Dovrei provare - Pansy
Pioggia.
Il cielo ulula, ed è come i tuoi occhi, tempesta.
Se poggio le dita su questo vetro posso sentire
quanto sia freddo, proprio come te. Freddo, liscio, senza imperfezioni.
E così...
falso.
Sei
un bugiardo.
No. Sei semplicemente troppo. Troppo per
me.
Sei la
mia illusione, che tanto credevo di poter
raggiungere,
non sapendo che a ogni passo avanti ne facevo uno
più indietro, più lontano da te.
Sei come quel cielo lassù, distante, anche se mi
sembra che potrei toccarlo con un
dito.
E'
come i tuoi occhi. Lasciano vedere solo in trasparenza, ma nessuno potrà
mai
raggiungere quello che c'è
dietro.
Una finestra che affaccia sul tuo mondo, ma che non
ha maniglie per aprirsi.
Se chiudo gli occhi posso ancora sentire il tuo
respiro caldo su di me, e rabbrividire,
quasi
fossi qui. La tua mano sulla mia nuca, che mi spinge verso di te.
Ed io
porto la mia sulla tua, e non c'è
niente.
Riapro gli occhi e sono
sola.
Qualcuno bussa alla porta- chissà, potresti essere
tu. Ancora
illusione.
Vado ad aprire e mi chiedo a chi possa venire in
mente di venire a cercare me, che non sono altro che "la ragazza di Draco". Una
ragazza che però non sa nulla del suo
fidanzato. Una ragazza che potrebbe essere qualsiasi altra, non
fa differenza.
Abbasso la maniglia, decisamente curiosa. Daphne?
Stava con Nott.
-Ciao-
Un ragazzo alto e moro, dai profondi occhi blu.
-Blaise? Che ci fai qui?- chiedo, e non penso a
dissimulare il mio stupore.
-Se sono venuto a bussare alla tua porta cosa credi
che ci faccia qui?-
Sbuffo e mi sposto dall'entrata, lasciandolo
passare.
-Cosa vuoi?- chiedo, l'espressione dura e
indifferente come sempre.
-Solo vedere come stai- risponde lui con semplicità,
e mi guarda con i suoi occhi blu
oceano.
-Bene-
rispondo.
Ma lui sa che non è
così.
-Smettila di fare sempre la dura, lo sai che con me
non attacca-
E la mia
maschera cade, come un velo, un foglio di carta appeso per un filo. Troppo
fragile.
Sospiro, sedendomi sul letto come un peso morto,
guardandomi le mani unite, per proteggermi dal freddo- quel freddo interiore che
non riuscirò mai a scaldare così.
Lui si avvicina, vedo le punte delle sue scarpe
ferme davanti a me. Poi sento il materasso affondare, e so che mi si è seduto
accanto.
-Lascialo perdere, Pansy. Smettila di struggerti per
lui. Lo sai che non ne vale la pena-
-Grazie, avevo giusto bisogno che me lo dicessi tu-
rispondo acida.
Lui tace.
Io mi porto un ciuffo liscio e corvino dietro
l'orecchio, continuando a tenere lo sguardo
basso.
-Hai ragione,
scusami-
Alzo gli occhi, guardandolo incredula. Mi
ha davvero chiesto scusa? Blaise
Zabini?
-Non devi scusarti. Non per una colpa che non hai-
dico, con un sorriso di scherno.
Mi autoconsidero patetica. Chi l'avrebbe mai detto che io, Pansy Parkinson,
sarei stata qui a piangermi addosso come una ridicola Grifondoro lagnosa?
-Ma posso aiutarti- dice lui, guardandomi con quei
profondi occhi blu.
-Non credo ci sia modo- rispondo io, rialzandomi, e
dirigendomi di nuovo davanti alla
finestra.
Guardo fuori, ed è più forte di me, questo cielo mi
ricorda troppo i tuoi di occhi. Mi
ricorda troppo te.
Lui mi
segue.
-C'è
invece-
-E sarebbe?-
Mi rendo
conto che la mia voce è fredda, atona, quasi avessi perso l'intera gamma di
tonalità espressive. Come un robot.
-Sarei io-
Sorrido appena, facendo
spallucce.
-Grazie Blaise, ma parlare non mi serve a nulla-
rispondo tornando a sedermi sul letto, tanto per allontanarmi dai tuoi occhi che
da lassù sembrano vedermi, e ridere di
me.
-Ci ho
già provato, ma non è vero quello che dicono. Non è vero che se tiro fuori
quello che sento sto meglio. Non è vero che dire le cose le rende più leggere.
