Resident Evil:Dawn of the Heroes

di GregMiller
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Prologo

Stanco e parzialmente ferito, mi sedetti su un gradino delle scale per riposare e riprendermi dopo il duro ed efferato combattimento durato quasi un eternità: fu la prima volta  che affrontai un avversario facente parte della serie “ Duri a Morire”; nemmeno l’attore Bruce Willis, protagonista principale di quest’ultima saga cinematografica , sarebbe riuscito ad eguagliare la stessa fatica appena compiuta dal sottoscritto e dal mio superiore: il colonnello Redfield. Mentre osservavo l’orizzonte che lentamente dava spazio ai colori dell’alba, udì dietro di me il rumore di alcuni passi attutiti dal terreno ricoperto da cemento armato: Rivas, il mio fidato collega di lavoro e fedele amico si sedette vicino a me, poggiò una mano sulla mia spalla sinistra per reggersi ed fungergli da sponda per poi sedersi accanto a me. A prima vista non sembrava ferito: l’uniforme da combattimento era sporca di fuliggine e pece, dovuto all’intenso scontro a fuoco precedente all’ingresso della base;  lacerata in più punti ma non sembrava che il duello contro il misterioso nemico gli avesse causato particolari danni fisici, se non piccoli danni superficiali. Nonostante tenesse quasi costantemente il volto coperto dal suo fidato passamontagna con il ghigno scheletrico, potevo percepire la sua stanchezza: i suoi lenti ma ampi respiri nasali mi suggerivano che il combattimento precedente non era stato per niente facile. Anche questa volta, l’anonimo bastardo era fuggito nuovamente ed il fatto che Rivas era riuscito a cavarsela senza ferite, mi suggeriva che fosse quasi vicino nel metterlo al tappeto, con la speranza di legarlo dalla testa ai piedi per poi interrogarlo alla fine di tutto questo casino. Mentre ero assorto in quei piccoli pensieri, notai il colonnello girare nervosamente per lo spiazzo ancora pieno di detriti e cadaveri nemici: avevamo fatto una carneficina ed ancora stentavo a crederci che solamente in tre eravamo stati in grado di fare una cosa del genere. Era vero che comunque sia io che il mio compagno eravamo stati addestrati duramente ( ed in maniera quasi brutale ma necessaria ) per prepararci a situazioni di questo tipo ma comunque rimanevamo ancora troppo giovani con solamente due anni d’esperienza come servizio ed ancor di meno in situazioni reali di combattimento. Tuttavia, nonostante queste innumerevoli avversità, avevamo come pregio il fatto d’essere molto reattivi ma soprattutto molto fortunati, la cui dea omonima ci aveva coperto le chiappe in situazioni veramente critiche o quasi. Continuai ad osservare da lontano il mio superiore che nervosamente continuava a girare per lo spiazzo con due dita premute sull’auricolare posto sull’orecchio: quasi sicuramente non si trattava nulla di positivo. Infatti lo vidi avanzare velocemente verso il sottoscritto con passo veloce e nervoso: “Alzatevi! Tutt’e due! Muovete il culo!“ Abbaiò il comandante Redfield, prendendomi per un braccio e sollevandomi violentemente da terra, seguito poi da Rivas senza batter ciglio; la situazione sarebbe dovuta essere molto brusca, dal momento che tale giudizio mi fu suggerito dall’azione appena compiuta dal mio comandante. “Altre noie?“ azzardai una domanda mentre seguivo affiancato con passo svelto il mio superiore: avevo paura che la banalità della domanda avrebbe generato un violento strillo ed insulto in piena faccia,dal momento che la risposta era abbastanza intuibile. “Prova a fare due più due e vincerai un bel montepremi! “ rispose il colonnello con una lieve punta di sarcasmo mentre lo vidi agitare le braccia verso un piccolo puntino nero nel cielo crepuscolare che lentamente diventava sempre più grande; si trattava di un Pave Low e data la velocità con cui si stava avvicinando, avremmo dovuto sbrigarci a salire una volta atterrato. Tutti queste piccole ma allo stesso tempo significative azioni mi fecero arrivare ad un conclusione improvvisata: l’uccisione di Lord Kuarl poteva essere solo la punta dell’iceberg, solo una pedina di un gioco ancora molto più vasto rispetto a prima…




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