Ecco un nuovo capitolo!
Ringrazio tutte per i vostri commenti. Lo so ci sono andata un po'
pesante con Kaori, la faccio soffrire un po' troppo, ma mi
farò perdonare..
Per tutte le fan di Mick: mi spiace ragazze, in questa ff lui non
c'è. Per me è stato abbastanza difficile creare
una ff ambientata nel medioevo, quindi inserire un personaggio come
Mick, che non conosco abbastanza bene, mi avrebbe complicato alquanto
la situazione.
Per quanto riguarda questo capitolo vi posso solo dire che è
il penultimo, quindi siamo vicini a un lieto fine. Spero l'abbiate
capito ormai, con me il lieto fine è una garanzia! ^_^
Buona lettura!
3 – Pericolo in agguato..
La situazione si
complica. La tensione tra Ryo e Kaori si taglia con il coltello e Miki
cerca di essere d'aiuto, ma apparentemente senza esito. Inoltre
qualcuno è alla ricerca de “Il
cacciatore”..
Ryo si rigirò nel letto per tutta la notte. Si sentiva un
vero idiota. Voleva scusarsi, farle capire che lo faceva per lei, per
il suo bene, e invece.. Aveva dovuto fare uno sforzo su se stesso per
dirle che la considerava una sorella. Era la bugia più
grossa che avesse mai detto in vita sua.. E poi lei si era
messa a piangere. Non lo faceva mai. Aveva dovuto convincerla per farla
sfogare il giorno prima. Perchè piangeva proprio ora? Per
colpa sua? Per quello che aveva detto? Non riusciva a evitare di farla
soffrire?
Aveva detto che lui fingeva di non capire. Si riferiva al fatto che lei
voleva vivere così, ma lui sospettava ci fosse dell'altro. E
se Miki avesse avuto ragione? Se Kaori intendeva dire che..
Rifiutò quel pensiero. Se fosse stato vero, non avrebbe
più avuto la forza di starle lontano. Se lei provava lo
stesso sentimento che provava lui, avrebbe fatto qualsiasi cosa per
stare con lei, anche cambiare radicalmente la sua vita.
Quando bussarono alla porta, finse di dormire. Miki entrò
lentamente e si diresse al letto dell'amica.
“Svegliati Kaori!” sussurrò scuotendola.
“Sono già sveglia.” rispose lei
alzandosi.
Anche lei quindi non aveva dormito? Perchè? Cosa non l'aveva
fatta riposare? La loro lite o qualcos'altro?
Un minuto dopo, le due donne lasciarono la stanza. Il sole non era
ancora sorto, ma sapeva che ora Umi sarebbe venuto a
svegliare lui. Infatti, la porta si spalancò subito dopo.
“Alzati!” gli urlò l'amico. Sembrava
pronto a trascinarlo di sotto con la forza, ma Ryo si alzò
immediatamente senza proferire parola o lamentarsi. Vide il gigante
guardarlo perplesso. Lo ignorò e si vestì in
silenzio.
Quando scese al piano di sotto qualche minuto dopo, si
guardò intorno, ma non vide Kaori da nessuna
parte. Si sedette al solito tavolo d'angolo e un secondo
dopo, Miki lo raggiunse con la sua colazione.
“Grazie..”
“Grazie un corno! Che cosa hai combinato??” lo
sgridò l'amica.
“Cosa vuoi dire?”
“Kaori è furiosa e ha detto che non ti vuole
vedere per tutto il giorno. Inoltre ha delle profonde occhiaie.. Che
cosa le hai detto?”
Ryo abbassò lo sguardo sentendosi un verme. Come al solito
era colpa sua. L'amica gli si sedette accanto sospirando.
“Allora, non hai proprio afferrato il discorso che ti ho
fatto ieri?”
“Quale discorso? Tu non mi hai detto un bel
niente..”
“Uff..” sbuffò la donna.
“Allora è vero che sei stupido.. Bisogna che te lo
dica a chiare lettere?? Kaori è innamorata di te!”
