nella
sua mano un’onda di Ki. Non fecero in tempo a
scansarsi che furono sbalzati in aria da un’ondata di energia.
Goijo, Goku e Sanzo rimasero impietriti. Il tutto si era
svolto in una manciata di secondi, e ora, oltre ad essere stati liberati dalla
gabbia di rami in cui erano stati rinchiusi, le divinità sembravano essere
state momentaneamente messe ko.
La figura che aveva distrutto in maniera inverosimile il muro
di rami, dopo aver effettuato l’ennesima crepa in quest’ultimo, muovendosi
sempre alla stessa velocità, si fermò di botto davanti a loro, ponendo i piedi
a mò di freno per agevolarsi.
Sospirò, una volta ferma, dando la possibilità ai tre di
notare che si trattasse di una ragazza.
Goijo la osservò stralunato, mentre questa scuoteva la testa
per liberarsi i capelli ricci dalle schegge che le si erano
impigliate durante la corsa.
Il mezzo demone sollevò un dito basito, indicandola.
GOIJO – Ma tu… - .
-
A-ha! – gli disse annuendo,
rispondendo in maniera affermativa alla sua pseudo
domanda, capendo in anticipo cosa volesse chiederle. Gli sorrise, incurante dello sguardo sconcertato con cui
continuava a guardarla, e lo salutò con una mano, scherzosamente, prima di
correre verso la jeep nera sulla quale si erano già posizionati gli amici, che
partì sgommando non appena lei fu sopra, dirigendosi verso il punto dove era
sparita Sarah.
Sanzo sembrò destarsi improvvisamente dallo stato catatonico
in cui era caduto.
SANZO – HAKURYU’! – chiamò il draghetto,
che per tutto quel tempo era rimasto nascosto nella boscaglia, spostandosi da
un albero all’altro qualora lo avesse considerato più sicuro.
Hakuryù uscì prontamente dal suo nascondiglio, raggiungendo
i ragazzi e trasformandosi subito in jeep, capite le intenzioni del bonzo,
acconsentendo che fosse lui a guidarlo.
Quando Goijo e Goku furono riusciti a trasportare il corpo
di Hakkai sulla jeep, assicurandogli una stabilità, prevedendo la corsa che di
lì a poco avrebbero fatto, Sanzo schiacciò l’acceleratore, creando dietro di se
una nuvola di polvere che si diradò solo quando il
veicolo fu già abbastanza lontano.
RATZEL – Non è come crede – disse alla ragazza, incurante
dello sguardo sconcertato che le stava rivolgendo.
SARAH – Cosa significa? – gli chiese, riacquisito il
coraggio che aveva perso quando aveva compreso di
trovarsi di fronte ad una divinità.
RATZEL – Non deve fidarsi di lui - .
SARAH – Dovrei quindi fidarmi di lei? – gli chiese d’impulso, scettica.
Ratzel chiuse gli occhi, accusando
il colpo per l’ennesima volta, cercando di non farsi prendere dalla rabbia.
RATZEL – Lei non mi conosce… ed è dunque ovvio che non si
fidi… - le
rispose dopo un po’, riacquisita la calma, riaperti gli occhi. - Ma la sua
fiducia nei miei confronti è irrilevante, dal momento che non ho cattive
intenzioni nei suoi confronti. – le ripetè. – Crede che se avessi
voluto farle del male non glielo avrei già fatto? - .
Sarah rimase per l’ennesima volta senza parole… il discorso
di Ratzel filava fin troppo bene… ma la questione di
Sanzo…
RATZEL – Genjo Sanzo la sta usando
– continuò imperterrito, facendo risollevare il viso della ragazza, che lo
aveva abbassato, distogliendo lo sguardo dal suo, per riflettere. – Quando non
gli servirà più, si sbarazzerà di lei - .
La ragazza trattenne il fiato. Che diavolo voleva dire tutto
ciò? Sanzo la starebbe usando? Per cosa? E Ratzel
come farebbe a saperlo? Conoscerebbe Sanzo?
