grazie mamma
Siccome
nella seconda stagione di Braccialetti Rossi è esente la mamma di
Rocco ho voluto scrivere una fanfiction su di lei e del suo rapporto
post – coma con suo figlio. La vicenda da me narrata si colloca più
o meno fra la fine della prima e l'inizio della stagione.
Non
esitate a fare anche recensioni negative se necessario. Buona
lettura!
GRAZIE
MAMMA!
Sono
trascorsi tre mesi da quando ti sei ridestato dal coma che ti aveva
assopito per ben otto mesi. Io sono ancora qui a lavorare come clown
dell'ospedale per poter restare ancora al tuo fianco, fino a quando i
medici non ti dimetteranno definitivamente e la nostra vita potrà,
finalmente, tornare alla normalità; mi mancano le nostre passeggiate
in bicicletta, nelle sere d' estate, nel parco vicino alla nostra
dimora, mi mancano le nostre gite al mare e le nostre passeggiate a
cavallo nel ranch di mio mio cugino Max. Andavamo spesso anche in
piscina in estate, anche se, dopo ciò che “ci” è accaduto –
parlo al plurale poiché questo fatto ha toccato Rocco ma pure la
sottoscritta sotto certi aspetti - non so se avrò mai il coraggio di
tornarci di nuovo in una piscina, anzi ogni volta che sento anche
solo pronunciare il termine “piscina” o penso a qualcosa che
assomiglia ad una vasca da bagno ma molto più grande e più profondo mi si gela il sangue e un brivido mi percorre lungo la
schiena.
Stamattina
sei ad una visita di controllo con la dottoressa Lisandri e ti ho
promesso che quando avresti finito saremo andati insieme da qualche
parte ove volevi tu. Il giorno precedente avevamo chiesto ai medici
il consenso per un'uscita e loro avevano asserito. Dopo quel “sì”
ci abbracciamo commossi: finalmente dopo quasi un anno potevamo di
nuovo fare una di quelle gite insieme come una volta.
Ti
vedo venirmi incontro accompagnato da Carlo e quest'ultimo mi
riferisce che il mio Rocco migliora di giorno in giorno. Ringraziammo
il medico e poi ti chiesi: Allora dove ti piacerebbe andare oggi?”
“Alla
piscina dove...” Non riuscì a terminare la frase ma intuì
perfettamente a quale piscina si riferisse. Lo fissai per un tempo
che mi parve infinito, piuttosto che sentire quella frase avrei
preferito camminare a piedi nudi sui bracieri ardenti; l'istinto di
chiederti perché vuoi andare proprio lì? era
fortissimo ma mi limitai a rispondere con un semplice: “Ok.”
Salimmo
sulla mia auto e ci dirigemmo verso la meta desiderata da Rocco.
Fortunatamente non c'era traffico quindi non impiegammo molto ad
arrivare a destinazione, anche se avrei preferito che l'autovettura
andasse in avaria piuttosto che tornare ancora in quell' “inferno”,
ma se tu desideri recarti lì evidentemente sentirai il bisogno di
doverci tornare allora ti accontento.
Arrivati
alla fatidica piscina, parcheggiammo il mezzo e ci incamminammo
lentamente verso luogo “mostruoso”. Arresti davanti alla rete che
separa la “spiaggia” dalla strada ma non varchi
l'ingresso...fissi la piscina per una manciata di secondi poi ti
volti verso di me e mi esplichi: “Mi avevi portato in questa
piscina per farmi dei nuovi amici undici mesi fa...ed è stato
proprio così! Sono stato otto mesi in questa piscina quando ero in
coma e mi sono fatto degli amici qui...tutti coloro che si trovavano
nel limbo tra la vita e la morte, in ospedale sono passati da me...e
dalla mia piscina, e sono diventati miei amici...è in questa piscina
che ho parlato con Davide per la prima ed ultima volta ed è qui che
siamo diventati davvero amici. Se tu non mi avessi mai portato in
questo posto non sarei mai riuscito a farmi gli amici che ho ora,
quindi grazie mamma! E grazie anche per tutto quello che hai fatto e
che stai facendo per me ogni giorno in ospedale”.
Nell'udire
queste parole, i miei occhi si riempirono di lacrime di gioia e ci
stringemmo in un tenero ed infinito abbraccio.
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