Ryo per poco non si affogò con il latte che stava bevendo.
Doveva aver capito male..
“Cosa??”
“Hai capito benissimo. Cosa hai intenzione di fare?”
Finì di bere il suo bicchiere di latte e poi
sospirò.
“Niente, perchè ti stai sbagliando.”
“No, non mi sbaglio, me l'ha confessato lei. E tu? Tu cosa
provi per lei?”
Ryo non rispose. Si alzò senza proferire una parola e
uscì dalla taverna. Non poteva risponderle.. Cosa poteva
dirle? Ancora non riusciva a credere a quello che le aveva detto.
Kaori.. Era innamorata di lui? Non poteva essere.. Però
questo spiegava la sua gelosia e il perchè non volesse
lasciarlo. Spiegava anche cosa intendesse quando gli aveva detto che
fingeva di non capire..
Scosse la testa come a cercare di cancellare quei pensieri. Si diresse
alla stalla e iniziò lavorare.
Per tutta la mattina i pensieri gli vorticarono confusamente in testa.
Cercando di evitarli, il tempo passò velocemente, tanto che
si sorprese nel vedere arrivare Miki con la brocca d'acqua e il sacco
in pelle che il giorno prima le aveva portato Kaori. Allora era vero
che non voleva vederlo..
“Ti ho portato da mangiare, ma non abbiamo ancora chiuso il
discorso di stamattina.”
“Io non ho nulla da dirti.”
“A me forse no, ma dovresti dire qualcosa a lei. Hai
aspettato fin troppo..”
“Miki.. Io non gli dirò qualcosa che la
ferisca.” mentì per chiudere l'argomento.
“Andiamo! Vorresti dire che tu non la ami?? Ho visto come la
guardi ed ero presente quando l'hai salvata, smettila di
mentire.”
Ryo non rispose. Non voleva dare spiegazioni, anche perchè
non era in grado di farlo.
“Grazie per avermi portato da mangiare. Io torno al
lavoro.” concluse tornando alla vanga.
“Non finisce così Ryo!!” gli
urlò dietro la donna furiosa.
Lui la ignorò e continuò imperterrito a lavorare.
Perchè non lo lasciava in pace? Perchè voleva
costringerlo ad ammettere ciò che provava? Se avesse deciso
di farlo non sarebbe certo stato con lei. Con la coda dell'occhio vide
Miki tornare alla taverna. Chissà cosa avrebbe detto a
Kaori..
Lo aveva ignorato di proposito per tutto il giorno. Quando lui era
sceso a fare colazione, non si era fatta vedere, rimanendo chiusa in
cucina. Aveva spiegato all'amica che preferiva non incontrarlo, ma non
le aveva detto il perchè. Quando però lui era
uscito nei campi, Miki era tornata all'attacco.
“Allora? Che è successo?”
“Niente..”
“Su, hai bisogno di sfogarti, aproffittane ora che siamo
entrambe libere.”
Kaori guardò l'amica con titubanza.
“E va bene.. Ieri mi ha detto che se le cose si mettono male,
scapperà da solo. Vuole che io resti qui. Poi mi ha detto
che lo fa per me e che mi vuole bene come a una sorella!”
L'amica la guardava con aria interrogativa.
“E tu ci hai creduto?”
“Certo! Perchè non dovrei.. L'unica persona che
crede che lui provi qualcosa di più per me, sei
tu.”
“E ho ragione!”
“No, Miki non hai ragione. Ora ti prego non parliamone
più. Non mi fa bene illudermi..”
“Kaori!” sbuffò l'amica. “Non
capisci? Dice queste cose proprio per proteggerti, per tenerti a
distanza in modo che tu non corra pericoli. È disposto a
perderti pur di tenerti al sicuro. Vuoi dire che questo non
è amore?”
“No, non lo è. Sta solo mantenendo una
promessa.” concluse lei allontanandosi dall'amica.
Uscì all'aria aperta della mattina e si appoggiò
a uno steccato. Lo vide in lontananza camminare verso la stalla e
sentì un tuffo al cuore. Sospirò, ripensando a
come era stata sciocca a credere alle parole dell'amica.
