Chocolate
cookies
14. Cioccolato
Rinoa se ne stava seduta
sul letto, lo sguardo perso nel vuoto e la testa che elaborava pensieri
e c'era una cosa che più di tutte l'assillava.
Erano passati mesi dalla
famosa estate che aveva cambiato la sua tranquilla vita da adolescente,
aveva conosciuto una persona che mai avrebbe dimenticato, che le aveva
insegnato tante cose e l'aveva aiutata in diverse occasioni.
Alla prima apparenza
poteva risultare strafottente, arrogante, ma lei aveva avuto
l'opportunità di conoscerlo e scambiarci due parole e aveva
scoperto che in realtà non era la persona che si mostrava
agli altri.
In un primo momento,
quando l'aveva visto per la prima volta si era posto male anche con
lei, ma Rinoa era riuscita a togliergli quella maschera, gli aveva
dimostrato che con lei poteva essere se stesso.
Questo per la ragazza
era un grande traguardo, era felice di essere riuscita nel suo intento
perché fin da subito aveva provato un grande interesse nel
conoscerlo.
Fin lì non
c'era nulla di strano, infatti il dubbio che aveva assalito Rinoa per
tutta l'estate e continuava tuttora a perseguitarla era il fatto che
non sapeva come considerare il loro rapporto. Sapeva che anche a Seifer
faceva piacere passare del tempo con lei, altrimenti non sarebbe stato
così disponibile, ma quel suo fare così gentile
l'aveva portata a chiedersi se il loro fosse un semplice rapporto di
amicizia o meno.
Da parte sua, sapeva di
provare un'attrazione particolare, ma lei cos'era per Seifer? Una
semplice, e forse unica amica?
Oltre a questi pensieri,
ce n'era un altro che la rendeva nervosa. Si era fatto risentire,
dicendole che qualche giorno più tardi sarebbe tornato a
farle visita. Era felice di rivederlo, non vedeva l'ora ma... il
calendario si stava avvicinando a una data di cui Rinoa aveva un po'
paura perché non sapeva come viverla assieme a Seifer.
Dal canto suo, Rinoa,
sarebbe stata felice di passare quel giorno speciale con lui, ma ecco
che tornava nuovamente quel dubbio opprimente, lui come avrebbe
reagito? Era uno strazio! Tutte quelle paranoie la mandavano in tilt.
Odiava avere la testa
pesante di dubbi e odiava il San Valentino.
Si chiedeva se avrebbe
dovuto preparare qualcosa per quel giorno, forse Seifer avrebbe
apprezzato il dono, ma così avrebbe messo a nudo i suoi
sentimenti e lui come l'avrebbe presa?
Aveva paura di fare la
figura della sciocca ragazzina innamorata e sapeva che Seifer non era
molto incline ai sentimentalismi in generale, non voleva perderlo in
alcun modo. Non voleva che si allontanasse per questo.
Scosse violentemente la
testa per scacciare i pensieri, così non andava, aveva
bisogno di prendere una boccata d'aria e fare due passi, forse
l'avrebbero aiutata a rilassarsi, solitamente funzionava.
Indossò il
soprabito azzurro e uscì di casa, senza prefissarsi una
meta, quello che davvero le importava era non pensare.
Mentre passeggiava,
inconsciamente non faceva altro che guardarsi attorno con la speranza
di vedere quegli occhi blu profondo che tanto bramava, ma evidentemente
era troppo presto, doveva ancora arrivare.
"Certo che poteva almeno
dirmi una data precisa! Così è tutto
più difficile!" parole al vento, senza accorgersene l'aveva
detto a voce alta.
I passi la portarono nel
centro della città, quella via era la sua preferita. La
gente era sempre di buon umore e le piaceva stare a guardare i bambini
che giocavano spensierati, a volte avrebbe voluto essere come loro.
Improvvisamente il suo
sguardo si posò sulla vetrina di una pasticceria,
così si avvicinò per osservare meglio le
prelibatezze esposte. C'erano un sacco di dolci, ma soprattutto erano
presenti quelli al cioccolato, dato che la famosa ricorrenza degli
innamorati si stava avvicinando.
Guardando tutti quei
dolciumi le venne improvvisamente voglia di mettersi alla prova, in
fondo non le costava niente provare. Aveva deciso che avrebbe tentato
di preparare qualcosa e se fosse stato il caso lo avrebbe regalato a
Seifer, se non se la sentiva avrebbe potuto comunque offrirla al padre
o gustarla lei stessa, quello non era un grosso problema.
