Bashi, l'Evocatore spettrale

di Ferdix
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Quando il sole entrò nella mia stanza tra le fessure della finestra, ero già sveglio. In effetti non avevo affatto dormito ieri notte. Pensavo e ripensavo al discorso tra mio padre e me a cena:
< Bashi, figlio mio, domani compirai 17 anni, e potrai ufficialmente iniziare il corso per diventare evocatore > tuonò mio padre Bato appena iniziammo a mangiare,
< Lo so bene padre, ma vorrei ancora un po' di tempo > dissi con il mio solito tono ironico, 
< Ero sicura che ne saresti stata entusiasta, lo desideravi fin da quando era bambino > mi rispose mia madre Shiba,
< Ma non perdiamoci in chiacchiere, perché, ti ricordo, che domani dovrai svegliarti presto per andarti a iscrivere all'accademia, e, inoltre, sai benissimo quanto conta per un clan avere dei promettenti evocatori, sopratutto qui a Shitoba, dove sono nati i più grandi eroi dei nostri tempi >
< Me ne rendo conto padre, ma se non fossi all'altezza delle tue aspettative? E se non riuscissi a farcela? E se... >
< Non ti preoccupare Bashi, perché io e tua madre saremo sempre orgogliosi di te > e con questa ultima frase il discorso fu chiuso.
Dopo aver finito di mangiare e sparecchiare, lasciai la cucina per salire al primo piano della nostra casa, dove si trovano le camere da letto. La mia è la più piccola e si trova difronte le scale. Aperta la porta, mi buttai subito sul letto e, senza neanche togliermi i vestiti, iniziai a dormire. Ma come ho detto prima, non è stata una notte tranquilla, perché, a un certo punto, sognai che facevo la figura dello stupido alla mia prima lezione di evocatore e tutti mi deridevano, e, da quel momento, riflettei su come potevo evitare figure di merda, risultare il migliore, rendere i miei genitori fieri e farmi strada.
Ormai sveglio, decisi di vestirmi con la nuova tenuta da lavoro che mi ero comprato per l'occasione, e, aperta la porta, scesi le scale per affrontare il mio destino.

Volete sapere come continua, leggete il secondo capitolo, ci sarà un colpo di scena.




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