Le Stelle

di GReina
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LE STELLE

 

Era notte, una magnifica notte stellata. Per troppo tempo aveva rivolto lo sguardo in alto per vedere solo il buio opprimente che dà un soffitto troppo alto anche solo per riuscire a scorgerne la fine. ''Ora basta'' si era detto. Non sarebbe morto! Avrebbe salvato gli amici di Nico, e lui li avrebbe seguiti.
Bobbino combatteva al suo fianco. Damaseno a coprirgli le spalle. Sarebbero usciti! Non avrebbe permesso altre opzioni, avrebbe salutato il sole e le stelle, e lo avrebbe fatto di persona.
Sconfissero centinaia e centinaia di mostri lanciando le carcasse pronte ad andare in polvere verso il dio Tartaro, e una di queste riuscì a distrarlo. Non c'era un secondo da perdere
''ANDATE!!'' ringhiò il gigante, Bob si sentì feccia della peggior specie, ma non esitò. Prese Percy e Annabeth e li tirò dentro l'ascensore, Bobbino che combatteva e Damaseno che teneva premuto il bottone mentre le porte si chiudevano
''Saluterò il sole e le stelle anche da parte tua, amico'' riuscì a dirgli un attimo prima che scomparisse. Passò un po' di tempo. Secondi, minuti, forse ore, e poi erano fuori. Si ritrovarono sotto un cielo stellato. Bob ispirò a larghe narici, fece qualche passo sull'erba per poi lasciarsi cadere. Non si era nemmeno voltato, non aveva verificato che i semidei stessero bene e che le porte della morte fossero chiuse, non poteva - non voleva - distogliere lo sguardo da quel panorama: il soffitto ora riusciva a vederlo sebbene fosse più lontano che mai. Era lontano sì, ma ora poteva ammirarlo. Il cielo blu scuro decorato da candidi puntini luccicanti e attraversato da una corrente viola con all'interno altre stelle.
Bobbino non c'era più, Damaseno si era sacrificato per lui. ''Devo vivere'' decise ''devo farlo per loro'' i semidei erano accanto a lui più stremati che mai: pieni di graffi e lividi non riuscivano più a reggersi in piedi ''Vivrò'' si promise ''vivrò per salutare le stelle ogni notte anche da parte di Damaseno'' i capelli bianchi che sventolavano al vento, già il vento, anche quello gli era mancato.
Respirò ancora quell'aria fresca da cui non si sarebbe più separato per millenni.
Respirò e respirò.
L'aria non era fresca, si faceva sempre più pesante, sempre più tetra.
Aprì gli occhi e si svegliò.
Quello che vide non era il cielo stellato. Vide il buio, il buio più nero che esiste, più nero di quello del regno di Nyx. Perchè è questo l'aspetto che ha l'interno del vortice del dio Tartaro.





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