ITSUMADEMO TOGHETER
Per sempre…insieme
Cap.35
3° parte
-
Era molto timido- disse la donna. Accanto a lei c’era Kasumi
che l’ascoltava, mentre l’altra raccontava.
-
Ah sì? Chi lo avrebbe detto…- le era difficile figurarsi
quell’uomo comportarsi come un ragazzino timido.
-
Già, all’apparenza era molto sicuro di sé, ma quando di
trattava di sentimenti, andava nel panico- ridacchiò.
-
E come avete fatto per stare insieme?
-
Diciamo che non è stato semplice…- alzò lo sguardo.
-
Haneko ciao!- la ragazza dai capelli castani
appoggiò i fascicoli che aveva in mano e guardò chi era entrato nel
laboratorio.
-
Akane?- la guardò sorpresa.
-
Come va?
-
Bene, grazie. Ma tu che ci fai qui? Gli altri non
sono con te?
-
Sono qui per conto mio- sorrise- Volevo scambiare
qualche parola con te, se non sei impegnata.
-
Stavo solo sistemando questi fascicoli per il
professore. Mi sbrigo e vengo con te.
-
Perfetto.
Haneko e Akane erano diventate buone amiche, da quando la
castana lavorava per il professore Ookido. Avevano avuto più occasioni per
chiacchierare di più cose. E poi Akane si lamentava spesso di sentirsi sola,
essendo l’unica ragazza del gruppo. Così approfittava delle soste a Masara Town
per parlare con Haneko, che la capiva più dei due ragazzi.
-
Allora, com’è andato il vostro viaggio?
-
Bene- disse lei- Abbiamo viaggiato per il continente
Hoenn e abbiamo conosciuto tanta gente. Anche un certo Norman, che come me
vuole aprire una palestra nella sua città.
-
Quindi sei decisa?
-
Certo, aprirò la mia palestra a Cerulean. L’ho già
visitata in passato e mi sembra il posto ideale.
-
Ma…ne hai già parlato con gli altri?
Lei chinò la testa e fece cenno di no.
-
Non me la sento ancora di dirgli che smetterò di
viaggiare con loro.
-
Però, è il tuo sogno, no?
-
Certo che sì. E’ da un sacco di tempo che ci sto
pensando e grazie a te e al professore, ho le procedure giuste per aprirlo-
sospirò- Ma è anche vero che mi piace viaggiare. Ogni giorno si scopre qualcosa
di nuovo.
-
Quindi cosa farai?
-
Ho deciso che questo sarà il mio ultimo torneo con i
miei amici. Almeno non finché non fermeremo una volta per tutte Giovanni.
-
Capisco…
-
Piuttosto, come va con Hiroshi?
-
Eh?- lei arrossì leggermente.
-
Ho saputo che ogni tanto ti chiama- la guardò con un
sorrisino- Eh? Allora? Qualche novità?- le diede una leggera gomitata.
-
N-no…stai fraintendendo. Lui chiama il professore.
E’ un caso che risponda io.
-
Ah sì?- disse lei con un sorrisino più ampio- E non
ti ha detto niente di interessante?
-
Tipo?
-
Non so…una dichiarazione?
-
E perché avrebbe dovuto?
Akane la guardò, poi sospirò.
-
Ahh, quei due maschi mi faranno diventare matta. Non
hanno la minima idea di cosa sia il romanticismo. Per quante volte dovrò dire a
Hiroshi di darsi una mossa?
-
Eh?
-
Senti, è arrivato il momento di prendere in mano la
situazione. Se Hiroshi non si vuole muovere, allora lo costringeremo a
dichiararsi.
-
Che??
-
Siamo ragazze è vero, ma non per questo dobbiamo
starcene con le mani in mano. Io dico di agire.
-
Mi spaventi quando parli così. Non credi di
esagerare?
-
Rispondimi Haneko- la guardò seria- A te piace
Hiroshi?
Haneko la guardò, poi abbassò lo sguardo imbarazzata.
-
Lo sai già…- annuì- sì.
-
Perfetto- disse Akane tornando sorridente- E allora
perché aspettare? Farò in modo che vi incontriate e che vi dichiarate.
-
Senti Akane, apprezzo il tuo gesto, ma non è il caso
di affrettare le cose.
-
Come?