RATZEL – Posso comprendere che sia confusa da tutto ciò.
Avremmo bisogno di più tempo affinché possa spiegarle tutto per filo e per
segno… ma non ne abbiamo -. Chiuse gli occhi, cercando di mettersi
telepaticamente in contatto con Ryami e Kadeon, dai quali apprese di non avere effettivamente più
tempo.
Sarah continuò a riflettere.
Una divinità era spuntata dal nulla… rapendola… solo e
unicamente per metterla in guardia… da Sanzo? Si portò una mano alla testa,
chiudendo gli occhi a sua volta per il capogiro che la colse.
Le sembrava di trovarsi in un sogno. In un brutto sogno. Nemmeno
le visioni che la coglievano erano capaci di confonderla così tanto.
Ratzel riaprì gli occhi,
compiacendosi di essere riuscito a farla vacillare. Avrebbe dovuto insistere
solo un po’ di più. E avrebbe dovuto farlo in poco tempo.
RATZEL – Venga con me – le propose,
allungando una mano col palmo volto all’in su, invitandola a darle la sua.
Sarah riaprì gli occhi, trovandosi la mano del dio a pochi
centimetri da se. Aveva ascoltato cosa le aveva chiesto… e la confusione era
tornata a impadronirsi di lei, in maniera molto più
acuta delle volte precedenti. Ratzel non sembrava
avere cattive intenzioni. Qualsiasi cosa avesse voluto, avrebbe potuto
prenderla in qualunque momento e nel modo che più gli aggradava. Invece… glielo
stava chiedendo. Gli stava dando possibilità di scelta. Ammesso che la volesse
per doppi fini… perché sprecare tutte queste parole?
I pensieri ritornavano sempre sullo stesso punto. Non sapeva
cosa pensare.
E la cosa più assurda, incredibile e angosciante… era che di
lui si fidava. Non c’era nessun campanello d’allarme che stesse
suonando nella sua testa per avvertirla del pericolo. Non avvertiva niente di
negativo provenire da lui. Il sorriso e l’espressione del dio le sembravano…
sinceri… e lei ormai era abituata a classificare le persone in base a ciò che
le trasmettevano, avendo vissuto una vita intera senza poter abbassare mai la
guardia.
Qualsiasi cosa le venisse in mente
riguardo Ratzel… il fatto che si trattasse di un
nemico lo escludeva a priori.
Il dio guardò sottecchi dietro di se, avendo avvertito il
rombare di un motore avvicinarsi. Il tempo era scaduto.
Allungò di più il braccio, avvicinandosi alla ragazza, e
l’afferrò, ricevendo in risposta uno sguardo spaesato
e spaventato.
SARAH – NO! – urlò, cercando di divincolarsi dalla sua
stretta.
Ratzel s’immobilizzò di fronte a
quella reazione, stringendo a pugno la mano libera, senza più esercitare forza
su di lei.
Fu un attimo. Prima che Sarah potesse aggiungere qualsiasi
altra cosa… ebbe una delle sue visioni.
Era in un posto che
sembrava essere sospeso nello spazio… o forse era l’effetto che creava un
enorme fascio di luce, che, simile ad una bocca, sembrava stesse trascinando
tutto dentro di sé. Si voltò, vedendo Goijo riverso a terra, privo di sensi, accanto a Goku, che stava cercando di avanzare verso di lei
servendosi di un pezzo della nyoibò, il cui resto era
sparso per terra, poco lontano, in tanti piccole schegge. Vide Hakkai in piedi,
più lontano da lei, sanguinante, senza monocolo, urlarle qualcosa che non
riuscì a sentire. Si guardò intorno elettrica, conscia
del pericolo che stavano correndo, cercando di individuare con lo sguardo la
quarta persona che mancava.