Così, presa
la sua decisione si diresse al supermarket per comprare gli
ingredienti, pensando durante il tragitto a cosa avrebbe potuto
cucinare. Non sapeva se fossero meglio dei biscotti al cioccolato o una
tortina. Alla fine optò per la prima opzione, forse erano
più semplici da preparare e lei non si riteneva affatto
brava in cucina, perciò più semplice era la
ricetta, più aveva possibilità di riuscita.
Finita la spesa,
tornò a casa e ripose gli ingredienti al loro posto, adesso
tutto quello che doveva fare era cercare la ricetta giusta nei tanti
libri presenti nella vecchia biblioteca del padre.
Probabilmente avrebbe
trovato qualcosa che avrebbe fatto al caso suo, dato che a sua madre,
quando ancora era in vita, piaceva cucinare. Suo padre glielo diceva
sempre, o almeno, quelle poche volte che avevano occasione di parlarsi;
le raccontava quanto Julia adorasse stare ai fornelli, la sua seconda
passione dopo il canto e il pianoforte e quante prelibatezze sfornava.
Rovistando fra gli
scaffali, riuscì a trovare uno spesso libro dedicato ai
dessert, così prese a sfogliarlo, notando che c'erano
un'infinità di dolci. Lo chiuse e si diresse in camera sua
per cercare la ricetta giusta.
***
Erano passati tre giorni
da quando Rinoa si era decisa a regalare dei biscotti a Seifer, non
nascondeva che questa situazione l'agitava, ma adesso la cosa che
maggiormente la innervosiva, era il fatto che il ragazzo non era ancora
arrivato a Deling City e per l'appunto quel giorno era proprio il 14 di
Febbraio. Se lui non fosse arrivato per tempo, ne sarebbe rimasta
delusa, non avrebbe potuto consegnarli il regalo.
"Ma che importa... in
fondo non so neppure se darglielo o meno..." il tono di voce
però la tradiva, in realtà la voglia di dargli i
biscotti era aumentata con lo scorrere del tempo.
Quella mattina si era
alzata all'alba per cominciare i preparativi, era appena scesa in
cucina col libro sottomano, che successivamente aveva posato sul tavolo
per poter prendere tutto l'occorrente necessario. Stette per un attimo
a fissare tutte quelle cianfrusaglie incerta, non era molto sicura di
ciò che sarebbe uscito fuori.
"Avanti Rinoa, puoi
farcela! Pensa, è per Seifer! Per Seifer!" purtroppo
però, auto convincersi non l'aveva aiutata affatto, era
sempre titubante.
Si legò i
capelli e cominciò la grande impresa culinaria. Mise il
burro in una ciotola, aggiungendo poi dello zucchero e le uova,
cominciando poi ad amalgamare il contenuto, ottenendo una sostanza
giallognola.
Successivamente, dopo
aver setacciato farina e sale, li aggiunse agli altri ingredienti e
cominciò a mescolare nuovamente il contenuto, fin
lì niente di complicato. Era stata attenta a mettere le dosi
giuste e rendere la sua creazione simile a quella nella figura del
libro. Infine aggiunse il cioccolato, mescolando il tutto per l'ultima
volta.
"Mmm... vediamo.
Lasciare in frigo per trenta minuti! Ah, finalmente una pausa!" disse
allegramente, riponendo la ciotola nel frigorifero fiduciosa.
Da quando aveva
cominciato a pasticciare con gli ingredienti, Rinoa aveva acquistato
tanta fiducia in se stessa, adesso era pronta a scommettere che avrebbe
ottenuto dei biscotti favolosi, dopotutto, buon sangue non mente,
è così che fa il detto no?
Dette una veloce
occhiata a ciò che avrebbe dovuto fare dopo l'attesa e
successivamente si diresse in bagno per farsi una doccia, di tempo ne
aveva a sufficienza.
Quando finalmente fu
sotto al getto d'acqua fresca, chiuse gli occhi pensando al volto di
Seifer. Era davvero impaziente di rivederlo, come lo era stato per
tutti quei mesi da quando era tornato al Garden di Balamb.
Le aveva tanto parlato
di quel posto che era diventato la sua casa, dato che aveva perso i
genitori durante la guerra della Strega, e glielo aveva descritto come
un luogo che alle volte ricordava tutt'altro che un'accademia
militare, sia per la strana gente che lo popolava, sia per le lezioni
non troppo pesanti.