La mattinata passò velocemente e presto arrivò
l'ora di pranzo. Kaori ogni tanto guardava l'amica che faceva finta di
non vederla. Forse si era offesa per la discussione precedente. Appena
le fu possibile le si avvicinò.
“Miki?”
“Che c'è Kaori?” rispose fredda l'altra.
“Mi spiace se ti sei offesa. Lo so che cerchi di
aiutarmi..”
“Non mi sono offesa, ma so di avere ragione.”
“Spero che tu l'abbia, ma ti prego non parliamone
più.”
“D'accordo.” acconsentì l'amica cercando
di allontanarsi.
“Aspetta!” la fermò tenendola per un
braccio. “Ti prego, porta tu da mangiare a Ryo.”
“Uff..” sbuffò l'altra.
“D'accordo, ma solo per oggi. Poi dovrai deciderti ad
affrontarlo.”
L'amica prese la brocca e del cibo da portare nei campi e
uscì lanciandole uno sguardo di rimprovero.
Kaori tornò a servire ai tavoli, guardando con ansia la
porta, in attesa che l'amica tornasse con delle notizie. Non appena la
vide le corse incontro.
“Ti ha detto qualcosa?”
“Di che parli? Mi è sembrato di capire che tu non
voglia che io mi immischi..”
“Andiamo, Miki. So che gli hai detto qualcosa.” la
implorò con un sorriso.
“E va bene..” sospirò l'amica con
sguardo addolcito. “Ho provato a farlo confessare, ma non ci
sono riuscita.”
“Certo, immagino.” replicò lei
rassegnata. C'era da aspettarselo.
“Ehm.. Kaori, devo dirti una cosa.”
continuò Miki con sguardo imbarazzato.
“Che cosa?” le chiese leggermente preoccupata.
L'amica di solito non si imbarazzava mai.
“Ehm.. Ryo sa che tu lo ami.”
“Cosa? E come lo sa?”
“Gliel'ho detto io.” la informò
titubante l'altra.
Una doccia gelata in quel momento l'avrebbe sorpresa di meno.
“Cosa?? Tu gli hai detto.. Stai scherzando?”
“No..” confermò Miki.
“Oddio.. Ora non avrò più il coraggio
di guardarlo in faccia..”
“Non dire sciocchezze! Non c'è niente di male se
lui sa che lo ami. Io gliel'ho detto perchè speravo di
spingerlo a confessare..”
Kaori si sedette a prendere fiato.
“E lui come ha reagito?”
“Non ci ha creduto, ma io gli ho detto che ne ero
certa.”
E ora? Cosa avrebbe fatto quando lo avrebbe incontrato quella sera?
Cosa avrebbe detto?
“Miki, lo so che cerchi di aiutarmi, ma ti prego, non farlo
più.”
“Ho esagerato, vero?”
Annuì con un sorriso. Aveva dimenticato come Miki potesse
essere insistente.
“Mi dispiace, cara. Pensavo di far bene..”
“Non importa. Ormai è fatta. Torniamo ai tavoli o
Umi impazzisce..”
Ripresero a servire ai tavoli e la giornata passò senza
niente degno di nota. L'ansia di rincontrare Ryo le faceva provare dei
terribili crampi allo stomaco..
Presa com'era dai suoi pensieri, rimase stupita quando un tizio la
prese per un braccio.
“Ehi, bella, sto cercando una persona.”
“Mi lasci o..”
“Hai mai sentito parlare di un cacciatore di taglie con una
mira eccezionale?”
Deglutì a fatica.
“Un cacciatore di taglie? E come si chiama?”
“Il vero nome non lo so. Tutti lo chiamano “Il
cacciatore”. Pare che con l'arco possa c'entrare un uomo a un
chilometro di distanza.”
Kaori imprecò mentalmente. Stava cercando Ryo, era chiaro.
“Mi spiace non conosco nessuno che corrisponda alla
descrizione. Ora mi lasci il braccio per favore.”
