La Solitudine

di Leo
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Guardo dall’alto, da un monte sperduto…

qui arrivano solo i più forti, i più coraggiosi…

…i più sfortunati…

…i derelitti della società, gli emarginati…

…gli scarti…

…gli inutili…

…chi è senza qualcosa…

…pochi…

…quasi tutti…

…chi è morto dentro…

Questo è il regno di chi è solo…

 

 

Un leone stanco…

 

Stava seduto su un divano, inondato dalla luce di un televisore. La casa vuota e silenziosa, se non per una voce allegramente incazzata. Una ragazzina, che qualche stanza più in là parlava al telefono strillando. Ma lui era impassibile, quasi abituato. La barba, tagliata troppo tempo fa, inondava il suo viso appeso, e le sue membra erano troppo stanche di quel silenzio rumoroso e di quel morbido divano. Si alzò sforzandosi leggermente, e i suoi occhialetti scivolarono lungo il naso. Se li aggiustò con calma, e afferrò il bastone con movimenti quieti ma decisi.

Il cappotto di stoffa pesante coprì il suo corpo ormai ricurvo e stanco, e lentamente si aggiustò il cappello.

Lo vidi uscire dalla porta che affacciava sulle dure pietre della strada, mentre la ragazzina ancora parlava con vigore. Richiuse la porta tirandola a sé, e lentamente si avviò sotto il freddo illuminato dai lampioni, sorridendo stancamente…

 

 

Penso che questa è stata dedicata oltre che ai vecchi in generale, anche ad una persona mia amica, che all’anagrafe è registrato come mio nonno…mi rattristo a pensarlo però…

Grazie a chi sta seguendo questo mio piccolo sfogo, queste cose già sentite e mai dette abbastanza…

Grazie.

 





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