Blame it on the gin
Il
bavaglio fu tolto dalla sua bocca e la boccata d'aria che si ritrovò a prendere
gli procurò per un attimo il sollievo della libertà. Ma fu solo per un attimo
appunto, perché quella libertà era stata concessa e l'espressione enigmatica
sul volto della donna non lasciava immaginare nulla di buono.
"Sono
contento di essere rimasto solo con te, se devo essere sincero..." disse,
sforzandosi di usare nonostante tutto un tono vagamente malizioso.
Ma la sua
usuale strategia da affabulatore non parve colpire molto la strega,
semplicemente perché lei sapeva affabulare meglio.
"Mmm oltre ad avere un bel faccino, parli anche bene darling" replicò lei semplicemente, scrutando in modo
quasi famelico il corpo dell'uomo. "Proprio un bel pezzo di legno..."
commentò alla fine, accennando un sorriso compiaciuto.
August
tentò di rispondere a quel sorriso, mentre la guardava a sua volta sedersi di
fronte a lui e accavallare in modo innegabilmente sensuale le gambe. Era una
bella donna, una di quelle che normalmente gli avrebbe fatto perdere la testa
qualche anno prima, una di quelle che gli erano mancate quando era tornato
bambino. Non mentiva interamente quando diceva che non gli dispiaceva stare da
soli, ma di certo avrebbe preferito che le circostanze fossero diverse.
Per
esempio non essere stato rapito o non avere le gambe ancora legate alla sedia.
"A
cosa devo questa parziale liberazione? Effettivamente avrei alcune idee di cosa
potremmo fare..."
Il nuovo
tentativo fu coperto dalla risatina divertita di Crudelia,
che in uno scatto felino si alzò nuovamente in piedi,ma solo per afferrare una bottiglia di gin e due
bicchierini.
"Non
ti avrei slegato se avevo quelle intenzioni, darling"
rispose lei semplicemente, posando il tutto sul tavolino posto tra di loro.
E la
naturalezza con cui aveva pronunciato quella frase, lasciava intendere che non
si trattava solamente di una vuota allusione. L'uomo deglutì vistosamente,
avvertendo un brivido di paura, ma al contempo anche un'assurda sensazione di
eccitazione, a quel pensiero e pensò bene di non aggiungere altro. Rimase
infatti in silenzio guardandola versare la bevanda con sapiente precisione,
aspettando stavolta che fosse lei a parlare e a spiegare il programma della
serata.
"Rumple è convinto che la magia possa risolvere tutto, ma
secondo me esiste un modo più veloce per scoprire la verità..." iniziò a
dire dopo un po', spostando lo sguardo dai bicchierini ormai colmi e tornando a
guardarlo negli occhi. "E questo modo si chiama gin"
Pinocchio
alzò istintivamente le sopracciglia, sorpreso di fronte alla prospettiva appena
rivelata e poi lentamente si lasciò sfuggire una risatina incredula e forse
anche un po' nervosa. Ingannare la magia era una cosa, ingannare l'alcool...
Beh sarebbe stato dannatamente più difficile.
"E
cosa ti fa credere che io accetti di bere?"
Ma
l'obiezione, nella sua mente più che ragionevole, fu accolta da un'occhiata di
sufficienza e un sospiro seccato.
"Perchè faremo un gioco, darling"
rispose lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Sono convinta che
il bambino in te ha voglia di giocare..."
Anche
l'adulto - avrebbe voluto precisare August, anche
se qualcosa del genere non avrebbe neppure dovuto pensarlo.
"E
quali sarebbero le regole del gioco?" si ritrovò invece a chiedere,
trovando un compromesso tra la diffidenza e la curiosità.
Crudelia
sollevò lentamente gli angoli della bocca, riservandogli un sorriso mellifluo,
quasi come ricompensa per quella risposta collaborativa. Poi, sollevata forse
dall'essersi affrancata inutili minacce e/o ulteriori tentativi di persuasione,
si rilassò meglio contro lo schienale della sua poltrona e si sfilò la preziosa
pelliccia. Qualcosa le diceva che l'atmosfera si sarebbe ben presto riscaldata.
