la ricerca di olympus 13
Scusate il ritardo ma per ora non è facile scrivere nuovi
capitoli e lo posto perchè per ora non ho tempo di
revsionare e fare correzioni. Con questo capitolo termino questa fic
con una situazione diversa salla fic Appleseed pre-alpha. Buona lettura
e spero vi piaccia.
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"Chi siete..."
"Ma sentitelo...ci chiede chi siamo noi...ah ah ah..."
Uno dei cyborg, dall'orrido color verde acido, prese a scanzonare
Briareos con gli altri che lo seguirono a ruota . Aveva dei pantaloni
logori e una canotta bianca sporchissima che metteva in risalto le
braccia grosse rispetto al resto. Impugnava una grossa mitraglietta mal
ridotta e Briareos si chiese se funzionasse realmente o meno.
"Amico, tu e la ragazza siete sul teritorio controllato dal
nostro boss. E a lui non piace quando ficcanaso sconfinano
nei
suoi territori..."
"NOn siamo qui per fare un pic nic, noi stavamo dei tizi che sono scesi
con noi dal mezzo ma poi, appena ci siamo voltati sono risaliti e ci
hanno lasciati come idioti... voi..."
Briareos tirò il braccio di Deunan mentre cercava di
controbattere dicendole di non fare stupidaggini. Il cyborg color verde
acido mise in chiaro che era meglio non fare scherzi e di
seguirli, avrebbero spiegato al
loro boss il motivo della loro presenza. Fece cenno di andare avanti e
di seguire il cyborg chiamato Rimo. Questi iniziò a
incamminarsi, seguito da Deunan e Briareos e in coda gli altri due.
Uscirono all'esterno giungendo in un angolo fuori l'edificio da cui si
affacciavano due porte. Una, quella da dove stavano uscendo a un'altra
alla loro sinistra, aperta e senza più i vetri
nell'intellaiatura in legno ormai un ammaso di legno marcio con due
sezioni per il vetro. Prima della porta cèrano due mobili in
legno rettangolare che tenevano qualche vaso in coccio ormai privi di
piante. Quello che prima era un lastricato di coccio ormai era
diventato quasi un tappeto verde, con mattonelle alzate e fuori sede .
Dove finiva quel che rimaneva del lastricat, al suo posto vi era solo
una distesa di verde che conduceva a un palazzo altissimo.Venti piani,
colore dell'intocato scrostato e macchiato dalle intemperie. Finestre
per la maggior parte prive di vetri e intellaiatura in acciaio sparita
o divelta. L'entrata era assicurata da due enormi portoni che si
aprivano verso un ampio edificio, che avevano un mezzocerchio
sopra di essi a vetri. Una porta più a destra dell'edificio
e
metà dell'altezza delle altre due, permetteva il principale
accesso agli appartamenti. Rimo preferì una delle due porte
più grandi e si ritrovarono prima in un grande spazio vuoto
con
enormi finestre ad arco di vetro sporco e macchiato che permettevano
comunque alla luce di filtrare dentro. Tre pilastri dividevano
l'ambiente che
sembrava esser stato usato parecchio tempo prima come rifugio da
qualcuno. Sedie in legno con i cuscini e imbottiture tolte e lasciate a
terra erano l'unico mobilio presente a parte un solo letto
improvvisato incassato sotto una delle finestre. La cosa che
colpì Deunan fu proprio quel letto che sembrava preso da un
ospedale e poi imbottito alla meglio con i cuscini dele sedie in legno.
In fondo totalmente all'ambiente di vi erano due schedari, uno ancora
con i cassetti a l'altro no, che sostavano sotto una parete crepata e
con l'intonaco che si staccava a fogli e penzolava. E poi, dagli
interstizi delle lastre di cemento che componevano il pavimento,
spuntavano erba e dei bellissimi fiori azzurri screziati con del blu
più scuro a volte quasi viola. Da lontano a Deunan avevano
dato
l'impressione di essere margherite, ma non lo erano.
"Brascicome, vero nome Brachyscome iberidifolia, pianta perenne
originaria dell'Australia, della Nuova Zelanda e dell'Africa,
generalmente coltivata come annuale.Da lontano o per i non appassionati
sono paragonati alle margherite. Probabilmente vi era una qualche
coltivazione qui vicino e i semi sono giunti fino a qui..."
