Uno strano San Valentino

di Rossy_chris
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È notte inoltrata, ma il chiasso che c'è a Boulevard Street fa pensare che siano appena le 19. Le luci del nuovo locale, il Beach Bar, stanno accecando perfino chi si limita a guardare quei festeggiamenti dal vetro della propria finestra.
Io sono al centro esatto della pista da ballo. È il 14 febbraio, ma indosso un vestito scollato e senza spalline. Le calze le ho perse prima ancora di entrare.
-Ragazzi fatemi sentire un OOOOH-
Un grande Ooh e un sonorissimo applauso mi tappano le orecchie. -Diavolo che casino!- afferro il braccio di Catlin, la mia migliore amica.-Grazie a Dio, sei rossa! Riesco a trovarti subito.-
Catlin ride perchè in realtà -Non ho sentito una parola di quello che hai detto.-
Mi unisco a quelle risate e cerco di muovermi per uscire da quella bolgia. Catlin si ferma appena capisce le mie intenzioni. -No, Felicity.- unisce dei gesti alle sue parole per farsi capire meglio -Io ti raggiungo tra poco.- Mi fa l'occhiolino ed indica un fusto che le balla affianco in modo molto provocante.
Le mimo un "ok" e continuo ad andare avanti. Il caldo del locale e dei corpi ammucchiati sulla pista mi sta facendo venire il voltastomaco. Ho bisogno di aria, ma soprattutto di bere.
-Una vodka alla pesca per favore.- Dico al barista, poggiandomi al bancone. -Senza ghiaccio.-
Ammicco e lui non ha alcuna reazione. Sembra un tipo serio e attento al lavoro. Proprio quelli che sto cercando di evitare.
Mi volto e mi accorgo di essere circondata da un centinaio di persone,ma noto davvero soltanto l'uomo seduto al mio fianco. Alto,biondo. Davvero molto sexy.
Alza lo sguardo e mi vede. Arrossisco appena mi accorgo che i suoi occhi verdi mi stanno squadrando. -Ciao.- Dico in un sussurro.
Lui sembra sorpreso. Trattiene un sorriso, poi ricambia il saluto, ma mimandolo con la mano. Avvicina le labbra al drink che ha in mano e ne beve un sorso. Arriva anche il mio e lo tracanno in un unico sorso, sbattendo gli occhi violentemente appeno lo sento bruciarmi lo stomaco.
L'uomo ride e scuote la testa.
-Che ci fa uno come lei ,qui ,la notte di San Valentino?-
Ride di nuovo e si sporge verso di me per rispondermi. Ora posso guardare meglio tutto il suo volto: ha dei lineamenti molto delicati, i capelli corti che gli alzano la fronte, un bel naso. È difficile che gli uomini abbiano un bel naso, ma il suo era il più bello che avessi mai visto.
-Uno come me?- chiede, insospettito.
Scrollo le spalle,l'alcool mi rende più spavalda. -Si, così...anziano.-
-Anziano?-
Alza la voce e sembra offeso. Mi mordo le labbra e inclino la testa, in segno di scusa. Mi guarda ancora, ammorbidito. Penso che potrei guardarli per sempre quegli occhi.
Non risponde e alza la mano sinistra, mostrandomi l'anulare. Porta la fede.
-Oh.- sono delusa, ma cerco di non darlo a vedere. Ordino un altro drink, doppio. -Allora avevo ragione a darle dell'anziano.-
-Ok- lo dice ridendo, ancora. Sarà la terza volta che lo faccio ridere. Si alza e mi viene vicino. Ha l'indice puntato poco più su della mia scollatura. Avvampo. -Non sono venuto qui per farmi dare dell'anziano.-
Bevo. Sento che ne ho assolutamente bisogno. -Allora perchè è qui? L' ha costretto sua moglie?-
Lascia cadere le braccia lungo i fianchi. -No- serra i pugni, sembra dispiaciuto. -C'è stato un brutto litigio.-
Vorrei unirmi al suo dispiacere, ma non ci riesco. -Scommetto che non le ha comprato i cioccolattini.-
Mi concede un altro sorriso, ma diverso dagli altri. Questo sembra triste. Lui ora sembra triste.
-Potrei andare a comprarli ora.-
-Beh..è mezzanotte passata. Mi sa che è fuori tempo.-
-Già..- si muove lontano da me. -Sarà meglio che io vada.-
Allunga una banconota da 50 al barista e fa per salutarmi.
