Tic Tac

di Alsha
(/viewuser.php?uid=640418)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


{Nota: le frasi a destra sono tratte da “L’anello di Salomone”; rispettivamente, le prime due sono dette da Uraziel, l’ultima da Bartimeus}
 




La mia libertà verrà con il tempo.
 

Si, ma quanto tempo?

Quanto ne è passato da quando Salomone se n’è andato? Anni, secoli o millenni?

E tu, stupido, ancora qui ad attendere che qualcosa accada. Ti sgretoli pian piano, attendendo, con l’Altro Luogo che tira da un lato e la forza spaventosa dell’Anello che ti trattiene dall’altro, sperando quasi che uno dei due vinca.

Ogni tanto l’Anello cede un poco, pochi millimetri che ti riavvicinano all’Altro Luogo, e il dolore aumenta.

Aumenta sempre, anche se ti piace credere il contrario, illuderti che più ti avvicini al tuo mondo meno male faccia.

Non è vero.

 
E che cos’è, per noi, il tempo?

Nell’Altro Luogo il tempo non è nulla.

Gli attimi scorrono fluidi, trascorrendo veloci o dilatandosi all’infinito, e a nessuno importa di misurarli. Non sarebbe possibile, comunque.

Ma sulla terra i secondi scorrono veloci, implacabili, rinchiusi nel loro susseguirsi sterile, ed ignorarli è fuori discussione.

Sono loro a governare il mondo, mutandolo in maniera irreversibile e c’è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo. Ma anche impiegandolo lui va avanti, e quando ti ricorderai di lui non avrai più modo di tornare indietro.

Nella tua prigione percepisci ogni suo battito, che ti deride mentre ti culli nel tuo familiare nulla.

Potessi almeno fare qualcosa per dimenticartene…

 
Non lo so, certe volte sembra qualcosina.

Tic tac, il tempo passa mio caro spirito.

Tic tac, chi cederà prima?

Sarai tu, Uraziel, o sarà l’Anello?

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3250224