Just one dancing
Just one dancing
"Ricordamelo tu, perché me lo sono
improvvisamente dimenticata… Che cosa diamine ci facciamo qui Benedict?"
"Siamo qui per ballare"
"Beh sì, questo era abbastanza chiaro. La
musica e le luci mi avevano fatto sospettare qualcosa del genere"
Sospira.
"Lo sai perché siamo qui. Perché Lucy ci
ha invitato"
"Poi perché l’abbia fatto rimane ancora
un mistero… intendo… la sua palese attrazione per te potrebbe essere il motivo
principale, ma perché invitare me allora?"
"Magari prova dell’attrazione anche per
te. Cattiva ragazza"
Ci scambiamo un sorriso malizioso prima di
suonare il campanello della casa di Lucy.
"Non mi è mai stata simpatica Lucy ed è
una ragazza così pedante…"
Gli dico io sussurrando. Anche i muri hanno
orecchie.
"Stiamo forse parlando della stessa
Lucy?"
"Alta, mora, gambe chilometriche, sorriso
inquietante, tacchi da venti centimetri… aspetta, adesso che ci penso, credo di
non averla mai vista indossare scarpe normali. Se torno indietro con la mente
l’unica immagine che vedo di Lucy è quella di lei, seduta in una posa seducente
con dei tacchi alti quanto la Tour Eiffel"
"Seducente?"
Chiede Benedict ruotando leggermente la testa
nella mia direzione.
"Lascia perdere, sei senza
speranze"
"Io?"
Risponde lui con un sorrisetto sornione stampato
sulle labbra.
Labbra che, tanto per la cronaca, sono le labbra più affascinanti
su cui il mio povero sguardo si sia mai posato.
"Sei tu che l’hai definita seducente, se
non sbaglio"
"No, non sbagli, infatti, ma questo non
vuol dire che fosse effettivamente
seducente. Forse avrei dovuto dire “era in una posa che avrebbe dovuto essere
seducente, ma che agli occhi di tutti i presenti sembrava solamente
estremamente scomoda e puramente insopportabile"
"Sì, questo è più un pensiero da
te"
Oh, finalmente qualcuno si è degnato di venire
ad aprirci la porta.
Non è inverno, quindi non stavamo esattamente gelando, però
è sempre bello avere qualcosa di cui lamentarsi quando si è in queste scomode
situazioni.
"Ben!"
Urla la ragazza che ci ha appena aperto la porta
e che attualmente regge un bicchiere bello pieno di una sostanza giallognola
credo, anzi sono sicura, estremamente alcolica.
"E' un piacere rivederti! Quanto tempo è
passato dall’ultima volta che ci siamo visti? Sembrano trascorsi anni!"
“Una fottutissima settimana”, penso roteando gli
occhi e chiedendomi quando la ragazza, che si è rivelata essere Lucy con un
nuovo taglio di capelli, deciderà di accorgersi della mia presenza.
Tossisco
per attirare la sua attenzione (anche se non sono sicura di volerla davvero).
"Oh Clare"
È l’unica cosa che esce dalle labbra della
ragazza ed io non posso fare a meno di mordermi il labbro e successivamente
sfoderare il mio migliore sorriso di circostanza quando lei decide di
abbracciarmi e baciarmi, proprio come ha fatto poco prima con Benedict (anche
se giurerei che i baci con lui siano durati estremamente di più dei miei).
"Lucy! È meraviglioso essere qui!"
Dico guadagnandomi una risatina da parte di
Benedict.
"Entra Benedict, entra! Non fare il
timido!"
Continua a dimenticarsi della mia esistenza, è
assurdo.
Vorrei urlare “hey! Sono qui! Non ho delle labbra da dio greco e
nemmeno un sorriso mozza fiato, ma sono qui!”, ma ovviamente non credo che la
cosa sarebbe presa bene e con la giusta ilarità.
Decido che l’invito ad entrare fosse rivolto ad
entrambi e così varco la porta dell’oscura villa della strega più malvagia del
regno e richiudo la porta dietro di me.
Ora siamo definitivamente in trappola.
Guardo Benedict che sembra essersi già messo a suo agio togliendosi il cappotto
e porgendolo a Lucy che, ci scommetterei cinquanta sterline, lo ha accarezzato
e quasi coccolato prima di appoggiarlo sull’appendiabiti con fare seducente.
Che diamine, di nuovo quella dannatissima parola.
“Seducente”… andiamo!
Guardiamo in faccia alla realtà Clare: Lucy è seducente e ne è la prova il
fatto che Benedict la stia guardando con sguardo incantato da quando siamo
entrati.
Non ci posso credere! Stanno anche flirtando davanti ai miei occhi!
"Quindi le riprese di Sherlock
inizieranno solamente l’anno prossimo?"
Comincia Lucy, sbattendo le sue dannatissime
ciglia in direzione di Benedict.
"Credo proprio di sì"
"Oh che peccato!"
Starnazza quella, agitando le mani platealmente.
"Non credo di poter resistere così tanto!
Mi manca vederti nei panni di Sherlock"
Ed avvicinandosi a lui gli sussurra nell’orecchio
un "sei così sexy in quel ruolo"
Mhmh, interessante, l’alcol la rende audace fino a questo punto.
Credo che
dovrei andare a fare una visitina alla cucina e vedere se ne è rimasto un po’ anche per me o
se l’ha bevuto tutto lei.
"Vogliamo raggiungere il
soggiorno?"
Chiede Lucy prendendo Benedict per mano e
portandoselo dietro fino alla sua agognata destinazione.
Credevo che sarebbero passati direttamente alla
camera da letto.
Strano. Non che tutto quel sesso che stanno facendo con gli
occhi non mi basti già.
Decido di seguirli come un’anima in pena e
subito mi maledico per non aver bevuto qualcosa prima della festa.
Mi avrebbe
aiutata a sopportare tutto questo.
Inutile dire che il soggiorno è pieno di
persone e la musica è di un volume così alto che sembra starmi scuotendo
l’anima facendola vibrare ed implorare pietà.
Gente che balla, persone
ubriache, alcol incustodito lasciato un po’ dappertutto… insomma, la tipica
festa in stile Lucy.
La strega si è allontanata per qualche secondo perché
doveva fare una telefonata o parlare con qualche suo strano amico, non ho colto
bene. L’importante è che adesso io convinca Benedict ad organizzare un piano di
fuga.
"Benedict"
Mi ritrovo quasi ad urlare. Sbaglio, o il volume
della musica è aumentato?
"Cosa pensi di fare adesso?"
Continuo ad urlare, guardandolo con fare
preoccupato.
"Credo che andrò a ballare"
"Cosa!?"
Urlo io, sia per sovrastare il rumore sia per lo
sconcerto.
"Non sei serio, vero?"
"Lasciati andare alla musica
Clare!"
Vorrei urlargli di rimando di non "lasciarsi andare”
troppo con Lucy, ma lei è più veloce di me e lo ha già agguantato per portarlo
al centro del suo salotto, mettendo i suoi artigli fucsia sopra le sue spalle.
Guardali come si divertono! Guarda come Lucy si dimena!
Ho la tentazione di
coprirmi gli occhi pressappoco come farei davanti ad un film dell’orrore.
Bene,
anzi, magnifico. Ed io cosa dovrei fare? Non credo di conoscere nessuno degli
invitati a questa festa ed una parte di me ne è felice, perché conoscere gli
amici di Lucy non è certamente la mia massima aspirazione, ma al contempo
l’altra parte ne è profondamente turbata.
Bene, se la situazione sta così, se
Benedict pensa di potermi trascinare ad una festa del genere abbandonandomi e
cominciando a flirtare con il peggior soggetto presente nella casa, io non sarò
certo da meno.
Posso flirtare con chi voglio! Prendo un ragazzo a caso, ci
ballo insieme, ci flirto un po’ e chissà che non incontri la mia anima gemella
qua dentro!
Mi guardo intorno osservando bene la stanza in
cui mi trovo.
Ok, forse non la mia anima gemella.
Do un altro sguardo al soggiorno.
No, decisamente no.
Conto fino a cinque e quando il mio conto alla
rovescia è ormai terminato mi getto dentro la folla di persone danzanti.