Un giorno le sarebbe
piaciuto visitare quel tanto decantato Garden e perché no?
Magari anche frequentarlo, così non solo avrebbe potuto
vedere sempre Seifer, ma avrebbe dimostrato a suo padre che anche lei
sapeva cavarsela da sola.
Questo era un altro
argomento di cui doveva parlare con il ragazzo, chissà se ne
sarebbe stato felice?
Ormai Rinoa era
così esaltata all'idea che aveva persino dimenticato i dubbi
che l'avevano assillata per tutto quel tempo.
Dopo aver sciacquato i
capelli dal balsamo, spense l'acqua e uscì dalla doccia,
indossò qualcosa di comodo e tutt'allegra tornò
in cucina, aspettando il momento per togliere l'impasto dal frigo.
Mancavano pochi minuti, che non ci misero molto a scorrere.
Andò ad
accendere il forno e successivamente lesse la ricetta,
svuotò il contenuto dalla ciotola e cominciò a
stenderlo col mattarello, stando però ben attenta a darle lo
spessore indicato sul libro. Le ci volle un po' prima di completare
l'operazione, volendo fare le cose accuratamente cercò di
non esagerare con la pressione delle mani, stendendo pian piano
l'impasto.
Finita quell'operazione,
Rinoa prese il taglia biscotti e cominciò a intagliare tanti
cuoricini di cioccolato. Dall'aspetto non sembravano essere venuti
male, questo la rese ancor più esaltata.
Continuò a
produrre biscottini fino a quando l'impasto giunse al termine, dispose
le varie forme in un vassoio e lo mise in forno, nel quale dovevano
stare almeno quindici minuti.
Era quasi arrivata al
termine del suo lavoro e per adesso pareva soddisfatta, le metteva un
po' di ansia la prova generale, aveva paura del sapore che avrebbero
avuto i suoi biscotti, ma decise che era meglio non pensarci fino a che
non sarebbe giunto il momento.
Si sedette un attimo per
rilassarsi, ma non appena ebbe un po' di calma suonarono alla porta di
casa, così sbuffando fece una corsa ad aprire, imprecando
contro suo padre, che sicuramente aveva dimenticato qualcosa a casa.
"Accidenti a quell'uomo
e la sua mania di non portarsi dietro le chiavi!" aprì il
portone con aria scocciata e le mani sui fianchi. Si aspettava di
vedere il Colonnello Caraway con aria dispiaciuta, ma al suo posto si
ritrovò di fronte un volto sorridente, quanto inaspettato.
Restò
momentaneamente senza parole, poi scattò all'indietro per la
sorpresa.
"Seifer!" in quel
momento avrebbe voluto sprofondare, era consapevole di essere tutto
fuorché presentabile. Diamine, non aveva la minima idea che
si sarebbe fatto vivo alle undici di mattina!
Incapace di pronunciare
altre parole, abbassò lo sguardo per la vergogna, non sapeva
cosa dire o come comportarsi, era stata colta troppo alla sprovvista.
"Che bell'accoglienza.
Ed io che pensavo di farti un piacere a venirti a prendere a casa..."
non era cambiato affatto, quel tono sarcastico non lo abbandonava mai.
Rinoa sapeva che con lei lo usava con fare scherzoso, ma le dispiacque
comunque.
"Mi dispiace Seifer!
È che... non me l'aspettavo! Potevi avvertirmi comunque!"
esclamò lei fingendosi offesa a sua volta.
A Seifer piaceva quando
Rinoa assumeva quella posizione: le mani sui fianchi, le guance
arrossate e le labbra increspate in un broncio, per completare il
tutto, ci si erano messi pure i capelli, che quel giorno avevano una
piega insolita a darle un aspetto buffo.
"Beh, mi fai stare sulla
porta?" la ragazza si dette mentalmente dell'idiota, possibile che i
suoi riflessi sempre pronti quel giorno non si decidevano a
collaborare? Di solito era molto spontanea.
Lo fece accomodare in
salotto, dicendogli di aspettarla cinque minuti che si sarebbe andata a
cambiare. La infastidiva l'idea di trovarsi al suo cospetto in quelle
condizioni, e poi non le si addiceva. Così, percorse le
scale a corsa e dopo essersi vestita e data un senso ai capelli fece il
suo ritorno nella grande sala.