Lo vide. A terra, molto
più vicino alla bocca di luce rispetto a loro. Le ametiste coperte dalle
palpebre. I capelli d’oro imbrattati di sangue. Il sutra
distrutto accanto a lui.
Chiamò il suo nome,
più forte che potè, arrivando a sentire la gola
raschiarsi e gli occhi lacrimare…
Non si rese conto di aver urlato allo stesso modo anche
nella realtà. Ritornò in sè trovandosi di fronte gli occhi blu di Ratzel, spalancati per la sorpresa. Il suo braccio ancora
intrappolato nella sua mano.
Kogaiji, nascosto – totalmente
immobile – tra le foglie del ramo più alto di un albero, si preparò a saltare e
combattere contro il dio. Si fermò poco dopo che una jeep nera ebbe fatto la
sua comparsa, arrivando dall’alto, probabilmente grazie allo slancio di qualche
albero sradicato che aveva incontrato, finendo nella zona ombreggiata in cui si
trovavano i due.
“Dannazione” pensò Ratzel, mentre
la jeep si avvicinava ad una velocità inaudita.
RATZEL – Ci rincontreremo. Pensate a ciò che vi ho detto. –
le disse, afferrando delicatamente una mano della ragazza e poggiandovi sopra
le labbra, senza staccare gli occhi dai suoi.
Scomparve poco prima che la jeep stesse per investirlo.
Sarah si ritrovò in un lampo lontana, a terra, con
addosso un corpo che si era lanciato dal veicolo in corsa.
Kogaiji continuò a rimanere
immobile. Quella situazione era apparsa strana anche a lui. L’unica cosa certa
era la ragazza. Dalla posizione in cui si trovava aveva avuto modo di vederla
bene ancora una volta. Era lei. Senza ombra di dubbio.
Quando anche una jeep verde a lui molto familiare fece la
sua comparsa nella boscaglia, decise di andarsene.
SARAH – Ahia… – si lamentò, la schiena dolorante per via
dell’ennesimo impatto violento col terreno. Si rese subito conto di avere
qualcuno addosso, e trattenne il fiato, nuovamente incredula, accorgendosi dei
capelli lunghi biondi molto familiari.
-
Guarda che mi sono fatto male
anch’io – protestò la persona sopra di lei, facendosi leva sui gomiti e
sollevando la testa, rivolgendole un radioso sorriso.
Gli occhi di Sarah si riempirono di lacrime.
-
SARAAAAAAH!!! – urlò una voce
acuta e pimpante, seguita da dei passi frettolosi, come quelli di qualcuno che
sta correndo.
SARAH – Chris… - riuscì a malapena
a pronunciare nel riconoscere l’amico, prima che questo venisse
afferrato per le spalle da una ragazza dai capelli ricci e rossi e sbattuto con
violenza lontano da lei.
SARAH – Pad! – esclamò, senza
riuscire a muoversi per la sorpresa, convinta che si trattasse
di un sogno.
PAD – Ma che combini??? Che ci fai
ancora a terra?? – le chiese, afferrandola con poca delicatezza per le spalle,
rimettendola in piedi, per poi abbracciarla di slancio, quasi fino a
stritolarla.
Sarah rispose all’abbraccio subito, chiudendo gli occhi,
lasciando così che delle lacrime le sfuggissero dalle palpebre. Quando li
riaprì, vide una terza conoscenza scendere da una jeep nera a lei familiare.
Quando Pad si staccò da lei,
guardandola soddisfatta per la reazione che la sorpresa era riuscita a
procurare all’amica, Sarah si portò entrambi le mani alla bocca, incapace di
articolare parola, osservando la donna scesa dalla jeep avvicinarsi a lei con
l’andatura sicura che tanto la contraddistingueva.
Allo stesso tempo, Chris riuscì a
sollevare la testa da terra, e se l’agitò per liberarla marginalmente dalla
polvere. Poi si mise di fronte alla ragazza, con le braccia
spalancate e sorridente, incurante che stesse per essere raggiunta dalla
donna.