Bene,
il primo passo è stato fatto. Ora non mi rimane che abbordare un bel ragazzo e
ballare con lui per distrarmi dal pensiero di Benedict che danza con quella
strega.
Mi guardo intorno analizzando bene tutti gli obiettivi appetibili.
Mhmh, a ore tre c’è un ragazzo veramente delizioso e per di più è solo.
Chi se
ne frega della decenza. Io vado.
Comincio a ballare dirigendomi con nonchalance
nella sua direzione, prendendo da uno dei mobili un bicchiere e bevendone senza
remore il contenuto. Riappoggio il bicchiere vuoto su uno dei tavolini in legno
e rivolgo al ragazzo un sorriso degno di una fotomodella (ok, magari no.
Lasciatemi sognare, d’accordo?)
Lui sembra aver capito l’antifona perché si avvicina
a me sorridendo a sua volta.
È ancora più carino di quanto avessi immaginato.
La stanza è abbastanza buia e l’unica fonte di luce sono delle fastidiose luci
colorate in stile discoteca che alternano colori orribili a colori ancora più
osceni. Continuo a sorridergli facendo ancora qualche passo nella sua direzione
e finalmente ci incontriamo quasi al centro del soggiorno.
"Hey!"
Gli faccio io, non sapendo esattamente che
cos’altro dovrei dire.
"Hey"
Mi risponde lui, bevendo un sorso del suo drink ed
appoggiandolo su un tavolino vicino.
"Ti andrebbe di ballare?"
Gli faccio, senza nessun preambolo o sciocchi
inizi di conversazione.
Lui mi sorride e mi appoggia una mano sul fianco
prendendomi l’altra mano e cominciando a muoversi a ritmo di musica.
Non ho mai
imparato a ballare in modo decente quindi, anche se credo di star ballando
egregiamente, probabilmente vista dall’esterno sembro una giraffa ubriaca.
Continuiamo a ballare alzando le braccia e
lasciandoci andare alla musica.
È strano, ma credo di starmi divertendo.
Distrarmi mi sta facendo davvero bene, non credevo fosse realmente possibile.
Questo ragazzo è così bello, ha davvero dei lineamenti meravigliosi e credo
che…
"Lo senti anche tu?"
Mi fa improvvisamente lui, esibendo un’espressione
infastidita.
"Lo sento anche io... cosa?"
Gli chiedo, cercando di capire dal suo sguardo a
che cosa si stia riferendo.
"Questo…odore. Come fai a non
sentirlo?"
Annuso l’aria, ma non mi sembra che ci sia nessun
odore sospetto o sgradevole. Lo guardo accigliata.
"Secondo me non c’è nessuno strano
odore"
Lui annusa nuovamente l’aria attorno a sé ed
improvvisamente si avvicina annusandomi il collo.
"Hey!"
Gli urlo, facendo un passo indietro ed urtando
una ragazza dai capelli blu elettrico.
"Che diamine fai?"
"Sei tu!"
Mi urla il ragazzo agitando una mano in aria e
facendo una strana espressione.
"Sei tu che hai addosso questo
odore!"
"Non ho assolutamente nessun odore
addosso!"
Gli dico io indignata, incrociando le braccia
davanti al petto.
"Sai di… fragola e more! È un odore
insopportabile"
Risponde lui sbattendosi i vestiti, quasi a
volersi liberare di qualsiasi residuo che avrei potuto lasciargli addosso.
"Ma questo è il mio profumo! Non è un
odore sgradevole!"
"Per me è assolutamente disgustoso. Credo
di star per starnu… eeeeh tciuuuu!"
E starnutisce rumorosamente al centro della
stanza.
Approfitto della sua momentanea distrazione per
svignarmela ed in mezzo alla confusione generale riesco a nascondermi e a
svicolare fino alla cucina. Non essendoci alcuna sedia (perché mettere delle
sedie in una cucina? Forse non rispettavano il feng-shui della stanza?) mi
accomodo vicino al lavabo, sedendomi sopra un ripiano sgombero.
Agito le gambe e
mi sistemo con la mano destra alcune ciocche di capelli sfuggite dalla coda.
Ma
che assurdità! Il mio profumo è appena stato definito un odore orribile? Santo
cielo! A chi non piacciono le more e le fragole? Nessuno prima d’ora si era mai
lamentato del mio profumo.
Mi prendo un lembo del vestito e lo annuso con aria
critica.
È assolutamente normale! Un normale profumo alle more e alle fragole!
Quel tizio è un folle, meno male che almeno sono riuscita a svignarmela.
Faccio
un profondo respiro e mi guardo le scarpe.
Possibile che non si riesca nemmeno a flirtare in pace al giorno d’oggi?
Era così carino… dannazione. I migliori
sono sempre gay… o perseguitati dal profumo di mora e fragole.
Sospiro
nuovamente prima di scendere dal ripiano ed avviarmi verso l’ingresso. Mi
scuserò dicendo di aver avuto un contrattempo (magari l’urgenza di andare a
pregare per un mio familiare sul suo letto di morte oppure un incendio che sta
consumando la mia amata abitazione e che mi costringerà a dover partire per
Parigi per una vacanza rilassante, lontana dal ricordo della mia casa completamente carbonizzata).
Sto già preparando l’espressione di
sconforto e tristezza che dovrò farmi trovare sul volto quando andrò a dire a
Lucy che ho intenzione, ehm… cioè, urgenza di andarmene, ma qualcosa mi fa
cambiare improvvisamente idea. Varco la soglia del soggiorno e quello che vedo
mi fa improvvisamente rinsavire:
Lucy è completamente avvinghiata a Benedict e
sembra starselo mangiando con lo sguardo.
Le sue mani gli scorrono per tutta la
schiena, anzi, sembrano essere su ogni punto del suo corpo contemporaneamente,
come se fossero i suoi tentacoli e Benedict fosse il povero pesciolino caduto
vittima di quella gigantesca piovra. Anche se, per essere “un povero
pesciolino”, anche lui sta facendo la sua buona parte. Non mi pare che sia così dispiaciuto
di avere le mani di quella strega che lo palpano in ogni dove, anzi, sembra
molto soddisfatto e raggiante. Ballano in modo scatenato nel soggiorno in mezzo
ad altri (troppi) soggetti alquanto discutibili.
Entrambi sorridono ed entrambi
sembrano estremamente presi l’uno dall’altra.
A Benedict non sembra minimamente
importare il fatto che sia venuto alla festa con me, anche se non siamo una
coppia... cielo, no che non lo siamo, certo che no. Improvvisamente mi ritrovo a pensare che non mi
dispiacerebbe per niente se in realtà lo fossimo.
Questo pensiero mi colpisce a
tradimento e mi rendo conto di non poter fare niente per fermalo o cancellarlo.
Ho davvero pensato che non mi dispiacerebbe stare insieme a Benedict?
All’uomo
che ho sempre considerato solo un amico?
All’uomo che mi attrae più di
qualsiasi altro uomo sulla faccia della terra?
Quest’altro pensiero mi colpisce
a tradimento forse anche più del primo, come se mi fosse appena stata infilata
una spada nel cuore ed adesso stessi sanguinando sofferente.
“Oh santo cielo,
oh santo cielo” non faccio che ripetere a me stessa, realizzando
improvvisamente ed irrimediabilmente di avere una cotta per l’uomo che sta
attualmente ballando avvinghiato ad una donna che non sono io.
Bene, cioè no, male. Qual è il
piano adesso? Fare finta di niente e continuare a ballare come se niente fosse
o cercare di strappare Benedict dalle grinfie di Lucy, passando un po’ di tempo
con lui per capire se i miei sentimenti siano corrisposti?
Innanzitutto dubito
fortemente che sia così, altrimenti non mi avrebbe abbandonata in questo modo
fiondandosi su quella megera coi tacchi a spillo.
Mi prendo il viso fra le mani
evidentemente scossa.
Cosa fare dunque? Non posso certamente rimanere ancora
qui ferma ed imbambolata a guardarli ballare, prima o poi se ne accorgerebbero
(anche se non ne sono davvero così convinta).
Realizzo improvvisamente che l’unica cosa
che io possa fare sia ballare. “Ballare, ancora?” urlano i miei piedi
imploranti e sofferenti.