“Peccato che tu non sappia indicarmelo, ma perchè
non mi fai compagnia?” insistette lui tirandola a
sé.
Kaori si sfilò il pugnale dal petto e glielo
puntò in mezzo alle gambe.
“Io servo ai tavoli, non sono qui per farle compagnia. Mi
lasci o sarà peggio per lei.”
L'uomo mollò la presa e lei potè allontanarsi in
maniera apparentemente normale. Appena arrivata in cucina, corse
incontro al proprietario della taverna.
“Umi! Avvisa Ryo, c'è un tizio che lo
cerca..”
“Chi?”
Kaori si affacciò alla porta della cucina e glielo
indicò con aria casuale.
“Sai chi è?”
“Non l'ho mai visto. Cosa ti ha chiesto?”
“Ha detto che sta cercando “Il
cacciatore”. Bisogna avvisarlo, potrebbe essere in
pericolo.”
“Va bene. Ci penso io.” acconsentì il
gigante poco prima di uscire dalla porta d'ingresso.
Riprese a servire ai tavoli cercando di non apparire nervosa, ma non
era facile. E se quel tipo voleva ucciderlo? Dubitava che ne sarebbe
stato capace, ma non era il caso di sottovalutarlo. E, soprattutto, se
lui era in pericolo, sarebbe andato via senza di lei come le aveva
detto la sera prima?
Qualche minuto dopo, Ryo e Umi rientrarono. Con naturalezza, Ryo si
sedette al solito tavolo d'angolo e di tanto in tanto si guardava
intorno studiando i presenti. Kaori gli si avvicinò con una
brocca per non attirare sospetti e gli versò da bere.
“È quello seduto vicino all'ingresso.”
gli sussurrò senza guardarlo in viso.
“Ha detto perchè mi cerca?”
“No, ma non credo voglia sfidarti ai dadi..”
Lo vide sorridere mentre portava il bicchiere alle labbra.
All'improvviso si ricordò che lui sapeva..
Si stava per allontanare, quando lui la fermò afferrandola
per un braccio.
“Grazie Kaori..” le sussurrò con
dolcezza. “Mi spiace per ieri sera..”
La mano di lui sul suo braccio sembrava bruciarle la pelle. I suoi
battiti stavano aumentando..
Senza dire una parola si liberò e si allontanò da
lui dirigendosi in cucina. Appoggiandosi al muro fece un profondo
respiro. Era troppo nervosa e ora si aggiungeva anche la presenza di
quel tipo..
Stava per tornare a servire ai tavoli, ma Umi la fermò
“Fai una pausa. Siediti a tavola con Ryo e mangia
qualcosa.”
“Ma..”
“Non intendo ripeterlo.” la zittì il
gigante.
Lentamente si sedette al tavolo con Ryo, ma rimase in silenzio. Lui
beveva e fissava il fondo del suo bicchiere. Che imbarazzo.. Doveva
dire qualcosa, ma che cosa?
“Come va la guancia?” domandò lui per
primo. “Ti fa ancora male?”
“Cosa? Oh, no..” rispose quando ricordò.
Aveva persino dimenticato il livido sul viso. “Sto bene,
grazie.”
“E oggi come ti è andata?”
continuò lui, ma sempre senza guardarla.
“Bene. Ho tirato fuori il coltello solo per quel tizio che ha
chiesto di te.”
“Ti ha fatto qualcosa?”
“No, ma era un po' troppo insistente. Gentilmente, gli ho
fatto presente che, se non mi lasciava, l'avrei trasformato in un
eunuco.”
Ryo scoppiò a ridere divertito. Kaori ne fu sorpresa, non
pensava di essere così spiritosa.
“Sei proprio pericolosa quando ti ci metti, lo sai?”
“Non sarò più impreparata.”
“Bene.” annuì lui riprendendo a bere.
Lui continuava a non guardarla in viso. Era per la loro lite della sera
prima o per quello che gli aveva detto Miki? Probabilmente per la
seconda ipotesi.. Voleva dire qualcosa, ma fu interrotta da Umi che
portò due piatti con dello stufato e del pane.
