Quelle gambette dondolavano sul banco della cucina mentre l'odore di waffle si disperdeva nell'intero ambiente.
Non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in quella cucina, con quell'omone a cui tanto era legata a condurre una vita -quasi- normale. Era sempre stata sola e ormai non ne aveva più paura, ma quelle settimane in sua compagnia avevano spazzato via duecento anni di lotta interiore facendo spazio ad un legame insolito e meraviglioso. Mai aveva considerato l'idea di avere un amico. Gli unici amici che aveva mai avuto erano i gatti a cui si divertiva a dare nomi strani e tanto buffi.
Questo genere di legame la spaventava, la rendeva vulnerabile e debole, ma il gioco valeva la candela e non sapeva se sarebbe mai stata pronta a rinunciare a lui.
Per Priscilla era un amico, un confidente, un diversivo dalla sua malinconia, una spalla su cui contare. Avrebbe lottato con le unghie e con i denti per stare accanto a lui. Nonostante la notevole differenza di età, si capivano alla perfezione.
D'altro canto, Hug la trattava come una sorellina e lui stesso si sorprese di tenere così tanto a lei. Per lui era come un uccellino caduto dal nido troppo in fretta e si era impegnato a proteggerla nel suo pugno anche a costo della vita.
Quando due solitudini si incontrano, danno vita ad un legame che va ben oltre i convenevoli e le necessità.
Quando due solitudini si incontrano, si lasciano andare a qualcosa di veramente incredibile.
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