Danni Irreversibili
Questa fanfiction è
un assemblamento organico di vari pensieri che ho avuto nei riguardi
della MiSawa, parole che reputo un giorno dovranno dirsi, e da queste
frasi si è formata un'idea comune che ho voluto proiettare in un futuro
ancora lontano per entrambi, un futuro dove un lutto (assolutamente non
spoiler, ma di pura fantasia!) può essere il punto di partenza per
qualcosa di nuovo.
Spero gradirete la lettura e se vi avrà lasciato
qualcosa (o vorrete fare qualche critica) spero lo farete sapere con un
commento. Grazie.
Kazuya
ha sempre amato suo padre, anche se l'ha ferito nel aver dato sempre
la priorità al lavoro, Kazuya l'ha perdonato dal primo giorno che ha
iniziato ad ignorarlo. Quello del padre non era odio, era
l'amore che non c'era più a faceva male - lo giustificava -, era una
moglie che non esisteva più in nessun luogo ad averlo distrutto.
Quella donna era anche la mamma di Kazuya, ma suo padre aveva
deciso che contava solo il proprio dolore, che suo figlio poteva
sopravvivere all'assenza di una madre, ma lui no, doveva donare se
stesso alla fatica, al lavoro, al guadagno, per poter sopravvivere e
questo a discapito di Kazuya... a lui avrebbe dato il suo ricavato,
da usare come preferiva, per il suo futuro, per essere uno
importante, uno con un lavoro da sogno, per viziarsi, vivere di
piacere, vivere al di fuori di mura fredde che non avevano più nulla
da donare.
Kazuya questo lo aveva capito e mai aveva smesso di
amare suo padre, l'aveva amato ogni giorno, ma ora non c'era
più neanche lui; il lavoro aveva richiesto più della sua
fronte sudata e al giovane Miyuki non rimanevano che rimpianti e
voglia di far nulla.
"L'amore ho sempre creduto fosse una
cosa difficile, complicata da gestire, impegnativa. Mi spaventa".
Lo confessa ora che il corpo di Eijun lo stringe, lo tiene
stretto in un abbraccio, come fosse lui il suo senpai, come lui fosse
un po' madre e un po' padre, generato dalla stessa carne, dallo stesso sangue.
L'amore ha molti volti ed Eijun
vorrebbe indossarli tutti per Kazuya, solo per Kazuya.
"Non
è la fatica né l'impegno a farmi paura, è come può ridurre, per
come può riempirti".
Non guarda Eijun, non è lui ora il
lanciatore, è lui a tenerlo, senza parole perché rovinerebbero
tutto, perché Kazuya non ne ha bisogno, è lui che deve parlare, è
lui che davanti al suo sguardo lucido e perso vede la schiena di suo
padre piegato sul lavoro. Avrebbe voluto abbracciarlo, avrebbe voluto
tante volte scuoterlo e dirgli di non ignorarlo, di non ignorare un
buon pasto e un bagno caldo, perché non esiste solo il lavoro, solo
la fatica, le fronti non sono fatte solo per esser imperlate di
sudore, possono riposare su un altra fronte e guardare negli occhi
chi si ama. Non avrebbe più potuto poggiare la
fronte su quella di su padre... si rese conto con questo pensiero di
esser rimasto orfano, ma non pianse, perché non aveva lacrime da
versare, solo un buco nero in mezzo al petto ed immagini sbiadite
davanti agli occhi di scene mai state felici. Era mortificato, come
dell'odore di sesso che si respirava in quella camera e che faceva di
lui un senpai terribile, Eijun non poteva certo essere felice di
quello sporco, di quell'odore, della sua debolezza e di parole
vaneggianti.
"Scusa", mormora liberandosi dall'affetto
di Sawamura, lontano dai suoi occhi di miele e il corpo caldo.
"Non
devi chiedere scusa se sei triste, non c'è nulla di male nell'essere
vulnerabili".
Kazuya cerca gli occhiali, ne sente il
bisogno, come per essere accettabile, come se l'etichetta di quel
appartamento pretendesse una maschera.
