In guerra e in amore
tutto è lecito
Osservandoli
nel tempo, Tony aveva notato che quando i due assassini del gruppo si
allenavano non c’era tempo per le chiacchiere.
Le loro erano vere e proprie battaglie senza esclusione di colpi.
Clint, avvantaggiato dalla stazza, riusciva con facilità a
bloccare i movimenti di Natasha. D’altro canto lei, piccola e
compatta, sapeva divincolarsi in fretta e agilmente.
Quei due tra scazzottate, salti acrobatici e sgambetti potevano andare
avanti per ore senza scambiare una parola che non fosse un urlo di
guerra o di dolore. Solo alla fine, gonfi
e sanguinanti, si concedevano qualche attimo per riprendersi e leccarsi
a vicenda le ferite.
Tony,
così come il resto dei Vendicatori, non si era
ancora abituato a questo loro rapporto, nè ne
comprendeva appieno la natura.
In quel
momento, quando pareva che Clint stesse vincendo lo scontro stringendo
la partner al proprio petto in una morsa tanto stretta da toglierle il
respiro, quella, non riuscendo a liberare le braccia, agì
d’istinto facendo scattare la testa all’indietro,
colpendo con forza l’uomo in faccia. Clint, stordito dalla
botta, allentò la presa quel tanto che bastò a
Natasha per farsi forza e liberarsi completamente da lui. Prima gli
diede una gomitata allo stomaco, facendolo barcollare, poi si
abbassò fulminea e lo colpì ad una gamba con un
potente calcio, cosicché quello perse definitivamente
l’equilibrio. Una volta a terra Clint si coprì il
volto con le mani gemendo un poco mentre la compagna gli si mise a
cavalcioni sul petto e gli puntò contro un pugnale.
Ecco, se fosse
stato un vero combattimento - e quello un vero coltello - si sarebbe
potuto dire che fosse appena terminato col trionfo della spia russa.
Era abbastanza
certo che a Clint non dispiacesse la vista dalla sua posizione eppure
Tony era non poco inquietato dallo sguardo spietato e serio della
donna. Certo, anche Pepper, pur non essendo un’assassina,
faceva davvero paura quando si arrabbiava... Ma quella era un’altra
storia.
Tony si sporse
ancora un po’ dalla soglia della palestra, affascinato e
preoccupato allo stesso tempo da quella situazione di stallo.
Natasha,
sempre in posizione, chinò appena la testa e chiese
“Ehy, tutto bene?”
Clint,
annaspando nel suo stesso sangue alla ricerca di ossigeno, rispose
“Sì, sì... dammi solo un
minuto”
La donna
annuì abbassando il braccio che teneva il coltello. E quel
gesto ribaltò le sorti dell’incontro.
Infatti, non
appena la lama fu ad una sufficiente distanza di sicurezza, Clint
strinse il polso della donna facendole perdere la presa
sull’oggetto, che scivolò lontano. Poi, con un
colpo di reni e l’aiuto di una gamba, l’uomo
riuscì a sollevare in aria e a far compiere una rotazione di
centottanta gradi alla sua partner, la quale atterrò sulla
schiena con un tonfo. Dopodiché Clint si alzò
veloce e la bloccò a terra, sedendosi sopra di lei
all’altezza del bacino e fermandole le braccia ai lati del
viso.
Quella
protestò esclamando “Ehy, sei sleale!”
“Sleale
io? Eh no, mia cara... Sei stata tu ad abbassare la guardia!”
ribatté lui.
“Ti
avevo battuto! Mi sono fermata solo per farti rimettere in
pari!” tentò di giustificarsi.
“Mi
dispiace ma non è colpa mia se ti lasci fregare dal primo
avversario belloccio che ti si para davanti...!” disse Clint,
beffardo.
“Belloccio?! Ma ti
sei visto? Stai sanguinando da far schifo!” gli rispose, non
senza concedergli un sorriso.
“Beh,
sai com’è... ad alcune piacciono le situazioni
estreme...” continuò a cantilenare
l’altro.