Ordino alle mie sofferenze interiori di tacere perché
in questo momento avrò bisogno di tutto il mio charme (spero di averne, non
ricordo quando fosse l’ultima volta che ho controllato).
Mi butto nuovamente nella folla di gente sempre
più ubriaca e sempre più allegra e festaiola. “Alcol, quello che mi serve
adesso è alcol” penso, vedendo tutti tenere in mano almeno un bicchiere di…
qualunque bibita alcolica sia.
Mi dirigo ballando verso il tavolo degli
alcolici, che sembra stato svaligiato, e mi verso in un bicchiere un’abbondante
quantità di vodka alla fragola (bevanda disgustosa ma efficace se si vuole
diventare brilli alla svelta).
Me ne verso subito un altro bicchiere mandandolo
giù in un’unica volta. Bene, credo di avere le forze per continuare questa
serata adesso.
Mi butto nella mischia ballando e mandando sguardi eloquenti ad
alcuni ragazzi che me ne restituiscono altrettanti.
Devo trovare il tipo
giusto, un ragazzo carino che possa servirmi per far vedere a Benedict che
anche io posso flirtare e fare grandi conquiste.
Un tipo veramente attraente
con cui possa ballare e sbattere in faccia a Benedict quanto io possa essere
seducente, e non certamente come quell’idiota di Lucy.
Io sono realmente
seducente e voglio proprio vedere se il ragazzo con cui flirterò non starà al
gioco. Lo sedurrò con la mia… seducibilità (termine da me appena coniato poiché
credo che l’alcol stia finalmente facendo il suo effetto).
Mi guardo di nuovo
in giro in cerca di qualche ragazzo che soddisfaccia i miei criteri e
finalmente lo vedo: moro, alto, fisico slanciato, non estremamente muscoloso
ma… credo che vada più che bene.
Mi avvicino a lui sfoderando nuovamente il mio
sguardo seducente, guardandomi bene dall’incrociare di nuovo la mia strada con
quella del pazzo del profumo.
Ballo (probabilmente in modo inguardabile) e
finalmente incontro il suo sguardo. Rimaniamo a fissarci per qualche secondo e
poi anche lui decide di venirmi incontro. Bingo.
"Hey!"
Gli faccio, pensando che devo assolutamente
trovare un’altra frase per approcciarmi alle persone, questo “hey” sta
cominciando a diventare banale.
"Ciao splendore"
Risponde lui, sfoderando un sorriso a trentadue
denti.
“Splendore”, curioso appellativo. Spero solo che
non sia un maniaco sessuale.
"Ti va di ballare?"
Mi fa lui e senza neanche attendere risposta mi
prende per i fianchi e comincia a muoversi non distogliendo un secondo i suoi
occhi dai miei.
Perfetto, ora non mi rimane che dirigere la
nostra “danza” verso Lucy e Benedict e fare in modo che lui mi veda ballare
felicemente ed appassionatamente (non dimentichiamoci “appassionatamente") con
questo ragazzo.
Sono così disperata da fare una cosa del genere, seriamente?
Probabilmente sì visto che ci stiamo effettivamente dirigendo nella loro
direzione.
Continuo a ballare e a sentire le mani del
ragazzo sui miei fianchi mentre li stringe possessivamente. Devo resistere
ancora un po’, ci siamo quasi.
Finalmente riesco a distinguerli in mezzo alla
folla.
È incredibile, stanno ancora ballando. Veramente instancabili,
ammirevole.
Ora sono sicura che possano vedermi, basta che
uno di loro giri leggermente la testa verso sinistra. Infatti così accade.
È
solo Benedict a notarmi, Lucy è troppo presa dal palparlo e stringerlo a sé il
più possibile. Il
mio sguardo e quello di Benedict si incontrano per un secondo, ma poi
decido di distogliere il mio e continuare a ballare guardando
solamente il mio “accompagnatore” che non smette di toccarmi e
stringermi in
punti poco appropriati.
Anche se non lo posso effettivamente vedere, so che
Benedict mi sta guardando e la cosa mi mette in imbarazzo e non poco.
Quando
avevo deciso di fare questa cosa non avevo pensato al mio imbarazzo che, devo
ammettere, non fa che aumentare.
Mi muovo a tempo di musica lasciando che il
ragazzo moro mi stringa a sé. Ballo e non mi importa, perché so che anche se
Benedict mi sta guardando, sta comunque continuando a ballare con Lucy e la
cosa non mi va proprio giù. Fra tutte le ragazze tra cui poteva scegliere ha
scelto proprio la peggiore e soprattutto quella che odio maggiormente.
Non
avrebbe potuto farmi sgarbo peggiore di questo, anche se probabilmente non l’ha
fatto apposta.
Continuo a ballare con la musica che mi martella nelle orecchie
e l’alcol che sembra starsi manifestando in tutto il suo splendore.
Mi sento
euforica anche se non so bene perché e probabilmente per questo non mi accorgo
subito che il ragazzo con cui sto ballando ha cominciato a palparmi il sedere.
Sulle prime non faccio niente, o meglio, gli rivolgo uno sguardo che dovrebbe
significare “giù le mani dal mio sedere!”, ma evidentemente non è abbastanza
chiaro perché lui continua a palparmelo ancora più aggressivamente.
Lo lascio
fare, un po’ perché l’alcol mi confonde e un po’ perché non posso andarmene
così, devo portare a termine il mio piano.
Mi giro nella direzione di Benedict
ma lui, più di mandarmi qualche sguardo ogni tanto, non sembra reagire in
nessun modo.
Improvvisamente le mani del ragazzo salgono ed una di esse si
appresta ad infilarsi nella mia scollatura al che io, brilla quanto volete ma
ancora perfettamente capace di capire quando si ha passato il limite, gli tiro
un forte schiaffo in pieno volto.
Lui fa qualche passo indietro massaggiandosi
la guancia appena colpita e che sta già diventando di un bel rosso acceso.
Vorrei urlargli anche un’espressione colorita del tipo “porco!”, ma me lo
risparmio e mi limito a sparire tra la folla mentre quello mi lancia ingiurie
da lontano. Mi volto un’ultima volta indietro per vedere Benedict, ma lui non
c’è, così come Lucy, ed il non sapere dove siano andati non mi fa sentire per
niente tranquilla.
"È una serata terribile" continuo a ripetere a
me stessa mentre mi vado a sedere sul divano della stanza attigua dove, grazie
al cielo, sembra non esserci poi così tanta gente.
Sprofondo in esso lasciando
andare la testa indietro e massaggiandomi le tempie. Davanti a me è pieno di
bicchieri riempiti di birra o di vodka.
Ne prendo uno a caso e ne bevo il
contenuto tutto d’un fiato.
Rimetto il bicchiere sul tavolo e chiudo per
qualche secondo gli occhi, giusto per metabolizzare il tutto.
"Tutto bene?"
Mi chiede una voce alla mia destra e subito
sento che qualcuno si sta sedendo vicino a me su divano.
"Sì, certo, sto bene"
Rispondo senza nemmeno riaprire gli occhi.
"Sicura?"
È una voce maschile e dal tono davvero dolce.
Apro gli occhi e rivolgo il mio sguardo allo sconosciuto seduto vicino a me.
"Sto più che bene"
Rispondo con tono convinto sistemandomi in
maniera composta sul divano.
"Avevo paura che fossi…"
"Drogata?"
"Ubriaca in realtà"
Risponde lui sorridendo gentilmente.
"Beh, sai, credo che lo siano tutti qui
dentro… ubriachi intendo"
"Immagino che tu abbia ragione"
Mi sorride nuovamente rivolgendomi uno sguardo
comprensivo e molto dolce.
"Che festa orribile. Sono l’unica a
pensare che questa festa sia una totale noia?"
"No, non sei l’unica temo. È da quando
sono entrato che mi annoio a morte. La vodka alla fragola è stata la mia unica
consolazione"
Non posso fare a meno di sorridergli, un sorriso
sincero. Credo sia l’unica persona con cui abbia avuto un dialogo che non fosse
“hey, balliamo”, che forse non potrebbe essere nemmeno classificato come
“dialogo”.
"Il mio nome è Lorenzo"
"Io sono Clare"
Mi porge la mano che stringo prontamente.
