Personaggi: Leah Clearwater
Pairing: Leah Clearwater/Sam Uley/Emily
Clearwater
Introduzione alla storia: una one-shot incentrata su Leah,
in particolare sul rapporto Leah/Sam/Emily. E’ la
prima volta che mi immedesimo nei panni di Leah e devo dire che mi è piaciuto farlo. Questa fic è stata scritta di fretta, però non mi è dispiaciuto affatto scriverla. Le parole con
gli asterischi sono due citazioni prese da Breaking
Dawn, obbligatorie per via del contest.
La fic si è
classificata seconda nel Midnight contest
del CoS, QUI il bando.
Ti
voglio bene
Avevo
già deciso di andarmene. Mi troverò un lavoro da qualche parte,
lontano da La Push.
Magari m'iscriverò a qualche corso al college del
posto. Farò yoga e meditazione per ammorbidire il mio carattere... e resterò
in questo branco, per il mio benessere mentale. Jacob, capisci anche tu che
è logico così, vero? Io non darò fastidio a te, tu non ne
darai a me... e saremo felici.*
Sembrava facile allora
quando dissi quelle cose a Jacob. Pensavo questo e ci credevo, sul serio.
Credevo veramente che avrei potuto cambiare la mia vita, magari in compagnia di
Jacob. Ma poi è cambiato tutto, anche lui ha avuto l’imprinting e
per di più con Reneesme. La vampira umana, la mezzavampira. E quella fu
un’ulteriore dimostrazione di quanto già sapevo: io sono
sbagliata, sono un vicolo cieco genetico*.
Perfino una vampira umana mi batteva. La mia esistenza è inutile. Ormai
provo sempre e solo dolore. Fitte acute che mi partono dal cuore e che si
espandono in tutto il corpo e le provo ogni volta che ti vedo, che vi vedo. E non è neanche una cosa
nuova, che sento da poco tempo. E’ un dolore che mi accompagna da tanto
di quel tempo che neanche mi ricordo la prima volta che l’ho provato.
Però non diminuisce mai, non si affievolisce anzi, a volte, ho
l’impressione che aumenti. Ora, grazie ad anni di dolore ed avendoci
fatto il callo, riesco a guardarvi senza scoppiare in lacrime o senza impazzire
di dolore. Lo tengo a bada, per poi lasciarlo andare quando sono sola. Da quando
però ho scoperto di potermi trasformare, le cose sono diventate molto
più difficili. Tutti potevano sentire i miei pensieri, potevano capire
il mio dolore e ovviamente tutti ne sono stati infastiditi. E ovviamente con te
si creava l’imbarazzo peggiore di tutti, visto che eri e sei tu la causa
del mio dolore. Ma io so bene che non avresti potuto fare nulla, con
l’imprinting sono diventata invisibile e il tuo universo è
diventata Emily. Lo sapevo e continuo a saperlo, eppure il dolore continua ad
esistere. Forse è venuto il momento di allontanarmi da La
Push. Qui continuerò solo a
soffrire, infastidirò tutti con il mio dolore e la mia presenza, e
finirà l’imbarazzo che prova Sam a leggere i miei pensieri.
Finirà tutto, potrei ricominciare a vivere una vita normale. Farò
quelle cose che dissi tempo fa a Jacob, senza di lui ovviamente. Il branco non
ha più bisogno di me, la guerra peggiore contro i Volturi non è
stata nemmeno combattuta. Non c’è più ragione che resti
qui, non esiste più nessuno motivo. E’ ora di smettere di
soffrire. E’ da qualche giorno che quest’idea mi frulla in testa,
anche se ho fatto in modo che mentre fossi trasformata non la pensassi mai, non
voglio che gli altri sappiano, per ora. Improvvisamente sento la voce di mia
madre: mi sta chiamando. Smetto di guardare la foto di Sam, una delle vecchie
in cui eravamo ancora insieme, e scendo nella cucina di casa mia.