Ryo iniziò immediatamente a mangiare senza fiatare. Kaori lo
imitò, ma sentiva la pesantezza del silenzio fra loro..
Quando finirono di mangiare fece un profondo respiro per trovare il
coraggio di dire qualcosa, ma Ryo si alzò quando vide l'uomo
che chiedeva di lui uscire dalla taverna.
“Devo andare.”
“Ma..” cercò di protestare lei, ma lui
ormai stava già uscendo dalla porta. Pregò
silenziosamente che non gli succedesse nulla.
Fuori ormai era buio, ma riusciva a distinguere bene sia quell'uomo,
sia il suo cavallo. Stava per salirci sopra, ma Ryo lo prese alle
spalle passandogli il braccio intorno al collo e stringendo in modo che
faticasse a respirare e che, soprattutto, non potesse urlare.
Lo trascinò in un angolo più buio degli altri,
tenendosi sempre alle sue spalle in modo che l'altro non lo vedesse in
viso. Aveva portato con se un pugnale e glielo puntò alle
gola.
“Perchè mi stai cercando?” gli
sibilò all'orecchio e poi allentò leggermente la
presa per permettergli di parlare.
“Tu.. Tu sei “Il cacciatore”? Allora
quella ragazza ti conosceva..”
“Non ha risposto alla mia domanda.” insistette lui
ignorando il riferimento a Kaori e premendo maggiormente il pugnale.
“Il mio capo vuole incontrarti.”
“Perchè?”
“Perchè hai ucciso uno dei nostri e vuole sfidarti
a duello.”
“A duello? Vorrai dire che vuole farmi un imboscata.. Credi
sia stupido?”
L'uomo non rispose, evidentemente non pensava che Ryo lo scoprisse
subito.
“Sai, il tuo capo non è mica il primo a provarci.
Gli altri non possono più raccontarlo
però..”
“Tu vuoi dire che li hai uccisi?”
“Sì, e anche tutta la loro banda.”
“Da solo?”
“Io lavoro sempre da solo..” mentì
spudoratamente.
Sentì l'uomo deglutire a fatica. Lo aveva spaventato
abbastanza.
“Ora tornerai dal tuo capo e gli dirai che, se ancora ci
tiene a sfidarmi a duello, deciderò io il posto e il momento
e che se si azzarda a farmi un imboscata non avrà neanche il
tempo di pentirsene. Mi sono spiegato?”
“Veramente, il capo mi ha detto che se non accetti la sua
proposta, verrà in questo villaggio e ucciderà
gli abitanti uno ad uno, partendo dalle donne.”
Adesso era Ryo a sentirsi spaventato, ma non poteva darlo a vedere.
“Quindi vuole fare il gioco duro? D'accordo, ma non
sarò certo clemente con lui quando arriverà il
suo momento. Siete accampati sul lato ovest del lago?”
“Sì, come lo sai?”
“Non mi sfugge niente.. Ora vai e riferisci al tuo capo che
domani sera vi raggiungerò. Per quanto riguarda te, se
rivedo il tuo brutto muso a 100 metri dal villaggio, ti taglio a pezzi
e poi ti do in pasto ai maiali. Ora sparisci, verme
schifoso..” concluse dandogli un calcio.
L'uomo barcollò e si voltò a guardarlo, ma era
buio e non poteva distinguere nulla, quindi terrorizzato corse verso il
suo cavallo e scappò via al galoppo.
Ryo sospirò. Le cose si mettevano male. Volevano ucciderlo,
era chiaro. La morte di quell'uomo era solo un pretesto, ma non poteva
rifiutarsi o avrebbe messo in pericolo il villaggio e le prime a
passarci sarebbero state le donne. Kaori e Miki ovviamente facevano
parte della lista. Doveva agire, non poteva restare con le mani in
mano, ma non poteva parlarne a nessuno, tantomeno a Kaori. Avrebbe
accennato qualcosa a Umi, ma non sarebbe sceso nei dettagli. Sapeva che
se solo avesse sospettato che sua moglie era in pericolo,
sarebbe diventato una vera belva.
