hdk
Questa storia è dedicata alle
persone che nella mia precedente one-shot mi hanno sostenuta e convinta
a scrivere un'altra Draco-Ginny..Grazie soprattutto a karmenpotter,
Alyenda e fata93:) e naturalmente a ki adora questa coppia..come
me..^.^ vabbè che io adoro sempre Draco Malfoy però..ihih
Spero vi piaccia...fatemi sapere^.^
Until my heart will beat
“E se non dovessi
riuscire nel mio intento ti corteggerei contro mia natura, dal tuo
potere di attrarmi coglierò la mia forza e se qualcuno oserà
mostrarmi una donna di straordinaria bellezza, cosa sarà lei per me
se non l'ennesimo specchio nel quale troverò scritto il tuo nome.
Proverai a fuggire, ma non scapperai poiché tu per me sei il mondo
intero. Ed il sole non sarà più sole, poiché vedrà una luce più
forte della sua, la luna non sarà più luna, poiché vedrà un
bagliore più forte del suo, e il mare non sarà più mare, poiché
quando sfiorerà il tuo corpo avrà capito che con quell'eterno
movimento, tutto quell'immenso ora non sarà più solo.”
Francesco
Tomasoni
Guardo fuori dalla
finestra, sono interamente circondato da sabbia e mare, i gabbiani
cercano di cacciare più pesci possibile ed il sole è appena sorto
all'orizzonte.
Mi è sempre piaciuto
questo scenario, i colori arancione, rosso e violetto che ci sono di
mattina hanno un non so che di romantico.
Romantico.. rido
mentalmente, io non sono mai stato un tipo romantico, per niente, mi
si poteva dire stronzo, virile, duro, forte ma mai romantico.
Eppure col tempo e senza
nemmeno accorgermene mi sono addolcito, la mia maschera di ghiaccio e
freddezza a poco a poco ha lasciato il posto al mio vero essere.
Non mi ero mai accorto di
quanto avessi sprecato la mia vita, di quanto avrei potuto essere
migliore, l'ho capito solo quando conobbi lei...quando la
conobbi veramente..
Non
l'avevo mai considerata, o meglio la consideravo soltanto per
beffeggiarla ed umiliarla, era quasi il mio bersaglio preferito, lei
abbassava la testa e non rispondeva.
Certo
c'era chi rispondeva per lei, lo Sfregiato e il suo caro fratellino
decerebrato, ma ci provavo gusto a vederla sconfitta, a vederla
ferita.
Tutto
questo però cambiò quando quattro anni dopo la fine della scuola ci
rincontrammo.
Ma non
in una casualità tipo in un concerto o in un bar o altro ancora, no,
lei era prigioniera dei Mangiamorte a Malfoy Manor, lei era mia
prigioniera.
Ero
stato io a catturarla, ricordo di averla vista insieme ad uno dei
suoi fratelli attraverso una vetrina di un negozio d'abiti, si stava
provando allegramente un vestito viola e rideva con l'altro rosso.
Da lì
l'idea, era una persona molto importante per i membri dell'Ordine
della Fenice, catturandola avremmo demoralizzato completamente il
nemico, l'avremmo potuto indebolire, attaccare e ricattare.
Mi
precipitai da Lord Voldemort a riferirglielo, ero uno dei suoi
fedelissimi potevo permettermi quello ed altro, lui orgoglioso di me
mi diede carta bianca.
Tre
giorni dopo Ginevra Molly Weasley era prigioniera nelle segrete del
mio castello.
Legata
a delle catene che mi guardava con un misto di rabbia, disprezzo, ed
un timore che mi faceva sentire potente, quindi scendevo da lei
quasi ogni giorno.
Il mio
piano riuscì perchè i membri di quell'associazione di fedeli a
Silente erano talmente depressi e tristi che diventarono facili
bersagli, soprattutto i Weasley e Potter che come scoprì poco dopo
era segretamente innamorato di lei.
Non mi
interessava minimamente quella pezzente, non avevo interesse a
toccarla né violentarla, la sola idea mi faceva venire il
voltastomaco, ma un bel giorno tutto cambiò.
Cominciai
a vederla come una persona diversa da quella ragazzina timida ed
impacciata che era ai tempi della scuola, rispondeva alle mie
provocazioni, mi teneva testa e riusciva a stupirmi, sebbene non lo
dessi a vedere.
