La conservatrice che finì nel corteo liberale

di Craimy
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CAPITOLO 1

 

La ragazza dai capelli biondi fissò intensamente la ragazza dai capelli mori. Che ci era venuta a fare, ella, lì? Infondo era soltanto una normale giovane, con pochissime idee politiche, che voleva starsene in pace, e invece si è ritrovata in una manifestazione comunista riguardante lo sfruttamento dei lavoratori.

“Vuoi un tiro?”

Jane la guardò ancora peggio di quanto stesse già facendo, per poi rispondere con un bieco: “No, non fumo, tanto meno marijuana”. E se ne andò, lasciando Caroline con sorrisetto storto sulla guancia.

 

“Chi è la ragazza con la quale ho appena parlato?” l'amica fissò Caroline a lungo, per poi rispondere semplicemente con un: “Non lo so, non è mai venuta” e lasciò la ragazza nelle sue riflessioni mentre andava a comprarsi una birra.

 

“Edo, chi è quella biondina? È nuova per caso?” Edoardo era un partigiano, uno di quelli convinti, sicuro di sé, pronto a tutto. Ma neppure lui conosceva la esile ragazzina che aveva respinto la saccente Caroline. “Mi dispiace, Carol, non ne ho la più pallida idea. Vado a chiedere un po' in giro, tu però non fumare troppo che poi vieni arrestata e non hai neanche un documento d'identità.” “Tranquillo Edo! Una giornata in questura mica mi fa male, prendo una birra, tu ricava informazioni” e gli diede un bacio sulla guancia, uno di quelli provocatori, lasciando andare il povero uomo alla ricerca infinita di un semplice nome.

 

“Jane, bel nome, vero? Pensa: il suo significato è grazia di Dio, o -se preferisci- il Signore è misericordioso”. La superba ragazza guardò l'amico con un sguardo perso. Cosa intendeva dire? Nelle manifestazioni comuniste era raro trovare qualche cristiano. Era quello che intendeva? Se no cos'altro? “Spiegati meglio, è una cristiana battezzata e cresimata fino all'ultimo?” Edoardo sorrise, era raro vederlo allegro per cause superficiali come quelle. La ragazza non aveva ancora capito la metafora? “Donna libera, anche il tuo significato ti rappresenta, perché non vai a parlarci invece di chiacchierare con me?” Caroline sbuffò. Non ci aveva capito niente di quella assurda faccenda, al diavolo il partigiano e i significati dei nomi! Cosa ne importava a lei?

 

“Jane, giusto?” La bionda si girò seccata dalla parte opposta al viso di Caroline, che -testarda com'era- si rimise davanti lei. “Allora biondina, vuoi continuare ad evitarmi o ti decidi a degnarmi di una tua parola?”. Jane era alquanto spazientita. Doveva saperlo che non avrebbe dovuto fidarsi delle sue amiche. “Ma sì tesoro, tranquilla! Arriviamo subito! Intanto non perderti in giro!” perdersi in giro? Che ridere! Era l'ultimo dei suoi problemi, adesso doveva occuparsi di una ragazza che non aveva ancora capito quanto fosse irritante. In più non sapeva nemmeno dove fosse finita in quella ressa di gente drogata e fuori di testa. “Sì, è il mio nome e non mi interessa sapere il tuo”. Dopo quella cruda risposta, Caroline decise di sferrare la sua arma migliore: la provocazione.

“Ah sì? Ti vedo persa, Jane, non vorresti venire con me? Ti tendo pure la mano!”. Infastidita, Jane la respinse e incrociò le braccia. Davvero non ce la faceva più a sopportare quell'irritante ragazzina che puzzava d'alcool e di cannabis. “Cos'è? La principessina si sente offesa? Sei troppo agitata, rilassati un po', conosco un buon metodo” Caroline ghignò, avvicinandosi sempre di più alla ragazza sperduta. Il lupo avrebbe risparmiato la pecorella? O forse l'avrebbe divorata fino all'ultimo osso? “Lasciami in pace, chiunque tu sia” “Caroline, il mio nome è Caroline, pronuncialo” Jane era sempre più nervosa, non ce la faceva veramente più a sopportarla. Cosa voleva da lei? Non si conoscevano neanche! “Caroline? È un nome troppo melodico per una guastafeste come te” “Ah sì? Mi dai della guastafeste?” La bocca della mora si allargava sempre di più in un sorriso malvagio e perverso, finché non si fu avvicinata cosi tanto da sfiorare quella della bionda, che era rimasta quasi paralizzata dall'evento. Fu come una rapida scossa: Jane si sentiva stordita, quasi rapita, mente Caroline era appassionata e spavalda, come sempre. Tutto il brivido finì quando la più moderata tirò uno schiaffo alla ribelle, gridando con tutto il fiato in gola: “Tu sei una pazza drogata!” per poi andarsene adirata e vergognosa per quello che era appena successo.

 

 





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