"Che cosa ti porta in questo regno
oscuro, Lorenzo?"
"Sono stato incastrato da Lucy"
Rido divertita.
"Anche io purtroppo. Benedict ed io, in
realtà... O forse solo io a giudicare da come balla con quella sgualdrina"
Improvvisamente mi rendo conto di essermi
lasciata troppo andare e cerco subito di assestare il colpo.
"Cioè… intendo… non mi
fraintendere…"
"Tranquilla, ti capisco benissimo"
Mi sorride comprensivo.
"Neanche io muoio di simpatia per
Lucy"
Tiro un sospiro di sollievo e mi sistemo una
ciocca di capelli dietro l’orecchio.
"E… non per farmi gli affari tuoi, ma chi
sarebbe questo Benedict?"
"E' un mio amico"
Mi rendo conto di aver esitato nel dire la
parola “amico” e a Lorenzo non sembra essere sfuggito.
"Un “amico amico” oppure “un amico
qualcosa di più”?"
Rido di gusto davanti alla strana suddivisione
dei generi di amicizia che Lorenzo mi ha appena proposto.
"Diciamo che è complicato"
Rispondo solamente, appoggiando il gomito sulla
gamba destra e reggendomi la testa stancamente.
"Oh… capisco. Quindi provi qualcosa per
lui?"
La domanda mi spiazza completamente.
Certo, non
era difficile da capire, anche se le mie frasi erano alquanto sibilline, ma
fino ad adesso non ho espresso questo mio sentimento ad alta voce.
Un conto è
quando si realizza qualcosa e lo si tiene per sé, un altro è esprimerlo ad alta
voce ad un completo sconosciuto.
Ma forse sono troppo brilla per decidere
sapientemente cosa farne delle mie parole.
"Credo dannatamente di sì"
È la mia risposta, seguita da un lungo sospiro.
"E lui è qui, alla festa?"
Lo guardo ed annuisco con il capo.
"E secondo te anche lui prova qualcosa
per te?"
Lo guardo alzando un sopracciglio in modo
interrogativo.
La verità è che non lo so, non lo so davvero.
Potrebbe essere… ma
potrebbe anche essere che lui mi veda solo come un’amica che trascina alle
feste per provarci con tutte le altre invitate.
La seconda, in questo momento
almeno, mi sembra la possibilità più probabile.
"Non lo so, forse sì, ma non ho ancora
avuto modo di scoprirlo"
Si massaggia il mento pensieroso ed infine mi
guarda con un sorrisetto furbo dipinto sulle labbra.
"Ti andrebbe di scoprirlo?"
Lo guardo confusa.
"In che modo proporresti di farlo?"
"In realtà è molto semplice ed è il
metodo più usato"
"E cioè?"
"Farlo ingelosire"
Lo guardo non riuscendo a trattenere le risate.
"Credimi, ci ho già provato e non ha
funzionato"
Lorenzo non smette di sorridere e comincia a
guardarmi sempre più convinto.
"Evidentemente non hai provato nel modo
giusto"
"Oppure semplicemente non gli piaccio e
preferisce farsi mangiare la faccia a furia di baciare quella piovra di
Lucy"
"Dove sono adesso?"
"Dio solo lo sa. Probabilmente a fare
sesso al piano di sopra"
"Non essere così catastrofica,
probabilmente saranno nell’altra stanza e lui si sarà anche finalmente accorto
di quanto sia noiosa Lucy. È una ragazza attraente, questo non lo metto in
dubbio, ma sa essere davvero fastidiosa e logorroica"
"Questo non vuol dire che preferisca me a
lei"
"Credo che tutti in questa stanza ti
preferirebbero a lei. Me compreso"
Al sentire la sua ultima affermazione spalanco
leggermente gli occhi e sulle prime non so esattamente cosa rispondere.
Dovrei sentirmi
lusingata? Un ragazzo che ho appena conosciuto mi ha appena detto che sono
più seducente di Lucy (che, mi duole ammetterlo, è una ragazza molto carina).
"Sono lusingata"
"Ho solo detto la verità"
Ci guardiamo per qualche secondo e poi lui riattacca
ad illustrarmi il suo piano.
"Probabilmente saranno in salotto, seduti da qualche parte a bere"
Fa una pausa accertandosi che lo stia
seguendo attentamente.
"Ci mettiamo in un punto che possano
vedere dalla loro posizione e ci mettiamo a ballare. Tu dovrai far finta di
volermi sedurre e dovrai ballare in maniera molto… esplicita"
"Esplicita?"
Mi metto a ridere di gusto.
"Ok, scusa. Vai avanti"
Lorenzo continua il suo discorso ridendo però
anche lui della strana situazione che si sta andando a creare.
"Una volta che saremo lì, farò finta di
sussurrarti qualcosa all’orecchio e tu dovrai sorridere ed insieme ci avvieremo
fuori dal soggiorno comportandoci in maniera molto palese"
"Capito. E tu pensi che fargli credere
che io abbia intenzione di fare sesso con uno sconosciuto lo possa davvero far
ingelosire?"
"Non lo credo, ne sono sicuro"
Lo guardo negli occhi: ha uno sguardo così
deciso e determinato, ma soprattutto non sembra avere doppi fini ed è la cosa
che mi attrae di più verso questo folle piano.
Ci penso qualche attimo e poi
gli tendo la mano sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.
"Va bene, ci sto"
Mi stringe la mano e mi rivolge un caloroso
sorriso accompagnandomi fuori dalla stanza.
Per la terza volta varco l’ingresso del
soggiorno, stranamente però più sollevata delle scorse due, ed insieme, Lorenzo
ed io, ci buttiamo nella mischia ballando.
Balla in un modo forse anche più strano del mio
ed è davvero esilarante guardarlo. È davvero un ragazzo simpatico ed il fatto
che mi stia aiutando me lo fa stare ancora più simpatico.
"Lo vedi?"
Mi chiede cercando di sovrastare il rumore
attorno a noi.
"Non ancora"
Gli urlo io, lentamente perdendo le speranze.
Come se avesse intercettato i miei pensieri, mi conforta.
"Tranquilla, saranno qui da qualche
parte"
Gli stringo la mano ansiosa.
"Lorenzo, lasciamo perdere, è una
stupidaggine ed io comincio a sentirmi davvero scema. Saranno andati al piano
di sopra, me lo sento, lasciamo perdere tutto e…"
Ma prima che io possa finire la frase lui mi sta
già baciando e mi stringe a sé.
È un bacio a stampo, le nostre lingue non si
incontrano, sembra un bacio finto, un bacio da teatro.
Non capisco perché lo
stia facendo, non era questo il piano.
Stranamente però il bacio non mi
dispiace e gli metto entrambe le mani sulle spalle e mi spingo maggiormente
verso di lui. Improvvisamente ci stacchiamo l’uno dall’altra e lui mi sussurra
all’orecchio "l’ha visto".
Non c’è bisogno che mi dica altro perché ho già
capito. Era tutta una scena.
"Perché mi hai baciata? Non era questo il
piano"
"Il piano è cambiato quando hai deciso di
urlare quali fossero le tue vere intenzioni. Erano proprio dietro di noi, Lucy
ed il tuo Benedict e se non ti avessi subito fermata avrebbero capito che
stavamo bluffando"
Mi porto le mani alla bocca e scoppio a ridere.
"Sarei davvero una pessima spia"
"Concordo pienamente"
Lo guardo riconoscente e per ringraziarlo gli
poso un piccolo bacio sulla guancia.
"Grazie, davvero, anche se non so a quanto
questa piccola scenetta sia servita"
"Oh, è servita eccome"
Fa lui strofinandosi le mani soddisfatto del suo
piano.
"Dovevi vedere come ti guardava. Non ho
mai visto uno sguardo come quello"
Non so bene cosa dovrei pensare, ma a quanto pare il mio cuore
sa esattamente cosa dovrebbe provare e a dimostrazione di ciò comincia
a battermi all’impazzata nel petto.
"Ora va'! Hai avuto la tua dimostrazione.
Io distrarrò Lucy. Va'!"
Lo guardo veramente riconoscente e mi faccio
spazio in mezzo alle persone con il cuore che sembra volermi uscire dal petto.
