dracosolecat
Fulsere vere candidi tibi soles
"Basta
con la
pazzia, sventurato Catullo.
E ciò che vedi morto,
impara che è perduto.
Ci sono stati giorni
splendidi, nel sole.
E andavi dove lei ti
conduceva,
l'amata come non sarà
nessuna,
e avvenivano cose
deliziose
che tu volevi e lei
non disvoleva.
Davvero giorni
splendidi nel sole.
Ora non vuole più.
Dunque anche tu
non volere. Non
inseguire ciò che fugge,
o uomo senza freno,
non vivere infelice.
Sii ostinato,
Catullo, sii deciso.
Addio ragazza.
Catullo è deciso,
se non vuoi non ti
cerca, non ti chiede.
Però ne soffrirai, se
non ti cercano.
Sventurata, che vita
ti rimane!
Verrà qualcuno? Ti
vedranno ancora bella?
Sarai amata? A chi
dirai 'sono sua'?
Chi bacerai? A chi
morderai le labbra amate?
Catullo, sii
ostinato, sii deciso"
Dal
mio tavolo, posso
comodamente osservare il viavai di passanti nella trafficata Diagon
Alley,
velati da una tranquilla tonalità ocra, come in un vecchio
film muto.
Dovrebbero davvero dare una pulita alle finestre di questa bettola. Ma
il caffè
è buono sulle mie labbra, e le spesse mura addolciscono i
rumori della città;
tutto sommato, un buon posto per allontanarsi da lei.
Se
non fosse che lei
svolazza tra un negozio e l'altro, ridendo e scherzando col facchino
(me ne
occuperò dopo l'espresso), evitando elegantemente bambini in
bicicletta,
vecchiette a passeggio, uomini d'affari affaccendati. E se non fosse
che da tre
caffè, un tè e due cornetti non posso fare a meno
di fissarla, mentre sorride
sotto il sole.
Se
penso che questo
stesso sole, traditore, illuminava le nostre giornate, due amanti sotto
i suoi
raggi, sorrisi che si sfioravano sulla pelle, che si fondevano sotto il
suo
dolce calore, e braccia, gambe, sospiri, leggeri baci, parole
sussurrate e
presto portate via dal vento...
Davvero
giorni
splendidi, nel sole. E sotto la pioggia, e la neve, e il vento, e la
nebbia, e
la luna e le stelle.
Giorni che sono
fuggiti ed ora scomparsi, nel fluido scorrere del tempo. Seppelliti.
Dimenticati.
E'
finita. Me ne farò
una ragione. Amen. Adios. Arrivederci. Addio.
Non
aspettarti che
venga ad implorarti, non aspettami alla tua finestra ogni notte,
cantando
serenate; non credere di poter udire il battere dei miei colpi alla tua
fredda
porta; non alzare la cornetta del tuo telefono immaginando di ascoltare
la mia
voce; non guardare il fuoco ingannandoti di poter scorgere la mia
immagine. Non
soccomberò ai tuoi capricci.
Sei
contenta, ora?
Chi amerai, chi abbraccerai, chi bacerai, dolcemente e ferocemente,
mordendogli
voracemente il labbro? Chi ti adorerà, chi ti
venererà, chi ti amerà più di
quanto io non faccia?
Sorridi
maliziosamente al commesso della gelateria; ti piace. Posso leggertelo
negli
occhi vogliosi. So anche che lo getterai via, subito dopo. Per quanto
tu possa
sentirtene attratta, non è il tuo tipo, e anche tu lo
sai.
Ma
io sono risoluto.
Non ti chiederò di riaccettarmi tra le tua braccia (e nel
tuo letto). Io sono
risoluto.
Entri
nell'ennesima
boutique, ed io ordino un altro cappuccino. Un altro ancora.
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