C’è mio fratello Seth che guarda la tivù, anche se dalla
sua espressione il programma non deve interessarlo troppo, è
praticamente buttato sul divano con una faccia annoiatissima. Mia madre,
qualche metro più dietro, sta sbattendo delle uova per la cena di
stasera. Dentro il lavandino vedo tanti piccoli pezzi di patate sbucciate e
lavate, probabilmente stasera è in programma una frittata. Lei si gira
verso di me e mi lancia uno sguardo sorridente. Si avvicina al frigorifero per
prendere qualche altro ingrediente, poi ritorna alla sua frittata.
- Leah, tesoro, mi puoi
prendere la padella? – mi chiede dolcemente. Io annuisco e mi avvicino
allo stipite sopra i fornelli. Prendo la padella e gliela porgo.
- Oggi frittata? –
le domando.
- Sì, ti va bene,
no? –
Certo che mi va bene. Io
dico di sì e mi avvicino ad un cassetto. Prendo la tovaglia per
apparecchiare la tavola. Sistemo i bicchieri, fazzoletti e le posate e poi mi
siedo nel divano vicino a mio fratello. Dopo aver guardato per qualche minuto
il programma, capisco l’espressione di mio fratello, è davvero
noioso.
- Perché non cambia
canale? Questo programma è davvero noioso -
Lui sbuffa e io assumo
un’espressione accigliata.
- Non c’è
niente di meglio – mi risponde asciutto, anche se sembra quasi arrabbiato
con me. Bah, chi lo capisce. A furia di frequentare i vampiri diventerà
strambo come loro.
Dopo qualche minuto mamma
ci richiama per cena. Prendo il telecomando e, in un attimo, il televisore si
oscura spegnendosi. Seth ed io ci sediamo in una delle sedie attorno al tavolo,
mentre mamma ci serve la cena. Mangiamo in silenzio, anche se mamma tenta di
iniziare un discorso, ma né io né Seth abbiamo voglia di parlare.
Io no, almeno. Finita la cena, Seth inizia a sparecchiare, con il mio aiuto. Mia
madre si siede sulla sedia a dondolo, vicino al divano. Prende alcuni gomitoli
e comincia a sferruzzare, cercando di finire quel maglione iniziato mesi fa.
Quest’immagine mi riempie di tenerezza e di amore verso di lei. E mi
salgono le lacrime se pensando seriamente di lasciare La Push. Guardo anche mio fratello
e, solo in quell’istante, mi viene in mente che dovrò lasciarli.
Nella mia mente avevo registrato di lasciare La Push, non di lasciare loro due. Stranamente non avevo considerato che non li avrei
rivisti per un bel po’ di tempo. Risalgo in fretta nella mia stanza,
facendo gli scalini a due a due. Là, vicino a loro, mi era come mancata
l’aria. Arrivo davanti alla porta bianca della mia stanza, la apro e la
sbatto senza troppa grazia. Mi butto sopra il mio letto, stringendo il cuscino.
Dovrò lasciare
anche loro: mia madre e Seth. E’ assurdo come il mio cervello non avesse
pensato a questa separazione. Non sto piangendo, ma è come se non
aspettassi altro. Non voglio separarmi da loro, ma devo separarmi da La
Push. Lo devo fare. Non riesco più a sopportare questa vita: mi sento
un mostro. Non riesco più a sopportare la visione di Sam ed Emily
insieme. Non so come ho fatto in questi anni, non so come ho fatto a reggere
tutto questo dolore. Forse, grazie al periodo insieme a Jacob e ai vampiri, mi
ero allontana dal dolore e, quando sono ritornata qui, non ero preparata a
riceverlo nuovamente. E ora non lo sopporto più, non lo voglio
più. Mi rialzo lentamente dal letto e, in un gesto istintivo, salto
giù dalla finestra e, arrivata a terra, mi trasformo. L’aria
fresca della sera mi solletica la pelle, la luna in cielo splende così
tanto che sembra giorno tanto il terreno è illuminato. Mi giro e vedo i
miei vestiti ridotti a brandelli, ma non mi pento di essermi trasformata.