-
Vedi, non tutti siamo fatti al tuo stesso modo. C’è
come Hiroshi e come me, che preferiscono che tutto accada spontaneamente.
-
Ma così ti toccherà aspettare un eternità- disse
Akane sbuffando- Credimi, prima che Hiroshi si svegli, farai in tempo a
diventare vecchia.
-
Però…
-
Ascolta, tu non ti preoccupare. Ce ne occuperemo io
e Mitsu per farvi incontrare. Andrà tutto bene.
-
…d’accordo- sospirò rassegnata.
-
Così che un giorno, mentre stavo dando da mangiare ai Pokèmon,
vidi precipitarsi da me un ragazzino…
-
Hiroshi?- disse lei sorpresa- Ma cosa?
-
Haneko!- disse lui spaventato- Come stai? Tutto
bene?
-
Eh?
-
Niente di ferito? Ho fatto più in fretta che potevo.
-
Ma di che parli?
-
Ho ricevuto la tua lettera. Mi hai scritto che eri
in pericolo e così mi sono precipitato.
Haneko prese la lettera, la lesse e poi gliela mostrò a
Hiroshi.
-
Mi spiace, ma questa non è la mia calligrafia.
-
Che?! Com’è possibile? Me l’ha data Akane e…- rimase
in silenzio guardando la lettera e poi lo sguardo di Haneko, che aveva già
intuito la situazione- …Oh, cavoli!- si sbatté la mano sulla fronte- La solita!
Le piace prendersi gioco di me! Ah, ma questa non gliela faccio passare liscia!
Haneko lo guardò, poi ridacchiò divertita.
-
Eh?- lui la guardò imbarazzato.
-
Mi fa piacere che ti sei precipitato da me,
credendomi in pericolo.
-
Ah…sì- chinò la testa con il rossore sulle guance-
Però speravo di fare un entrata più eroica…così sarò sembrato solo un pazzo
uscito dal manicomio- sospirò.
-
Ti sbagli…- gli sorrise- Per me sei un eroe in ogni
caso.
Lui la guardò incantato. Poi si sentì più agitato dalla
situazione.
-
S- sei troppo gentile- sorrise lui.
Seguì un momento di silenzio.
-
Ah- ehm, scusate- disse d’improvviso uno strano
vecchio, spuntato lì per caso e con una voce camuffata- Stavo facendo un giro
da queste parti e vi ho visti…ed ho pensato “quale migliore coppia di questa
per regalarle i miei biglietti omaggio per il cinema”?
-
Eh?- i due si guardarono- Guardate che vi sbagliate,
noi due non…
-
Ah, l’amore…che dolce cosa- intervenne una vecchia
spuntata dal nulla- Io e mio marito siamo troppo stanchi per andarci…perché non
ci andate voi? Saremo più che felici di cedervi i biglietti.
-
La ringrazio, ma…- disse Hiroshi.
-
Niente ma!- disse la vecchia, con una strana luce
negli occhi, che per un attimo ad Hiroshi sembrava famigliare- Siete giovani ed
innamorati. E’ giusto che ci andiate voi.
-
Concordo- disse il vecchio.
Haneko e Satoshi si guardarono un po’ incerti.
-
Qualcosa non va?- chiese il vecchio.
-
Ecco…- Hiroshi guardò la ragazza un po’ insicuro- A
te va Haneko? Cioè, se non sei impegnata o…
-
Certo- disse Haneko sorridente- Mi piacerebbe
andarci.
-
Ottimo, allora cosa aspettate?- disse la vecchia,
spingendo i due- Il tempo è oro, muovetevi prima che inizi.
-
O-okey…vi ringraziamo- dissero i ragazzi, mentre si
avviavano.
-
A presto!- i vecchi salutarono, poi si guardarono a
vicenda e si scambiarono un sorriso complice- E’ fatta.
******
-
Certo, non potevo sapere che in realtà quei due vecchi erano i
miei amici. Ci avevano fatto un bel tranello- disse Hiroshi.
-
E com’è andata?- chiese curioso Satoshi.
-
Be’…io e Haneko ci stavamo dirigendo al cinema, quando un
ragazzo comparve dal nulla…
-
Ma che bella ragazza…- disse il ragazzo guardando
Haneko- Che ne dici di mollare questo moccioso e di fare un giro con me?
-
Che?- Haneko lo guardò sorpresa.
