Autore/trice: The
Angel Of Satana
Titolo fict: The
Normal (New) Life of Victoria
Personaggi: James,
Victoria,
Laurent
Couple: (facoltativa anche se presente)
James/Victoria
Rating: Giallo
Genere: Romantico,
Generale
Avvertimenti: One-shot,
lime
NA: (facoltativa)
Victoria
passeggiava per la foresta
che si snodava a pochi chilometri da casa sua. Le piaceva tanto stare
da sola,
immersa in quel verde, con gli animali che scappavano veloci al suo
passaggio
ma che non erano fastidiosi come i rumori della città. Lei
detestava la città.
Troppo caotica, intasata e inquinata. Non le piacevano le strade
grigie, gli
automobilisti stanchi e arrabbiati, le case tutte uguali. In quella
foresta,
niente era uguale a niente. Nemmeno il ragazzo biondo che adesso stava
pass…
Ragazzo biondo?
Victoria
lo guardò incredula.
Pensava di essere sola. Si diede della stupida: “Questa
foresta si estende per
chilometri e chilometri, non posso davvero sperare di essere la sola a
venirci.”
Osservando
meglio il ragazzo, notò
che aveva la pelle pallida, molto più della sua, il che non
era poco. Il corpo
tonico si muoveva senza fare il minimo rumore nella boscaglia. Se non
l’avesse
visto, non si sarebbe neanche accorta di lui. Quando
incontrò il suo sguardo,
lo sconosciuto sorrise.
-Ciao,
mi chiamo James.
La
sua voce, profonda e calma, la
conquistò: -Ciao, io sono Victoria.
-Vieni
spesso da questa parti… Victoria?-
Calcò la voce pronuciando il
suo nome.
-Oh
sì… Molto spesso. E tu?
Fece
un altro dei suoi sorrisi ammaliatori:-
Ogni volta che posso.
Victoria
si perse nei suoi occhi.
Profondi, scuri… Troppo scuri per un normale essere umano
e… leggermente rossi?
Decise, però, di non essere indiscreta e starsene zitta.
Avrebbe potuto avere
una qualche malattia che lei non conosceva.
-Come
mai vieni? Insomma, mi sembri
più un ragazzo di città.
-Le
apparenze ingannano. Io non sono
quello che tu credi. E anche se lo sapessi, non ci crederesti mai.
Detto
questo si voltò:-A presto… Victoria-
Di nuovo pronunciò il suo nome
come se fosse la parola più bella del mondo.
-Sì…
ci vediamo.
Ma
lui era già sparito.
“Che
tipo strano” pensò Victoria.
Senza sapere che quel tipo strano le avrebbe cambiato la vita. Per sempre.
@@@
Il
giorno dopo a scuola, Victoria pensava
all’affascinante sconosciuto che aveva incontrato nel bosco.
Quasi non sentì le
chiacchiere concitate delle sue amiche intorno. Si riscosse solo quando
una
gomitata nel fianco la raggiunse, facendole anche male.
-Ahio!
Ma sei matta?
-No!
Tu sei matta! C’è un biondino
da schianto che ti sta guardando e tu neanche te ne accorgi!
Victoria
si voltò e lo vide. Lì,
appoggiato ad un albero, c’era il ragazzo che aveva
incontrato il giorno prima,
James.
Abbozzò
un sorriso e gli corse
incontro. Non sapeva perché lo faceva, in fondo conosceva
solo il suo nome, ma
sentiva che era la cosa giusta. Si fermò a mezzo metro da
lui e tirò fuori uno
dei suoi sorrisi più belli.
-Ciao!
Come va?
-Bene,
grazie. Senti avevo pensato
se ti andava di prendere un gelato con me.
Victoria
sentì le guance
imporporarsi:-M-ma certo, grazie.
-Prego.
Andiamo.- Le passò un
braccio attorno alle spalle e si avviarono, sotto lo sguardo delle
amiche della
ragazza, a metà tra l’incredulo e
l’invidioso.
@@@
Quando
Victoria tornò a casa, salì
in camera senza neanche salutare e si buttò sul letto. Aveva
passato un
pomeriggio indimenticabile con quel ragazzo misterioso. Anche se lui
non aveva
mangiato niente. Alla sua domanda aveva risposto: “Sono a
dieta”. Eppure a lei
sembrava in ottima forma.