Nascose il pugnale e tornò alla taverna. Ormai era quasi
vuota, solo alcuni vecchi ubriachi tardavano ad andarsene, ma presto il
proprietario li avrebbe buttati fuori volenti o nolenti.
Kaori e Miki non si vedevano. Si sedette al solito tavolo e si
versò da bere. L'amico lo raggiunse poco dopo.
“Dove sei stato?”
“Ho fatto una chiaccherata con il curiosone..”
“Che hai scoperto?”
“Il solito. Il capo di una banda di delinquenti vuole
uccidermi.”
“Già, che noia..” replicò
sarcastico il gigante.
“Senti, partirò all'alba. Puoi tenere d'occhio
Kaori mentre sarò via?”
“Per quanto tempo?”
“Non lo so. Spero solo per qualche giorno.. Se tardo a
tornare, non aspettatemi più.”
L'amico annuì. Capiva bene la situazione. C'era passato
tante volte anche lui quando faceva lo stesso mestiere.
“Cosa devo dire a Kaori?”
“Cerca di farle sapere il più tardi possibile che
me ne sono andato e poi, impediscile di seguirmi. So che ne sarebbe
capace.”
“D'accordo.”
Umi versò da bere a entrambi e poi alzò il
bicchiere verso l'amico per un brindisi. Ryo fece lo stesso. Sapeva che
gli stava augurando buona fortuna.
Dopo aver bevuto, salì al piano di sopra. Sperò
che lei dormisse già, non sapeva se era pronto a mentirle.
Entrando nella stanza sentì il profumo del sapone, doveva
aver appena fatto un bagno, ed era già a letto.
Entrò lentamente, cercando di evitare i rumori per non
svegliarla, ma poi se la ritrovò di fronte. Indossava solo
una camicia da notte bianca e i suoi capelli erano ancora umidi. Gli
sembrò quasi una visione..
“Allora? Hai scoperto qualcosa?” lo
interrogò lei con ansia.
“Sì.. Niente di che, un tizio voleva assumermi per
acciuffare un ladro.. Gli ho detto che ci devo pensare.”
“Tutto qui?”
“Sì, niente di grave, puoi rilassarti.”
“Grazie a Dio..” sospirò lei sedendosi
sul letto di Ryo. “Ero così preoccupata. Pensavo
avesse a che fare con quello che hai ammazzato l'altro ieri.”
Si sentì mancare, dimenticava sempre quanto Kaori potesse
essere intuitiva.
“Beh.. Per quello non ti preoccupare. Se ci saranno problemi
me ne occuperò io. Risolvo sempre tutto, lo sai.”
“Sì, lo so, ma non posso fare a meno di
preoccuparmi..”
Si sentì un idiota. La faceva preoccupare e poi le mentiva.
L'indomani sarebbe partito senza neanche salutarla e forse non sarebbe
tornato. Forse avrebbe dovuto dirle quello che provava nel caso non si
fossero più visti..
Si sedette accanto a lei e fece un sospiro per trovare un po' di
coraggio.
“Senti, io..” cominciò, ma si
bloccò immediatamente. Forse era meglio non dirglielo. Se
Miki aveva ragione, lei gli avrebbe detto che ricambiava i suoi
sentimenti e allora non avrebbe mai trovato il coraggio di lasciarla..
“Io, non voglio che ti preoccupi.”
improvvisò alla fine.
“Neanche io vorrei, ma non so come evitarlo..”
replicò lei con un sorriso. “Ma se tu dici che
è tutto a posto, mi fido di te..”
Il senso di colpa lo trafisse, lei si fidava di lui e invece la stava
imbrogliando.
“Non devi fidarti di me.. Cioè, sì puoi
fidarti, ma devi fidarti più di te stessa, perchè
quando vuoi tu..” balbettò con tono
indeciso.