Deunan si voltò verso Briareos mentre le spiegava il tipo di
pianta e rise lievemente, pensando a come potesse capirla benissimo
anche senza parole. Si era accorto forse dalla sua espressione dei
dubbi e glieli aveva tolti. I due cyborg dietro di loro urlarono di
proseguire in silenzio e svoltarno alla loro destra. Si giungeva a un
corridoio che pareva comunicare con il resto dell'edificio. Passarono
una poltroncina di legno con cuscini simili ai precedenti che a
Briareos parevano da attesa per medici e simili. Le pareti iniziavano
ad essere non più bianche ma coperte da carta da parati con
disegni geometrici su fondo chiaro, anche questa squarciata e con i
lembi penzolanti, mostrando sezioni di cemento messe una vicino
all'altra. Passarono una porta che si apriva in una stanza abbastanza
grande con degli scaffali pieni di roba, oggetti sparsi a terra,
qualche poltrona simile a quella precendente e due tavoli di legno che
si potevano chiudere. La luce penetrava da tre finestre
rengolari
che parevano formarne uno solo in alto e tre lampade appene al soffitto
proprio a metà stanza. Proseguirono.
Giunsero a una specie di bivio, formato da un corridoio alla loro
destra che continuava, non si sapeva dove, perchè voltava e
una porta a sinistra che era
per metà staccata dai cardini e ciondolava tenendosi solo
dalla
cerniera in basso ma a stento.
A fianco alla porta, prima dell'angolo che continuava nel corridio a
destra, vi erano chiari cavi elettrici che seguivano il muro ma non
sembrava esserci corrente.
Presero la strada attraverso la porta e Deunan e Briareos si trovarono
in un ambiente strano. Alla loro sinistra si apriva una specie di
angolo con saracinesca con lo stesso mobilio a scaffali della stanza
superata prima mentre di fronte a loro vi erano una enorme porta ad
arco che si affacciava su una stanza rettangolare con finestre ad arco,
,mattonelle a terra sollevate e buttate a caso, tetto a cassettoni in
legno e un'altra porta ad arco in fondo con porte in legno rispetto a
quella dove erano.
"Secondo te che posto è questo..?"
"NOn lo so ma sembra...sai nei palazzi o alberghi quando ci sono gli
spazi comuni? MI sembra questo..."
Raggiunsero a un trivio, che dava verso un corridio con una porta di
fronte a loro, a fianco a sinistra una specie di stanza che tagliava i
due corridoi ai suoi lati. Un altro corridio
dopo la stanza che stava al centro del trivio. Superarono la stanza e
scelsero il corridio tutto a sinistra. Quando Deuan vide il corridio,
trattenne il respiro. Entrava poca luce e le lampade rettangolari a
neon appese al soffitto illuminavano lampeggiando freneticamente.
Qualcosa di scuro copriva il sole e le mattonelle erano contornate da
erbacce verde scuro. Attraversarono lentamente e poi lei si
voltò verso fuori, osservando oltre i vetri. Si accorse che
fuori, quello che copriva i raggi del sole eral'altra parte
dell'edificio. Si vedeva uno scorcio dell'altro lato, a forma di C. Si
trattava della parte interna e non era
messa meglio dell'interno. Quando svoltarono l'angolo furono spinti
verso le scale e
salirono. Dovevano trovarsi all'ultimo piano quando finalmente i cyborg
dissero 'ci siamo quasi'. Passarono per un corridoio che sembrava
diverso dai precedenti. Senza finestre, con pareti in puro cemento
grezzo e sporco, lucernari in vetro rettangolari che davano verso il
cielo, ma che non sembravano dare molta luce al corridoio ugualmente.