-
Non mi dire che vuoi stare con questo qui?- indicò
il suo accompagnatore.
-
Ehi!- disse Hiroshi innervosito- Lei è con me,
lasciala stare.
-
Ah sì? Altrimenti che mi fai?- lo guardò in tono di
sfida.
-
Di sicuro un pugno nell’occhio.
-
Calmati Hiroshi…- disse Haneko, cercando di evitare
una rissa- Lascialo stare, entriamo dentro il cinema.
-
Suvvia ragazza, io sono migliore di lui- la prese
per il braccio. Cosa che innervosì molto Hiroshi- Vieni con me e ti assicuro
che ti divertirai.
-
No, non voglio- disse lei decisa.
-
Non costringermi a portarti via con la forza.
-
Ehi, non hai sentito cosa ha detto?- disse Hiroshi
mettendosi in mezzo ai due- Vattene e lasciaci in pace.
-
E chi sei tu? Sei il suo ragazzo per caso?
-
Eh? Io…- divenne rosso e guardò di sfuggita Haneko,
anche lei imbarazzata- No, noi…
-
E allora non impicciarti, nanerottolo- e prese per
mano la ragazza.
-
Mh?!- ora Hiroshi stava veramente arrabbiandosi e
prese dall’altra mano la ragazza, trascinandola verso di sé- Ho detto…lasciala-
disse lui in tono minaccioso- o te la dovrai vedere con me. Lei è con me, e non
permetterò che una persona come te me la porti via.
-
Eh? Allora state insieme?
-
Sì- disse prontamente Haneko- Stiamo insieme.
Hiroshi la guardò sorpreso.
-
Oh…in questo caso…me ne vado- e si allontanò,
lasciando lì i due ragazzi.
-
Haneko…- tentò di dire lui.
-
Eh, scusa…ma era l’unico modo per sbarazzarcene-
disse lei molto imbarazzata- Spero che non ti sia arrabbiato.
Hiroshi scosse la testa.
-
No…va tutto bene- gli sorrise. Haneko ricambiò il
sorriso- Sai, mi piacerebbe che un giorno…fosse realtà…
-
Eh?- lei divenne rossa di colpo.
-
Ah, niente niente- agitò le mani davanti
imbarazzato- Piuttosto, il film starà già iniziando. Andiamo?
-
Sì.
I due si avviarono dentro il cinema, mentre il ragazzo di
prima si era fermato giusto dietro l’angolo a parlare con altre due persone.
-
Allora come sono andato?
-
Ottimo- disse la ragazza con il pollice in su-
Recitazione perfetta.
-
Non l’ho mai visto così arrabbiato- disse l’altro
ragazzo- Non credi che avremmo esagerato Akane?
-
Ma che dici? Un po’ di gelosia non può che fargli
bene a Hiroshi- ridacchiò lei.
-
Mi fai paura, sai?
-
Grazie all’uscita, io e Haneko abbiamo avuto modo di parlare.
Ed è stato lì che mi dichiarai a lei. Anche se mi ci è voluta una buona dose di
coraggio- ridacchiò lui- Sai, avevo il terrore di essere rifiutato.
-
Oh…però la mamma non l’ha fatto.
-
Già. Lei è stata dolce fin dall’inizio e mi confesso di
ricambiare i miei stessi sentimenti. In quel momento mi rese il ragazzo più
felice della terra. Amare ed essere ricambiati…non c’è cosa migliore.
Satoshi lo guardò interessato. Poi chinò la testa.
-
Amare ed essere ricambiato…chissà se capiterà anche a me?
-
Su questo non c’è dubbio- disse lui appoggiandogli una mano
sulla spalla- Ti capiterà anche a te di trovare la persona giusta.
-
Sì…
L’uomo lo guardò serio.
-
Senti Satoshi.
-
Mh?
-
Io sono d’accordo con il capire chi ti piace, però…- fece una
pausa- Forse ora dovresti concentrarti su qualcos’altro…
-
Eh?
-
Come faccio a fartelo capire?- girò la testa incerto- Io credo
che la persona che stai cercando, non sia la persona adatta per te.
-
Che vuoi dire? A chi ti riferisci?
