Titolo:
Come una rosa
Parole:
277
Prompt:
DEATH MASK/APHRODITE, Una giornata insieme nella dodicesima casa.
Generi/Warning:
slice of life
Note:
scritta per un event del gruppo We are out for prompts; prompt di
Giorgia. La parte in corsivo è quella che immagino DeathMask
pronunci in dialetto e non in greco e, ovviamente, Aphrodite non
capisce una cippa.
Come
una rosa
I
pomeriggi al santuario trascorrono lenti, è luglio e un
calore insopportabile avvolge le case come in una morsa; l'erba,
bruciata dal sole, ha lo stesso colore dorato dei capelli di alcune
donne del nord e nell'aria si ode solo il frinire irrequieto dei grilli.
In
cima alla scalinata delle dodici case due cavalieri osservano il pendio
con aria annoiata, dimostrano sedici, diciassette anni al massimo.
«Come
fai a non farle morire?» domanda Deathmask osservando le rose
che crescono rigogliose, nonostante l'afa.
«Le
curo» risponde placidamente il ragazzo slanciato accanto a
lui, legandosi i capelli in una coda elegante «Bisogna
prendersi cura delle cose belle, sarebbe un peccato se dovessero
appassire, non credi?»
Il
cavaliere del cancro solleva le spalle, come a dire che in
realtà gli importa poco che quei fiori vivano o muoiano.
«Sono
solo una gran perdita di tempo» sbotta «Non fai
altro che pungerti e graffiarti, una seccatura dico io».
«I
fiori sono deboli, sono ingenui e con le spine pensano di mettere
paura».
«Questa
l'hai rubata a qualcuno, uno scrittore credo».
«Non
ti facevo un gran lettore».
«U
cazz'u ti spara.
Anvedi
sto stronzo».
Aphrodite
lo fissa qualche istante senza capire davvero le sue parole, dopo
qualche istante deve decidere che non gli importa perché gli
volta le spalle e torna a occuparsi dei fiori. DeathMask, dal canto
suo, gli sventola davanti alla schiena il dito medio, senza dire nulla;
dopo tutto, in fondo, riesce a capire.
Continua
a fissare il cavaliere dei pesci mentre con gesti aggraziati innaffia
le rose e pota le foglie secche; sí, pensa Cancer prima di
appisolarsi al suo fianco, le cose belle vanno curate.
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