CHRIS – Tesoro!!! Fatti
abbracciare! – esclamò, prima di essere sbattuto nuovamente a terra, questa
volta dal lato opposto alla volta precedente.
Fu Sarah ad abbreviare la distanza che la divideva dalla donna,
correndole incontro e saltandole quasi addosso per abbracciarla.
SARAH – Cloe… - chiamò l’amica tra le lacrime, incapace di
separarsi da lei, cercando di trattenere le lacrime che non volevano saperne di
smettere di rigarle il viso.
Cloe si concesse un sorriso, abbracciando la ragazza a sua
volta e portandole una mano sulla testa.
Era mancata tanto anche a lei.
Anche a Pad vennero le lacrime
agli occhi, tanto che fu costretta ad asciugarsene i bordi con le dita.
CHRIS –Ehi… - piagnucolò improvvisamente, rimanendo in
ginocchio, lontano da loro, temendo di ricevere l’ennesima spinta che gli
avrebbe fatto mangiare ancora polvere. – Voglio abbracciarla anch’io, però! –
concluse mettendo il broncio, attirando immediatamente l’attenzione di Sarah
che, liberatasi dall’abbraccio di Cloe, corse verso di lui, inginocchiandosi
anche lei per portarsi alla sua altezza e stringendolo più di quanto non avesse
fatto con le amiche, baciandogli un paio di volte una guancia, continuando a
singhiozzare.
Chris s’intenerì, prendendo ad
accarezzarle con affetto i capelli come aveva fatto Cloe, per poi riprendere ad
abbracciarla e cominciare a dondolare sulle ginocchia, trascinandola con se.
CHRIS – Quanto ci sei mancataaaaaaaa!
– esclamò con enfasi, facendo ridere la ragazza. – Ma tanto, tanto, tanto,
tanto! – concluse, allontanandosi un po’ da lei e schioccandole un bacio sulla
guancia.
PAD – Tanto quanto? – chiese sarcastica all’amico, inarcando
un sopracciglio, volendo sottolineare la teatralità che aveva usato.
CHRIS – TANTO, TANTO, TANTO, TANTOOOO! - .
SDENG.
Cloe lo colpì imperterrita con l’harisen sul capo, mentre
sul suo pulsava freneticamente una venetta.
CLOE – Abbiamo capito… - sibilò, facendo zittire all’istante
il demone più giovane che, spaventato, una volta in piedi, andò a nascondersi
dietro le spalle di Sarah, che scoppiò a ridere per la seconda volta.
Un tonfo e una frenata prolungata attirò l’attenzione di
tutt’e quattro, specie quella di Sarah, che spalancò
gli occhi, mettendosi subito a correre verso il veicolo che era appena entrato
in quella parte di boscaglia.
Sanzo finalmente respirò. Scese meccanicamente dalla jeep,
col suo solito invidiabile auto controllo e si fece abbracciare dalla ragazza,
che gli si gettò contro a braccia aperte non appena gli si fu avvicinato.
I battiti cardiaci ritornarono a pulsare in modo più
naturale, e dopo averle accarezzato i capelli, la
scostò da se, concedendosi di baciarla lievemente sul capo, chiudendo gli
occhi.
SARAH – Hakkai! – esclamò, nel notare l’amico privo di sensi
giacere sui sedili posteriori, semi sdraiato su Goku.
GOIJO – Sta bene, principessa. È solo stanco perché ha
voluto strafare! – scherzò, sdrammatizzando come al
solito, ricevendo in cambio una carezza sul viso da parte della ragazza.
SARAH – E voi come state? – gli chiese ansiosa, carezzando
il capo a Goku, scompigliandogli appena i capelli con delicatezza, volgendo lo
sguardo anche su di lui.
GOKU – Bene, tranquilla! – le rispose solare, annuendo e sorridendole,
per non farla preoccupare.