Seifer stava osservando
la stanza, ciò che aveva attirato la sua attenzione era una
foto di Rinoa, avrà avuto all'incirca sei anni e teneva per
la mano un uomo, probabilmente suo padre.
All'improvviso si
sentì circondare la vita da due esili braccia, finalmente
Rinoa si era decisa ad accoglierlo come si deve, non aspettava
nient'altro che lei gli dimostrasse quella dolcezza che tanto gli era
mancata in quei mesi.
"Bentornato Seifer!"
disse lei stringendolo fra le sue braccia, emozionata da quel contatto
tanto atteso.
Lui sciolse il contatto
per voltarsi a guardarla, aveva un'espressione così serena e
rilassata sul volto che gli riportò alla mente alcuni flash
di quell'estate. Si osservarono a lungo, fino a che il viso di Rinoa si
contrasse in una smorfia terrorizzata.
"Oh no! Che tragedia!
Aspetta solo un istante!" lui la osservava perplesso mentre la vedeva
schizzare in una stanza della casa a lui ignota.
"Tutto bene Rinoa?"
azzardò, ma non ricevette nessuna risposta, allora decise di
incamminarsi per seguirla, ma venne fermato da un urlo della ragazza
che gli intimava di non muoversi assolutamente da lì.
Intanto Rinoa aveva
cominciato ad agitarsi. Come aveva potuto dimenticarsi i biscotti? In
fretta e furia li tolse dal forno, appoggiando il vassoio sul tavolo.
Le bastò solo uno sguardo per capire che aveva rovinato ogni
cosa.
I dolcetti non avevano
per niente un bell'aspetto, erano anneriti e bruciacchiati, per cui
immangiabili.
Presa dallo sconforto si
lasciò cadere sulle ginocchia, picchiando una mano sul
pavimento con stizza, era rimasta davvero delusa, non era riuscita a
combinare un bel niente, gli occhi le bruciavano per via delle lacrime
che minacciavano di uscire.
Improvvisamente
sentì dei passi, Seifer era appena entrato, ma lei non aveva
il coraggio di guardarlo e si coprì il volto con le mani
aspettando che lui le dicesse qualcosa. Non udì nessun
suono, sentì soltanto che due forti braccia la stringevano e
lei non poté far altro che lasciarsi andare a quel contatto.
"Che succede Rinoa?"
ovviamente il ragazzo aveva notato i biscotti malriusciti che giacevano
nel vassoio, ma fece finta di niente. Aveva immaginato che la tristezza
che aveva catturato Rinoa fosse per quello.
"Sono un disastro." fu
tutto quello che riuscì a pronunciare la moretta.
Seifer scosse la testa e
le accarezzo i capelli con fare gentile, non gli piaceva vederla
così, l'aveva sempre vista solare e iperattiva.
Quell'espressione distrutta lo rendeva irrequieto, preoccupato.
"Avanti, tirati su, non
vorrai mica stare qui a piangere come una mocciosa?" non era mai stato
bravo a parole.
Rinoa tirò su
col naso, asciugandosi gli occhi, poi si tirò in piedi senza
però alzare lo sguardo. Fu lui a costringerla a farlo,
alzandole delicatamente il volto con due dita, osservando quegli
occhioni immersi di lacrime, che asciugò col palmo della
mano.
"Su smettila di
piangere..." la verità era che Seifer si trovava in
difficoltà nel veder piangere una donna, soprattutto se si
trattava di Rinoa.
La ragazza si
incamminò verso il salotto senza dire una parola e Seifer la
seguì in silenzio, sedendosi accanto a lei sul divano e
lasciò che le si appoggiasse al petto.
Apparentemente sembrava
essersi calmata un po', anche se continuava a pensare costantemente a
ciò che aveva combinato. Ci teneva davvero a regalare quei
biscotti a Seifer, perchè finalmente si era decisa a fargli
capire cosa provava per lui, voleva dimostrargli quanto fosse
importante per lei, che non lo riteneva un semplice amico, ma qualcosa
di più.
Non ce la faceva
più a tenerselo dentro, doveva assolutamente parlargli,
perciò accantonò il pensiero dei dolcetti
rovinati e si mise seduta, sospirando leggermente.
Lentamente lo sguardo si
posò sul volto di Seifer, che la guardava a sua volta con un
leggero velo di preoccupazione che solo un occhio esperto poteva
scorgere. E di fatto, lei lo conosceva bene e aveva capito come si
sentiva.