“Ah,
sì? Questa poi...! Non so che gente frequenti tu, cowboy, ma adesso
levati di dosso... mi stai schiacciando!” sbottò
lei ormai tra le risa.
Tony aveva
assistito a quello scambio di battute senza dire una parola, tanto era
scioccato. Non era sicuro che avesse mai avuto, nella sua lunga carriera di
playboy, una conversazione del genere con qualcuno. Senza quasi
rendersene conto fece qualche passo avanti nello stanzone e
sentenziò “Voi due siete fuori di testa”
Gli inquisiti
si girarono all’unisono verso di lui.
“Ehy
Tony, che succede?” chiese Natasha.
“Già
Stark, che succede?” le fece eco Clint.
“Tony?
Eccoti dov'eri!” si intromise una terza voce che non doveva
esserci...
Quello
sussultò, poi si voltò lentamente per incontrare
il volto sorridente di Pepper.
“Oh,
Pepper!” si portò una mano al petto con
fare teatrale “Passavo di qui per caso, ho visto i ragazzi e
mi sono fermato un momento. Tu, piuttosto, che ci fai da queste
parti?” chiese con un enorme sorriso stampato in faccia che
tentava di nascondere l’ansia che l’aveva
improvvisamente investito.
Il reattore
arc si sarebbe danneggiato, prima o poi, se le persone avessero
continuato a coglierlo di sorpresa in quel modo.
“Cercavo
te, come sempre. Ci sono questi documenti che andrebbero
firmati” rispose prontamente la donna porgendogli un enorme
fascio di fogli con una mano e una penna con l'altra.
“Beh,
potevi lasciarli sulla scrivania, li avrei firmati più
tardi” rispose l'uomo con ovvietà.
“Erano
già
sulla tua scrivania. Da circa una settimana, in effetti...”
fece una breve pausa per sottolineare il concetto
“...così ho pensato di agevolarti il lavoro e
portarteli di persona”. Tony avrebbe giurato che il suo
amabile sorriso si fosse trasformato per un attimo in un ghigno
minaccioso.
Aprì
la bocca per ribattere ma non riuscì a formulare un pensiero
decente. Era uno di quei momenti in cui dalla risposta data dipendeva
una sana notte di sesso con la propria compagna o una
strigliata che avrebbe echeggiato in tutta la Stark Tower.
Lo sguardo
dell’uomo passò dal viso di Pepper a quelli di
Natasha e Clint, che ora sembravano entrambi parecchio scocciati. Non
sapeva se più, rispettivamente, per essere ancora inchiodata
al suolo e per non riuscire quasi a respirare, o più per il
fatto di essere stati interrotti nel loro allenamento.
“Allora?”
incalzò Pepper, avvicinando leggera una mano al suo viso per
asciugargli una gocciolina di sudore che gli si stava formando sulla
fronte.
“Beh...ecco...”
tentennò.
Di nuovo.
Pepper,
Natasha e il sangue di Clint che sgorgava dalle narici e gli scorreva
lungo il mento per gocciolare infine sulla compagna sotto di
lui.
“Va
bene, Pepper. Firmiamo queste carte!” rispose sorridente. Uno
di quei sorrisi tirati che solitamente concedeva alla stampa nella
speranza che se ne andasse il più presto possibile. Sapeva
però che Pepper non sarebbe andata via senza quei documenti,
quindi...
Qualcosa
gli diceva che quella era sicuramente la decisione più
saggia.
Credits: tutti i
personaggi qui presenti appartengono alla Marvel.
Note dell'Autrice:
Per evitare dubbi e incomprensioni, vorrei darvi una
spiegazione sulla battuta del reattore arc. Non credo che esso possa
davvero guastarsi in seguito ad un infarto di Stark, così
come non credo che quest'ultimo possa temere Pepper e Natasha al punto
di "infartarsi". Insomma, è più una riflessione
scherzosa!
Come quando dico che mi verrebbe un infarto se mai vedessi dal
vivo Clint/JeremyRenner. Morirei all'istante,
tipo.
Per altri dubbi o curiosità non esitate a
contattarmi.
|