Un tossicchio attirò la loro attenzione.
I sette si guardarono l’un con l’altro per un po’ di tempo, finchè Sarah non propose di fermarsi per fare il punto
della situazione e un po’di presentazioni.
Hakkai si svegliò con un brusìo di
sottofondo, rendendosi conto dal manto stellato che era sopra di lui che era
giunta la sera. Aprì e chiuse gli occhi più volte, trovandosi davanti,
improvvisamente, un paio di occhi azzurri curiosi, che si spalancarono a
dismisura non appena lui aprì di più i suoi.
PAD – Wow, che occhi! – esclamò, uscendo poi dalla visuale
del ragazzo. – Caspita Sarah, ti batte alla grande! - .
Sarah rise sonoramente, divertita dalla sfrontataggine
dell’amica, seguita a ruota da Goijo e Goku, che risero più sguaiatamente, come
al solito.
GOIJO – E poi dicono che chi dorme non piglia pesci! - .
PAD – Ehi! Cosa staresti insinuando??
- .
GOIJO – Io? Nulla… - le rispose con finta noncuranza,
facendo ridere di nuovo Goku, mentre Sarah sorrise, prendendo ad avvicinarsi al
demone dagli occhi di giada gattonando.
SARAH – Come ti senti, Hakkai? – gli chiese con un tono di
voce basso, cercando di non farsi sopraffare dalle voci di Goijo e Pad, che stavano continuando a battibeccare.
HAKKAI – Un pò confuso… - le rispose sinceramente,
volgendole a sua volta un sorriso e guardando dietro di lei, scorgendo Sanzo
accendersi una sigaretta e una donna seduta al suo fianco fumarne una.
Quando provò ad alzarsi, Sarah accompagnò il suo gesto
posizionandogli una mano dietro la schiena, in modo da riuscire a sorreggerlo
nel caso in cui lo avesse colto un capogiro.
Quando ebbe la certezza che non sarebbe caduto, Hakkai le
sorrise di nuovo, riconoscente, portandosi una mano all’occhio sinistro e
stropicciandoselo, per cercare di avere la vista più nitida almeno da quella
parte.
Goku gli porse il monocolo che fin’ora
aveva custodito, ricevendo in cambio un sorriso e un “Grazie” da parte del
demone, che, reindossatolo, cominciò a mettere a
fuoco i visi nuovi.
HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuuu! – emise,
volando subito incontro al suo padrone, ritrasformandosi in draghetto
sotto lo sguardo di Chris e Pad,
che scattarono sull’attenti per via del fumo provocato dalla trasformazione,
mentre Cloe si limitò a rivolgere al bizzarro veicolo un’occhiata incredula.
Hakkai allungò una mano, facendo in modo che Hakuryù vi si
poggiasse sopra, avvicinandoselo per poi prendere ad accarezzarlo.
Dopo un attimo di silenzio, in cui Chris
e Pad erano rimasti a bocca aperta, il ragazzo si
rivolse a Cloe, al suo fianco.
CHRIS – Perché il nostro veicolo non si trasforma? - .
CLOE – Perché no – gli rispose, cercando di liquidarlo,
prevedendo la lista delle domande senza senso che le avrebbe rivolto di lì a
poco.
CHRIS – E perché no? – le chiese infatti,
provocando il rigonfiamento della vena dell’amica.
CHRIS – Perché no… - si auto
rispose, mesto, afferrando al volo la ragione del rigonfiamento della vena
della donna.
SARAH – Hakkai – interruppe quel bizzarro scambio di
battute, trattenendo una risata come aveva fatto Pad,
andando subito incontro al demone degli occhi di giada, prevedendo potesse
essere spaesato. – Non so se ricordi quando ci siamo
incontrati alla locanda del Pavone nero… - .
Hakkai collegò il tutto in un attimo, ricordandosene, e
annuì.
SARAH – Loro sono Cloe, Chris e Pad – presentò gli amici, che sentendosi chiamare, a turno
gli fecero un cenno di saluto.