Eijun lo osserva triste,
vorrebbe solo donargli affetto, soffocarlo di attenzioni fino a che
il suo lutto non diventi accettabile.
Eijun non lo dice, evita di
pensarci, ma ha paura: Miyuki-senpai è sul punto di scappare, di
nuovo, perché nonostante i suoi venti anni suonati non ha imparato
molto, la soluzione più comoda per lui resta fuggire, persino da
Eijun, soprattutto da Eijun, perché è colui che senza pensarci
troppo gli ha detto ti amo e Kazuya si è limitato ad accettare
quella dichiarazione senza rispondere se non baciandolo; lui ha
troppa sfiducia nelle parole per poterle esternare.
Un movimento
del letto conferma i timori di Eijun, Kazuya sta per rivestirsi e
tornare alla sua vita grigia ed infelice nel proprio appartamento, in
un attimo di panico così lo afferra per il polso e lo fa cadere sul
letto, sovrastandolo, fermandolo, guardandolo negli occhi.
E' la
prima volta che Eijun lo guarda da quella posizione, si sente un po'
morire dall'imbarazzo, senza parole, con la gola secca, nervoso ed
eccitato.
"Sawamura, devo andare".
Fa male quando
lo chiama per nome, quando lo guarda senza vederlo, mentre lui è
proprio lì e vorrebbe imprigionarlo per impedirgli la
solitudine.
Eijun non è un maestro del linguaggio, ma deve
muovere quella lingua per produrre suoni, parole, mettendo da parte
il desiderio che ha di usarla solo per baciarlo.
"Io voglio
tutto di te, Miyuki Kazuya".
Arrossisce delle sue stesse parole,
perché mai è stato così chiaro delle sue intenzioni, mai si sono
parlati di quello che provano; baciarsi, toccarsi, fare sesso,
abbracciarsi e dormire nello stesso letto sono stati sempre così
naturali che non c'è mai stato bisogno di parole. Ma ora è diverso,
ora Eijun ha paura che se non grida quello che desidera - e che un
po' pretende - da lui, Miyuki potrebbe andare lontano, in un posto in
cui Eijun non potrebbe raggiungerlo. Il pensiero di una tale
possibilità gli fa rabbia: "sei perfido, hai il sadismo di
una kitsune e sei bugiardo come un tanuki, giochi colpi bassi e fai
sentire a disagio con la tua malizia, ma quando tocca a te affrontare
qualcosa ridi, fai una battuta e fuggi. Hai proprio una faccia da
schiaffi..." ma la rabbia muta in un tono calmo, deciso, ma
caratterizzato da note di dolcezza di cui Eijun stesso si stupisce.
Una sensazione piacevole come fiori al vento nel suo stomaco lo
rilassa, mescola eccitazione al semplice star bene, gli colora le
guance e le distende per un timido sorriso prima che pronunci quelle
parole che hanno il peso della sua vita.
"...eppure sei
tutto quello che voglio".
Un lieve tremore scuote Kazuya,
mentre negli occhi si accende stupore che rivela non solo la
sorpresa, ma anche il terrore per quello che sta accadendo. Vorrebbe
scappare ancor più di prima, ma il suono della voce di Eijun lo
paralizza e il calore delle mani contro i suoi palmi lo
confonde.
"Non è una questione di baseball, tutto è
iniziato con quello sì, ma giocando ti ho conosciuto, ti ho scoperto
un po' alla volta e ho trovato molto più di quanto io immaginassi,
tu... sei molto più di quello che credi. Lo so che nonostante la tua
arroganza sei insicuro e non sai darti valore, perché hai affrontato
sfide difficili nella vita ed anche perché sei complicato, ma sei il
tipo di complicazione che voglio nella vita!".
C'è un
allegria delirante nel suo tono, in armonia con quello che prova
dentro, un temporale di farfalle o qualcosa del genere. Intenso e
irradiante esorcizza quei fantasmi che coprono la vista a Miyuki. Ora
lo guarda, lo guarda veramente: è un essere di luce ai suoi
occhi.
