Normal blood
“Chiuse gli occhi inspirando profondamente l’odore acre che saliva dal
cadavere accasciato ai suoi piedi. L’odore del sangue. Sangue sul suo stiletto.
Sangue sui suoi vestiti. Sangue sulle sue mani.”
Impallidii ripensando al mio primo omicidio, al taglio tremolante che avevo
inciso sulla gola della mia prima vittima, al suo sangue che,ricordo come fosse
ora, riscaldò il mio corpo quando fu invaso dal soffio gelido di una morte
immeritata. Già,perché forse mio padre non meritava affatto di morire. O almeno
questo era quello che voleva farmi credere mia madre appena scoprì il cadavere
dell’uomo che amava steso ai miei piedi. Ricordo che mi tirò uno
schiaffo,ricordo che pianse,ricordo l’odio per quella donna che mi maltrattava
crescere e ricordo il suo seno candido tingersi di rosso scuro mentre vi
infilavo il coltello.
“La giovane donna si legò i capelli,ironicamente bianchi,e osservò la sua
vittima: un solo,piccolo, taglio,fondo quel tanto che bastava per recidere la
carotide. L’uomo era steso a terra. Era morto senza dire una sola
parola,d’altronde lo sapeva,mai insultare un assassino della Gilda,ma,molto
stupidamente,si era azzardato a schermire un giovane tirocinante e aveva pagato
con la sua vita,questa era la legge degli assassini…e gli assassini dettavano,in
segreto, le leggi del mondo intero. Indossò il manto nero e si coprì la fronte
con il cappuccio,osservò ancora una volta l’uomo... poi i suoi occhi si posarono
su una donna,legata ad una sedia,stava zitta,aspettando con estrema calma il suo
turno.”
Non mi sentivo mai pienamente a mio agio quando compivo un omicidio,ma
durante…niente era più bello dell’odore del sangue fresco,di vedere la vita
scomparire a poco a poco negli occhi del morente,occhi che sembrava mi volessero
scrutare nell’anima,occhi che volevano una vera ragione per spegnersi. Ed io
che,freddamente,sorridevo…di certo a quel tempo avrei considerato la morte come
una cosa piuttosto divertente…ma ora,mentre la vedo avanzare,così simile a
me,così ubriaca di morte come lo ero io,non posso fare altro che tacere e
pensare a tutti i crimini che ho commesso…crimini dovuto al mio sangue
meticcio,se mio padre non mi avesse rinfacciato in modo molto offensivo il mio
essere mezz’elfo forse non l’avrei ucciso…come aveva detto?ah si: “lurido essere
meticcio…tu sei stata la mia disgrazia…un lurido mezz’elfo…un cane bastardo…a
cosa può servire?”
“Pulì accoratamente lo stiletto su di uno staccio che stava sul pavimento
freddo. Un piccolo rivolo di sangue scese dalla punta dell’arma,lo leccò con mal
celata goduria,poi tornò a fissare la donna,le si avvicinò scegliendo
mentalmente il punto in cui l’avrebbe colpita…voleva fare in fretta,la lama
sarebbe penetrata nel petto,dritta, nel cuore. Sorrise freddamente e passò lo
stiletto sulle labbra della ragazza che le stava di fronte tagliandole
superficialmente. Nessun cambiamento sullo sguardo della sua vittima,sempre
riflesso nel suo,era lo sguardo di chi sapeva cosa gli aspettava e lo accettava
in quanto pienamente cosciente dei suoi peccati.”
Ho imparato,vedendola riflessi negli occhi delle mie vittime,che in tutti gli
sguardi c’è una piccola scintilla che si accende non appena ti rendi conto che
quel determinato giorno e in quel determinato momento, la morte, sarebbe venuta
a prenderti…di certo non avrei mai pensato di vedere la mia scintilla riflessa
nello sguardo del mio aguzzino…è giunto il momento di espiare i miei
peccati…oggi la morte ha fatto la sua scelta…tocca a me.
“La lama penetrò nel petto della ragazza,un sorriso le comparve sulle labbra
mentre vedeva il suo sangue sgorgare,un sorriso che pareva dire: vedi papà…il
mio sangue,è pur sempre dello stesso colore del tuo…”
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