Arrivati a una porta, entrarono, passando per quello che doveva essere
un appartamento. Alla loro destra vi erano due porte, una per il bagno
con un wc, lavandino e vasca da bagno e mattonelle bianche piccole a
coprire tutto l'ambiente. In fondo a destra, poco dopo la seconda
porta, quel che rimaneva della cucina languiva decaduta tra ante di
legno abbandonate staccate dai cardini. Alla sinistra due
finestre
una vicino all'altra precedevano un'altra porta che presero subito. Al
centro della stanza Deunan fissò il tavolo e le sedie con
alcuni
disegni a pastello sparsi e si rattristò. Passarono per un
secondo appartamento. Diverso per composizione dal precedente,
presentava angolo cucina a destra, più a sinistra
dall'entrata
vi erano il bagno simile all'altro e le portefinestre, ormai
smantellate e staccate. Fogli e mattonelle erano sparsi e staccate e lo
scheletro di un letto giaceva a destra accanto a un mobile con dei
libri
ammuffiti. Passarono per la portafinestre e raggiunsero salteltando
verso il balcone confinante, raggiungendo l'altro
appartamenteo che era solo una stanza grande con una sola enorme
finestra e due letti poggiati sotto di essa e percorrendolo fino a un
corridio. SI presentava più tetro degli altri, nonostante la
luce lambisse i muri, ciò che penetrava dalle finestre rotte
o
rovinate, colpiva con forza formando ombre strane, sopratutto per i
pavimento davvero messo male, tanto da preoccupare Deunan se reggesse
il peso dei cyborg tutti insieme. Lo attraversarono tutto fino a destra
dove cèra l'unica porta in fondo.
I cyborg li fecero entrare e gli dissero di attendere lì gli
ordini del loro boss. La stanza era grande e parecchio luminosa. A
destra, incassata in una rientranza a muro, una cucina completa ma in
disastrose condizioni. Poco dopo la porta del bagno. Al centro della
stanza un tappeto logoro. Due aperture per le portefinestre senza
più le ante scorrevoli si gettando nel balcone e oltre. Tra
le
due portefinestre, appoggiato al muro, un tavolo con tre sedie, tra cui
una rovesciata. Pezzi di disegni infantili strappati e sparsi vicino la
sedia portavano uomini stilizzati e i fiori azzurri. A sinistra la
porta doveva condurre da qualche altra parte ma sembrava,
varcata la soglia con gli occhi, inagibile per un
crollo dall'altra parte. Infine, la cosa più surreale in
quel
momento, i fiori azzurri visti sotto che dondolavano leggeri seguendo
la
brezza che giungeva da fuori.
"possiamo camminare o dobbiamo sederci?"
"restate sotto i nostri occhi. non me lo fate ripetere..."
Deunan si guardò intorno. Si avvicinò al tavolo e
vide
uno dei cyborg allontanarsi verso la porta che pareva inagibile mentre
gli altri due restavano con loro con le armi puntate
addosso. Dei fogli ingialliti e messi male per il tempo mostravano
scrittura a mano o disegni di qualche bambino. LA sedia rovesciata a
terra sembrava, dalla posizione, come se qualcuno stese scappando verso
la porta della stanza bloccata. POi, qualcosa attirò la sua
attenzione. Petali di fiori azzurri volavano intorno a lei e si mise ad
osservarli avvicinandosi alla portafinestre.
"Ehi, ferma lì, non voglio che tenti di scappare dal
balcone..."
"e dove vuoi che vada, io, umana, dal ventesimo piano?"
Si avvicinò al balcone e notò le porte a vetri
rovesciate
a terra o abbandonate sul bordo del balcone con i vetri lesionati o in
frantumi. I fiori erano arrivati anche lì e
ammirò il
loro bel colore. Briareos nonostante le lamentele dei cyborg, raggiunse
la compagna e le chiese se tutto fosse ok.
"E' rimasto un pezzo di chi viveva qui..."
Briareos la osservò mentre parlava e colse la sua tristezza,
posandole dolcemente una mano sulla spalla. Lei iniziò a parlare
"Secondo te cosa raccontano queste cose abbandondate?
"Fugaci pezzi di una vita che ha lasciato una traccia...come una
memoria labile ma capace di riemergere..."
"Adoro quando metti del tuo in certi concetti...era una bella risposta
però...non lo so..."
"Se io fossi morto quel giorno...se non vi fosse la
possibilità di farmi restare in vita...Alla fine, la mia
memoria esisteva ancora da qualche parte, non è vero?
Rispondomi..."