"È
semplice" esordì, tornando a parlare dopo un breve silenzio. "Io farò
un'affermazione su di te e se è vera, tu bevi"
"Mmm" mormorò lui, valutando tra sè
e sè la questione; poi improvvisamente i suoi occhi
si spalancarono e un suono divertito sfuggì dalle sue labbra "Ma questa
dove l'hai sentita? A una puntata del Trono
di Spade?"[*]
Crudelia
apparve per un attimo chiaramente confusa, ma poi decidendo di non prestare
troppa attenzione a quel riferimento di cui era all'oscuro, indicò
semplicemente con un gesto deciso i bicchierini, invitando al contempo il suo
corrente compagno di giochi a ricordare chi era che comandava.
"Tu
sai chi è l'autore" disse poi schiettamente.
August
apparve per un attimo stupito, ma non troppo dato che quell'interrogativo era
stato al centro dell'assiduo interrogatorio degli ultimi due giorni. In ogni
caso, restò semplicemente a fissarla, senza accennare a muoversi e nel suo
sguardo c'era adesso quasi un'aria di sfida.
"Tu
sai dov'è l'autore" provò di nuovo, ma il risultato fu praticamente lo
stesso.
Un sospiro
annoiato uscì allora dalle labbra di Crudelia che,
incurante delle regole del gioco, decise di afferrare uno dei due bicchierini e
cominciare ad assaggiare la bevanda di sua spontanea volontà. Solo dopo aver
preso un generoso sorso, il sorriso tornò ad affiorare sulle sue labbra e un
lampo di pura eccitazione sembrò improvvisamente attraversare il suo sguardo.
Era tempo
di lasciare perdere le necessità di Tremotino e
company e lasciare invece spazio a una curiosità che fosse autenticamente sua.
"Adesso
mi vorresti più vicina..."
Si sporse
di più verso di lui, lasciando volutamente che la scollatura della sua
attillata maglietta nera rivelasse più del solito e, se non lo avevano convinto
le parole fino ad allora, di sicuro ci riuscì quel gesto. Infatti, August non
esitò troppo stavolta prima di muovere la mano verso il tavolino - primo gesto da
quando l'aveva libera - e, senza staccare gli occhi di dosso da Crudelia, scolò in un solo sorso l'intero contenuto del
bicchierino.
Il gioco
aveva ufficialmente inizio.
**
"Hai
sempre sognato di non essere una persona... ordinaria"
Crudelia
spalancò gli occhi a quella curiosa e precisa scelta della parola, ma fu veloce
a mascherare la propria sorpresa e scolare tuttavia un altro bicchierino. A un
certo punto del gioco, non si sa esattamente come, anche August aveva
cominciato a fare delle affermazioni su di lei e adesso questo era già la terza
dose di gin che la donna prendeva come ammissione di sconfitta. L'uomo aveva
comunque bevuto di più però.
"A un
certo punto, provavi qualcosa per la figlia dello sceriffo"
Espressione
sorpresa e anche un po' imbarazzata. Bicchierino.
"Sei
stata sposata e l'hai fatto solo per denaro"
Sorrisino
divertito, ma di un divertimento anche un po' amaro. Bicchierino.
"Non
ti sei mai innamorato davvero, ragazzo di legno"
Qualche
secondo di silenzio, risatina nervosa senza apparente reale motivo. Forse colpa
del gin. Un altro bicchierino.
"Nemmeno
tu"
Nessuna
esitazione. Un altro bicchierino.
Altre
domande, altri bicchierini, altro gin.
Quel
pericoloso andamento triadico della serata, ebbe termine solo per necessità;
non seppero chi esattamente aveva preso l'ultimo sorso di alcool, ma dopo poco la
bottiglia di gin era ormai vuota tra di loro. Non erano ubriachi, solo un po'
brilli e questo non era sufficiente per dissipare dalle loro menti l'assurdità
della situazione. Restarono a fissarsi negli occhi e per un po' nessuno dei due
osò parlare; troppe cose erano state dette, troppe verità rivelate e si erano
entrambi ritrovati una porta aperta per l'anima dell'altro senza averlo davvero
voluto.