Non posso credere che abbia funzionato.
Ma la cosa che vedo quando esco dalla stanza non
è esattamente ciò che mi ero aspettata.
Vedo Benedict, ma purtroppo non è solo.
Lui e Lucy stanno parlando e lui è appoggiato al muro.
I loro volti sono a
pochi centimetri di distanza.
Quindi non se n’è andato per me, ma per lei.
Stringo i pugni cercando di moderare il mio dolore, ma forse è troppo forte per
essere contenuto.
La delusione sta lasciando spazio alla rabbia ed alla
tristezza.
Sono proprio un’idiota, una vera allocca. Cosa credevo?
Che baciando
un altro, Benedict si sarebbe ingelosito e sarebbe caduto tra le mie braccia?
Che scema, che stupida.
Andrei avanti tutta la sera ad insultare me stessa nei
modi più fantasiosi, ma quando Lucy si avvicina maggiormente a Benedict e lo
bacia, sento di non poter più trattenere le lacrime e mi fiondo nel corridoio
alla ricerca del bagno, dove potrò chiudermi dentro e piangere indisturbata,
sola con la mia bruciante delusione.
Mi aggrappo alla maniglia e già sento una
lacrima scorrermi lungo la guancia. Entro velocemente, chiudo a chiave la porta
dietro di me e scoppio in un pianto silenzioso.
Cerco di trattenere i
singhiozzi ma è tutto inutile perché mi sento troppo male. Piangere così,
trattenendomi, mi fa sentire fisicamente male, i singhiozzi trattenuti sono
dolorosi ed il mio stomaco sembra starsi contorcendo. Insomma, che cosa mi
prende?
Stiamo parlando dello stesso Benedict di qualche ora fa?
Quello con cui
stavo scherzando e ridendo poco prima di entrare in questa dannatissima casa?
Quello stesso Benedict che mi ha sempre detto di trovare Lucy insopportabile?
Evidentemente, molto evidentemente,
ora non la trova più così tanto insopportabile, visto che se la sta sbaciucchiando.
Le lacrime continuano a scorrermi lungo le guance e non ho idea di come potrei
riuscire a fermarle.
Riesco solo a pensare a quanto sia stata una cretina a
pensare di potergli piacere. È ovvio che sia interessato ad un altro tipo di
donna: bella, attraente, seducente…
Sorrido in mezzo alle lacrime, sentendo il loro
sapore salato. “Seducente”… Non lo sono mai stata, non sono quel tipo di donna
che ti conquista usando il suo charme e sbattendo ripetutamente le sue belle
ciglia piene di mascara. Decisamente no.
Evidentemente pensare che a Benedict
non piacesse quel tipo di donna era assurdamente sbagliato, perché i fatti
confermano che il tipo ”seducente”, le donne fatte sullo stampo di Lucy, sono esattamente il suo tipo di donna.
Le lacrime continuano a scendere lungo le mie
guance e non riesco davvero a fermarle, anche se lo vorrei disperatamente:
vorrei poter fare finta che non mi interessi, di non provare niente per
Benedict, niente più dell’amicizia, ma è ovvio che non sia così, è ovvio che stia
soffrendo e che Benedict mi piaccia più di quanto non voglia ammettere con me
stessa.
Ma non c’è più niente da fare ormai, Lucy ha vinto ed io ho perso e
prima lo accetto, meglio è.
Mi stacco dalla porta e mi avvicino allo
specchio.
La donna che mi restituisce lo sguardo in questo momento sembra una
ragazzina a cui è appena stato spezzato il cuore.
Una ragazzina che non riesce
a tenere insieme i cocci della sua vita. Sorrido amaramente davanti a quel
riflesso.
È il momento di dichiarare la resa.
Mi asciugo le lacrime con un
pezzo di carta e guardo un’ultima volta il mio riflesso.
Anche se mi sento uno
straccio uscirò da quella porta con dignità e non crollerò finché la serata non
sarà finita.
Se prima pensavo di scappare, adesso sono decisa più che mai ad
essere forte e ad affrontare la situazione.
Magari uscirò in giardino in modo
tale da non dovermi obbligatoriamente trovare nella stessa casa dove Benedict e
Lucy stanno sicuramente facendo sesso. Faccio un respiro profondo, mi sistemo i
capelli nella coda di cavallo, mi liscio il vestito ed esco dalla porta.
Non
c’è nessuno nel corridoio, ma anche se ci fosse qualcuno sarebbe uguale.
Mi
sembra come di star vivendo uno dei miei incubi, quelli peggiori, quelli che
non mi fanno dormire la notte e che mi fanno svegliare di soprassalto tutta
sudata.
Almeno da quelli mi posso svegliare, ma dalla vita reale non c’è
scampo.
Cerco di ridarmi un contegno e mi copro
preventivamente con la mano gli occhi per evitare di vedere il bello spettacolo
che mi ha ridotta in queste pietose condizioni ma, con mia sorpresa, non sono
lì.
“Saranno al piano di sopra” mi dico amaramente, avviandomi verso la porta
d’ingresso.
Cerco il mio cappotto in mezzo a tutti gli altri ammassati alla
rinfusa.
Finalmente lo trovo, lo indosso ed apro la porta.
Un vento gelido mi
soffia in faccia facendomi rintanare maggiormente nel trench blu.
Dannazione,
avrei dovuto sapere che la sera avrebbe fatto più freddo. Portarmi una sciarpa
non sarebbe stato male.
Richiudo la porta alle mie spalle ed inspiro
profondamente l’aria della sera. Questo giardino è incantevole e non posso
credere che l’erba del prato sia effettivamente vera e non di plastica.
Scendo
il piccolo gradino che mi separa dal prato e faccio qualche passo per
sgranchirmi le gambe.
Dovrebbe esserci una panchina qui da qualche parte, ne
sono praticamente sicura… o almeno c’era l’ultima volta che sono venuta qui.
Mi
guardo attorno ed un’altra folata gelida mi fa rabbrividire.
Guardo alla mia
sinistra e la panchina non è la sola cosa su cui il mio sguardo sperduto si
posa.
È buio, quindi forse la mia folle mente lo sta soltanto immaginando, ma
giuro che quell’uomo seduto sulla panchina intento a fumare sia… Benedict.
I
fari di un’auto nella notte illuminano momentaneamente il giardino e questo mi
dà modo di vedere il suo volto.
Il mio cuore ha un improvviso sussulto.
Non è
la mia folle mente ad immaginarlo, è proprio lui.
Ingoio rumorosamente
stringendo i pugni nelle tasche del trench. Che cosa dovrei fare? Andare da lui?
Parlargli? Ma soprattutto… dov’è finita Lucy?
Mi sento un groppo in gola: giuro
di non essermi mai sentita così in presenza di Benedict, mai, in tutta la mia
vita.
Lo conosco da diversi anni ormai e mi sono sempre comportata come
un’amica nei suoi confronti, ma ora che ho finalmente capito che cosa davvero
provo per lui (sono sempre stata lenta a capire le cose) non ho idea di che
cosa dovrei fare.
Mi mordo il labbro inferiore e decido di fare qualche passo
nella sua direzione e naturalmente, aggraziata come sono, pesto un ramo che
scricchiola fin troppo rumorosamente nel silenzio della notte.
Si gira
immediatamente a guardarmi e quando mi riconosce mi rivolge un meraviglioso
sorriso.
Mi blocco, incapace di fare alcunché.
Sto cercando di dire alla mia
faccia di rispondergli con un sorriso, ma non ce la faccio, è come se sentissi
ancora le lacrime scorrermi giù per le guance, come se esse bloccassero la mia
volontà di sorridergli di rimando.
Espiro ed una nuvoletta di vapore offusca la
sua immagine per qualche secondo.
Mi saluta con la mano e subito dopo indica il
posto vicino a lui sulla panchina. Raccolgo tutte le mie forze rimanenti e
velocemente mi avvicino.
Salgo sul piccolo portico senza tettoia cercando di
non inciamparmi sul gradino e finalmente, quando i miei occhi incontrano i
suoi, riesco a sorridergli. Un sorriso vero, non finto, come se stessi
sorridendo con tutta me stessa e non posso frenarmi dal pensare “e forse per
l’ultima volta”.