Non è vero che escono fuori e non entrano
più-
E non
è vero. E' peggio.
Perché le mie di sensazioni non escono. Non escono
ma rientrano, sotto forma di parole, sotto forma di realtà, perché quello che
dico è quello che dentro me non voglio ammettere, coperto sotto uno strato di cieca illusione.
-Non devi parlare, devi solo ascoltare-
Blaise si
siede accanto a me e mi prende il mento con due dita, costringendomi a
guardarlo.
Io taccio, e lo guardo, e
aspetto.
-Pansy tu lo sai chi sei-
dice
-Lo
so- rispondo e se non fossi la Pansy che la mattina esce da questa stanza, per
andare a lezione, per girare per i corridoi ancheggiando e guardare tutti con
disprezzo, direi che questa conversazione è assurda. Assurda e patetica. Proprio
come quei discorsi da Grifondoro, dove anche senza parlare ti capisci, dove
basta uno sguardo per dire più di mille
parole.
Eppure sono qui, e se mi trovo in questa situazione,
con il cuore a pezzi e Blaise seduto accanto che cerca di consolarmi, vuol dire
che dopotutto non è così
assurdo.
-Io ti conosco. So com'è la vera Pansy. E non è
la ragazza arrogante e smorfiosa che va dietro a Draco e vive come se tutto
andasse bene. Come se tutto le fosse
dovuto-
Sorrido, all'immagine di quella ragazza così sicura,
così piena di sè che quasi quasi non riesco a riconoscere. E se ci ripenso mi fa
pure un po' ridere.
Vorrei che fosse sempre
così.
-E come sono allora?-
domando.
Lui mi guarda coi suoi occhi scuri ed io lascio
vagare i miei, neri come la pece, dentro a quel mare calmo e sereno, quel mare
che ti invita a tuffarti e tu sai che non devi avere paura, che non ti
tradirà.
-Ecco vedi, tu sei.. sensibile. Sei attenta, sei
abile-
-Abile?-
-Sì. Sei brava a renderti adeguata in qualsiasi
situazione. Sei forte, perché non lasci mai trasparire quello che sei. Ma sei
anche coraggiosa perché riesci a non perdere il tuo io
interiore-
-Non credo sia una buona cosa-
ribatto.
-Sì invece. Non devi mai perdere te stessa. Non
devi... diventare quello che vorresti essere. Non devi diventare la Pansy
fredda, cinica, superficiale e insensibile che fingi di
essere-
-Perché
no?-
-Perché tu non sei
così-
-Io
sono una persona stupida e patetica, che soffre per.. per amore- pronuncio l'ultima parola quasi con
disgusto.
Quella parola tanto dolce, ma che fa star
male come il peggiore degli insulti. Come un veleno alla fragola, che scivola lentamente
giù, deliziandoti il palato per poi ucciderti.
-Sono una persona schifosa, perché continua a farsi
del male, e non reagisce, e non sa come risolvere la situazione. Sono
debole-
-No. Sei forte
invece-
-Smettila- dico, gli angoli degli occhi che
cominciano a pizzicarmi.
-Smettila di dire cose che non pensi. Non voglio
essere compatita!-
Rimane in silenzio, io riabbasso lo sguardo e lotto
con tutte le mie forze per non permettere a quelle lacrime prepotenti di uscire
fuori.
E
sembra che più me lo impedisca e meno ci riesca. E più mi viene da
piangere.
Ancora una volta rinnego me
stessa.
Per quanto un pallone riesce a gonfiarsi senza
scoppiare?
Per quanto quel vaso riuscirà a trattenere
quell'unica goccia che lo lascerà
traboccare?
Rabbrividisco, e mi stringo il maglione attorno alle
braccia. Mi avvinghio ad esso, non avendo altra ancora di
salvezza.
-Hai freddo- dice, e inaspettatamente mi passa una
mano attorno alla vita.
Io mi
lascio abbracciare, e poggio la testa sulla sua spalla, godendo di quel calore
nuovo, calore umano, che da sola non riesco a
darmi.
-Sei forte- mi
dice.
-Sei
sensibile-
Tiro su col
naso.
-Sei
misteriosa-
-Misteriosa?-
-Sei incantevole. Sei un qualcosa che non si può
prevedere, che non si può conoscere a
fondo.
-Sei concreta. Sei
mutevole-
-Sono
debole-
-Sei
coraggiosa-
-Sono
stupida-
-Sei
intelligente-
-Sono sciocca, patetica,
ridicola-
-Sei normale, innamorata, sei te
stessa-
-Che
schifo-
-Per
niente-
Taccio.
