Amaranth dream
Prologo.
La prima cosa di cui si accorse, aprendo gli
occhi, era il pulsante dolore alle tempie che le faceva girare la testa. La
seconda, che la stanza in cui si trovava era talmente bianca da essere quasi
accecante.
Fece un profondo respiro con il naso e il suo mal
di testa fu accentuato dal tremendo odore di antisettico. Era in un ospedale o in qualcosa che gli assomigliava molto.
Forse un’infermeria. Ma per quale motivo? L’ultima cosa che ricordava era…
aggrottò la fronte. Non ricordava nulla.
Ne un’immagine, ne un volto, nemmeno il suo nome.
Il suo cuore accelerò i battiti e, istintivamente,
schizzò a sedere, iniziando a guardarsi forsennata attorno: doveva esserci
qualcosa, qualsiasi cosa, che le
facesse ricordare chi era e dove si trovava.
Tuttavia, la stanza era talmente tanto anonima da sembrare essere stata
creata appositamente per l’occasione e lei non era per nulla certa che le cose
non stessero realmente così.
Strizzò gli occhi –quell’emicrania non voleva
proprio lasciarla andare- e si sforzò di mettere i piedi a terra, ricevendo
come risultato un brivido lungo tutta la spina dorsale. Dovette fare una fatica
immane per issarsi sulle gambe, ma si lasciò mollemente ricadere non appena la
porta davanti di lei si aprì rumorosamente, facendola sussultare: un uomo, molto
alto e dall’aspetto un tantino trasandato, entrò con foga, spalancando gli
occhi non appena la vide. Un sorriso sostituì quasi immediatamente lo stupore
ed egli si avvicinò a grandi passi a lei, chiudendosi con un tonfo sordo la
porta alle spalle. –Emma!- esclamò, facendo risuonare nella stanza la sua voce,
tanto elevata da procurarle dolore alle tempie. –Sei sveglia! Come ti senti,
come stai?- le domandò affannosamente, sedendosi a fianco a lei e prendendole
le mani che, solo ora se ne rendeva conto, erano piene di graffi. Chiuse gli
occhi, ripetendosi nella mente il nome che lo sconosciuto aveva appena
pronunciato. Emma, Emma, Emma.
-Emma? C’è qualcosa che non va?- le domandò
nuovamente, facendole alzare lo sguardo dalle proprie mani.
-In realtà…- sussurrò, sentendo il suono della sua
voce per la prima volta, e tuttavia trovandolo terribilmente familiare. –Chi
sei tu?-
Angolino dell’autrice: Buongiorno a tutti! Sono nuova di questo fandom, ma mi sono voluta cimentare in questa nuova storia,
dopo aver letto parecchie storie ed essermene innamorata. Questo è solamente il
prologo, i capitoli successivi, sicuramente, saranno più lunghi e più densi di
avvenimenti.
Non ho molto
altro da dire, se non che spero che la storia vi piacerà e che mi aiuterete a
migliorare sempre e comunque.
Sami