Moonlight fear
Sirius
& Remus.
“Perché l’amore vince su tutto…”
Cap. 01 – passeggiata
al chiaro di luna
Remus
p.o.v.
Erano le
due di notte quando uscii dal dormitorio. Avevo bisogno di stare un po’ da solo
per pensare.
Il giorno
dopo ci sarebbe stata la luna piena, e sarebbe successo. Di nuovo.
Per molto
tempo non avevo fatto altro che chiedermi perché? perché?
Alla fine
ero riuscito ad accettarlo, anche se continuava a farmi male, come me ne avrebbe sempre fatto. Ma avevo
capito che il lupo sarebbe stato sempre con me, per l’eternità.
E mi
ero rassegnato.
Finché non avevo conosciuto loro: James, Peter, Sirius…
Già, Sirius…
Mi ero
reso conto di amarlo già da un po’ di tempo, ed era soprattutto lui che avevo paura di perdere.
Sì,
perché la mia paura più grande era che se i miei amici, i miei unici amici, avessero scoperto cosa ero in realtà, mi avrebbero
abbandonato per sempre.
E
sarei stato di nuovo solo…
Certo,
avevo imparato a stare da solo; ed io per primo ero solito allontanare gli altri
prima che si avvicinassero a me tanto da sapere, tanto da correre qualche
pericolo.
Ma
oramai avevo conosciuto l’amicizia, l’affetto, l’amore… che pur non essendo
ricambiato era pur sempre amore… e sentivo di non poterne più fare a meno.
Mi
sentivo un egoista, perché sapevo che prima o poi
avrebbero potuti essere feriti… o peggio… dal lupo che si risveglia in me ogni
plenilunio. Ma non ce la facevo più a continuare così,
a vivere isolato, sotto una campana di vetro. Perché
oramai quella campana era stata spezzata, e non sarebbe mai stato più nulla
come prima per me.
Mi misi a
fissare la luna, quella stessa luna che l’indomani avrebbe nuovamente spezzato
qualcosa dentro di me, rendendomi ancora più solo tra i miei segreti e le mie
sofferenze, così ogni mese, ogni anno, fino alla fine della mia esistenza…
Fino alla
fine…
Questa
era una delle cose che mi facevano più male: la fredda consapevolezza che non
ci sarebbe mai stata una fine, che non ci sarebbe mai stata la pace, non per
me.
Assieme
al senso di colpa che mi attanagliava ogni giorno della mia misera vita per
aver tradito la fiducia dei miei amici, per non aver il coraggio di confidarmi
con loro.
In fondo
al mio cuore qualcosa mi diceva che avrebbero capito, che sarebbero rimasti al
mio fianco nonostante tutto, eppure un’altra parte dentro me
continuava a ripetersi fino allo sfinimento che non potevano capire, nessuno
poteva, e che mi avrebbero voltato le spalle come aveva già fatto chiunque
prima di loro.
Come
forse anch’io, trovandomi al loro posto, avrei fatto.
Era
comprensibile.
Ma
allora perché mi faceva così male?
Perché
così tanto?
Cominciai
a camminare, fino a raggiungere la stamberga strillante.
Entrai
silenziosamente, sfiorando le pareti con le punte delle dita, come se volessi
accarezzare il mio unico rifugio.
Lì ero al
sicuro.
Non so
quale strano collegamento di idee mi portò a pensare a
Sirius.
Era un
ragazzo, il mio migliore amico, eppure… i miei sentimenti per lui non si
fermavano a questo.
Me ne accorsi quando mi scoprii morbosamente geloso… geloso di
lui e James, della straordinaria intesa che avevano,
dei segreti che Sirius gli confidava…
Sì,
perché mi ero accorto che mi stava nascondendo qualcosa, qualcosa di cui solo
il suo migliore amico era a conoscenza.
Un amico
che non ero io.
Ed in
fondo non avrei dovuto prendermela, perché in effetti
anch’io gli stavo tenendo nascoste molte cose di me, ma era il pensiero che James fosse più importante di me a farmi star male.
Ma
come potevo pretendere che lui si legasse a me quando io per primo non mi
fidavo?
Continuavo
a tormentarmi, fino a che non lo capii.
Lo amavo.
“Chissà
cosa penserebbe di me, se lo sapesse… se sapesse che mi sono innamorato di un
mio amico… di un ragazzo. Proverà ribrezzo? Disgusto? O forse semplicemente mi
allontanerà più di quanto io già non sia? Mi ignorerà? E se gli dicessi anche
che sono un… un lupo mannaro? Che non sono nemmeno un
umano come lui? Mi odierà? O riuscirà ancora ad
essermi amico?”
Con tutti
questi pensieri in testa, non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello
che lui potesse ricambiarmi.
No, un
ragazzo così bello, intelligente, praticamente
perfetto… come avrebbe potuto anche solo pensare di amare uno come me?
Senza
contare che era praticamente sempre circondato da
ragazzine petulanti che lo assillavano di continuo con i loro regali e le loro
richieste di appuntamenti.
Non che la cosa, almeno all’apparenza, sembrasse dargli fastidio, ma
io sentivo crescermi una forte rabbia dentro, al pensiero di quanto loro gli
potessero stare vicino mentre a me non era concesso.
Mi
sentivo sempre più egoista e possessivo, ma non potevo farci nulla.
La prima
volta che mi resi conto di questi miei sentimenti, ne rimasi sconvolto.
Non che
mi fossi mai sentito molto attratto dalle ragazze, ma non avevo mai pensato di
poter guardare un ragazzo in quel modo.
Eppure
era successo.
Credo di
aver pianto, ma non ne sono sicuro.
Quella
notte c’era la luna piena, e non ebbi il tempo ne le
forze di pensare a lui, a noi.
E così,
da allora, ogni notte in cui sapevo mi sarei trasformato, il dolore per ciò che
sono si sommava a quello del ricordo di ciò che ebbi
provato in quel momento.
Fu una di
quelle sere, mentre aspettavo che il fato si compisse come sempre, che presi la mia decisione.
Sirius
non lo avrebbe mai saputo.
Mai.
Preferivo
essergli accanto come semplice amico, piuttosto che perderlo per sempre.
Ne sarei
morto.
No, mi
sarei tenuto tutto dentro, come ero sempre stato
abituato a fare.
Fino alla
mia morte.
Non
potevo sapere che la mattina dopo, qualcosa avrebbe sconvolto i miei piani.
***continua***