SANZO – Dunque si è già diffuso quasi ovunque – si rivolse a Cloe, interrompendo lì le presentazioni,
riprendendo il discorso che avevano iniziato precedentemente, prima che Hakkai
si svegliasse.
CLOE – Sembra di sì – gli rispose secca, spegnendo la
sigaretta accuratamente poco lontana da lei.
Hakkai guardò l’uno e l’altro, cercando di recuperare il
filo del discorso che si era perso, riuscendo comunque a capire che stessero parlando dell’anomalia.
PAD – Quando siamo andati via dal nostro villaggio siamo
stati costretti a spostarci di frequente per via dei casi anomali che si sono
sviluppati improvvisamente di luogo in luogo – spiegò ad
Hakkai brevemente, riassumendogli la prima parte del discorso.
CHRIS – La maggior parte delle volte non ce ne siamo andati
di nostra spontanea volontà – aggiunse, attirando così l’attenzione di Hakkai.
– La gente parte prevenuta… è spaventata, non è più disposta a vivere con noi - .
PAD – D’altronde non le si può dare
torto… - si limitò ad aggiungere, lasciando cadere il discorso nel vuoto.
HAKKAI – Come ci avete trovati? – chiese a quel punto,
rompendo il silenzio.
A Chris venne da ridere.
CHRIS – Siamo stati attirati da un movimento bizzarro –
iniziò a spiegare, riprendendo a ridere.
PAD – Eravamo nei pressi della radura in cui vi eravate fermati… quando abbiamo visto dei rami tagliarci la strada
improvvisamente e addentrarsi nella boscaglia – continuò, cercando di rendere
più chiaro il racconto.
CHRIS – Poi abbiamo visto uno di essi
scagliarsi con più decisione in un punto a caso e ritirarsi con una preda… -
concluse, riprendendo a ridere più sonoramente.
SARAH – Ehi… guarda che non è stata una bella esperienza… - ci
tenne a precisare, guardando con cipiglio l’amico dai capelli biondi, che non
la smetteva di ridere.
CHRIS – Eri troppo divertente… ti divincolavi in un modo
assurdo… - . Riprese a ridere, senza trattenersi, venendo colpito improvvisamente alla testa da una pietra
scagliata da Sarah e da un’harisennata, dietro la testa,
da Cloe, che lo fece cadere in avanti.
PAD – Abbiamo riconosciuto la jeep… e abbiamo deciso di dare
un’occhiata per capire cosa stesse succedendo. Poi
siamo scappati da Sarah – concluse, dopo aver riso
brevemente per le sorti di Chris.
GOKU – E adesso? Dove siete diretti? – chiese loro, volgendo
i suoi occhioni dorati a turno sui tre.
CLOE – Ovunque ci conduca la scia
anomala – gli rispose, facendo una pausa per accendersi un’altra sigaretta. – È
inutile continuare a cercare un posto in cui provare a integrarsi, coi tempi
che corrono. Personalmente, questa situazione sta cominciando a starmi sulle
scatole. Se devo impazzire preferisco farlo di mia spontanea volontà, senza
aspettare di essere colta come tutti gli altri dall’anomalia. - .
GOIJO – State dunque… - .
PAD – Dirigendoci verso la direzione in cui sembri
manifestarsi più spesso e con più intensità. E sembrerebbe trattarsi
dell’ovest. Deve esserci una spiegazione dietro tutto
questo… ed io la penso come Cloe. Non me ne starò con le mani in mano ad
aspettare la fine! - .
HAKKAI – Lei è dello stesso parere? – si rivolse a Chris, che sembrava aver riacquisito un’aria seria.
CHRIS – Dammi del tu, per favore, non mi sono mai piaciute
le formalità. Se non è un problema naturalmente. - .
Quando Hakkai scosse la testa per fargli intendere che non
ci fosse alcun problema, continuò.
