-E ti pareva. Per colpa di
quel Black dovevo finire dal
preside, maledetto. Arriverà il giorno che me la pagherai.
Altro che dal
preside. Io ti mando da Madama Chips. Grifondoro schifoso-.
-Non ci posso credere.
Quante volte glielo avrò detto di
lasciarlo in pace. Non stava facendo niente, c’era per forza
bisogno di
metterlo a testa in giù nel corridoio. Certo che poi Severus
ha reagito!-.
-Miseriaccia! Ma da dove
ne sono usciti la McGranitt e
Lumacorno! In ogni caso io non mi spavento, sarà Mocciosus a
farsela addosso.
Mi dispiace solo per Remus, dovrò farmi perdonare-.
Questi erano i pensieri di
Severus, Remus e Sirius mentre i
loro capicasa, li accompagnavano fino al gargoyle. 50 punti in meno a
Grifondoro e 50 punti in meno a Serpeverde. Adesso i Corvonero
guidavano la
classifica delle case con 130 punti e un distacco di 30 dalle serpi e
dai
grifoni. Non sarebbe stato facile recuperare ma niente era perso.
Davanti alla statua,
Lumacorno pronunciò la parola d’ordine:
-Fragola e pistacchio- . Si aprì una porticina che dava a
delle scalette fino
all’ufficio del preside. I tre ragazzi, in silenzio si fecero
portare fin su e
poi entrarono accompagnati dai professori.
Silente non sembrava
particolarmente adirato e iniziò in
modo insolito: -Però, ero sicuro che questo momento sarebbe
arrivato ma sono
stupito dall’assenza del signor Potter, non tanto di quella
del signor Minus a
dir la verità. Ma ditemi, per caso il signor Potter
è malato?-.
Fu Remus a rispondere:
-No, signor preside. E’agli
allenamenti di Quidditch-.
-Sapevo che ci doveva
esser un motivo valido per la sua
assenza a quest’ultimo scontro-.
A Sirius scappò
mezzo sorriso, mentre Severus si faceva
sempre più teso.
-Silente- disse la
McGranitt –Gli scherzi che questi ragazzi
si lanciano nei corridoi, nelle aule, al lago ed in qualsiasi luogo
s’incontrino, stanno esagerando.
Inoltre non sempre sono scherzi innocui. Il signor Piton è
finito due volte in
infermeria con bruciature e lividi. Il signor Potter, che casualmente
non è qui
in questo momento, non credo si sia rotto il braccio cadendo dalla
scopa da
solo. Un cercatore di Quidditch non cade dalla scopa da solo.
Inoltre…-
-Inoltre, e scusami
Minerva se t’interrompo- proseguì
Lumacorno - questi scherzi si ripercuotono anche
sull’andamento scolastico e
l’attenzione nelle ore di lezione. Come tu saprai, la pozione
restringente non
è esplosiva eppure durante l’ultima prova pratica
il signor Black si è trovato
ricoperto di una melma gialla che solo perché non era della
consistenza giusta
non lo ha rimpicciolito. Oppure vogliamo parlare di quando il mantello
del
signor Piton è stato pietrificato ricadendo sul povero
Deralan e rompendogli un
piede. E meno male che Madama Chips aggiusta le ossa come
niente…-.
-Ho capito- lo
fermò Silente fissando insistentemente i tre
ragazzi che ormai erano tutti e tre a capo chino. –Credo che
occorra
intervenire immediatamente in maniera congiunta. Ragazzi restate qui da
soli un
paio di minuti mentre io e i vostri professori, in privato, decidiamo
sul da
farsi. Mi raccomando non voglio sentir volare una mosca-.
Come gli adulti uscirono,
Sirius disse a voce alta: -Allora
sei stato tu, Mocciosus, a incantare la mia pozione
all’esame. Io credevo di
aver sbagliato il dosaggio dell’erba Stringina!-.
-Certo,
cos’altro potevi credere, sei talmente ignorante!-
rispose il serpeverde.
I maghetti non avevano con
loro le bacchette, che li erano
state sequestrate, e subito arrivarono alle mani mentre Remus cercava
di
mettersi in mezzo per dividerli. Sirius spinse Severus verso la
scrivania e
quest’ultimo graffio il viso del grifondoro, che cadendo di
schiena cercò di
aggrapparsi a qualcosa per proteggersi.