"Che cosa?" voltandosi verso di lui "di che parli"
SArebbe stata la stessa cosa come quelle persone e i loro oggetti.
Avrei lasciato traccia della mia esistenza nei ricordi e nel cuore di
chi mi voleva bene. Che sia un ricordo o un oggetto, è
sempre una traccia. Sicuramente quelle persone sono andate via di corsa
ma stanno bene, come sto bene anche io adesso. NOn pensarci..."
"Come fai a uscirtene con queste cose e farmi sorridere allo stesso
tempo..."
"Vuol dire che ho lasciato un'altra cosa di me nello spazio e nel
tempo, alla fine è una cosa che accade ogni istante intorno
a noi. Ogni persona è capace di creare un pezzo della sua
esistenza senza volerlo. E lo stesso vale per Kirl, anche se non
sappiamo dove sia adesso ci ha lasciato comunque tracce di se...in te
per averti fatta nascere e diventare la macchina da guerra che sei e in
me, che mi ha ca mbiato la vita due volte e non mi ha odiato per aver
voluto trovare la mia felicità con la persona a cui teneva.
COme vedi, persone che non sono accanto a noi fisicamente lasciano
frammenti di se in ogni piccola cosa e..."
"Si, ho capito. Non parlare più di lui però...."
"Cerca di vedere il bello nelle cose come sai fare. E' per questi
frammenti di te che io sono un uomo ancora adesso e non una macchina..."
Lo vide darle le spalle e alzare le braccia alle urla dei cyborg che lo
volevano dentro la stanza. Sapeva che aveva ragione ma non riusciva a
non pensare alla vita di quelle persone impossibilitate a proteggersi
come poteva fare lei. Grazie al padre che odiava. Rientrò e
si avvicinò a lui poggiato a una parete e si
sistemò anche lei sulla fredda e senza più
intonaco della parete.
"Bri...perchè li abbiamo seguiti senza far nulla?"
"Perchè dovevamo salvare quella squadra e completare una
missione.
E poi, anche se non rifiuto affatto un pò d'azione, non
adoro le
complicazioni inutili..."
Le mi se una mano sulla spalla e osservarono insieme i fiori. Deunan ne
raccolse qualcuno, anche se con le armi a tracolla era fastidioso il
movimento di inginocchiarsi.
"Come mai ci hanno lasciato le armi invece di confiscarcele?"
"Non lo so, forse hanno capito che non potevamo rispondere in due
contro tre..."
La ragazza rise sapendo che in molti sbagliavano valutazione su di lei
solo perchè ragazza e dall'aspetto innocente.
Il sole iniziava a calare, riempiendo la stanza di una luce forte e
calda e controllando l'orologio, videro erano passate due ore. Proprio
quando
Deunan decise di chiedere qualcosa, l'altro cyborg
tornò dalla stessa porta e ordinò di seguirlo.
Dopo una
rapida occhiata l'un l'altro, Deunan e Briareos lo seguirono scortati
dagli altri alle spalle e scoprirono che la porta conduceva si a una
stanza inagibile, ma la zona distrutta era stata sfruttata in un modo
ingegnoso. Una parte dell'edificio a C era crollata per qualche
bombardamento o altro e tramite un ingegnoso meccanismo di funi e
pulegge, era stato creato un modo per giungere a un altro edificio in
mattoni distante forse massimo un paio di chilometri senza problemi.
Bastava agganciarsi a uno dei manubri che tornavano per il meccanismo e
lanciarsi nel vuoto verso l'altro edificio che era alto massimo sei
piani e quindi era una scivolata nel vuoto per direttissima.
"Che diavolo...è così che sei tornato?"
"Si...ora sbrigatevi e andiamo, il boss non ha tutto questo tempo..."
Fecero scendere prima Deunan che si ritrovò a sfrecciare a
folle
velocità sorpassando edifici di vari tipi fino ad arrivare
al
tetto, dove quattro cyborg attendenvano il suo arrivo, fermandola
appena arrivò quasi alla fine del tracciato segnato. Appena
toccò terra, si voltò per vedere Briareos
giungere a
velocità verso di loro. E poi, uno dopo l'altro, giunsero
anche
gli altri cyborg. Vicino a loro, un motore permetteva il ritorno al
contrario.