Era solo
un gioco del resto, ma avevano giocato con il fuoco e si può finire per
rimanere bruciati. E per un pezzo di legno, beh, il rischio era anche maggiore.
Non fu una
parola, ma un gesto inatteso a interrompere quella strana atmosfera di attesa.
Infatti, Crudelia si alzò improvvisamente dalla
poltrona e con lentezza - dettata stavolta più dal leggero annebbiamento
dell'alcool che da un intento di seduzione - iniziò a muoversi verso di lui,
fino a fare avvicinare pericolosamente i loro visi. Colpito da quell'iniziativa
e innegabilmente interessato alla prospettiva, August fece quasi per accorciare
ulteriormente la distanza tra loro, fissando con sguardo quasi famelico le
labbra rosse della donna; tuttavia prima che potesse raggiungere il suo
obiettivo, la strega degli animali si sottrasse all'eventuale contatto e invece
si abbassò su un ginocchio, slegando inaspettatamente le caviglie dell'uomo.
"Questo
cosa significa?"
La domanda
di August cadde nel silenzio e al suo sbalordimento per quel gesto
apparentemente privo di senso, fu opposta solamente una scrollata di spalle e
un'espressione indecifrabile. Voleva davvero renderlo libero? Era successo
forse qualcosa in quella mezz'oretta di forzata conoscenza tra loro che l'aveva
portata a voler compiere un gesto da eroina? Suonava tutto maledettamente
strano e quello sguardo enigmatico che aveva davanti non lo aiutava a
comprendere meglio. In ogni caso però la possibilità di fuggire era troppo
importante per perderla: lui era un eroe, doveva tornare da suo padre, doveva
avvertire Emma, doveva custodire il segreto dell'autore, doveva...
Fu
imprevista la facilità con cui l'elenco di quei doveri si interruppe di colpo
nella sua mente. Infatti, se all'inizio aveva mosso istintivamente qualche passo
verso la porta - con tutta la lentezza che l'alcool e la debolezza dei piedi
legati troppo a lungo richiedevano - all'ultimo sembrò ripensarci. Con
esitazione, tornò a voltarsi verso la donna, solo per trovarla nello stesso
punto in cui l'aveva lasciata. Fu un attimo e, in un moto improvviso e con
imprevista velocità adesso, tornò indietro e la raggiunse, afferrandola con
delicatezza ma allo stesso tempo decisione per la vita e attirandola contro di sè. Prima che lei potesse anche solo pensare di divincolarsi
dalla stretta, August la baciò con passione e quasi aggressività, potendo
finalmente soddisfare il desiderio di assaggiare le sue labbra invitanti; ma
del resto Crudelia non aveva affatto intenzione di
tirarsi indietro e al contrario fu veloce nell'approfondire il contatto,
facendo incontrare le loro lingue. Tuttavia mentre anche le mani cominciavano
ad esplorare i reciproci corpi, la donna si allontanò leggermente e con un
sorriso apertamente malizioso, lo spinse delicatamente indietro fino a farlo sedere
sulla poltrona che fino a poco prima aveva occupato lei.
"Lo
sapevo che eri un cattivo ragazzo..." mormorò compiaciuta per poi sedersi
a cavalcioni su di lui e riprendere a baciarlo.
August
apparve per un attimo confuso; evidentemente quel permesso di fuga era solo un
modo per permetterlo alla prova e in tal caso lui aveva deluso miseramente gli
standard dell'eroe. Forse Crudelia aveva ragione, era
un cattivo ragazzo in fondo e non avrebbe imparato dai suoi errori. Intanto
rise semplicemente contro le sue labbra e la strinse maggiormente a sè.
Avrebbe
potuto dare in seguito la colpa al gin. Ma purtroppo - o per fortuna - non ne aveva
bevuto abbastanza da dimenticare quella debolezza il giorno dopo.
[*] L’idea del gioco l’ho
effettivamente presa da una puntata di Trono di Spade.
NDA:
Non ho molto da dire a
dire il vero (perdonatemi il gioco di parole), se non confessare che mi sarebbe
piaciuta vedere una scena del genere e riconfermare il mio amore per i crack pairings. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione:)
LadyPalma