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{Nota: le frasi a destra sono tratte da “L’anello di Salomone”; rispettivamente, le prime due sono dette da Uraziel, l’ultima da Bartimeus}
La mia libertà verrà con il tempo.
Si, ma quanto tempo?
Quanto ne è passato da quando Salomone se n’è andato? Anni, secoli o millenni?
E tu, stupido, ancora qui ad attendere che qualcosa accada. Ti sgretoli pian piano, attendendo, con l’Altro Luogo che tira da un lato e la forza spaventosa dell’Anello che ti trattiene dall’altro, sperando quasi che uno dei due vinca.
Ogni tanto l’Anello cede un poco, pochi millimetri che ti riavvicinano all’Altro Luogo, e il dolore aumenta.
Aumenta sempre, anche se ti piace credere il contrario, illuderti che più ti avvicini al tuo mondo meno male faccia.
Non è vero.
E che cos’è, per noi, il tempo?
Nell’Altro Luogo il tempo non è nulla.
Gli attimi scorrono fluidi, trascorrendo veloci o dilatandosi all’infinito, e a nessuno importa di misurarli. Non sarebbe possibile, comunque.
Ma sulla terra i secondi scorrono veloci, implacabili, rinchiusi nel loro susseguirsi sterile, ed ignorarli è fuori discussione.
Sono loro a governare il mondo, mutandolo in maniera irreversibile e c’è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo. Ma anche impiegandolo lui va avanti, e quando ti ricorderai di lui non avrai più modo di tornare indietro.
Nella tua prigione percepisci ogni suo battito, che ti deride mentre ti culli nel tuo familiare nulla.