"Bello è..? Con questo metodo arrivi in meno di
metà del tempo che a piedi...eh eh..."
Deunan fissò il cyborg color rosso sangue che le faceva pure
l'occhiolino e le venne da pensare a come Briareos non avesse le
'palpebre' come per quei cyborg.
"Su muovetevi, il capo vi aspetta..."
"Va bene, va bene, ho proprio due paroline da dirgli..."
Vennero scortati, armi in mano, fino a primo piano. Si trattava di una
stanza in mattoni rossi con qualche mobilio e cinque cyborg che li
fissarono appena messo piede all'interno. Due erano vicino la porta,
due vicino le finestre e uno grosso e dalla forma diversa seduto, piedi
sul tavolo, su una poltrona come a definire la sua posizione nella
stanza. La posizione di capo.
"Bene, bene...cosa abbiamo qui...su venite..."
Il cyborg, parecchio 'rotondo', con due corna adornate da anelli e
meccanismi facciali che imitavano quelli umani, si mise seduto per bene
nella poltrona 'sorridendo'.
"Venite, venite...vi siete introdotti nella mia città senza
richiesta...non lo trovo molto giusto..."
"La tua città? NOn eravamo proprio...dovevano lasciarci
fuori New York per..."
"Basta. per favore...una camionetta vi ha lasciati dentro New
York e vi siete addestrati poi nelle costruzioni non
abitate...negatelo...!"
"Ci è stato detto che era un altro luogo...avranno
sbagliato,
non so dirti." rispose Briareos un pò adirato" Rimane il
fatto che non potete tenerci bloccati qui."
"Ne discuteremo dopo. Adesso voglio sapere di quale gruppo esterno alla
mia città di sopravvissuti fate parte..."
Briaores e Deuanan si fissarono interdetti. Poi Briareos rispose
candidamente che non appartenevano a nessun gruppo ma stavano aiutando
delle persone. Che erano mercenari.
"Ma bene...e cosa dovevate fare di importante per queste persone?"
"Ci avevano chiesto di trovareun gruppo facentei parte di una
squadra in ricognizione. Si trovavano in una zona dove, tramite una
radio, potevamo chiamare proprio qui a New York. Credevo che ci fossero
buoni rapporti con i vostri alleati..."
"Gli alleati normalmente si presentano come alleati...voi eravate
armati e con nessuna indicazione in tal senso..."
"Perchè non apparteniamo a quel gruppo,l'ho già
detto!"
"Va bene, allora finito l'incarico dove volevate andare? Se ho capito
bene volevate comunicare con noi..."
"Avevamo il compito di trovare quel gruppo disperso e trovare la
radio...il resto sarebbe venuto dopo..."
"Capisco....bè per vostra fortuna alcuni membri di nostri
alleati, con cui effettuiamo scambi, sono stati tratti in salvo e
presto torneranno a casa. Voi ci avete trovati, quindi avete compiuto
il dovuto..."
"Tu che ne dici..." disse Briareos a Deunan che alzò le
spalle come a dire 'che ne so'.
"SApete...se ci fosse stato qualcun altro al mio posto, avrebbe
obbligato voi due a restare lavorando finchè non gli
andava...ma
io sono buono, sapete? Dò sempre una possibilità
e...potrei darvi la possibilità di mettere sul campo le
vostre
abilità..."
"Che intendi dire..."
"Continua..."
Il cyborg con tre occhi, fissò Deunan dalla testa ai piedi,
poi grattandosi il mento fissò Briareos.
"Sai dolcezza, il maggior business per un uomo d'affari come
è
saper trovare delle perle in mezzo alla sporcizia...se fossi stato un
altro sai, avrei avuto un buon modo per 'farti lavorare' insieme ad
altre bellezze speciali che ho scovato intorno..."
"che cosa?"
"Hai capito bambola. ANzi, sarebbe interessante sapere se...conosci
già il mondo maschile..." facendole l'occhiolino "non so se
capisci..."
"che razza di domande fai..."
"Devo farle...per sapere se sei usata o meno..."