-
Vedi, con la mia storia volevo farti capire che a volte, le
persone che crediamo di amare, non sempre sono le persone destinate a noi e…-
fece un’altra pausa, poi sospirò- Niente, lascia stare- si alzò in piedi- Ne
parleremo un’altra volta.
-
Uh, d’accordo.
-
Rifletti piuttosto sui tuoi sentimenti, ti aiuterà a fare
chiarezza nel tuo cuore.
-
Okey.
Hiroshi si avvicinò alla porta.
-
Papà…
-
Mh?- si girò.
-
Grazie- gli sorrise.
-
E’ per questo che servono i padri- gli sorrise e uscì dalla
stanza.
Sospirò. Come faceva a dirgli la verità? Come poteva agire
prima che fosse troppo tardi? Non voleva che lui finisse per soffrire.
Nello stesso momento uscì dall’altra stanza la signora
Haneko. Sorrise al marito.
-
Com’è andata?
-
Credo…bene.
-
Visto? Non era così difficile- gli sorrise- Quei due stanno
solo affrontando un momento transitorio. I loro sentimenti sono confusi. E’
normale per la loro età- scese le scale, poi si voltò per guardare il marito
che la guardava leggermente preoccupato- Cosa c’è?
-
…niente- la seguì.
******
Satoshi si appoggiò alla parete della stanza e guardò il
soffitto, seduto comodamente sul letto. Possibile che si trattasse di gelosia?
Lui era geloso di Kasumi? Ma perché?
Se ci pensava attentamente, aveva provato qualcosa di simile
alla festa di Marina. Quando aveva visto Shigeru e Kasumi che si stavano per
baciare, era stato preso da uno strano impulso. Così come nelle altre
occasioni, non sopportava come Shigeru la guardava, né come i due si
parlassero.
Io e Shigeru siamo sempre stati
diversi da te e Hinata, noi abbiamo una visione diversa della vita.
Forse si sentiva geloso di quel strano legame che c’era tra
Shigeru e lei? O forse perché sentiva che il legame che di solito c’era tra lui
e Kasumi si stava sciogliendo? In fondo lei non era davvero sua sorella…come
avrebbe continuato a tenerla con sé? Come le avrebbe impedito di andarsene via
un giorno? Lei si sarebbe innamorata di qualcuno e se ne sarebbe andata per la
sua strada…
Perché non poteva sentirsi felice per lei?
Se questo non lo hai ancora
compreso…come pensi che potremo tornare amici?
Amici…era poi quello che desiderava davvero? L’avrebbe
persa?
Sospirò, cercando rifugio stringendo un cuscino. Poi però
sentì bussare.
Si guardò intorno. No, non proveniva dalla porta. Ma allora
da dove…?
Poi gli venne un dubbio. Scese dal letto e guardò alla
finestra.
-
Kasumi!- esclamò lui sorpreso, mentre apriva la finestra per
farla entrare.
-
Era ora- disse lei- Sai, comincia a fare freddo qua fuori.
-
E io non mi aspettavo certo una tua visita- disse lui-
Soprattutto dalla finestra.
-
Be’, che vuoi farci…certi abitudini non si perdono- disse lei
alzando le spalle.
-
Già- lui le sorrise con malinconia.
-
Satoshi…
-
Sì?- la guardò.
-
Mi faresti entrare? Sai, non vorrei restare qui per tutta la
sera…
-
Ah sì, scusa…- si fece da parte, mentre lei entrava, ma in
quel momento lei inciampo e finì per cadere addosso a lui.
-
Ahi…- dissero i due, stesi per terra.
-
Tutto a posto Kasumi?- chiese lui.
-
S- sì…credo di sì…- tentò di alzarsi, ma si accorse di essere
caduta sopra il ragazzo.
I loro visi erano molto vicini. Anche lui si era accorto di
quella strana situazione e continuava a fissarla, immobile steso a terra. La
sua mano si avvicinò quasi istintivamente al viso di lei e iniziò a sfiorarle
la guancia. I loro cuori, così come i loro sguardi, parevano non smettere di
battere e di fissarsi in quei interminabili minuti.
Satoshi ricordò il bacio che aveva dato alla ragazza giorni
prima e del dolce sapore che aveva percepito al contatto con le sue labbra.