-Victoria,
non usa più salutare?-
Sua madre era apparsa sulla porta.
-Scusami,
mamma, ma sono tanto
stanca.
-Ci
credo, sei sempre in giro a
bighellonare con le tua amiche.
“Se
vedessi con chi sono andata a
bighellonare oggi non mi faresti più uscire di
casa” pensò ma naturalmente non
lo disse perché sua madre era una tipa piuttosto severa in
fatto di ragazzi.
Difatti, per lei la perfezione era raggiunta solo da ragazzi con la
camicia ben
stirata, i calzoni a posto e non “sotto il sedere, che
lasciano vedere tutto”,
i capelli con la riga ben dritta e ben educati. James era tutto il
contrario: i
capelli lunghi erano in una coda fatta alla bell’e meglio e
di scriminatura
neanche a parlarne, la camicia era tenuta semi-aperta con sopra il
giubbotto di
pelle e i jeans erano abbastanza stropicciati, e soprattutto non si
faceva
troppo spesso al barba. In poche parole, avrebbe fatto rizzare i
capelli a sua
madre.
-Fai
i compiti, vagabonda.
-Sì,
mamma.
Si
sedette alla scrivania e fissò il
legno. Non aveva lacuna voglia di fare i compiti e non li avrebbe
fatti. Tanto
si può sempre copiare.
Si
ridistese e chiuse gli occhi,
cercando di ricordare ogni dettaglio del pomeriggio passato.
@@@
James
passeggiava nella foresta e
rifletteva. Era uscito con quella ragazza dai capelli rossi, ed era
stato bene.
Non gli capitava da tempo di provare sensazioni simili. Anzi, non le
aveva mai
provate per una ragazza. E non credeva che adesso che era diventato
quello che
era ci riuscisse. Raggiunse una radura e si sedette contro un albero.
Pochi
secondi e sentì qualcuno avvicinarsi.
“E’
lontanto qualche chilomentro,
forse 2 e mezzo”
Sorrise,
compiaciuto della sua
bravura. Era un segugio, e i suoi sensi erano fuori dai canoni anche
per quelli
della sua specie. L’ intruso emerse dal folto. Quando James
lo vide, abbandonò
la posizione di guardia che aveva assunto.
-Ciao,
Laurent.
-James-
L’amico lo salutò con la sua
voce dall’accento strano, quasi francese.
-Dove
sei stato?
-A
caccia. Era qualche giorno che
non andavo, e mi sentivo affamato.
-Cosa
hai trovato?
-Solo
un povero vecchietto
innocente.
James
ghignò:-Vedo che non ti
smentisci mai.
Laurent
gli restituì il ghigno:-Non
ne ho voglia.
-Ho
incontrato una ragazza.
Laurent
lo guardò, curioso:- Ma
davvero? Pensavo avessi chiuso con loro da quando sei…
-Ma
lei è diversa. È simpatica e
mantiene il suo autocontrollo anche davanti a me. Non come quelle
smorfiose
tute ureltti e svilazzi che perforano i timpani che svengono appena le
guardo.
-Modesti
a parte…
James
fece qulacosa che somigliava
una sorriso.
-Hai
intenzione di trasformarla?
-Forse.
Non lo so.
Tra
loro era sempre così, un botta e
risposta praticamente senza fine, finchè uno dei due non si
stufava. E adesso
James era stufo, ma non di parlare con Laurent, ma di essere quello che
era. Stufo
di dover sempre rinunciare a tutto e a tutti, per paura di ferire.
James
era un vampiro.
@@@
Victoria
era al computer. Era
un’idea alquanto stupida, ma voleva vedere sei suoi dubbi
erano fondati.
Victoria
pensava che James fosse un
vamipro.
Digitò
“Vampiri” sulla schermata
principale di Google e ottenne una marea di risultati.
Cliccò sul primo e lesse
la descrizione. Le si fermò il fiato.
Stando
alle informazioni i vampiri
avevano la pelle diafana, gli occhi cambiavano colore a seconda
dell’umore e, cosa
più importante, non mangiavano né bevevano. I
suoi sospetti erano fondati:
James era un vampiro.
@@@
Lo
rincontrò il giorno dopo. Era
come sempre, ma adesso che sapeva la verità non riusciva
più a vederlo come
prima. Ogn volta che si avvicinava lo scostava, per paura che potesse
attaccarla. Se solo pensava che si era fatta abbracciare da
quell’individuo le
veniva da scappare.
-Posso
sapere cos’hai oggi?- James
stava per perdere la pazienza. Era la quinta volta che provava ad
abbracciarla
ed era la quinta che lei, puntualmente, lo allontanava.
-Tu…
-Io?
Victoria
gli si avvicinò con cautela
e gli sussurrò all’orecchio:- Tu sei un vampiro.
James
trasalì. Non credeva che
sarebbe riuscita a scoprirlo. La guardò negli occhi.
-Hai
paura?
Victoria
si perse in quei pozzi neri
e, all’improvviso, tutte le sue insicurezzes vanirono. Aveva
dibitato per
niente, James non voleva farle del male e non l’avrebbe fatto.
-No-
rispose sicura.
-Bene.
E
la baciò.
Così
senza preavviso, Victoria sentì
le labbra fredde di James sulle sue e, senza pensarci,
cominciò a rispondere al
bacio. Gli passò le braccia attorno al collo e lo strinse a
se. Il ragazzo
sembrò gradire quelle attenzioni e la abbracciò
alla vita. Rimasero così per
qualche secondo poi…
-VICTORIA!!!
Si
staccarono di scatto e si
voltarono verso la voce. Lì, in piedi davanti a loro, stava
la donna che
avrebbe fatto scappare anche il diavolo, che avrebbe spaventato il
vampiro più
coraggioso e imponente. La madre di Victoria.
-Mamma…
-Signora…
-Victoria!
Ora nemmeno più le tue
amiche ti bastano per andare a fare baldoria!! Adesso anche con
questo…-guardò
James con aria schifata-…questo…- Non
trovò per descrivere quello che per lei
era il ragazzo di sua figlia.
Victoria
la guardò implorante, le
braccia ancora allacciate al collo del vampiro:-Mamma, ti
prego…
-No,
Victoria!
La
donna prese la figlia per un
braccio e la trascinò via, fino a casa. Arrivate, Victoria
si voltò verso e le
urlò:
-MA
PERCHE’ NON TI FAI MAI GLI
AFFARI TUOI!?
-Non
rivolgerti a me con quel tono,
signorina.
-IO
INVECE PARLO COME MI PIARE E
PIACE A CHI MI PARE E PIACE! NON POSSO SEMPRE STARE SOTTO IL TUO
COMANDO!! LA
MIA VITA E’ MIA E DI NESSUN ALTRO E NE FACCIO QUELLO CHE
VOGLIO!!!
Detto
questo si voltò e scappò in
camera sua. Incredibile, lei, l’orogogliosa, dura e fredda
Victoria, stava
piangendo. Tutta colpa di sua madre. Per una volta, una sola volta,
poteva
scegliersi il ragazzo che le andava? James le piaceva nonostante tutto,
ma alla
signora Perfettini non andava bene perché non era uno di
quei damerini
impagliati che aveva cercato di propinarle tante volte.
@@@
Quella
notte la ragazza dai capelli
rossi sentì bussare alla finestra.
-Chi
potrà mai essere a quest’ora?
Scese
dal letto con gli occhi ancora
impastati dal sonno e aprì la finestra. Appollaiato sulla
ringhiera c’era
James.
-Cosa
ci fai tu qui? Se mia madre ti
vede ti ammazzza.
-Tua
madre non mi vedrà né sentirà.
Comunque sono venuto qui per portati via.
-Cosa?
-Ti
voglio portare con me.
Scappiamo.
Victoria
ci pensò su. Avrebbe
abbandonato le sue amiche, la scuola e qualunque cosa a cui fosse
legata, Però
scappava da sua madre, dalla sua prigionia e dalla quella
città che detestava
-Vengo
con te.
-Non
avevo dubbi. Vestiti.
20
minuti dopo erano in viaggio.
Victoria si era accomodatata sulla schiena del suo accompagnatore e
aveva
appoggiato il mento alla sua spalla. Qaundo la posò is
voltò e la fisso,
un’espressione seria in volto, che Victoria non gli aveva mai
visto.
-Adesso
ti devo chiedere una cosa. È
di vitale importanza per portarti con me che tu diventi come me. Sei
disposta a
fare questo sacrificio.
Victoria
si raggelò: le stava
proponendo di diventare una vampira. Morire per rinascere
un’altra e vivere per
sempre. Morire per stare insieme in eterno.
-Accetto.
James
la guardò stupito:-Così in
fretta?
-Non
abbiamo tempo. Io la mia
decisione l’ho fatta. Ora è il tuo turno: fammi
diventare come te.
James
le si avvicinò al collo. Lo
sfiorò delicatamente con il naso
e ci
appoggiò le labbra. Victoria chiuse gli occhi ma James si
ritirò.
-Non
posso farlo…
Victoria
lo afferrò per colletto
della giacca e lo constrinse a guardarla negli occhi:-Tu me
l’hai proposto.
Adesso lo fai. Io voglio rimanere con te.
James
ci riprovò. Aprì le labbra e
poggiò i canini acuminati sul collo morbido della giovane
e… affondò. Sentì il
corpo di Victoria contrarsi tra le sue braccia e sentì il
suo urlo di dolore.
La tenne ferma finchè gli spasmi non si furono calmati. Poi
la adagiò a terra e
aspettò. 10 minuti dopo Laurent arrivò tenendo
tra le braccia il coprpo di un
vecchio contandino del posto. James glielo strappò.
-Scusami,
amico.
-James
che fai?
-L’ho
trasformata. Lei viene con
noi.
-Ma
sei matto? Sei riuscito a
fermarti?
-Sì,
ce l’ho fatta.
Laurent
sorrise. Stavolta era
davvero innamorato.
Quando
la aragazza si riprese le
mise sotto il naso il contadino:-Tieni, mangia questo.
Victoria
sgranò gli occhi. Mangiare
quello? Ma era matto?
-Avanti…
Chiuse
gli occhi e affondò i suoi
nuovi canini nella carne del vecchio e succhiò. Si
stupì di se stessa: le piaceva.
Il
ragazzo nero si accucciò di
fronte a lei:-Piacere, io sono Laurent.
La
rossa gli tese la mano:-Victoria.
-Siamo
pronti?- la voce impaziente
del biondo li riscosse
Laurent
si esibì in un ghigno
esemplare:-Tranquillo, mica te la rubo.
-Non
fai ridere, Laurent.
Victoria
ridacchiò.
-A
quanto pare, alla tua amica sì.
James
grugnì.
Partirono.
Da quel giorno nessuno
seppe più niente di Victoria.
La
madre provò a cercarla, la
polizia provò a cercarla, ci provarono perfino le amiche, ma
niente e nessuno
sembrava potesse riuscire a far saltare fuori la rossa.
50
anni dopo
Victoria,
James e Laurent
scavalcarono il muro del cimitero. O per meglio dire, saltarono. Si
diressero
verso una tomba come tutte le altre.
Mary
White
E
sotto questa scritta un’altra, che
fece sorridere i vampiri, un sorriso cattivo e da presa in giro.
Victoria
White
L’avevano
data per morta, ma lei era
più viva che mai. Aveva fatto vedere a sua madre che era in
grado di gestirsi
da sola, di non morire. Mentre lei, povera comune mortale, era stata
raggiunta
dalla signora della Notte, e portata via.
-Ok,
ragazzi. Possiamo andare.
Ri-saltarono
quel muro, e
ritornarono a vivere liberi e, soprattutto, immortali.
Allora... Questa è la FF che ha
partecipato al contest "Victoria's Lat Breath" indetto da uchiha_girl.
Si è classificata sesta ed io non mi aspettavo niente di
meglio visto che è stata scritta in fretta e furia. Non ho
niente da rimproverare alla giudice, che ha fatto un ottimo lavoro. Non
è facile correggere tante storie, alcune davvero bellissime
(non la mia XD), e poi farne vincere una, a volte attirandosi l'ire
delle altre partecipanti. Ho avuto un'esperienza anch'io (o meglio una
mia amica) con questo tipo di problemi. Spero vi piaccia.
Baci dall'inferno
The Angel Of Satana
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