La sala
d’attesa
dell’aeroporto era affollatissima: chi partiva, chi tornava,
chi fuggiva, chi
diceva addio…
Keira
sbuffò in fila
al check in, i documenti alla mano, lo sguardo fisso sul suo misero
bagaglio.
Era
così piccolo da
poter essere a mano. Inutile metterlo tra gli altri.
Si
registrò
velocemente e poi sfuggì alla folla, cercando un
viso…il suo viso…
Lo vide poco
lontano
dal check in, alle prese con una macchinetta delle merendine.
Le sue
labbra si
stirarono in un sorriso.
Non era mai
stato in
bravo con gli aggeggi babbani…chiedergli di mettere una
monetina e premere un
numero…apriti cielo!
Meglio dire
“Accio
merendina al cioccolato!”
Gli
s’avvicinò.
Sirius la
vide
arrivare e la sentì accanto a sé, ma non ebbe il
coraggio di girarsi.
Keira non lo
guardò.
Infilò
una monetina,
premette un tasto e gli porse il suo dolce preferito babbano: il Mars.
“Grazie.
Sai che
sono…”
“Una
frana con il
mondo babbano? Sì, lo so. Ti conosco.”
Tacquero.
Sirius la
guardò
sottecchi, rigirandosi tra le mani la merendina.
La vide
bellissima
nella tenue luce al neon, i capelli lunghi e castani sciolti sulle
spalle, una
frangetta ribelle sugli occhi blu.
Era
bellissima, era
perfetta, era sua.
Perché
doveva
separarsene?
Perché
doveva
lasciarla andare?
“E’
la soluzione
migliore.”disse, ancora.
Tentava di
auto-convincersi, più che convincere lei.
Keira
annuì, senza
guardarlo.
Sapeva che
se l’avesse
fatto non avrebbe più trovato il coraggio per salutarlo.
“Potrei
rimanere
qui…”esitò, tentò ancora.
Forse per la
milionesima volta in due settimane.
“No.
Non voglio che…”
“Si
tratta anche della
mia famiglia!”
Ora lei lo
guardò, fulminandolo
con lo sguardo.
Gli occhi
erano lucidi
di lacrime che lottavano per farsi avanti.
“Lo
so, Keira! Ma se
ti dovesse accadere qualcosa? No, io non lo permetterò!
Starai dai
tuoi
parenti in Svizzera.”
“Tu non lo permetti?
Tu? È la mia vita,
maledizione! So badare a me stessa. E quel
“qualcosa” potrebbe accadere anche a
te? Credi forse che sei intoccabile perché uomo?”
Sirius
sbuffò.
“Non
è una questione
di sessi e lo sai benissimo! Voglio solo proteggerti!”
Sirius le si
avvicinò
e le posò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi.
Era
più alto di lei di
quasi tutta la testa.
La strinse
piano a sé,
con dolcezza.
“Ti amo. Ti
amo. Ti amo. E voglio
tenerti con me per sempre. E l’unico modo che vedo
è quello di allontanarti.
Verrò,
ok? Ti verrò a
prendere.
Ma dobbiamo
avere
pazienza. Devo proteggere Lily, James ed il piccolo. Non posso
permettere che…”
S’interruppe.
Keira,
avvolta nelle
sue braccia, ebbe un piccolo singhiozzo.
Lily…James…Harry…se
fosse successo loro qualcosa…
Se Voldemort…
“E’…è…solo
un bambino!
Come si può pensare di fargli del male?"
Quella
maledetta
profezia!
Si strinse a
Sirius.
“Sirius,
non mi
lasciare. Ti prego. Non…”
“Devo.
E lo faccio
perché ti amo.”
“Ti
lascio perché ti
amo troppo?”rise lei, allontanandosi da lui, in modo da
incrociare i suoi occhi
grigio ghiaccio.
“Non
è un addio. Solo
un arrivederci. Non ti sto lasciando, né lo farei
mai.”
“Aereo
per Ginevra in
arrivo. I passeggeri sono pregati di avvicinarsi
all’imbarco”disse una voce
metallica all’altoparlante.