Avrebbe voluto assaporare quel momento un’altra volta…
Le guance di Kasumi si colorarono di un leggero color rosso,
mentre notava lo sguardo di Satoshi che diventava serio e che la fissava con
insistenza. Molto imbarazzata da quella posizione, cercò di muoversi da lì, ma
il ragazzo glielo impedì circondandola con le sue braccia e trattenendola a sé.
-
Non te ne andare…- sussurrò lui- Non lasciarmi…- sembrò quasi
una supplica.
-
…Satoshi- lo guardò sorpresa.
-
Kasumi…- cercò di avvicinare i loro visi il più possibile.
Per la prima volta, aveva in mente chiaramente cosa voleva.
Qualcosa che il cuore lo aveva sempre supplicato e le sue labbra avevano
desiderato…Baciarla.
La ragazza guardò il viso di lui protrarsi verso di lei, in
un impulso che neanche lei poteva resistere. Perché…era quello che desiderava
anche lei.
Erano a pochi centimetri per darsi quel bacio che avrebbe
cambiato per sempre il loro modo di vedersi.
E fu proprio in quel momento, che qualcuno bussò la porta.
Satoshi sapeva che non poteva trattarsi della finestra,
questa volta.
-
Sato? Ho sentito un rumore…sei caduto?- disse la voce del
padre da dietro la porta.
I due ragazzi si rialzarono agitati, cercando di escogitare
qualcosa al più presto.
La porta si aprì ed entrò l’uomo. Vide un ragazzo steso giù.
-
Sato, che ci fai lì a terra?
-
Eh? Ah, stavo…sì, stavo cercando qualcosa…
-
E quel botto di prima?
-
Giusto, sono caduto.
-
Ma non avevi detto che stavi cercando qualcosa?
-
Precisamente, sono caduto e stavo cercando qualcosa che mi è
caduto- ridacchiò lui nervosamente.
-
Uhm…d’accordo. Però sta attento…il pavimento non può resistere
a tante cadute- e uscì dalla stanza- Ah, e poi chiudi la finestra, che sta
iniziando a far freddo.
-
D’accordo- l’uomo chiuse dietro di sé la porta.
Il ragazzo poté tirare un sospiro di sollievo, e anche la
ragazza nascosta dietro la porta poté rilassarsi, una volta che l’uomo si fu
allontanato. Kasumi si lasciò scivolare sulla parete della stanza e Satoshi si
alzò da terra. I due si guardarono e sviarono i loro sguardi, molto
imbarazzati. Quello che era accaduto qualche minuto prima, non si poteva certo
definire casualità. Era chiaro che qualcosa che era cambiato tra i due ed era
ormai difficile nasconderlo.
Le loro stesse sensazioni li avevano portati ad avvicinarsi
più volte in diverse occasioni.
-
Kasumi…- tentò di dire lui, per non fare continuare il
silenzio in quella stanza. La voce di lui fece sussultare la ragazza, che si
spinse più forte con la schiena contro la parete e sentendosi istintivamente
braccata lì dentro- Tutto bene?
-
S- sì…- disse lei, facendo un cenno di sì- Tu?
-
Sì, bene- tornò il silenzio- Oh, ehm…e quindi, cosa stavamo
dicendo?- disse lui imbarazzato, mentre si grattava la guancia.
-
Oh, certo…dunque, ero venuta a parlare con te…per quello che è
accaduto stamattina…
-
Ah, già…- lui sospirò quasi deluso e si sedette sul letto.
Sperava ingenuamente di poter riprendere dal bacio- E quindi?
-
Satoshi…- lo guardò- Perché c’è l’hai con Shigeru? E’ per la
vostra solita rivalità?
Lui scosse la testa.
-
No, non proprio- chinò la testa- E’ che so…che presto mi
porterà via una persona importante.
-
Come?
Satoshi la guardò e sorrise un po’ triste.
-
Come hai detto tu, siamo molto diversi. E’ per questo che tu
ti trovi meglio con lui.
-
Perché dici questo?
-
E’ la verità…Presto o tardi, te ne andrai. Lontano da questa
casa…- sussurrò- lontano da me.
-
Satoshi- lei si sedette accanto a lui- Solo perché vediamo le
cose in modo diverso, non vuol dire che io me ne debba andare.
-
Ma lo farai…
Lei lo guardò per qualche istante, poi abbassò lo sguardo.
