Grida

di ISI
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Grida

Grida

 

 

Un post-it giallo crocifisso al frigorifero aveva fatto le veci d’una ribellione per troppo tempo domata, di una voglia di vivere fino ad allora soffocata, strozzata come una gola da mani sconosciute e contratte allo spasmo.

 

Sembrava gridare.

 

Quello stupido foglietto, quel colore irritante, quasi pungente, quelle linee nere spezzate, tracciate senza grazia alcuna, messe insieme ad organizzare la convenzione di un distacco, sembravano gridare a squarcia gola tutti i torti subiti, tutto il dolore ingoiato.

 

Arrivederci

 

E se fossi straniero, se parlassi un’altra lingua ed utilizzassi un altro alfabeto non capiresti quello che c’è scritto ed il grido che ti spezza sarebbe per te niente meno che un suono inarticolato e senza senso.

E vorresti davvero che fosse così, davvero vorresti non capire il significato di quelle parole, di quel biglietto per afferrarlo con leggerezza e buttarlo nel cestino, senza dover essere costretto a tener conto dell’acqua bollente, sporca di vita cremisi che le vene, tagliuzzate, vinte dalle forbici, si son fatte scappare.





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