"Hey"
Mi dice lui fumando una boccata dalla sua
sigaretta.
"Hey"
Gli rispondo sedendomi accanto a lui.
Le
nostre braccia si sfiorano e non sono del tutto sicura che i brividi che sento
in questo momento siano dovuti solamente al freddo.
Si gira verso di me sorridendomi nuovamente,
anche se ben presto il suo sorriso si trasforma in un’espressione di
preoccupazione.
"Che succede?"
Mi chiede, girandosi completamente verso di me.
Le parole mi muoiono in gola, non so da dove
iniziare.
"Diciamo che ho avuto una terribile
serata"
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi azzurri (mi confondono... a
volte sono verdi ed altre azzurri, ma sono comunque fermamente convinta che siano
meravigliosi) perché non so se riuscirei a sostenerli.
"Sembri addirittura sconvolta"
Accenno un sorriso ilare per poi sistemarmi il
bavero del trench attorno al collo. È stata una delle serate più scioccanti della
mia vita, ma non credo di poter essere
così schietta con lui in questo momento.
Decido di vergere il nostro discorso
su fronti un po’ più inesplorati.
"E Lucy?"
Gli chiedo con nonchalance, guardando sempre
avanti a me, evitando accuratamente di guardare la sua espressione.
"Credo sia dentro"
È la sua sola risposta.
"Ma non eravate insieme?"
"Appunto, eravamo. Grazie al cielo sono
riuscito a svignarmela"
A questo
punto non riesco a trattenere un sguardo indignato e mi volto improvvisamente per
guardarlo.
"A me pareva foste molto… intimi"
Scoppia a ridere e la sua risata è così bassa e
sexy che credo che le mie gambe stiano addirittura tremando.
"Intimi?"
Mi guarda divertito fumando un’altra boccata.
"Grazie al cielo no"
Continua lui.
"È tutta la sera che
cerco di liberarmene, sono addirittura dovuto uscire dal soggiorno per poterle
sfuggire, ma mi ha seguito fuori e si è avventata su di me"
"A me sembrava più il contrario"
Non sono riuscita a trattenermi, ma solo ora
realizzo che forse non era la cosa migliore da dire.
"In che senso?"
Mi fa Benedict in tono divertito avvicinandosi a
me.
"Nel senso in cui l’ho inteso"
Lui sospira.
"Parlare con te è come cercare di risolvere un
intricatissimo enigma. Non credo che ne verrò mai a capo"
"Non sono poi così complicata"
Gli dico in tono da finta offesa.
"Oh sì che lo sei, pagherei oro per
riuscire a decifrarti"
Questa sua ultima frase mi fa tremare. Non
intendeva dire “quello”, lui non ha idea dei miei sentimenti nei suoi confronti e quindi
non credo che stesse cercando di... flirtare.
C’è un attimo di silenzio fra noi due: il vento
gelido continua a soffiare e Benedict spegne la sigaretta nel portacenere sul
tavolino.
"So che ti dà fastidio"
Mi dice rivolgendomi un sorriso e mettendosi più
comodo sulla panchina.
"Non più di tanto in realtà"
Mi guarda scioccato.
"Non più di tanto? Ma se fino a ieri mi
hai fatto una testa così dicendomi che fumare mi avrebbe portato alla morte, la
mia e quella dei miei polmoni. Sono state le tue esatte parole “Benedict, giuro
che se non spegni quella sigaretta sarò costretta a farlo io” "
Scoppio a ridere al ricordo della sua faccia
spaventata e della sua mano tremolante che spegne la sigaretta davanti ai
miei occhi. Stava facendo l’idiota, come al solito. Perché lui può essere
ancora quello che era ieri, mentre io invece sono bloccata nel corpo di una
persona che non è me?
"Ho avuto davvero paura che tu potessi
avventarti su di me e mettermi K.O. So che ne saresti capace"
"Perché ci tengo a te, idiota"
Le parole mi sono uscite dalla bocca senza un
filtro, senza che le valutassi prima, senza che dessi loro il mio consenso di
venir pronunciate.
Mi tormento le mani con fare nervoso e gli
lancio un fugace sguardo.
Sembra averla presa abbastanza bene.
Un altro attimo di silenzio.
Dondolo le gambe e
mi guardo le scarpe con fare innocente.
"Benedict?"
"Sì?"
Risponde lui sistemandosi la sciarpa.
"Secondo te il mio profumo è…
disgustoso?"
Si gira di scatto guardandomi come se avessi
appena detto un’ingiuria.
"Clare, che cosa diavolo dici?"
"Solo… rispondimi"
Lo guardo intensamente mentre sulla sua
meravigliosa bocca compare un dolce sorriso.
"Certo che il tuo profumo non è
disgustoso. Io amo il tuo profumo"
Incontrare i suoi occhi mi fa male, ma non posso
fare a meno di farlo. “Lui ama il mio profumo”… come diavolo dovrei prendere
un’affermazione del genere?
Benedict nota la mia espressione confusa ed
accenna un piccolo colpo di tosse.
"Non ho idea di che profumo sia, fragole
forse? Ma è un profumo meraviglioso… cioè… per quanto meraviglioso possa essere
un profumo. Solo… insomma sì… è molto buono"
Tossisce nuovamente evidentemente imbarazzato.
Perché è imbarazzato? Che cosa mi sono persa?
"Perché mi fai questa domanda?"
Mi chiede lui alzando un sopracciglio.
"Beh, ecco, è complicato. Magari quando
sarai più grande te lo dirò"
Si mette a ridere ed i suoi occhi sembrano
brillare al chiaro di luna. Credo che quest’uomo mi piaccia più di quanto non
dovrebbe.
"Credo di essere abbastanza grande per
sapere cose del genere, Clare. Insomma, puoi raccontarmi tutti i più scabrosi
dettagli della tua vita sessuale, non credo che mi turberebbero più di
tanto"
Mi giro assolutamente scioccata da questa sua
affermazione e credo che i miei occhi siano completamente spalancati.
Cerca di trattenersi dal ridere, ma per quanto
disperatamente ci provi, non riesce a farlo.
"Visto che a te interessa tanto sapere
qualcosa a proposito della mia vita sessuale, a me interessa molto di più la
tua, a dire la verità"
Mi guarda accavallando le sue lunghe gambe.
"No, no, fermo. Ricaccia immediatamente
quello sguardo malizioso lì dove lo hai trovato"
"Non ne ho la minima intenzione"
Dice lui avvicinandosi maggiormente a me.
"Quindi tu e Lucy non avete... sì insomma..."
"Non abbiamo cosa?"
Sta facendo lo gnorri, ma so che ha capito benissimo ciò che intendo dire, vuole solamente mettermi in difficoltà.
"Sai che cosa intendo"
"Non del tutto"
Si sistema più vicino a me guardandomi intensamente.
"Benedict Timothy Carlton Cumberbatch, stai forse
cercando di sedurmi?"
Dico ironica.
"Lo sai che adoro quando pronunci il mio
nome completo"
Si sta prendendo gioco di me, che idiota.
Purtroppo mi piace anche per questo.
"Comunque qui l’unica che sembra star
cercando di sedurre qualcuno sei tu"
"Per quello non ho nemmeno bisogno di
sforzarmi, tutti cadono ai miei piedi con uno solo dei miei sguardi
seducenti"
Cerco di fare la cosa che più si avvicina ad uno
sguardo seducente e lo guardo mordendomi le labbra in modo femminile in stile "femme fatale" (almeno
spero. Il che vuol dire che non ci sto riuscendo).
"Oh no! il tuo fascino superiore mi ha
conquistato! Baciami ora incantevole fanciulla e facciamo l’amore qui, in
questo giardino, sotto le stelle lucenti!"
Scoppio a ridere seguita a ruota da un Benedict
alquanto divertito.
"Fammi tua mio amore, fino a che l’alba
non spunti e fammi venire tra le tue braccia, oh mio amato pieno di passione ed
erotismo"
"Erotismo?"
"Stai zitto. Certo, molto erotismo. Non
fare finta che quella nei tuoi pantaloni sia un’illusione ottica"
Continua a ridere profondamente divertito.
Mi guarda sorridendo e mi tende la sua mano
destra con fare galante.