Riuscì a
mantenere un oggetto, Severus capì che aveva
intenzione di lanciarglielo contro e cercò di toglierlo
dalle mani
contemporaneamente a Remus preoccupato che non fossero rotti i
sopramobili di Silente.
L’oggetto in
questione era uno Spiraglio che
permetteva di andare
in una delle nostre vite
parallele, dove si stava svolgendo la stessa identica vita. In pratica
la
nostra vita si ripete uguale, centinaia forse migliaia di volte, solo
con
margini temporali di anni pari ad uno. Perciò ci sono luoghi
dove noi abbiamo
un anno, luoghi dove ne abbiamo due e così via.
Con
lo Spiraglio di
luce si andava nel proprio futuro con l’inconveniente che non
ci si rendeva
conto di esserci arrivati. Non si era in grado di riconoscersi, di
guardarsi e
dire:- Ecco come diventerò-. Tuttavia i maghi adulti si
sarebbero resi conto di
aver davanti, se stessi da piccoli.
I tre indiavolati tennero
stretti lo Spiraglio nello stesso
momento e questo si attivò portandoli ad Hogwarts, il giorno
in cui Harry
Potter iniziava il suo terzo anno di scuola.
Quando
Lumacorno con la
McGranitt e il preside entrarono nell’ufficio per assegnare
le punizioni,
videro lo Spiraglio attivato e capirono quello che era successo.
Minerva aveva
uno sguardo ansioso e cercava una soluzione negli occhi di Silente che
disse
semplicemente: -Tutto quello che succede, ha un suo scopo-.
I tre ragazzi erano
stupiti. Com’era potuto succedere di
trovarsi un attimo prima nell’ufficio del preside e subito
dopo nel corridoio.
–Che cosa hai combinato, Sirius?- chiese Remus.
-Io niente,
sarà stato Mocciosus- rispose quello.
-Non sono stato io. Forse
è magia accidentale-.
-Perché eri
forse spaventato, cuccioletto?- ghignò Sirius.
-Smettetela, è
per colpa vostra se ci troviamo in questa
situazione. Quando Silente scoprirà che non siamo nel suo
ufficio, sarà ancora
peggio- disse Remus.
-Forse ci siamo
smaterializzati- ritentò Sev e Sirius
condivise l’idea: -Questa mi sembra un’ alternativa
interessante-.
-Andiamo, dobbiamo
raggiungere subito il gargoyle e trovare
un modo per arrivare all’ufficio del preside senza farci
scoprire- li incitò
Remus. I tre presero a correre nei corridoi, stranamente il luogo
sembrava
deserto.
Arrivati al gargoyle,
Severus pronunciò la parola d’ordine:
-Fragola e pistacchio- ma non accadde niente. –Spostati
Mocciosus, faccio io-
disse Sirius spingendolo di lato. Il grifondoro ripeté la
frase, ma niente. Ci
provò anche Remus, ma nulla.
Non c’era che da
aspettare che il preside e i loro
professori li trovassero. Dopo cinque minuti di sosta davanti alla
statua, i
ragazzi sentirono dei passi e si trovarono di fronte Silente e la
McGranitt,
invecchiati naturalmente di vent’anni. Sirius li
osservò, era sicuro di aver
già incontrato quei due ma non sapeva dove, e disse:
-Buongiorno. Chiedo scusa,
vorremmo arrivare all’ufficio del preside-.
-E, di grazia, potremmo
conoscerne il motivo-, rispose
educatamente il vecchio preside.
-Credo che ci a-aspetti
una pu-punizione..- rispose Remus
che notava una strana somiglianza tra l’anziano e il suo
preside.
-Punizione per cosa.
E’ il primo giorno di scuola e sono già
state assegnate punizioni?- chiese curiosa la McGranitt.
-Come il primo giorno di
scuola?- domandò Severus. E mentre
gli occhi di Silente da sopra le mezze lune si posavano sugli occhi
neri e
profondi del giovane Severus, l’anziano riconobbe il suo
più grande amico.
-La parola
d’ordine è stata cambiata. Ora è
sorbetto al
limone. Entrate nell’ufficio e aspettate. Fra dieci minuti il
preside sarà da
voi-.
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