Te, che me lacrimoso e disperato

di AndreaFlori97
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Te, che me lacrimaso e disperato,

Dolce accogliesti in grembo materno,

Vo ringraziando e benedicendo grato.

Mi fosti vicino quanto l'amato quaderno

 

Che fu bensì più alla poesia portato

Ma mai quanto te poté me indarno

Alla vita portare a nuovo sfarzo, lodato

Quasi come L'Olimpio d'alloro adorno.

 

Portavoce di pace e di tempesta

Colui che accoglie l'amore

E onde la vita nasce fatata o funesta

 

Ancora ti prego, Orfeo, di sopportare

La povera mia anima mesta

E di accogliermi sul tuo santo altare.





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