-Anzi..-
Alzo la testa e lo spio da sotto la frangia. Lui
sorride.
-Sei bella Pansy-
dice.
-Sono quello che vuole Draco- rispondo
amaramente.
-Sei molto
bella-
Io
taccio. E non so più se mi stia consolando o qualcos'altro.
Lui
passa la mano sul mio volto, accarezzandomi la guancia, e segue la linea delle
mie sopracciglia con le dita.
Chiudo gli occhi, beandomi di quel tocco così
delicato.
-Secondo te Blaise, un ragazzo potrebbe mai
guardarmi e non vedere solo forme?-
-Certo. Io lo
faccio-
-Tu sei mio amico
Blaise-
-E
allora?-
-Sto parlando di un ragazzo..a cui potrei
piacere-
Lui non risponde, rimane in silenzio, e la sua mano
si ferma.
Attendo un po', pensando -sperando- che riprendi ad accarezzarmi, ma non
lo fa.
Riapro gli
occhi.
-Blaise?-
Lui mi guarda dall'alto e sembra che i suoi occhi,
sempre così calmi, si siano accesi di un qualcosa che non saprei
definire, perché non gliel'ho mai visto
prima.
-Blaise?- ripeto, e mi alzo a sedere, voltandomi a
guardarlo in faccia.
-Cosa
c'è?-
-Ti
sei fermato- dico.
In un primo momento sembra non capire.
Poi
sorride -Ti è
dispiaciuto?-
E io non so cosa rispondere. Era bello sentirsi accarezzare
così..
-Un
pochino- dico sorridendo, per sdrammatizzare.
-Ti
piaceva?-
Ci penso un
po'.
Non
rispondo.
-Non mi hai risposto-
dico.
Lui
alza un sopracciglio.
-Ti ho chiesto se secondo te potrei mai piacere ad
un ragazzo non solo per l'aspetto-
-Secondo me
sì-
-Allora perché fin'ora non è mai
successo?-
-E'
successo-
-No. Tutti quelli che mi cercano è solo perché
vogliono portarmi a letto-
Blaise non
risponde.
Un tuono.
Sobbalzo come un gatto impaurito, voltandomi di botto verso la finestra.
Lui sorride, inarcando un sopracciglio. E io penso
che così sia dannatamente simile a
Draco.
Simile, ma non uguale. Quando lo fai tu, Draco, non traspari la stessa simpatia, la
stessa voglia di giocare di lui. Quando lo fai tu non mi solletica il cuore, e
non mi sento più leggera.
-Hai paura?- mi
chiede.
-Certo che no-
rispondo.
Lui sorride ancora,
divertito.
-Guarda che è solo perché è stato improvviso!- dico
io e lui abbandona tutto il divertimento e si fa improvvisamente
serio.
-Saresti in grado di innamorarti di un altro
ragazzo?- mi chiede.
Lo guardo in silenzio, leggermente spiazzata da
quella domanda.
Se ne sarei capace? No. Sì. Forse. Chi può
dirlo.
-Dovrei
provare-
Annuisce.
-Ma non credo che avverrà
mai-
-Perché?-
Sospiro.
-Perché non
riesco più a fidarmi di nessuno. Sono stanca di stare sempre con
ragazzi che non vogliono altro che portarmi a letto. Sono stanca di
soffrire, e sono stanca di venire solo usata. Vorrei provare a stare
insieme a un ragazzo serio, che mi faccia sentire importante. Un
ragazzo a cui piaccio per come sono, un ragazzo che mi abbracci quando
sono triste e mi dica che sono bella, e forte, e...- mi blocco.
Lo
guardo. E improvvisamente mi rendo conto di qualcosa di cui
non mi ero mai resa conto.
Come ho
detto, è quando dici le cose a voce, tirandole fuori di te, che ti accorgi della
loro realtà.
E questa
è una verità che non avevo mai preso in considerazione fino al momento di dirla.
Seguono istanti di silenzio in cui accade proprio
come nei discorsi fra Grifondoro, dove
basta uno sguardo per dire più di mille parole.
Arrossisco, e subito dopo mi ricordo che Pansy
Parkinson non arrossisce mai. Lui mi guarda e tace e sembra volermi avvolgere
con quell'oceano immenso che sono i suoi
occhi.
-Un
ragazzo come te, per esempio- dico.
Lui si avvicina, e pianta i suoi occhi scuri nei miei facendoli
scorrere dall'uno all'altro, quasi ci stesse leggendo
dentro.