La miopia di Kazuya è imbarazzantemente profonda, ma gli
da modo di vedere forme curiose; la luce che filtra dai fori delle
serrande ha generato un bel effetto sulla parete di lato che la sua
vista sfocata vede come una lastra stellata, l'ha sempre notato ogni
mattina quando si svegliava in quel letto, ogni mattina che lo
portava a fuggire senza una parola; quella parete stellata lo
inquietava, gli provocava ansia, era bella e ne era rapito, ma
proprio per questo era come una ragnatela ed Eijun era il ragno che
poteva svegliarsi da un momento all'altro e divorarlo.
Il momento
è arrivato, le parole sono state pronunciate e sono affondate nella
sua carne, con tenerezza, ma lasceranno il segno per sempre e, se non
scappa da Eijun, in futuro diventeranno cicatrici e per istinto di
sopravvivenza lui si difenderà meglio, lo farà a pezzi,
lo ferirà mortalmente, perché quello è capace di fare con le
cose che ama.
Si divincola con forza e si libera da Eijun
che, sorpreso, cerca di fermarlo facendolo rimanere seduto sulla
sponda del letto, imponendosi davanti a lui con un balzo,
incorniciando con le mani il bel volto di Miyuki-senpai che non
doveva sottrarsi al suo sguardo, all'unica verità di quella
disperazione: "per una volta non scappare, smettila di avere
paura, perché hai trovato lo stupido capace di sorride solo... solo
perché esisti".
Ogni cosa si illumina, ma è un colpo
d'ascia dritto al cuore peer Kazuya. Fa male, ma non è il tipo di
dolore che ammette gemiti. Si perde nella dolce vitalità degli occhi
di Eijun; ricordano le stelle, ricorda il sole, bruciano di quel
sentimento che a lui fa solo male.
Eijun è splendente, ma è
troppo per lui.
"Io... non valgo il peso delle tue parole.
Davvero non..."
"Porca miseria, Miyuki Kazuya, se
permetti lo decido io cosa vali per me!"
Urla talmente forte che
l'adrenalina lo porta ad agitarsi, a muoversi e a cadere
maldestramente sopra il suo amato senpai, ma con nessun risultato da
cliché sexy, solo una dolorosa testata per entrambi che fa rotolare
Eijun al fianco di Kazuya che non sa essere più confuso per la
testata o le parole urlate.
Kazuya si prende del tempo, per
respirare, per assicurarsi che è ancora vivo, che il mondo non sia
crollato.
Se permetti... non voglio permettertelo. Ma
Eijun è così rumoroso che lo disterae da quei pensieri e lo spinge
a girarsi, Kazuya lo guarda massaggiarsi la fronte mentre si lamenta
come un moccioso per il dolore. Sorride, perché Eijun è sempre
capace di farlo sorridere in ogni circostanza.
Perché
hai trovato lo stupido capace di sorride solo... solo perché
esisti
Basta
un frammento di memoria che Kazuya non può che essere preoccupato
per la botta presa.
Si avvicina ad Eijun e gli bacia la
fronte, rimanendo qualche secondo più del dovuto, secondi che fanno
la differenza, che fanno tacere Eijun. Tocca poi con la sua
fronte dolorante l'altra, lasciandola riposare.
"Andrà
tutto bene ora", sussurra Kazuya rimanendo immobile, al fianco
dell'altro.
Eijun è uno stupido, ma stavolta riesce a leggere
tra le righe e dimentica il suo dolore, limitandosi a prendere
la mano del suo catcher preferito che ancora una volta è lui ad afferrare.
Kazuys Miyuki è preoccupato - pensa mentre intreccia le sue dita
con quelle di Eijun -, una testata simile potrebbe avergli causato un
danno irriversibile, potrebbe esser diventato irrimediabilmente
stupido, ma se è così, a questo punto, non vuole neanche si tenti
di curarlo, Eijun si prenderà tutta la responsabilità.
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