Sentivo il bisogno di farlo, di sentire la terra sotto le zampe, di fiutare
tutti gli odori anche a molti chilometri, di correre così veloce da
sembrare quasi di volare. Mi allontano dalla mia casa e corro verso la foresta.
Quando sarà andata via da La
Push non mi trasformerò mai più. Vivrò
una vita normale e per viverla, non mi trasformerò più in un
lupo. Non ho mai amato farlo e non soffrirò per niente per questa
mancanza. Dopo un po’ di corsa sento alcuni pensieri: Sam. Sta
perlustrando la foresta, come al solito, anche se ormai non occorre più.
Mi saluta e io faccio tutti gli sforzi possibili per non pensare al mio piano
di lasciare La Push. Odio
questa telepatia che si viene a creare tra di noi, è utile solo in
battaglia. Odio che i miei sentimenti vengano visti e provati così
facilmente. Non posso esistere segreti tra di noi, mentre siamo in questa forma
ed è una cosa non sopporto. Non mi piace guardare nell’animo dei
miei amici, poter percepire qualunque loro pensiero, anche cose personali di
cui loro non vorrebbero parlare. E soprattutto, odio sentire i pensieri di Sam
ed odio che lui senta i miei. I pensieri di Sam sono quasi sempre rivolti ad
Emily, così intrisi d’amore per lei. Sam la ama con tutto il
cuore, vive per lei. E’ un sentimento così grande, così
immenso che solo guardando nei suoi pensieri posso capirlo, perché, per
quanto io ami Sam con tutta me stessa, non è paragonabile all’amore
dovuto all’imprinting. O almeno così credo. Sono felice che presto
potrò liberarmi di questa telepatia.
Rallento la corsa e mi
fermo al centro di una radura, vicino a me c’è una pozza
d’acqua. La luna, riflessa in essa, la fa sembrare acqua d’argento.
Mi avvicino e bevo un po’. Rifletto un po’ sulla decisione di
lasciare La Push. Come
la prenderebbe mia madre? Mio fratello? Jacob, Embry, Quil… Sam. A lui
importerebbe qualcosa? Scuoto la testa, ovviamente no. Lui ha Emily, cosa mai
potrebbe interessargli se me ne vado? Niente, assolutamente niente. Anzi forse
gli dispiacerebbe perché perderebbe un lupo, non perché perderebbe me.
Ad un tratto sento un
rumore e vedo Sam spuntare fuori da un albero. Spero che non abbia prestato
ascolto ai miei ultimi pensieri, speriamo di no.
- Sei totalmente impazzita Leah? -
Bene, ha sentito tutto.
- Lo sai che lo posso fare, così come puoi
tu -
- E’ una cosa che odio –
Sembra quasi ferito da
questa affermazione.
- Lo sono infatti -
No! Di nuovo!
- Basta! Smettila! Togliti dalla mia testa!
Andatevene tutti dalla mia testa! -
Corro, mi allontano da
lui. Il sentiero è davanti a me, esco dalla radura. Sam continua ad
implorarmi di fermarmi ma non gli do ascolto.
- Ascoltami invece! Leah fermati! -
- BASTA! –
Mi fermo di botto e
aspetto che mi raggiunga, ora basta. Come si può essere felici di questa
telepatia, è solo una tortura. Gestire i miei pensieri non mi è
mai parso tanto difficile e Sam non mi aiuta, questa storia deve finire qui.
- Solo tu puoi vedere questa cosa come una tortura!
-
- Perché dovete avere accesso ai miei
pensieri?! Ci sono molte cose che avrei voluto tenere per me! –
- Leah, dobbiamo calmarci –
Non mi voglio calmare!
- Beh, devi farlo -
Sospiro, non posso uscire
da questa situazione. Mi calmo o almeno tento.
- Preferisci parlare da umana? -
- Mi pare ovvio Sam, però non ho alcun
vestito con me –
- Tieni –
Sam si ritrasforma, lui ha
addosso una maglietta e un paio di pantaloncini. Mi porge una mia tuta, come fa
ad averla? Mi trasformo in un’umana, poi indosso la tuta, infine ci
guardiamo. Siamo umani una davanti all’altro, lui non sente i miei
pensieri, io non sento i suoi. Finalmente.