-
Sì…questo è vero. Stiamo crescendo…non potrò rimanere qui per
sempre. Neanche tu, suppongo- sospirò e lo guardò sorridendo- Però sappi che in
qualsiasi posto io sia, io ti resterò accanto. E poi…- fece un gesto con la
mano per indicare la cornetta del telefono-..esistono tanti modi per sentirsi,
no?
-
Non è la stessa cosa- disse lui senza guardarla.
-
Sato…
-
Mi sono abituato ad averti al mio fianco…se te ne andrai, mi
sentirò solo.
-
Ma non sei solo- disse Kasumi- Ci sono i tuoi genitori, i
nostri amici e…e io verrò più spesso a trovarti.
-
Non è la stessa cosa!- ribadì lui, alzandosi in piedi.
-
Insomma, che vuoi che faccia allora?- anche Kasumi si alzò in
piedi.
Satoshi la fissò serio e poi la prese per le braccia. Quando
il suo viso fu più vicino a quello della ragazza, sussurrò.
-
Rimani con me…- e sentendosi ormai impotente nel trattenere i
suoi sentimenti, la trascinò verso sé- Per sempre…-avvicinò le sue labbra a
lei. Kasumi rimase in silenzio mimando il suo gesto.
-
Sato!- si spalancò la porta- Hai ancora la cassetta
dell’Esorcista?- Hiroshi rimase senza parole, di fronte alla scena-…cosa?
Seguirono dei brevi, ma anche lunghi secondi di imbarazzo,
mentre i due ragazzi continuavano a stare uno di fronte all’altro, senza
muoversi di un millimetro, sotto lo sguardo dell’uomo.
-
I-io…devo andare…- Kasumi si voltò velocemente, molto rossa in
viso e guizzò via dalla stanza, tra lo stupore generale. Satoshi la guardò
andare via, senza poterla fermare.
-
Ma quando è entrata?- chiese Hiroshi.
-
…paaa…pàaaa…- mormorò Satoshi in tono di minaccia, agitando le
dita nervosamente.
-
Waaa, figliolo, non l’ho fatto apposta, davvero!- si difese
lui, mentre Satoshi cercava di strangolarlo.
Satoshi era furioso. Non sapeva con quale coraggio aveva
tentato di baciarla? Tutto sfumato per un padre impiccione.
-
Da domani metterò un lucchetto alla porta!
-
Vorresti proibirmi di entrare nella tua stanza?
-
No, voglio proibirti di entrare nella mia vita!
-
Che crudele- mugolò il padre. Satoshi lo lasciò andare.
-
E comunque, che eri venuto a fare?
-
Ah, ricordi la cassetta dell’Esorcista?
-
Non posso credere che tu sia venuto a disturbarmi per questa
sciocchezza- borbottò Satoshi, mentre frugava nella pila di cassette.
-
Caspita. Non posso credere che ce l’hai ancora- disse Hiroshi
prendendo la cassetta- Era uno dei miei regali per te…
-
Già…solo da quello si capisce che padre eri…- commentò
Satoshi- …Regalare un film dell’orrore ad un bambino!
-
Non ce l’avrai ancora con me, perché avevi gli incubi la notte
e facevi la pipì a letto?
-
Fuori!!!- gridò Satoshi imbarazzato e arrabbiato. L’uomo fu
sbattuto fuori dalla camera.
-
Che modi…- brontolò lui.
Poi passò davanti alla porta chiusa della ragazza. La fissò
per qualche istante, poi bussò alla porta.
La porta si aprì lentamente, facendo vedere la faccia di
Kasumi leggermente arrossata per prima e quando vide chi aveva davanti, arrossì
di più.
-
…s-sì?- chiese lei timidamente.
-
Posso entrare?- chiese lui serio.
-
C- certo…- lei lo fece entrare e chiuse la porta. Guardò
preoccupata l’uomo, mentre si sedeva sul letto- Aveva bisogno?
-
Dobbiamo parlare- disse lui sbrigativo- E sai a cosa mi
riferisco.
-
I-io…- disse lei imbarazzata- N-non è successo niente…noi non…
-
Lo so- disse lui- Ma non potrò starvi alle costole per tutto
il tempo.
Kasumi lo guardò un po’ confusa.
-
Sarò breve, Kasumi. A me fa piacere che tu viva con noi, nello
stesso tetto. Sei una ragazza in gamba e Haneko e Satoshi sono affezionati a
te. Ma vorrei che da adesso osservassi una nuova regola.