“Ma cosa stai dicendo??” chiese lei confusa.
Sospirò. Non riusciva neanche a formulare delle frasi
sensate.
“Voglio dire che tu puoi fare quello che vuoi, puoi riuscire
ad essere quello che vuoi, perchè tu sei una persona con
grande potenzialità e devi solo avere fiducia in te
stessa..”
Lei lo guardava con aria divertita e perplessa.
“Ma.. Perchè mi dici questo?”
“È solo che, a volte temo che tu non ti renda
conto che in realtà non hai bisogno di me.”
“Io.. Come puoi dire che non ho bisogno di te? Senza di te
cosa mi sarebbe successo negli ultimi due giorni?”
“Forse perchè tu ti aspetti sempre che arrivi io..
Non dovresti. Tu puoi cavartela benissimo anche da sola.”
Kaori si alzò in piedi e sembrava furiosa.
“Vuoi abbandonarmi? È per questo che mi dici
questo?” replicò lei con foga. “Se vuoi
lasciarmi dimmelo subito, non girarci attorno.”
Non poteva rispondere, non poteva ammettere che, anche se non voleva,
alla fine l'avrebbe abbandonata.
“Allora è così..”
continuò lei interpretando il suo silenzio.
“Quando?”
“Kaori.. Non è come credi..”
cercò di spiegarsi anche se non sapeva da che parte iniziare.
“A me sembra proprio così. Ti sei stancato di me,
mi pare ovvio.” fece una lunga pausa e un profondo sospiro.
“È per quello che ti ha detto Miki?”
Ryo sentì mancare un battito. Lei sapeva della sua
conversazione con Miki. Si alzò dal letto con aria nervosa.
“No, non è per quello.” rispose
velocemente. Non voleva che lei gli facesse altre domande.
“Allora dimmi, perchè?”
“Sai, io non devo spiegarti tutto!” rispose lui con
esasperazione e uscì dalla camera.
Si diresse al bagno e si immerse nell'acqua gelida per
cercare di calmarsi. Non sapeva proprio come comportarsi con lei..
Quando tornò nella loro tanza, il buio l'avvolgeva. Kaori
aveva spento ogni candela e solo la luce della luna illuminava i mobili
il tanto sufficiente per non andarci a sbattere. Si sdraiò
nel suo letto e rimase ad ascoltare. Nel silenzio, riusciva a sentire
il suo respiro. Non era regolare, era sveglia e anche agitata. Doveva
aspettare che si addormentasse e poi si sarebbe dovuto preparare per
partire. Lei però continuava a rigirarsi nel letto.. Lui
riusciva a percepirne il fruscio. Poi sentì qualcosa di
diverso. Lei si era alzata e stava attraversando la stanza. Stava
venendo da lui, perchè?
Kaori si sedette sul suo letto e gli scosse la spalla.
“Ryo?”lo chiamò con dolcezza.
“Cosa c'è Kaori?”
“Ti prego non lasciarmi..”
Si tirò su a sedere nel letto e guardò il suo
viso illuminato dalla luna. Era davvero bellissima..
“Kaori..” cercò qualcosa da dire, ma non
voleva mentirle. “Sapevamo che prima o poi sarebbe
successo.”
“No, ti prego, non dire così. Io non potrei vivere
lontano da te..”
Non poteva ascoltare quelle parole senza reagire. Desiderava prenderla
fra le braccia e baciare la sua pelle diafana.. Combattè una
dura lotta con i suoi istinti per trattenersi.
“Non ci pensare ora.. Vai a riposarti.”
“No, prima rispondimi. Tu.. Mi ami solo come una sorella? O
provi qualcosa di più per me?”
Adesso cosa doveva dire? Non poteva risponderle, non poteva ammettere
di amarla..
“Kaori, sai che tengo a te, ma ora non posso darti una
risposta.”
Lo sguardo deluso di lei lo colpì come una pugnalata.
L'aveva ferita, ancora. La guardò ritornare suo letto
lentamente e si sentì un mostro..
CONTINUA..
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