"Mi vuol concedere questo ballo, mademoiselle?"
"Oh, prima fai il cattivo ragazzo e poi
fai il gentiluomo inglese galante?"
"Ammettilo che sei profondamente ed
irrimediabilmente attratta da me"
"Oh, come negarlo, mio amato "
Accetto la sua mano e lui mi guida fino al
prato. Da fuori si riesce a sentire la musica della casa che è ad un volume così
alto che non me ne stupisco affatto; la canzone in questo momento è “talk
dirty to me”.
"Senti senti"
Dice lui con un sorriso sornione.
"Ho sentito. Talk dirty to me?
Seriamente?"
"Cattiva ragazza, dimmi qualcosa di
sporco"
Scherza lui, facendo un’espressione assurdamente
divertente.
"Tua madre sarebbe profondamente
delusa"
Stringe le labbra in un’espressione buffissima.
"Hai appena rovinato tutto Clare"
Mi dice mentre si avvicina a me di un passo
guardandomi dritto negli occhi.
Gli sorrido dolcemente e gli metto una mano
sulla spalla.
"Allora? Questo ballo si fa sì o
no?"
Lo incito io, avvicinandomi maggiormente.
"Con molto piacere signorina"
La sua mano avanza insicura verso di me e la
appoggia sul mio fianco in modo leggero e delicato, come se avesse paura di
rompermi come potrebbe succedere con un vaso di porcellana.
La mia mano
sinistra raggiunge la sua destra; il contatto delle nostre due mani è più che
piacevole ed un brivido mi attraversa la schiena.
Le sue dita affusolate
stringono la mia mano in maniera dolce e semplicemente meravigliosa.
Anche se
la musica è tutt’altro che un lento, decidiamo silenziosamente di ballare la
nostra musica.
Ci muoviamo lentamente sull’immacolato prato verde e ci
guardiamo intensamente, sentendo i battiti del cuore l’uno dell’altra.
I nostri
petti sono uniti ed il ritmo del nostro ballo è dettato dai battiti dei nostri
cuori.
Sembrano battere all’impazzata, il mio sembra volermi uscire dal petto e
non mi sorprenderebbe per niente se lo facesse veramente.
Le nostre mani sono strette l’una nell’altra e
la sua presa sul mio fianco si è fatta più sicura.
La sua mano calda mi procura
dei brividi spaventosi. Se solo il contatto con la sua mano mi procura così
tante emozioni, non oso immaginare quello con le sue labbra.
I nostri volti
sono così vicini e l’impellente desiderio di lasciare una scia di baci lungo il
suo collo per poi posarne uno appassionato sulle sue labbra carnose, mi prende
improvvisamente.
La sua mano, dal mio fianco, passa alla mia schiena e Benedict
mi stringe maggiormente a sé. Siamo
così vicini che posso sentire il suo
respiro e mi sembra di perdermi nei suoi meravigliosi occhi. Arrossisco
in viso, anche se per fortuna il giardino è abbastanza buio da
nascondere il mio
rossore. O almeno così credo.
"Sei arrossita?"
Mi chiede lui continuando a ballare.
"No, certo che no"
Mento io spudoratamente.
"Sei bellissima"
Mi sussurra a fior di labbra rivolgendomi un
dolce sorriso.
Non faccio che arrossire ancora di più e per
cercare di ricompormi distolgo il mio sguardo dal suo.
"Non posso farti un complimento senza che
tu arrossisca?"
"Certo che no! Lo sai che arrossisco per
qualsiasi sciocchezza!"
Ride mestamente.
"Adoro il modo in cui arrossisci, ti
rende ancora più affascinante"
A questo punto non so davvero più che fare.
Non
capisco se stia flirtando con me o se mi stia solamente prendendo in giro.
Perché non riesco a capirlo? Cosa c’è di sbagliato in me?
"Benedict…"
Gli dico fermandomi improvvisamente e
staccandomi da lui.
Il suo sguardo sembra spaventato e confuso.
"Non credo sia il caso"
"Di fare cosa?"
"Di fare… questo… andiamo lo sai!"
"No che non lo so!"
Mi risponde lui allargando le braccia e
guardandomi ancora più confuso di prima.
"Perché fai così?"
"Io non faccio proprio niente Benedict,
sei tu!"
"Io? E cosa avrei fatto di grazia? Quando
ti palpano il sedere a tradimento non batti ciglio, ma quando parli con me
sembra dover scoppiare la terza guerra mondiale!"
Mi fermo sbarrando gli occhi e trattenendo il
respiro. Allora l’ha visto.
"Ah, quindi l’hai visto!"
"Certo che l’ho visto, credo che tutti
l’abbiano visto!"
"Ma non hai fatto niente per impedirlo"
"Cosa avrei dovuto fare? Andare lì e
tirargli un pugno? Poi tu sembravi gradire le sue… attenzioni"
"Io sembravo cosa!?"
Esito un attimo.
"Gli ho tirato uno schiaffo,
comunque"
"Mi sembra il minimo, quel maiale avrebbe
dovuto vergognarsi"
Siamo bloccati, l’uno di fronte all’altra,
guardandoci attentamente e studiando l’uno l’espressione dell’altra.
"Inoltre non sono stata io quella a
baciare Lucy, o sbaglio?"
"Ah! Allora l’hai visto!"
Mi dice puntandomi il dito indice contro.
"Certo che l’ho visto! Potevate almeno
farlo in disparte, in mezzo al corridoio d’entrata è da esibizionisti"
Benedict ride amaramente avvicinandosi di
qualche passo a me.
"E' stata lei a baciare me, non vice
versa"
Mi dice con tono serio e con sguardo penetrante.
"Non provare a dirmi che non ti è
piaciuto, perché sembravi gradire molto il gesto"
"Forse non hai guardato abbastanza
attentamente, perché appena ho metabolizzato che cosa stesse facendo Lucy, l’ho
allontanata"
"Cavolo, hai un tempo di metabolizzazione
davvero lungo!"
Gli dico ironica incrociando le braccia al
petto.
"Perché ti interessa così tanto poi? Non
sei nemmeno disposta a credermi! Non sarà mica che… oh… non ci credo"
Strabuzza gli occhi mettendosi una
mano davanti alla bocca.
"Cosa? Non sarà mica cosa?"
Lo incito a finire la frase.
"Sei… gelosa di Lucy?"
Dice quasi incredulo, calcando bene il tono di
voce sulla parola “gelosa”.
"Cosa? Io gelosa di Lucy? Sei forse
impazzito? Baciare quella piovra ti ha dato certamente alla testa"
"Piovra?"
"Sì piovra, da come ti stringeva mentre
ballavate e da come tu stringevi lei"
"Io non stringevo proprio nessuno"
"Non direi esattamente la stessa
cosa"
La tensione nell’aria si è fatta palpabile ed io
mi tormento nervosamente una ciocca di capelli.
"Almeno io non sono una bionda
tinta!"
Gli urlo consapevole del fatto che una lacrima
mi sta scendendo lungo la guancia. Dannazione, stupidi sentimenti. Ritorna da
dove sei venuta dannata lacrima! Almeno è buio, non la vedrà.
Il suo sguardo si addolcisce e fa ancora qualche
passo nella mia direzione, in modo cauto, come se fossi un animaletto spaurito
che potrebbe fuggire da un momento all’altro.
Il suo sguardo mi fa capire che
ha dannatamente visto quella stupidissima lacrima.
Meraviglioso, come non
detto, l’oscurità evidentemente non lo tange.
"Tu hai anche baciato un tipo allampanato"
Mi dice, non riuscendo a trattenere quest’ultima
frecciata.
Faccio un profondo respiro.
"L’ho fatto solamente perché sapevo che
mi stavi guardando"
Silenzio. Il vento muove le fronde dell’albero
vicino a noi ed una gelida carezza mi arriva sulle guance.
"Tu hai ballato solamente con Lucy,
toccandola e sorridendole"
"L’ho fatto solamente perché sapevo che
mi stavi guardando"
Mi mordo il labbro inferiore e sento un’altra
lacrima scendermi lungo la guancia: lo giuro, non ho mai pianto di fronte a
nessun uomo in tutta la mia vita, mai.