No!
Keira ebbe
un sussulto
e si gettò tra le braccia di Sirius.
Lei
così coraggiosa,
così Grifondoro, impulsiva, ardimentosa,
spigliata…ora aveva paura…
Paura di
perdere le
persone che amava.
Perché
in quel periodo
di terrore ed incertezze, aveva solo pochi punti di
riferimento…i suoi amici ed
il suo Sirius…
Ed ora lui
l’aveva
convinta a partire ed a rifugiarsi in Svizzera.
Sarebbe
stata al
sicuro, tra i babbani…lontano dal centro di
tutto…o almeno così sperava.
Era stata di
Sirius
questa folle idea.
E ci erano
volute due
settimane a convincerla che forse era la cosa migliore.
Ma cocciuto
com’era,
in ogni caso Sirius avrebbe trovato il modo di allontanarla.
In un modo o
nell’altro.
Ricordava le
litigate,
le sue folli idee, la minaccia di farle un incantesimo e costringerla a
partire
ed a stare lì…
E lei aveva
ceduto.
Era stata
costretta.
Anche se allontanarsi dalle persone che amava, per un tempo indefinito,
le
metteva addosso una forte ansia.
Un forte
terrore,
anzi.
Il
tempo…per quanto?
Per quanto tempo avrebbe dovuto stare lontana?
Giorni…settimane…mesi…
A quel
pensiero si
sentiva male e voleva fare marcia indietro.
Ma ormai
anche Lily,
James e Remus appoggiavano quell’idea.
E Lizzie era
stata
d’accordo.
Anche se un
po’ a
malincuore.
L’aveva
vista giusto
ieri.
E le mancava
un po’ la
storia che la sua amica aveva con Remus…
Ma era tutto
così
complicato, così difficile, era dura…
E la scelta
di Remus
di lasciarla…no, non la condivideva…ma la capiva,
sotto certi aspetti.
Erano tempi
duri per
le relazioni.
E Remus,
come Sirius
in un certo senso, aveva deciso di mettere le distanze. Per il meglio,
per
proteggere loro ragazze.
Anche se
Sirius non l’
avrebbe mai lasciata. Mai.
“Mi
mancherai così
tanto, tesoro!”
Lily
l’aveva stretta
forte forte a sé, quella mattina.
Keira era
sul punto di
singhiozzare per la millesima volta solo in quella mattina, ma si
trattenne.
Ricambiò
l’abbraccio forte.
“Anche tu. Piccolo,
vieni dalla zia
Keira!”
Prese tra le
braccia
il piccolo Harry, cullandolo dolcemente.
Era
bellissimo, come i
suoi splendidi genitori.
Gli occhioni
verdi
smeraldo spalancati, rise e le afferrò i capelli, come
faceva sempre.
Era ormai
uno sport
per lui tirarglieli…forse contava quanti gliene riusciva a
strappare…
“Ahia…Harry,
amore…piano…piano…ahi! James mi devi
pagare il parrucchiere. Tuo figlio mi sta
tirando tutti…ahia!”
Keira
allontanò Harry
da sé, ridendo, prima di averlo coccolato e sbaciucchiato
per bene.
James
allargò le
braccia e le fece segno di venire ad abbracciarlo.
Lei obbedì.
“Vorrei
rimanere.”sussurrò.
“Anche
noi lo
vorremmo. Ma se quest’idea ti mette al sicuro…ok.
Manderei
anche Lily e
rimarrei io a proteggere Harry.”
“Mai!”esclamò
Lily,
stringendo a sé il figlio, scuotendo i capelli rosso fuoco.
“Io
rimarrò qui. E lo
proteggeremo insieme.”affermò.
James
annuì, piano.
Poi fu il
turno di
Remus.
Keira
strinse al cuore
l’altro suo migliore amico.
“Abbi
cura di te. Mi
raccomando.”disse.
Remus le
accarezzò i
capelli.
“Sì,
sta tranquilla.
Pensa a te.”
Keira si
staccò da lui
e lo guardò.
Aveva
pesanti occhiaie
e capelli castani molto in disordine.
