Se fossimo stelle

di valeriagargiullo
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Prologo
 
Erano in diciassette. Li avevo contati tutti. Erano diciassette persone e mi stavano fissando, ognuna di loro teneva in mano un bloc notes e una penna.
Aspettavano me, aspettavano il mio racconto. Mi dava fastidio. Mi dava fastidio raccontare di Harry a loro, loro, dei completi estranei che volevano sapere cosa io e lui avevamo vissuto, quello che c’eravamo detti, gli sbagli che avevamo commesso, le pazzie fatte insieme, le notti a contare le stelle.
E l’amore, quell’amore genuino che è assorbito dalla pelle e trapassa la carne, giungendo poi le ossa quando non ha altro da prendere. Quell’amore che consuma fino all’ultimo respiro. Quell’amore che aveva consumato anche me, fino a ridurmi più spirito che corpo.
Loro volevano questo.
Niall mi afferrò la mano e annuì.
Anche lui era d’accordo con loro.
Niall, ti odio, fu il mio pensiero, prima di deglutire e avvicinare le labbra al microfono.
—Ehm, siamo pronti per cominciare, se volete — dissi in un flebile sussurro. Nella sala, le diciassette persone e Niall trattennero il fiato.
Un flash scattò. Non avevo fatto caso ai fotografi. Ora erano diciotto persone, più Niall. Forse c’era qualcun altro, ma i fari puntati contro di me riducevano di una bella percentuale i miei sensi visivi.
I giornalisti continuavano a guardarmi. Sapevo cosa volevano, ma non gliel’avrei dato subito. Avevo accettato quell’incontro, ma se non ce l’avessi fatta, se fosse stato troppo, ero libera di alzarmi e andarmene a casa.
Nel silenzio generale, qualcuno si alzò. Era un uomo basso e tarchiato, vestito in un completo grigio che non gli donava affatto. Se Harry fosse stato qui, l’avrebbe preso in giro fino alla mattina successiva.
— Salve Beatrice Capaldi, intanto la ringrazio per questo comunicato a cui ha accettato di…
— Ha sbagliato — dissi con una punta di freddezza.
— Ho… sbagliato? — tentennò l’uomo, passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore.
— Il mio cognome è Styles — spiegai stringendo le labbra. — Beatrice Styles.
— Giusto, ha ragione, mi scusi… — disse l’uomo, guardandosi attorno, cercando un piccolo aiuto, che non giunse da nessuna parte. — Ehm…
— Cosa vuole domandarmi? — chiesi allora.
— Ah, giusto — riprese l’uomo, sollevato di tornare al suo bloc notes. — Il mondo è in confusione per quello che è successo, signora Styles. Ci sono alcuni testimoni oculari che remano contro di lei, altri — l’uomo guardò per un attimo Niall — altri che affermano la sua innocenza nella questione. In giro ci sono tante voci. Noi vogliamo sapere, signora Styles… vogliamo sapere la vera storia. Louis Tomlinson continua a negarcela.
Rabbrividii sulla sedia. Nessuno se ne accorse.
— Vogliamo sapere la sua storia con Harry Styles — concluse l’uomo e si sedette al suo posto.
— Quindi volete conoscere il mio mondo, le mie stelle, il mio completo universo — decretai, guardando quegli occhi affamati e ingordi.
Pensai agli occhi di Harry, completamente diversi da quelli che mi rimandavano l’occhiata. Era proprio vero che quando vuoi qualcosa, non la puoi avere. Quanto avrei dato che in uno di quegli sguardi, ci fosse il suo.
— D’accordo, allora — dissi, schiarendomi la voce. — Complimenti signori e signore, avrete quello per cui siete venuti fin qui.
E iniziai a narrar loro il giorno più bello della mia vita. 





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Ciao a tutti!
Spero che questo prologo vi piaccia, spero che la storia vi entusiasmi come lo faccia con me! Non dimenticate di commentare e di criticare tutto quello che potete criticare, in fondo io sono qui anche per voi.
Un grande abbraccio,
Valeria




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