La finestra

di Dana Scully
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                                                La finestra
 
 
Anche quella mattina appena sveglio Matteo, aprì le tende e la finestra della camera da letto;
guardò subito in direzione della finestra del palazzo che aveva davanti, un po’ spostata sulla sinistra dove abitavano due ragazze una biondina e l’altra mora. Quella mora la trovava molto carina.
Osservandole da qualche tempo non sapeva ancora se fossero una coppia a tutti gli effetti o solo delle amiche speciali.
Non aveva mai visto un legame così forte tra due persone e ne era affascinato, al punto ormai di esserne così attratto che la prima cosa che faceva la mattina era di puntare subito i suoi occhi su quella finestra a cercarle.
Anche dalla stanza del bagno riusciva a vederle.
Erano sedute sul divano in salotto a fare colazione sopra i vassoi da camera, ogni tanto si scambiavano il cibo e qualche carezza, molti sorrisi. L’uomo non si rendeva nemmeno conto del modo in cui le scrutava, che in certi momenti era quasi imbarazzante.
Aveva sentito i loro nomi proprio da loro stesse, la mora molto probabilmente si chiamava Giulia l’altra, Michela. All’ inizio gli era sembrato che fossero pure sorelle, e una sera era andato a sbirciare ai loro campanelli e aveva notato che avevano due cognomi diversi e non potevano essere sorelle.
Erano ormai alcune settimane che si erano trasferite, e la prima volta che le aveva scoperte era stata la sera stessa del trasloco. Vide i primi abbracci, le sonore risate e per festeggiare aprirono una bottiglia e la scolarono in poco tempo.
Poi iniziarono le visite dei conoscenti, le cene divertenti con musica e balli.
Le osservava con interesse, i loro gesti delicati e teneri, quello sfiorarsi i capelli a vicenda e quei sorrisi veri, pieni di affetto lo facevano star bene, anche se non era lui a riceverli. Capitava che rimanessero sul divano a vedere la TV abbracciate, e lui rimaneva come spettatore davanti a loro dietro una tenda che copriva pochissimo.
Quella sera, mentre le stava fissando, le due si erano fermate a guardarsi attentamente e in pochi istanti si erano ritrovate a baciarsi appassionatamente, un bacio lunghissimo, Matteo rimase piacevolmente sorpreso, sorrideva compiaciuto del loro gesto, stava ammirando due persone che si davano un bacio lunghissimo e affettuoso, le piaceva, come se fosse lui stesso uno di loro.
Le stava ancora fissando quando le due iniziarono a tenersi forte alla nuca e alla schiena.  L’uomo si mise con ancor più interesse a scrutarle, aveva atteso quel momento da tempo.
Era seduto sul divano, alzò le spalle e accese una sigaretta, le due stavano iniziando a toccarsi la schiena, il seno. L’atmosfera sembrava farsi più calda, le due erano eccitate e si percepiva. La ragazza con i capelli scuri tolse la maglia alla sua compagna per sentire meglio le percezioni della pelle a contatto con altra pelle. Iniziarono così a baciarsi ancora più intensamente al collo sui seni e ancora sulla bocca e continuavano a toccarsi.
Anche Matteo che stava alla finestra iniziò a eccitarsi molto, muoveva le sue mani come se accanto a lui avesse un corpo da poter sentire.
Giulia e Michela si alzarono dal divano e continuavano a baciarsi e toccarsi, le loro bocche si cercavano iniziarono a camminare, anche l’uomo si alzò e si stava avvicinando al vetro, Giulia appoggiò la compagna al muro accanto al televisore, l’aveva capito perché si riusciva a vedere solo la parte posteriore della ragazza.
In quel momento l’uomo rimase ad aspettare ma delle due non si avvertiva più la presenza in quella stanza e rimase con la sua eccitazione nelle vene; stava ansimando e non aveva modo di calmarsi.
Si rimise sulla poltrona, sorrise, e lasciò che la sua mente andasse a cercarle.
Le vide sul letto ancora abbracciate con le bocche incollate, e le mani che accarezzavano i corpi, prima una iniziò a baciare la schiena dell’altra in modo sensuale dal basso verso la nuca, mentre sotto questi baci caldi e le carezze ai seni, iniziava una danza sinuosa di eccitazione.
Adesso sentiva addirittura i loro respiri, i gemiti, si accarezzavano entrambe; e si trovarono con le gambe avvolte, intrecciate, si muovevano come dei serpenti, si cercavano, roteavano i loro bacini
e continuavano a giocare, si mordevano sulle labbra sul collo, sui seni.
Matteo aveva raggiunto un’eccitazione estrema, sudava come se quell’ immaginazione fosse reale; ma in quel momento si rese conto che le due erano all’ apice del piacere, due voci di donna che ansimavano e gioivano; e lui solo su una poltrona grigia a fantasticare cose che non aveva.




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