Deunan rimase sconcertata dal discorso,appoggiata da Briareos che non
prese il discorso molto bene. Il cyborg con due corna alzò
le
mani e cercò di calmarli, mentre le guardie
ridevano
sogghignando.
"QUi, nella mia città, tutti offrono le proprie
abilità e
lavorano per dare a questo posto una parvenza di normalità
mentre io mi occupo di cose importanti. Approvigionamenti, protezione
e...divertimenti....tutte le giovani come te che ho trovato
adesso 'lavorano' sulla king street e insieme facciamo buoni affari.
Appena sei entrata, ho notato come saresti la migliore tra le
migliori..."
"Frena con le idiozie. Sono una mercenaria e non mi presterò
a
nessuna tua stupida idea. Se non hai altro da dirci noi andiamo..."
"Calma, calma...ho detto che è quello che pensato...di
giovani
ragazze ne posso trovare molte ma di abiili mercenari no...mi servite
qui, per fare vari lavoretti da mercenari...che ne dite?"
"CI stai...offrendo un lavoro?"
"Si ragazza, mettiamola così...e iniziamo da capo. IO sono
Due corna...piacere...voi siete?"
Deunan e Briareos attesero qualche minuto fissandosi per decidere cosa
fare. Briareos scosse la testa e decisero di non fermarsi a New York.
Prima di congendarsi da Due Corna, questi prima chiese loro da dove
venissero e altre informazioni sul loro viaggio, poi disse che aveva
bsogno di alcuni dati che i cyborg come Briareos salvano nella memoria
secondaria e che possono usare successivamente al bisogno. Deunan
pareva
seccata.
"HO bisogno per migliorare la vita di questa città di
informazioni su chi cè là fuori. Tu puoi creare
una mappa
con indicazioni su cui posso basarmi..."
"Se ti do le informazioni, ci lasci andare?"
"MA si, ma si, nessun problema " alzando le mani "semplici accordi tra
uomini..."
TU che ne dici " chiese a Deunan "per me è fattibile..."
"SE possiamo andar via di qui..."
"VA bene, Due corna...ti daròle informazioni. Quando
torno..."
"Mai, ti basta scaricare le info in questa scheda di memoria e puoi
andare..."
Due Corna aprì un cassetto e mostroò, piccola
rispetto alle sue dita, una scheda di memoria che porse a Briaores.
Dopo attimi di incertezza, il cuborg prese la scheda e la
inserì nello slot al lato della testa. Completato il lavoro
la riconsegnò e chiese se poteva andare. Alla risposta
positivia di Due Corna, Briareos posò la mano destra sulle
spalle di Deunan e la spinse verso la porta per andar via.
Rimasti soli, un cuborg dietro Due corna chiese al capo se era saggio
lasciarli andare. La risposta del cybor rotondo fu semplice.
"Abbi fede..."
Alzò i piedi di nuovo sul tavolo e si accomodò.
Prese il telefono e compose un numero. Uno, due, tre squilli e poi una
voce femminile rispose. Due corna la salutò come se la
conoscesse da tempo.
"Si tutto bene, dolcezza. E' andato tutto liscio come l'olio. TI
ringrazio davvero. Erano i tizi che cercavo da tempo. Qualcuno di abile
che posso manipolare...come?...no, ho solo fatto in modo che un worm
entrasse nel suo sistema e tra poche ore per avere aiuto,
tornerà da me insieme alla signorina...Riceverai entro
domani la merce pattuita dall'accordo. E per cortesia, puoi dire a
Laerte che i suoi siparietti comici con lo zio li lascia per alcun
altro. Se non ci hanno scoperti nel giochino è un miracolo.
Torna al lavoro e controlla se ci sono altri stupidi che posso
usare....Ciao Eris..."
Due corna rise, poi con un gesto della mano chiamò uno dei
cyborg e lo fece avvicinare, prese un accendino con la sua effige per
commemorare il giorno in cui si era insidiato come sindaco a New York.
"DAi questo a Matthews e digli che fra poche lo andranno a trovare
nuovi clienti che gli ho trovato...digli che sono molto
speciali...eheh...."
Il cyborg si avviò verso la porta, mentre l'altro cyborg
alla finestra fissava Deunan e Briareos che si allontavano. Per poco.
FIne.
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