Ricordo
con particolare chiarezza il giorno in cui la vidi veramente per
quello che era, una donna, una bellissima donna.
Era
pomeriggio inoltrato, non ero sceso per tre giorni consecutivi, avevo
incaricato un mio Elfo di portarle del cibo e poi non ne avevo voluto
sapere più nulla, quando mi decisi d'un tratto a scendere da lei.
Mi
aspettavo urla o lamenti, o perlomeno un silenzio carico di
sofferenza e solitudine, invece quello che vi trovai mi spiazzò,
Ginny Weasley rideva e parlava tranquillamente.
Rideva
con il traditore del mio Elfo, che aveva convinto sicuramente a
liberarla dalle catene per fare una veloce doccia.
Mi
nascosi nel buio guardandola, e ciò che vidi non lo dimenticherò
mai, perchè fu ciò che diede inizio al mio lento processo di
cambiamento.
Il suo
corpo era nudo e bagnato davanti a me, non avevo mai notato quanto
potesse essere sensuale ed attraente quella ragazza, il vestito che
aveva da quando era mia prigioniera era troppo largo e sporco per
lasciar immaginare un tale splendore.
Era
molto magra, probabilmente dimagrita da quando era lì, ma conservava
quelle forme bellissime e voluttuose, i capelli appiccicati alla sua
pelle bagnata, ed i segni di sangue più o meno coagulati del suo
stato di reclusa.
L'acqua
che scorreva veloce sulla sua pelle pallida e completamente priva di
lentiggini, a dispetto di come me la immaginavo io, le sue piccole
mani che tentavano di pulirsi e di spostare i capelli dal
viso..restai a dir poco senza fiato.
Uscì
rabbiosamente dalle segrete, ed andai in un bar, avevo senza dubbio
bisogno di bere e di una bella donna.
Trovai
tutte e due, ma quando feci l'amore con quella donna, non sentì
nulla, la mia mente era come ossessionata dall'immagine della
Weasley.
Le
visite alle prigioni divennero sempre più frequenti, ma diversamente
da prima non la umiliavo né prendevo in giro, ma mi limitavo a
guardarla in silenzio.
Cosa
che dopo poco tempo irritò la rossa che rabbiosamente me lo fece
notare.
-Insomma,
non capisco perchè vieni qui, non mi torturi né mi prendi in
giro..che c'è improvvisamente ti sei innamorato di me?- disse tra
l'ironico e l'irritato.
Io
sussultai a quelle parole, ma ero un grande attore, quindi non lo
diedi a vedere e risposi con freddezza.
-Ti
piacerebbe eh Weasley? Senza dubbio un gran salto di qualità dal
letto di Potter al mio- dissi beffardamente.
-Piacermi?
Stai scherzando spero, strapperei una lunga striscia di stoffa di
quest'orrendo vestito per impiccarmici! E comunque io non sono
passata ancora dal letto di Harry-
Ancora?! ANCORA?!
Quindi aveva intenzione di
passarci, pensai rabbioso, no non l'avrei mai permesso, al costo di
tenerla lì per tutta la vita.
-Non
ci passerai sta' tranquilla, quando uscirai di qui ne uscirai
esclusivamente morta-
Lei
sussultò ed ebbe un fremito di paura, ma poi subito alzò la testa
con sfida.
-Bene,
allora fallo- mi disse.
-Come?-
-Uccidimi-
-Cosa
stai dicendo?- la guardai confuso e stupito.
-Hai
detto che mi avresti uccisa, che sarei uscita di qui solo da morta,
quindi che aspetti, sono qui..uccidimi-
-Non
hai paura di morire?- chiesi genuinamente curioso.
La
vidi alzare le spalle -si deve morire prima o poi, ora o tra
trent'anni, che differenza fa? Prima o poi la cenere torna cenere..e
poi non sopporto più questa prigione, almeno così sarei libera-
Ero a
dir poco allibito, davvero voleva morire?
E la
domanda che mi frullava incessantemente per la testa era, io l'avrei
accontentata?
Ripensai
al suo magnifico corpo, al suo inaspettato coraggio e decisi che no,
non l'avrei per niente accontentata.