Era un
periodaccio per
tutti.
“Mi
raccomando. Non
mandare nessuna lettera. Non vogliamo che qualche Mangiamorte si
ricordi del
tuo legame con noi. Sarebbe un casino. Sta attenta
e prenditi cura
di te stessa.”
James le sorrise.
“Keira,
amore…dobbiamo andare. O
perderai l’aereo.”
Sirius le
fece segno
di andare e Keira s’allontanò dai suoi amici, con
la morte nel cuore.
“Andiamo,
non fare
quella faccia!
Ci
rivedremo!”fece
Lily, fingendosi allegra.
Ma anche lei
non
voleva salutare l’amica, non voleva separarsene.
Ma dovevano,
loro
tutti.
Era
l’unica che aveva
l’opportunità di fuggire e mettersi al sicuro.
Sperando che
i pochi
Mangiamorte che la conoscevano non la ricollegassero a loro…
“Quando? Quando
ci rivedremo?”fece
Keira.
Voleva una
data, una
speranza.
Un
“ci rivedremo” era
troppo evasivo…
“Prima
di Natale.”
“Di
quale anno?”
Tutti risero.
“Non esagerare.
Questo. Promesso. Ora
vai, altrimenti perderai l’aereo.”
Ed ora era
lì, stretta
tra le braccia di Sirius.
L’altoparlante
continuava
a chiamare.
L’aereo
stava per
atterrare.
Sirius
rovistò nella
tasca della giacca, improvvisamente agitato.
“Che
fai?”
Keira si
allontanò un
po’.
Lo vide
estrarre
qualcosa dalla tasca della giacca.
Era una
piccola
scatoletta.
“Ti
lascio una
promessa. So che questo non è il luogo più
adatto, ma non ce la faccio a lasciarti andare senza prima aver
ricevuto una
risposta.”
Il cuore di
Keira
accelerò i battiti.
Era quello
che
pensava.
E nel bel
mezzo della
sala d’attesa, circondato da centinaia di persone, Sirius
Black s’inginocchiò
ed aprì la scatoletta.
Al suo
interno,
adagiato su un morbido velluto blu notte, c’era un sottile
anello..anzi
no…erano due anelli sottili intrecciati tra loro
d’oro bianco ed incastonato
sulla cima un piccolo diamante.
Keira
boccheggiava.
Questa non
se
l’aspettava.
Il suo cuore
pompava
troppo sangue…le batteva così forte che sembrava
volesse uscirle dal petto.
“Keira
Sanderson…so
che non è il luogo, né il momento
adatto…ma giro da tre settimane con questo
anello nella tasca ed o te lo davo ora o…non so…
Avevo
preparato un
discorso perfetto…ma…bah, al diavolo! Ti prego di
accettare comunque…”
Era agitato,
teneramente agitato…
Keira lo
guardò con
dolcezza. Sirius Black, il ragazzo testardo, allegro, sfacciato e
coraggioso…ora era agitato ed in
difficoltà…e stava per farle una proposta di
matrimonio.
Al diavolo
il
discorso! Al diavolo il luogo! Al diavolo le molte persone che li
stavano
fissando!
Keira non
aveva occhi
che per Sirius…
Lo fissava,
adorante.
“Keira…mi
vuoi
sposare?”chiese lui.
“Certo
che lo
voglio!”esclamò lei, gettandogli le braccia
attorno al collo.
E dato che
lui era
inginocchiato, caddero entrambi sul pavimento della sala
d’attesa.
Arrossirono.
Keira lo
baciò,
ridendo contro le sue labbra.
Poi il riso
lasciò
spazio alla passione e si baciarono con intensità.
“I
passeggeri
dell’aereo sulla linea 3 in
partenza per Ginevra sono pregati d’affrettarsi
all’imbarco. L’aereo decollerà
tra poco.”
Sirius la
prese tra le
braccia e la fece alzare.
Le
infilò l’anello al
dito, con le mani tremanti.
Tremavano entrambi.
“Ti amo. Alla
follia. Non so cosa avrò
fatto nella mia vita precedente per meritare un angelo come
te.”le disse Sirius
e Keira arrossì ancora di più.