Non ho idea di che cosa mi stia facendo quest'uomo, ma mi sta facendo piangere di gioia e di tristezza al tempo stesso.
Ho paura della sua vicinanza e comincio ad
averne di più quando decide di fare ancora qualche passo verso di me, arrivando
estremamente vicino. Ingoio rumorosamente, sentendo ogni battito del mio cuore
come una coltellata.
Mi sorride
dolcemente posando una mano sulla mia guancia arrossata per asciugarmi una lacrima.
Il suo pollice mi accarezza gentilmente la pelle mentre le nostre nuvolette di
vapore si scontrano l’una con l’altra.
Sempre con la stessa mano mi scosta una
ciocca ribelle, sistemandomela dietro l’orecchio.
Si bagna le labbra e mi
rivolge un sorriso incantevole.
Gli sorrido anche io, godendo ogni secondo
della presenza della sua mano sulla mia pelle.
La sua mano, dalla mia guancia,
passa al mio collo, sfiorandolo ed accarezzandolo con il dorso delle dita.
Ho
un fremito ed un altro brivido mi costringe a chiudere gli occhi.
L’oscurità è
tutt’intorno a noi ed il rumore delle fronde dell’albero mosse dal vento si fa
più prepotente.
L’altra mano di Benedict raggiunge il mio fianco.
I nostri visi
sono estremamente vicini, troppo vicini.
"Quindi…"
Comincio io con voce roca.
"Hai ballato tutto il tempo con Lucy
perché…"
"Volevo farti ingelosire"
Conclude lui sorridendo lievemente imbarazzato.
"E invece tu…"
Comincia a sua volta.
"Hai baciato quel tizio solo per…"
"Farti ingelosire, sì. Corretto"
"Perché non mi hai semplicemente chiesto
di ballare? Ci saremmo potuti evitare tutto questo"
Gli dico non potendo evitare di sorridergli
divertita.
"Non l’ho fatto perché sono un
idiota"
Stringe le labbra l’una contro l’altra inumidendosele nuovamente con la lingua.
"Ti ho portata a questa festa solo perché
volevo ballare con te. Con te soltanto"
"Eppure sembravi davvero molto
interessato a Lucy questa sera… non mi hai degnata di uno sguardo"
"Non è vero"
Ribatte guardandomi dritto negli occhi e stringendomi
i fianchi con entrambe le mani.
"Eri l’unica ragazza che non potevo fare
a meno di guardare"
Sospira.
"Lucy sarà anche molto carina ma non è
nulla in confronto a te. Tu sei… meravigliosa"
Sento come del timore nella sua voce nel
pronunciare quell’ultima frase, come se pensasse che io potessi davvero rifiutarlo.
"Mi piaci da morire Clare Elisabeth Smith, mi sei
sempre piaciuta"
Oh santo cielo, oh per tutti gli dei dell'Olimpo... ha appena detto ciò che penso abbia detto? Credo di star per svenire.
Ho uno sguardo davvero confuso, ma nonostante tutto sorrido lasciando che lui si avvicini alle mie
labbra.
"Mi piaci da morire anche tu Benedict
Timothy Carlton Cumberbatch"
Sorride prima di posare le sue labbra sulle mie.
"Ti ho mai accennato che adoro quando pronunci
il mio nome completo?"
"Una volta o due, sì"
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia senza
indugi, facendo aderire le sue morbide labbra alle mie, baciandomi appassionatamente.
Mi
aggrappo alle sue spalle per poter assaporare lentamente quei suoi baci, così
dolci e morbidi.
Sono in punta dei piedi, essendo Benedict più alto di me, ed i
nostri petti si incontrano, lasciandomi sentire il suo cuore battere forse anche
più veloce del mio.
Non ci posso ancora credere, mi sta baciando, Benedict mi
sta baciando e mi ha appena detto che gli sono sempre piaciuta.
Sembra un
sogno, un meraviglioso sogno dal quale non vorrei mai più risvegliarmi.
Le mie
mani scorrono tra i suoi capelli castani leggermente ondulati e finalmente le
nostre lingue si incontrano esplorandosi e intrecciandosi armoniosamente.
Lo
voglio sentire più vicino, così lo attiro verso di me esplorando la sua bocca e
mordendo le sue meravigliose labbra.
Lui fa altrettanto con le mie e siamo
costretti a buttarci sul prato per poter continuare la nostra esplorazione
reciproca.
Ora sono sopra di lui e le sue mani mi sfiorano e mi toccano,
delicate ma allo stesso tempo vogliose di avere di più.
Sono a cavalcioni sui
suoi fianchi ed entrambi abbiamo il respiro affannato.
Mi stacco un attimo da
lui per riprendere fiato, mentre Benedict, con un sorriso malizioso, si mette
sopra di me facendo aderire la mia schiena al prato umido. Mi lascia una scia
di baci partendo dalle mie labbra fino a scendere al mio collo ed arrivare
vicino alla mia scollatura.
Sospiro di piacere mentre le mie mani giocano con i
suoi capelli.
"Hai un profumo meraviglioso"
Sussurra a fior di labbra mentre ritorna,
facendo il percorso inverso, fino alla mia bocca, mordendomi il labbro
inferiore per poi succhiarlo avidamente.
Si stacca improvvisamente da me, guardandomi con un sorriso furbo stampato in volto.
"Quindi... bacio meglio io o quel ragazzetto moro con cui ballavi questa sera?"
Rido di gusto prendendogli il viso tra mani attirandolo nuovamente a me, sussurrando:
"I baci di quel ragazzo non sono nulla, nulla in confronto ai tuoi"
Mi sfugge un piccolo gemito di piacere
mentre le sue mani lavorano per slacciarmi i bottoncini del vestito.
Io intanto
mi cimento nel cercare di aprire i bottoni della sua camicia, ma sono
estremamente imbranata.
Dopo qualche tentativo fallito, finalmente riesco a
slacciarne quattro, ritornando sopra di lui e continuando a baciarlo
succhiandogli le labbra vogliosamente.
Le mie labbra passano dalle sue, alle sue
guance ed agli zigomi, per poi procedere lungo il suo collo e per finire,
dissemino una scia di baci umidi sul suo petto ansimando di piacere.
"Tu mi vuoi far impazzire"
Mi sussurra in mezzo ai gemiti. Mi fermo un
attimo, ancora ansimante.
"Credo che dovremmo concludere questo eccitante discorso in camera da letto, non pensa anche lei signor Cumberbatch?"
Sorride maliziosamente.
"Mi trovo perfettamente d’accordo con lei
signorina Smith"
THE END
Salve
a tutti! Eccoci finalmente arrivati alla fine di questo mio piccolo
delirio. Ho litigato non poco con html per riuscire a pubblicarla, non
siamo mai andati proprio d'accordo, ma oggi ha dato davvero il peggio
di sé. Vorrei rubarvi solo qualche istante per raccontarvi molto
brevemente come questa folle idea mi sia venuta in mente. Tutto è
partito da un sogno che ho fatto recentemente. Ci ho pensato molto su e
poi mi sono detta "perché no? è un'idea abbastanza strana per scriverci
sopra una fanfiction" e così eccoci qua. Spero che non vi abbia
annoiato o spaventato o disgustato olte misura. L' unica cosa che mi
sconvolge è il fatto che sia attualmente riuscita a completarla.
Solitamente infatti la maggior parte delle mie storie sono solamente un
mucchio di idee lasciate a metà e mai davvero finite. Credo di essere
stata illuminata da una luce divina mentre stavo scrivendo questa
fanfiction e di essere stata ispirata da qualche mistico essere che si
è divertito a farmi scrivere cose più o meno sensate. Vorrei
ringraziare tutti i coraggiosi lettori che sono riusciti ad arrivare
alla fine di questa sciocchezzuola. Probabilmente non potrete fare a
meno di pensare che io sia completamente fuori di testa per poter
sognare una cosa del genere... e forse non avreste tutti i torti. A mia
discolpa posso dire che la parte del bacio è stata aggiunta a
posteriori e che non era inclusa nel mio sogno. Beh...Che altro dire?
Vi ringrazio infinitamente di aver
letto. Spero che mi facciate sapere che cosa ne pensate! Le critiche
costruttive sono sempre benaccette. Alla prossima!
Angela Smith
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