Sorrisi
e mi avvicinai a lei lentamente, lei si schiacciò contro il muro non
capendo le mie intenzioni. Ad essere sincero neanch'io ricordo bene
cosa mi frullasse per la testa in quel momento.
Mi
fermai a pochi centimetri dal suo viso, il mio corpo a contatto con
il suo, e le presi il viso in una mano.
La
guardai negli occhi e vi lessi paura, preoccupazione, terrore.
Non
aveva paura di morire, capì soltanto dopo, aveva paura della
violenza, paura che io abusassi di lei.
-Dov'è
finito tutto il tuo coraggio Weasley?- le chiesi ironico.
-Dov'è
andata la tua educazione: a farsi fottere! Lasciami!- cercò di
spingermi via, ma io ero molto più forte e con le catene non aveva
molta libertà di movimento.
-Te
l'ho già detto Weasley porta rispetto ai superiori..- dissi freddo
-perchè potrebbero farti cose che non sono sicuro ti piacerebbero..o
ti spiacerebbero- le sorrisi maliziosamente.
Lei
provò a schiaffeggiarmi, ma io capì subito le sue intenzioni e la
spinsi, non avevo dosato troppo la forza perchè sbatté la testa
contro il muro e svenne.
La
guardai inerme ai miei piedi e provai nella prima volta nella mia
vita un po' di dispiacere per quel che avevo fatto, così la liberai
dalle catene e la presi in braccio.
Uscì
insieme a lei dalla cella e la portai in una bella camera, quella che
sarebbe diventata la sua
stanza.
La
misi a letto e le cambiai d'abito con la magia, poi le rimboccai le
coperte ed uscì dalla stanza, ordinando ad un Elfo di portarle la
cena.
Non la
vidi per molti giorni, non era ancora uscita dalla sua stanza ed io
ero stato troppo impegnato per farle visita.
Un
giorno avevo trovato un po' di tempo e mi ero messo a suonare il mio
amato pianoforte, mi piaceva la musica, mi faceva sentire libero.
Ero
nel pieno di “For Elise” di Beethoven, quando per caso la vidi
alla porta che ascoltava assorta la mia melodia, mi fermai di botto.
-No,
non fermarti- mi pregò.
-Che
ci fai tu qui?-
-La
porta era aperta ed..ero stanca di stare a fare niente..- mi disse ad
occhi bassi.
-Non
ti ho dato il permesso di gironzolare per il castello, quindi
tornatene in camera- ordinai raccogliendo gli spartiti.
-Perchè
mi hai messa lì?-
Già
perchè l'avevo messa lì?
-Non
sono affari tuoi, adesso va'- dissi dandole le spalle.
Poi
lei fece una cosa che non mi sarei mai e poi mai immaginato, che mi
lasciò a dir poco basito, venne verso di me, ed io mi girai di
scatto aspettandomi un qualche attacco che però non arrivò, si mise
in punta di piedi e mi scoccò un leggero bacio sulla guancia.
-Grazie-
mormorò e corse via.
Quello
fu il giorno in cui la mia vita cambiò radicalmente, cominciammo a
parlare ed a mostrare l'uno all'altro lati di noi stessi che nemmeno
noi conoscevamo e pian piano ci innamorammo.
Passai
mesi da sogno insieme a lei, era l'unica buona ragione per portare a
termine le mie missioni per cercare di essere il migliore ai suoi
occhi.
Ma mi
turbava però che quando credeva che non la vedessi piangeva e
soffriva, un giorno decisi di farmi scoprire che la osservavo e le
chiesi il motivo di quei pianti.
-Non
capiresti..- mi disse triste.
-Provaci-
-E'
inutile, ti arrabbieresti solamente-
-Provaci-
insistei a denti stretti.
-Mi
manca la mia famiglia Draco..- il mio stomaco si contorse
dolorosamente, sapevo che si sentiva sola e che le mancavano, ma
egoisticamente me ne ero sempre fregato pensando che avendo me gli
sarei bastato.
-...-
-Non
fare quella faccia, sai quanto sono legata a loro, voglio vederli,
parlare con loro..-
-Questo
non è possibile- dissi duro.
-Ti
prego..soltanto una volta, ti prego- mi disse piangendo.
-NO-
dissi secco.
-Ti
prego..-
-No,
non se ne parla proprio! