I used to think I was kind.

di Ninaly
(/viewuser.php?uid=647756)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Da un paio di giorni ormai la lotta contro i Dottori del Terrore si era conclusa e finalmente il Branco aveva qualche minuto per rilassarsi. O forse era solamente quello che credevano. In fondo comunque nessuno riusciva davvero a stare tranquillamente sdraiato al sole a godersi una bella giornata. Non da quando Stiles, dopo essersi allontanato pian piano dal gruppo, è scomparso allarmando tutti coloro che gli erano sempre stati vicini, o forse sempre non corrispondeva esattamente alla realtà. Quel pensiero ronzava nella mente di Scott dal giorno in cui aveva scoperto il doppio gioco di Theo e si era sentito la persona più crudele sulla faccia della terra, perché aveva dato ascolto alle sue parole mettendo da parte quelle di chi gli era stato accanto nei momenti di bisogno, di chi lo aveva addirittura fermato quando era sul punto suicidarsi. 
Come aveva potuto essere così stupido da lasciarsi ingannare così facilmente? E soprattutto perché aveva permesso a Stiles di allontanarsi? Perché non aveva fatto il primo passo per rimettere in piedi quell’amicizia? Non si era reso conto di quanto il suo migliore avesse bisogno di lui fino alla sua scomparsa, solo a quel punto si era accorto che tutto ciò che bastava fare per evitare che una cosa simile accadesse era parlargli.

≪Scott.≫ lo chiama ripetutamente qualcuno, fino a quando il ragazzo non alza lo sguardo e lo volge nella direzione dalla quale proveniva la voce, ed è allora che incontra gli occhi di Liam con i propri e legge la confusione in quelli del Beta. Dopodiché guarda gli altri suoi compagni e sbatte le ciglia scure un paio di volte quando nota che stanno tutti volgendo lo sguardo nella stessa direzione, visibilmente sconvolti e tesi. Gira quindi la testa in quella direzione e quasi smette di respirare. Come poteva essere possibile che lui fosse lì? Dopo tutto quel tempo non poteva riapparire come se niente fosse. Scuote la testa più volte, convinto si sarebbe svegliato a momenti nel proprio letto con il solo ricordo di quel momento, ed un vuoto nello stomaco che difficilmente sarebbe sparito. Quando però capisce che non si tratta di una visione deglutisce nervosamente e, senza nemmeno pensarci un secondo, si avvicina al ragazzo che nel frattempo aveva raggiungo il gruppo e si era fermato a pochi metri di distanza da loro con le braccia incrociate, un sorriso furbo dipinto sulle labbra sottili ed uno sguardo a dir poco inquietante.
≪Ci si rivede, Scott.≫ dice infine Stiles con voce bassa, l’odio provato dal ragazzo si poteva quasi percepire nell’aria che sembrava essersi improvvisamente raffreddata. Era tornato, ma di certo non per una rimpatriata.

Ecco come tutto ebbe inizio.. e fine..

 


 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3230875