“Ti
lascio con una
promessa. Ti verrò a prendere un giorno, ti
porterò qui, a casa nostra e ti
sposerò il giorno stesso. Perché voglio passare
il resto della mia vita con
te.”
Sirius la
strinse al
cuore, sussurrandole queste parole all’orecchio.
Keira
scoppiò a
singhiozzare, forte, per l’emozione, per il
dolore…per tutta una serie
d’emozioni che si erano combinate.
“Ultima
chiamata per i
passeggeri dell’aereo per Ginevra…”
Sirius
l’allontanò da
sé, baciandola un’ultima volta sulle labbra con
dolcezza ed intensità.
“Vai.
Mi occuperò io
di tutto. Li proteggerò. E tornerò da
te.”
“Per
Natale al
massimo. Voglio un matrimonio di 25 dicembre, eh?”rise lei,
tra le lacrime,
prendendo la sua piccola borsa ed avviandosi all’imbarco,
camminando
all’indietro ed urtando varie persone, per poter guardarlo
ancora.
Non avrebbe
mai voluto
allontanare il suo sguardo dal suo.
“Certo
che sì!
Salutami tua zia Rose e tua nonna Betty. Mi adorano.”
“Lo so. Sei
il mio migliore fidanzato.”
“E
futuro marito! E tu
sarai mia moglie!”
Marito e moglie!
Quelle
parole li
colpirono entrambi.
Chi mai
avrebbe immaginato
che Sirius, il playboy di Hogwarts, si sarebbe sposato? Avrebbe fatto
una
promessa?
Che James
l’avrebbe
fatto?
La vita era
imprevedibile. Li aveva cambiato.
“Ti
amo, Sirius. Ti
amerò per sempre.”
Gli
soffiò un bacio
con la mano e Sirius fece finta di catturarlo e di posarselo sulle
labbra.
“Vai! Ti amo. Ti
amerò per sempre.”
Keira lo
guardò
un’ultima volta, fissando in mente tutto di lui, anche il suo
giubbino di
pelle, la sua felpa azzurra, i jeans e le scarpe da
ginnastica…
I capelli
neri che gli
andavano sugli occhi grigio ghiaccio ed il suo
sguardo…insieme amorevole ed
adorante e triste e dolente…
Keira si
voltò e
s’imbarcò.
E quando
arrivò
dall’altro lato e si voltò per vederlo,
s’accorse che era stato inghiottito
dalla folla.
Avrebbe
conservato la
sua visione ed il suo sguardo pieno d’amore.
Sfiorò
l’anello di
fidanzamento e la tempesta d’emozioni che sentiva,
s’intensificò.
Lily, James
ed Harry
sarebbero stati al sicuro. Avrebbero sistemato tutto.
Sarebbe
venuto a
prenderla.
Era la
scelta migliore.
Forse.
Affondò il viso tra i
morbidi capelli della donna che la
stava stringendo a sé.
Riconosceva il suo odore, il suo
profumo al gelsomino, il
suo abbraccio…
Le vennero le lacrime agli occhi e
per un momento le mancò
la terra da sotto i piedi.
Chiuse gli occhi, inondata da una
marea di ricordi…
Quella casa, James dietro di
lei…e Lily che la stava
stringendo.
Perché era lei.
Doveva essere lei.
Doveva essere la sua migliore amica.
Con il cuore in gola, temendo che
fosse tutto frutto di
un’allucinazione, s’allontanò,
staccandosi dall’abbraccio ed incontrando due
meravigliosi occhi verde smeraldo in un viso sorridente tra le lacrime.
I capelli rosso fuoco le
incorniciavano il viso e Lily
Potter sorrideva, piangendo, le mani posate sulle sue braccia, come se
volesse
trattenerla, tranquillizzarla, farle capire che non era un sogno, per
quanto
quella realtà fosse assurda.
“Keira…”
La voce di Lily le arrivò
da lontano.
“Stai bene?”
Stava bene?
No, non stava bene.