Prima di cominciare il
discorso si ricompose, asciugandosi gli occhi e cercando di prendere
coraggio. Per lei era una novità mettere in luce i
sentimenti, non le era mai capitato e avrebbe giurato che se al posto
di Seifer ci fosse stato un altro, non sarebbe stato così
difficile.
"Sai, quei biscotti...
erano per te." lui la guardava impassibile, cercando di non far
trapelare alcuna emozione. Nonostante non amasse chi mostrava
apertamente i sentimenti, doveva ammettere che con lei era diverso.
Per la prima volta
Seifer si era sentito davvero sereno, quella ragazza aveva un potere
particolare su di lui, era riuscita a sciogliere il suo duro cuore con
delle semplici parole.
La guardava negli occhi
senza saper cosa dire, si sentiva un po' spaesato, non era per niente
pratico di queste cose non avendo mai provato niente di simile. Nessuno
poi gli aveva mai offerto qualcosa.
"Mi dispiace..." Rinoa
abbassò nuovamente lo sguardo, il silenzio di Seifer non
l'aiutava affatto. Lui dal canto suo sapeva di doverle dire qualcosa.
"Almeno c'hai provato,
non ti pare?" un modo come un altro per dire che è il
pensiero quello che conta e lei aveva capito il senso di quelle parole,
ormai sapeva interpretarlo alla perfezione.
In fondo aveva ragione
lui, perché rattristarsi per degli stupidi biscotti? Doveva
essere felice perché lui era lì, con lei. Come
aveva fatto a non pensarci prima!
Finalmente Rinoa aveva
trovato il sorriso di sempre e come al solito era stato merito del
ragazzo.
Improvvisamente Seifer
se la ritrovò fra le braccia, adesso sì che la
riconosceva. Era lei, la sua Rinoa, tutta sorrisi e gesti affettuosi.
Quella stessa Rinoa che
gli aveva fatto passare un'estate diversa dalle altre, che lo aveva
reso libero e che in quel momento gli donava un calore mai provato. Le
accarezzò il viso delicatamente, la sua pelle era liscia e
vellutata.
Rinoa, a quelle carezze,
sentiva il battito del cuore aumentarle nel petto, era una sensazione
meravigliosa che da tanto sognava di provare, però voleva di
più. Le labbra di Seifer l'attraevano pericolosamente e lei
sapeva di non poter più aspettare.
Gli prese il viso fra le
mani e lentamente cominciò ad avvicinarsi al suo volto,
posando delicatamente le labbra sulle sue, così morbide e
calde.
Fu un bacio breve, ma
intenso. Le emozioni che scatenò quel semplice gesto
stupì entrambi, che mai avevano provato niente di simile, ma
avevano immaginato emozioni così violente e piacevoli al
tempo stesso.
Le forti braccia di lui
circondarono la vita della ragazza, stringendola contro al suo petto,
lasciando che i battiti dei loro cuori si fondessero in un unico e
ritmico suono.
Sciolsero quel gradevole
contatto, continuando però a restare abbracciati,
guardandosi intensamente negli occhi.
Rinoa ripensò
ai biscotti al cioccolato e le venne improvvisamente da ridere, in
fondo era stato un bene che si fossero bruciacchiati, probabilmente se
così non fosse stato sarebbe andata in un altro modo.
Seifer la guardava
ridere, senza capirne il motivo.
"Ho forse fatto qualcosa
di divertente?" lei scosse la testa, soffocando le risate.
"Affatto. Sono i
biscotti che mi divertono!" lui non aveva capito il senso delle parole,
non sapeva del ragionamento che aveva fatto la ragazza, ma in fondo non
gli importava, ciò che le fosse passata la tristezza di poco
prima.
In quel momento Seifer
si promise di proteggerla sempre, se qualcuno l'avesse fatta piangere
non lo avrebbe mai perdonato, perchè la sua Rinoa doveva
sorridere. Lui sarebbe stato al suo fianco per sempre, non l'avrebbe
mai lasciata sola.
Note
dell'autrice:
Ed ecco anche la seconda
Fan Fiction per il "Valentine's Meme"! E sono contenta
perchè ho scritto una SeiferRinoa. Ok, lo ammetto, non mi
piace molto com'è venuta fuori, tra le due preferisco la
ZackAerith, ma vabè, vedrò dal giudizio del
lettori!
Spero vi sia piaciuta!
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