-
Di che si tratta?- il rossore le era passato, sostituito dalla
preoccupazione. Non lo aveva visto così serio con lei.
-
Voglio che tu stia lontana da mio figlio.
Kasumi spalancò gli occhi e guardò l’uomo senza saper cosa
dire.
-
…stare lontana?- ripeté lei.
-
Non intendo dire che non lo devi più vedere. Vivete nella
stessa casa e frequentate la stessa scuola…sarebbe impossibile. Quello che ti
chiedo è un’altra cosa. Forse ti sembrerà strano adesso, ma temo che prima o
poi lo capirete, forse l’avete già capito…cosa provate uno per l’altro- Kasumi
rimase in silenzio- E questo non è un bene per voi.
-
Che…che intende dire?- la voce di Kasumi si fece più bassa.
-
La tua missione, quel che dovremmo fare e il tuo passato…- lei
chinò la testa- Non dico che mi fa piacere questa situazione. A lungo mi sono
chiesto se era il caso di intervenire o lasciare le cose com’erano. Satoshi è
cambiato da quando sei qui ed è cresciuto molto- sospirò- Ma ora mi sono
accorto che non posso più tacere. Mi duole farlo, ma è necessario- la guardò-
Per questo, voglio che tu stia lontano da lui. Non voglio che Satoshi si
innamori di te o che possa succedere qualcosa tra voi due. Ti è chiaro?
Kasumi annuì lentamente.
-
Bene…mi dispiace di essere così duro con te- si alzò in piedi-
Non avrei mai voluto arrivare a questo punto.
La ragazza non disse niente e mantenne lo sguardo fisso a
terra.
-
Naturalmente, gli altri non dovranno sapere niente.
-
…sì.
-
D’accordo. Allora ti lascio riposare- l’uomo aprì la porta e
uscì dalla stanza- ‘notte Kasumi.
-
‘notte- rispose lei con voce bassa.
La porta si chiuse e Kasumi rimase in piedi. Delle lacrime
uscirono dagli occhi, atterrando sul tappeto. Solo qualche minuto prima si
sentiva così emozionata. Essersi trovata a pochi centimetri dal viso di
Satoshi, l’aveva lasciata stupita. Ora però non si sentiva così felice.
Si asciugò gli occhi, sfregandosi il braccio. Perché tutto
ciò che di buono le capitava, se ne doveva allontanare?
Rimani con me…Per sempre…
Risuonò nella sua mente la voce di Satoshi. Come poteva fare
ora? Come poteva dirgli che non poteva più mantenere la promessa?
Si avvicinò al letto e ci si sdraiò.
Forse era la sua punizione per aver chiesto troppo…Quando
finalmente poteva comportarsi come una normale ragazza, il passato tornava a
tormentarla.
Sprofondò la faccia sul cuscino e altre lacrime scesero
sulle guance.
Se era questo quel che doveva fare…l’avrebbe fatto. Anche se
ci avrebbe sofferto. Quella famiglia le aveva dato qualcosa che non avrebbe mai
avuto ed era ora che lei ricambiasse.
Pensando così, lentamente si assopì.
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Prossimamente:
Dopo una breve pausa per riordinare i propri sentimenti, i
nostri personaggi si avvicineranno sempre più al mistero che ruota intorno alla
scomparsa di Hiroshi e della sua missione. Mentre farà la comparsa di un altro
personaggio che era rimasto nell’ombra.
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Ho guardato la vecchia scaletta di questa fic…e mi sono
accorta che sono davvero vicina alla fine. Ed è proprio quando sono alla fine,
che finisco per interrompere la fic XD
No, be’, spero proprio di no. Per tutti quelli che
continuano a seguire questa fic, non mi arrenderò! Anche se fosse solo una persona,
non mi arrenderò, perché avevo dedicato molto a questa fic ^^
Una grazie a Kogarashi e a Fedina che stanno ancora seguendo
la storia! ^-^
Spero che comunque non odierete Hiroshi dopo questo capitolo
(io personalmente, sì XD) (naaah, scherzo), ma avrà modo di riscattarsi…credo
°.° Certo che…regalare l’Esorcista ad un bambino -_-‘…bah. Spero che Satoshi
non segua le sue orme XD
By Ya-chan