La verità che credeva
di aver compreso ora le stava sfuggendo.
Non poteva essere vero e non poteva
essere falso.
Che diavolo stava succedendo?
Sentì qualcuno
trascinarla, tirarla dolcemente per una mano.
Lily la prese per mano, conducendola
alla porta della casa.
Vide la porta, che aveva attraversato
tante volte, la casa,
circondata dal bellissimo giardino, le luci accese…
Un fiotto di nostalgia
l’invase. Una nostalgia dei bei
tempi, una nostalgia dolorosa.
Nostalgia di quando erano tutti
insieme, al sicuro e
Voldemort era solo un incubo lontanissimo da loro.
Varcò la soglia, sempre
condotta da Lily.
Si muoveva come in uno stato di
trance, contro la sua
volontà.
Il suo intelletto si era fermato, la
sua razionalità
sconfitta.
I morti non tornavano in vita, non ti
pizzicavano e non
t’abbracciavano…
Cosa diavolo stava succedendo?
Lily la condusse nel salotto.
E lì vide la persona che
più s’aspettava di vedere, che più voleva e non
voleva vedere.
Sirius Black si voltò
verso la porta quando essa venne
aperta.
Il cuore batteva violentemente e dava
segno di voler uscire
dal suo petto, i pensieri confusi, lo sguardo fisso sulla donna di
fronte a
lui.
La donna che più avrebbe
voluto avere accanto in tutta la
sua vita, la donna che aveva amato e che, nonostante i 18 anni che li
avevano
separati, continuava ad amare.
Era stata sua. Poteva esserlo ancora?
Potevano chiarire,
risolvere tutto?
Incrociò i suoi occhi blu,
vide il suo viso invecchiato,
forse, ma sempre bellissimo, incorniciato da capelli biondi che non le
appartenevano…
Keira posò lo sguardo su
colui che era stato l’uomo della
sua vita.
Prostrato, invecchiato, tormentato,
ma sempre bellissimo,
sempre meraviglioso, sempre suo…
O almeno lo era stato.
Lo era ancora? Poteva ancora esserlo?
E quando incrociò i suoi
occhi grigio ghiaccio le sue
emozioni ebbero la meglio.
Sentì le voci gridare,
qualcuno prenderla per un braccio, ma
non capì nulla…
Tutto intorno a lei iniziò
a vorticare e di colpo perse
coscienza di tempo e luogo.
E s’accasciò sul
pavimento.
“Mi aspettavo una reazione
del genere.”mormorò James.
“Nessuna persona normale riuscirebbe ad accettare una notizia
del genere. Non
bastavano le lacrime.”
“Disse il grande esperto di
psicologia.”fece Lily.
“Dov’è
Harry?”chiese.
“E’ andato da
Ron, Hermione e Ginny. Probabilmente dirà loro
cos’è successo.”
“Ed avremo la casa invasa
da Hermione e Ginny, fan di
Crystal Flower.”
Sirius taceva di fronte a questa
conversazione coniugale.
Inizialmente molto pallida, ora
sembrava stare meglio ed
aveva recuperato un po’ del suo colorito naturale.
Era seduto sul bordo del divano sul
quale Keira era stata
adagiata.
Emozione, panico, paura, amore,
affetto, dolcezza, sensi di
colpa…tutti quei sentimenti lo tormentavano…
La guardava con dolcezza e
preoccupazione e sensi di colpa.
Vederlo era stato il colpo di grazia
e si era sentita male.
Ed ora giaceva accanto a lui,
così vicina da poterla
sfiorare, eppure nel contempo così lontana.
Aveva sofferto e parte di questa
sofferenza era stata
provocata da lui.
Le aveva promesso, giurato di venirla
a prendere, di
risolvere la situazione…
Era bastata una notte per mandare al
diavolo promesse e
buoni propositi.
Era bastato un gesto a distruggere le
loro vite.
E tutt’ora stavano
rimettendo insieme i loro pezzi, tentando
di ricostruire ciò che avevano perso.
Con Keira sarebbe stato possibile?
O era troppo tardi per rimediare a
tutto ciò che era
successo?