-E
se questo ragazzo lo avessi trovato?- mi chiede, la voce leggermente bassa.
Io
ricambio lo sguardo, incapace di togliere gli occhi dai
suoi.
-Mi
chiederei se un ragazzo così potrebbe mai volere una come me- rispondo.
-E
se questo ragazzo ti dicesse che non ti trova bella ma stupenda, e che vorrebbe
tanto fartelo capire?-
Rimango in silenzio, la bocca socchiusa, gli occhi
che si perdono sempre di più dentro ai
suoi.
Perché questa conversazione mi sembra stia
diventando così... diversa da qualunque altra avessimo mai avuto, io e
lui? Perché le sue parole mi parlano di un ragazzo
ipotetico e sconosciuto, e i suoi occhi sembrano volermi dare le risposte a
tutte queste domande?
-Blaise- dico, la voce ridotta a un
sussurro.
-Sssh-
Vedo il suo indice poggiarsi lievemente sulle
mie labbra. Dopodiché sento il suo respiro farsi più vicino, e il suo viso
sporgersi sul mio.
-Blaise- ripeto, e sento che il mio cuore comincia a
perdere il suo battito abituale, accelerando la
corsa -Che fai?-
-Hai detto che non sai se riusciresti ad innamorarti
di un altro. Hai detto che dovresti
provare-
Faccio per dire qualcosa, una qualunque cosa, anche se il mio cervello in
questo momento sembra non trovare nessuna risposta accettabile da
dargli.
Lui non lascia spazio al tempo, e in un secondo
annulla tutte le distanze fra noi.
E' un attimo. Il tocco
morbido della sua bocca, sulla mia, mi accarezza. Un brivido mi percorre la schiena e sento il
cuore compiere un balzo cominciando a correre come un leone impazzito. Possibile che io stia
baciando Blaise? Possibile che io mi senta in questo modo mentre bacio
Blaise?
Sento la sua lingua bagnarmi le labbra e un altro
brivido mi spinge a schiuderle. Si
sporge su di me, mi passa una mano dietro la schiena e mi spinge giù, facendomi
sdraiare sulla coperta verde del mio letto. La sua mano scivola lenta sul mio
fianco, alzando la maglietta con le dita. Sento
il tocco delle sue mani calde sulla pelle e comincio ad ardere come un fuoco.
In
quel momento si stacca, mi guarda per un attimo coi suoi profondi occhi blu,
e si alza.
Sento addosso un formicolio strano, che ho provato
solo le prime volte con Draco. E' la mancanza del suo contatto contro di me, della
sua bocca con la mia.
-Adesso hai provato-
dice.
Io
lo guardo in silenzio, dal basso, gli occhi fermi e dritti nei
suoi.
-Adesso dimmi di
no-
Taccio. La stanza attorno a noi è vuota e silenziosa.
La
pioggia fuori dalla finestra continua a battere, tic tac tic
tac.
Il cielo da fuori ci osserva, e sembra sinceramente
curioso di sapere cosa succederà
adesso.
Non mi importa che quel cielo sia così
simile ai tuoi occhi, ora. Adesso tu non centri.
Non è per te che il mio cuore
sta battendo, non è su te che mi sto facendo domande su
domande.
Mi guarda. Sembra avere tutto il tempo del mondo.
Lui ce
l'ha, ed io? Io che devo dare una risposta,
no.
Lui ha
il tempo ed io il bisogno di
possederlo.
Lentamente mi alzo, continuando a fissarlo negli
occhi.
Siamo di nuovo uno di fronte all'altra, a scrutarci
con sguardi carichi di attesa.
Ed è come una calamita, una strana attrazione che mi
attira alle sue labbra, una tensione elettrica insostenibile.
Lentamente mi sporgo in avanti, verso di lui. Mi
fermo appena un attimo, il tempo di dire
qualcosa.
Poi chiudo gli occhi e poso le mie labbra sulle sue,
il mio cuore nelle sue mani.
Salve
a tutti! Questa breve one-shot l'ho scritta tutta di getto,
interrompendo lo studio proprio quando la pioggia ha cominciato a
scendere in picchiata giù dal cielo, distogliendomi dal
greco e donandomi l'ispirandomi. Nulla di speciale, come avrete visto,
una Pansy/Blaise senza pretese, anche un po' banale, lo ammetto, che mi
è praticamente venuta da sola. Vi chiedo solo di lasciare una
piccola recensione, anche se la storia non vi è piaciuta,
basta che sia costruttiva.
Torno a
finire la versione! Un bacio <3 Vale.
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