-Aspetti- gli tocco il braccio per fermarlo. Lui si volta a guardarmi e la sento: una potentissima scossa elettrica capace di fulminarmi lì., in quel preciso istante.
-Balli con me.-
Si stacca dalla presa. -Non sono dell'umore giusto per un ballo. - Ha gli occhi lucidi. Mi chiedo se sia l'alcool o la tristezza.
-Soltanto uno.-
La mia voce è un soffio.
Lui guarda la pista, poi me. -Non mi piace questa canzone.-
-Possiamo aspettare la prossima. -
Sbuffa. -D'accordo. Ma ad una condizione.-
Annuisco e aspetto i termini dell'accordo. -La smetti di darmi del Lei.-
Rido. -Ci sto.-
La musica cambia ed io mi sbrigo ad afferrarlo. Gli prendo la mano e lo trascino in pista.
-Ehi, ehi!-
Lui cerca di fermarmi, ma non gli do tregua. Mi dà una strattonata e quasi rischio di inciampare. Mi salva lui, mettendomi un braccio dietro la schiena.
-Sei..-inizia, prendendo fiato.-Una forza della natura.-
-Carino.- replico, gettandogli le braccia al collo. -Non me lo aveva ancora detto nessuno.-
-Beh nessuno prima d'ora mi aveva ancora dato dell'anziano.-
Alza un sopracciglio e rimango colpita ancora dalla sua bellezza. Il ritmo della canzone è veloce, inizio a muovermi intorno a lui, sfiorandolo con il mio corpo.
Lui si muove poco,sembra impacciato. Sento i suoi occhi sul mio corpo e spero che l'effetto dell'alcool duri ancora un po'. -Sicuro di essere stato in una discoteca prima di oggi?-
-In realtà.- Mi afferra, vuole che io capisca bene le sue parole. Le sue labbra sono sul mio orecchio: -io gestisco un night club.-
-Tu gestisci un night club?- ripeto, alzando la voce. -Ci credo che litighi con tua moglie.-
Si incupisce di nuovo e serra la mascella. -Si è fatto davvero tardi ora..-
Mi arrendo, delusa che non gli piaccia per niente. -Si, scusami se ti ho trattenuto. Ti accompagno fuori.-
Inizio a camminare, ma ho un improvviso giramento di testa. Mi aiuto a rimanere in piedi, appoggiandomi alle pareti.
-Tutto bene?-
-Io..-farfuglio. -credo di si.-
-Sei qui da sola?-
-No, sono con un'amica.-
Si guarda intorno, preoccupato. -Come si chiama?-
-Catlin, ha i capelli rossi e un vestito blu.-
Alziamo gli occhi insieme e la vediamo, sul divanetto intenta a limonare con il fusto di prima. -Non credo sia il caso di disturbarla.- aggiungo, sapendo quanto si sarebbe arrabbiata.
-Andiamo fuori, ti chiamo un taxi.-
Mi blocco, sorridendogli. -Non è nulla davvero.- Cerco di sembrare il più naturale possibile. -Torna a casa da tua moglie.-
Annuisce, ma è ancora indeciso. Negli occhi ha scritto che non vuole lasciarmi.
Vorrei approffitarne. Inizio a pensare di andare a casa con lui, di baciarlo, di poggiare le mie labbra sulle sue e rubargli il respiro. Farlo mio.
-Mi hai sentito?-
Scuoto la testa. -No, no mi dispiace. Ero distratta.- Arrossisco di nuovo e provo a concentrarmi sulla sua voce.
-Dovresti tornare a casa anche tu.-
-Io non ho nessuno da cui tornare.-
Lo confesso, imbarazzata.
Lui sembra infastidito. -Hai la tua amica.-
Sorrido a metà. -Va, davvero. Sto bene..-
Allunga una mano verso di me e mi sfiora il viso. -Sei calda. Forse hai la febbre.-
Le sue dita si poggiano sulla mia fronte. -Nono, è solo..-sospiro. "è solo che sei troppo bello." vorrei rispondergli, ma evito. -il caldo.-
Mi attira a sè. Il suo braccio è dietro la mia schiena e il mio petto preme prepotente, contro il suo.
-Questo caldo?- lo sussurra,piano, come se mi avesse letto nel pensiero. Le sue labbra si curvano in un sorriso quando si accorge che sto arrossendo e mi sto accaldando ancora di più. -Come ti chiami?-
-Che importanza ha?-
Mi stacco, prendendo aria.
-Voglio rivederti.-
La folla ci separa. I suoi occhi si fanno luminosi, attenti. Non vuole perdermi.
Gli sorrido.
-Allora trovami.-
Gli do le spalle e scappo, distinguendomi tra le tante anime perse di quel locale.

 

 

 
 




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