Lily e James posarono lo sguardo sul
loro amico.
Fragile, sperduto, non
l’avevano mai visto così…distrutto.
S’alzarono lentamente ed
uscirono lasciandolo solo con
Keira.
Sirius aveva lo sguardo fisso su di
lei.
Sfiorava meccanicamente il dorso
della mano destra di Keira.
Ciocche bionde coprivano il viso
della ragazza.
Gliele scostò dal viso,
piano, per non svegliarla, ma Keira
sussultò leggermente, mormorando qualcosa nel sonno a voce
così bassa che
Sirius non riuscì ad udirla.
Rimasero così per un tempo
interminabile.
Poi Keira si mosse leggermente e
Sirius le lasciò andare
dalla mano.
La ragazza aprì lentamente
gli occhi, posandoli
inconsapevolmente su quelli di Sirius, di fronte a lei.
Sobbalzò e si
rizzò a sedere così rapidamente che le
girò la
testa.
“Keira!
Piano!
Ti prego! Sei svenuta… Calmati, fai con calma.
Stenditi.”
Sirius provò a posarle una
mano sulla spalla, ma Keira
s’allontanò da lui, stringendosi nella parte
finale del divano, il più lontano
possibile da lui.
Era terrorizzata, spaventata.
Un nodo alla gola le impediva di
parlare ed il suo unico
desiderio al momento era di sfogarsi, piangere.
Era confusa e vedere Sirius, quello
che era stato il suo Sirius, non
l’aiutava affatto.
Anzi la confondeva ancora di
più.
Sentiva il suo cuore battere
fortissimo, per una serie di
motivi.
Sirius la vide così
indifesa, così fragile e ciò gli
provocò
una forte stretta al cuore.
Sentiva la tensione creata tra loro
aumentare e diventare
insostenibile.
Parole non dette, promesse non
mantenute, dolore e
sofferenza.
“Keira…”
Keira aveva la nausea, le girava la
testa, ma si alzò
ugualmente, barcollando leggermente.
Voleva allontanarsi, fuggire, ma non
poteva.
Non poteva. Non ne sarebbe stata in
grado.
Sirius era lì, era reale,
era finzione…qualsiasi cosa, ma
era lì.
“C-cosa…cosa sta
succedendo?”mormorò, la voce tremante.
Sirius era ancora seduto sul divano.
Posò lo sguardo su di lei,
ma lo distolse lui.
Se avesse incrociato i suoi occhi,
non sarebbe stato capace
di continuare.
“So che ti può
sembrare assurdo, ma…”
Le raccontò tutto, della
battaglia e della sconfitta di
Voldemort, della loro morte e di loro resuscitati…
Keira taceva, tremante da capo a
piedi.
La nausea stava svanendo e la
confusione anche.
Era impossibile, era
follia…eppure era vero.
“Keira,
siamo vivi. Siamo qui. Devi credermi.”
Sirius si alzò e fece per
avvicinarsi a lei, ma Keira
s’allontanò.
“No.
Ti
prego. No.”
Rimasero immobili, per alcuni
istanti, l’uno di fronte
all’altro.
“Mi
dispiace,
Keira. Mi dispiace. Per quello che hai passato, per
ciò che è successo…”
Sirius tentò di spiegarle
la situazione.
“Ti
dispiace.”fece
lei e storse la bocca, come disgustata da quella parola.
“Non volevo che soffrissi,
non volevo metterti in pericolo…”
“E così mi hai
allontanata da voi. Per mettermi al sicuro,
eh?”
Quell’episodio le faceva
ancora male.
“Era la
scelta migliore.”
“Per
te?”
La voce di Keira era incrinata, era
sull’orlo delle lacrime.
“Per
te.
Per salvarti, per…”
“18 anni, Sirius! 18 anni,
credendo che tu fossi un
bastardo, un assassino che aveva tradito i suoi migliore amici,
condannandoli
alla morte, credendo che fossi un bugiardo…
Come pensi che mi sia sentita, quando
ho scoperto ciò che
era successo, quando ho visto i loro corpi,
quando non ti ho visto al loro funerale, quando ho letto che avevi
ucciso Minus
e quei babbani?