- Ti sei calmata? -
- Sì –
rispondo secca, spero che questa conversazione finisca al più presto.
Con gli occhi di un lupo lo vedevo molto meglio, invece con i miei occhi da
umana, non lo vedo bene immersi come siamo nell’oscurità. Guardo
il cielo e scorgo alcune nuvole che hanno oscurato la luna, ecco perché
non si scorge neanche la sua luce.
- Leah, ho sentito quello
che hai pensato. Questa è una dote che abbiamo e lo so che a volte
può rivelarsi fastidioso – inizia Sam, cercando di trovare le
parole più adatte.
- Per me è sempre
fastidioso, sempre. Se hai ascoltato tutto saprai che voglio andarmene da La Push… - non voglio
dirgli che è per colpa sua e di Emily, anche perché immagino lo
sappia già.
- Per colpa mia.
Soprattutto per colpa mia, mi dispiace veramente Leah. Io amo Emily e, come tu
hai pensato, lei è il mio universo e non potrei mai amare un’altra
donna. Ma ciò non significa che io non ti voglia bene –
Lo guardo stupita e sbatto
gli occhi accorgendomi che sono lucidi.
- Io ti voglio bene Leah,
mi dispiacerebbe che tu te ne andassi. E non perché perderei un lupo. Mi
mancheresti molto: sei stata una parte importante della mia vita e lo ammetto,
per colpa di questa telepatia mi sono sentito veramente uno schifo. Non ho mai
provato un dolore come quello che provi tu e quindi prima non avevo mai capito
realmente quanto stessi soffrendo -
Sto facendo tutti gli
sforzi possibili per non piangere.
- Ho sofferto tanto,
soffro tanto, immagina che da un giorno all’altro Emily si mettesse con
un altro. No, anzi, non ci pensare: ti farebbe male solo il pensiero –
gli dico con una voce tremula e sforzandomi di non scoppiare in singhiozzi.
Non mi risponde, il che mi
fa capire che ho ragione.
- Perdonami Leah, so di
essere la causa del tuo perenne dolore, ma ti prego perdonami. Ogni volta che
ascoltavo i tuoi pensieri desideravo avvicinarmi per chiederti scusa, ma non ho
mai trovato veramente il coraggio -
Sam mi sta chiedendo
scusa, lo fece un milione di volte quando mi lasciò, ma le sue scuse non
mi avevano mai toccato il cuore come queste. Forse il dolore di allora mi
rendeva sorda. Scoppio in lacrime e tutto il rancore, la sofferenza che mi
portavo dentro sembrano scivolarmi via. Mi avvicino a Sam e lo abbraccio. Lui
ricambia il mio abbraccio, mi stringe a sé. Lui mi vuole bene, non mi
ama è vero, ma mi vuole bene. Conto qualcosa per lui e, in quell’attimo,
abbracciata a lui capisco cosa devo fare.
- Grazie Sam. Ora ho
capito, perdonami per avermi dovuta sopportare. Andrò via lo stesso da La Push, ho bisogno di cambiare
aria. Ma il mio spirito sarà diverso, molto diverso. Vado via con delle
nuove speranze verso il futuro, non per fuggire dal dolore -
Lui mi sorride e non
parliamo più, finalmente dopo tutti questi anni abbiamo chiarito. Non ho
più il cuore stracolmo di dolore, sono felice. Mi si è aperta una
nuova porta verso il futuro e la imboccherò senza indugi. Poco dopo,
torniamo verso casa. Sì, lascerò La Push e tu mi mancherai Sam,
forse non smetterò mai di amarti, ma ora è diverso. Tutto
sarà diverso, grazie Sam, ti voglio bene anche io.
Finita! Spero vi sia
piaciuta, spero in tanti commentini <3 XD
Baci.
Marty De Nobili.