CHRIS – La penso allo stesso modo… e poi, indipendentemente
da tutto, seguirei queste signore in capo al mondo. – disse tutto d’un fiato,
con una sicurezza e una dolcezza che riuscì a sciogliere per un attimo perfino
Cloe, che si limitò ad abbassare un po’ la testa, e a sorridere ironicamente,
pensando alla semplicità dell’amico.
A Pad le si
inumidirono gli occhi.
PAD – Ma non è un amore??? – chiese
poi improvvisamente, sgattaiolando accanto a lui, abbracciandolo e scoccandogli
un baci su una guancia, imbarazzandolo e facendolo arrossire.
GOIJO – Peccato amico… - si rivolse ad
Hakkai. – La conquista ti è già stata soffiata! - .
Seguì una serie di risate che ruppe ancora una volta il
silenzio della radura in cui si trovavano.
Era notte inoltrata, ma Sarah non
riusciva comunque a dormire. Troppi avvenimenti..
troppe sorprese.. troppe rivelazioni aveva riservato quel giorno, e lei, da
quando si era posizionata nel sacco a pelo, non era riuscita a chiudere occhio.
La riunione si era conclusa con la decisone
da parte dei suoi vecchi amici d’intraprendere con loro il viaggio verso ovest.
Aveva raccontato loro cosa l’aveva spinta a fare quella scelta… all’attacco
subito alla locanda dopo la loro partenza e alla rivelazione da parte di un
nemico che qualcuno, proveniente dall’ovest, la stesse
cercando.
Pad le aveva ammiccato prima di
andare a dormire, quando l’aveva vista allontanarsi con Sanzo e sistemarsi con
lui in disparte per la notte. E quel gesto significava una sola cosa. Tortura.
L’avrebbe sicuramente torturata se non le avesse raccontatati tutto quello che
era curiosa di sapere. In primis, sicuramente, la storia col bonzo corrotto.
Neanche a farlo a posta si sentì avvolgere da dietro da un
braccio, che andò a circondarle la vita, mentre l’altro le passò sotto al
collo. Lo sentì incredibilmente vicino, ma, benché lo desiderasse, non si
mosse, ancor più desiderosa di bearsi di quel contatto
caldo e elettrizzante allo stesso tempo... che quella giornata aveva rischiato
di perdere.
SARAH – Anche tu sveglio? – gli chiese sussurrando, per
evitare di farsi udire dagli altri, che stavano dormendo poco lontani.
SARAH – Come va il braccio? - gli chiese ancora, non
ricevendo alcuna risposta dalla prima domanda, voltandosi poi delicatamente
verso di lui, attenta a non fargli male il braccio fasciato.
Venne investita all’istante dalle
solite, splendide ametiste, e, attratta come un magnete al metallo, si avvicinò
a lui, continuando a guardarlo, poggiando le labbra sulle sue e baciandolo
dolcemente, chiudendo gli occhi solo dopo che lui ebbe chiuso i suoi, non
volendosi perdere un loro solo movimento.
Sanzo ne approfittò per approfondire il bacio e le portò una
mano al viso, in prossimità dell’orecchio, invitandola col pollice a schiudere
le labbra e ad affondare la lingua nella sua bocca solo per un attimo, giusto
il tempo di sentirla tremare e sciogliersi leggermente.
Fu allora che Sarah si decise a stare in silenzio,
limitandosi a godersi quegli attimi. Attimi. Sapeva che si trattava solo di
attimi, considerando il viaggio che avevano deciso d’intraprendere, il cui
cammino era disseminato di pericoli, incertezze e dubbi.
Ringraziò per essere sopravvissuta ancora una volta per
poter godere quegli attimi con lui, e quando Sanzo l’ebbe baciata un’ultima
volta, più dolcemente e brevemente, conducendo la sua testa con una mano verso
il suo petto, si lasciò cullare dal suo respiro, abbandonandosi finalmente al
sonno.