Non volevo credere a ciò
che dicevano, mi fidavo di te…ma ho
dovuto crederci. Sono
stata costretta a farlo…
18 anni trascorsi credendo ad una
menzogna ed ora James…James
mi ha detto la verità.
Doveva ritornare lui in vita per
saperlo? Perché…
Perché diavolo non mi hai
detto del cambiamento del piano?
Che aveva scelto Minus al tuo posto? Che era tutta una bugia
ciò che dicevano i
giornali? Che eri innocente?
Mi sono vista strappare tutta la mia
vita dalle mani,
passarla in un tritarifiuti e riconsegnare inutilizzabile. Ho perso in
un solo
colpo i miei due migliori amici e te, te Sirius…
Perché non mi hai detto
nulla? Perché non hai trovato il
modo per spiegarmi la situazione?
Per dirmi “fidati di me,
andrà tutto bene….”?”
Keira stava piangendo.
“Ed ora vengo trascinata
qui, rapita da James che credevo
morto e da Harry, mi viene sbattuta in faccia tutta una nuova
verità e mi
crollano di nuovo le certezze…”
“So
che…”
“Sai?
Cosa
sai? Sai cosa ho passato? Come mi sono sentita in tutti questi
anni?”
“Sono stato ad Azkaban,
Keira! Non dirmi che non so come ti
sia sentita! Ho sofferto anche io, maledizione! Credi che mi abbia
fatto
piacere vedere i loro corpi, stringere Harry per l’ultima
volta prima di andare
a cercare Minus? Essere creduto un assassino, anche da Harry?”
Keira taceva, le lacrime che le
rigavano le guance
ininterrottamente.
“Sapevi la
verità, sapevi cos’era
successo…”
“Keira, mi
dis…”
Sirius non riuscì a finire
la frase perché Keira gli mollò
un ceffone, forte.
Tutta la rabbia, tutto il dolore,
tutte le bugie cui era
stata costretta a credere, tutto si concentrò in quel
ceffone.
Sirius rimase immobile, stupito da
quel gesto.
Un’altra pausa di silenzio
pesante.
“Non hai idea di
come…di come…me l’avevi promesso, ok?
“Ti
lascio con una
promessa. Ti verrò a prendere un giorno, ti
porterò qui, a casa nostra e ti
sposerò il giorno stesso. Perché voglio passare
il resto della mia vita con
te.” L’hai detto tu.”
Ricordava quelle parole a memoria
perché i primi giorni
l’avevano cullata nella consapevolezza che sarebbe andato
tutto bene, che
sarebbe venuto a prenderla, che sarebbero stati felici…
Poi l’avevano tormentata,
dolorosamente, accompagnandola
negli anni passati lontano da lui…
“Me l’avevi
promesso!”
Era furiosa, era arrabbiata, voleva
solo stendersi in un
angolo e piangere tutte le lacrime che aveva…e che pensava
di aver terminato
molto prima di quella notte.
Fece per mollargli un altro ceffone,
ma Sirius fu più veloce.
Fu un gesto impulsivo afferrarle il
polso e bloccarlo.
Keira era stupita, non se
l’aspettava.
“Credi che abbia voluto
ferirti? Che abbia solo pensato di
farlo, Keira?”
“Dovevi farlo, dovevi
venire da me, dovevi tornare da me.
Non hai idea di come mi sia sentita senza di te, senza
sap…”
“Come se qualcuno ti avesse
strappato il cuore, passato in
un tritacarne e rimesso al posto?”mormorò lui.
Non l’aveva mai detto a
nessuno e pensava che mai l’avrebbe
fatto.
Si era sentito morire senza di
lei…
Anzi no. Non morire,
perché la morte portava serenità,
dolcezza…
Ciò che aveva passato era
peggiore. Aveva vissuto.
Aveva vissuto nel dolore, nel
rimorso, nel senso di colpo e
nella mancanza…
“Ti amavo, Keira. Avrei
dato la vita per te. Sarei morto per
te. Capisci l’importanza di tutto ciò?”
Keira non disse nulla.
“E credi che io non
t’amassi? Che abbia sofferto solo per
Lily e James? Se fossi stato accanto a me, forse…”
“Non ho potuto! Credi che
non l’abbia desiderato? Avrei
preferito trascorrere anche un solo giorno con te che anni ad
Azkaban.”
“Mi dispiace…mi
dispiace…”
“Ti amavo, Keira. Ti amavo
tantissimo. Volevo che fossi mia,
volevo averti per sempre con me, avere cura di te, amarti sempre sempre
sempre…”
Sirius le prese la mano, sfiorandole
il dorso con dolcezza
come aveva fatto quando era svenuta.
Erano vicinissimi, i loro occhi
annegavano in quelli
dell’altro.
Blu nel ghiaccio, ghiaccio nel blu.
I loro cuori battevano fortissimo,
all’unisono, come se
volessero sfuggire loro dal petto.
Sirius era più alto di
tutta la testa e Keira si sentiva
protetta, vicinissima a lui.
Era investita da emozioni
violentissime.
Sentiva il sangue affluirle alle
guance, le mani, una della
quali stretta in quella di Sirius, sudare…
Emozioni fortissime, affetto,
dolcezza…amore?
Era innamorata
di
lui? Era ancora innamorata di lui?
Lo amava ancora, dopo 18 anni?
Erano passati anni
e…l’amava?
L’aveva mai dimenticato?
Sirius si chinò su di lei
e lei alzò lo viso verso di lui,
guidata dall’istinto, dall’emozione…
Le loro labbra erano sul punto di
sfiorarsi…
Driin Driin Driin
La suoneria del cellulare la fece
sobbalzare e lei e Sirius
si staccarono.
“P-pronto?
Sì, sono io. Sì…”
Keira
s’allontanò da Sirius, liberando la mano dalla sua
stretta, mentre il suo cuore batteva ancora violentemente, lo stomaco
che
faceva le capriole.
“Sì,
Ethan,
sto bene. Sono da amici. Chi sono? Amici miei. I miei
migliori amici.
Sto bene, smettila di essere preoccupato. Sì, ok. no! Che auto. Torno a casa
da sola. Ci sentiamo. Sì, ciao.
Sì, anche io
ti…amo…ti amo anche io. Ciao.”
Keira chiuse la conversazione, lo
sguardo chino.
Ethan.
Si era completamente dimenticata di
lui.
Ethan.
Ecco uno dei suoi cambiamenti. Il suo
fidanzato.
Da 2 mesi. Il suo fidanzato.
Alzò lo sguardo su Sirius
e si sentì morire all’idea di
avere un fidanzato.
Era stata sul punto di baciare il suo
amore, il suo vero
amore, Sirius Black.
L’aveva mai dimenticato?
Aveva provato a farlo, a ricostruirsi
una vita. Incontrare Ethan
Williams l’aveva aiutata.
Professore, si era subito innamorato
di lei e forzando le
sue reticenze e le sue insicurezze era entrato nella sua vita.
Tutto troppo in fretta, come il suo
successo…
“Ethan?”chiese
Sirius.
Ethan. Già, lui.
“Sì.”
“Chi è
Ethan?”
“Ethan
è…”
Aveva mai dimenticato Sirius?
Ora era davanti a lei, bellissimo,
dolce e meraviglioso…
No, mai!
Si rese conto della follia di quel
pensiero.
Non l’aveva mai
dimenticato, non l’avrebbe mai fatto.
L’amava.
L’aveva
sempre amato. L’avrebbe sempre amato.
Ma la situazione era andata avanti.
Era andata crudelmente avanti.
E li aveva abbandonati.
“…il mio
ragazzo.”
Sirius rimase impietrito di fronte a
quella rivelazione.
Il suo ragazzo?
Fu come se qualcuno
l’avesse picchiato, peggiore dello
schiaffo di Keira, del suo dolore…
Fu qualcosa di più.
Fu quella frase che gli fece crollare
tutto.
“L-la situazione
è cambiata…Mi dispiace.”
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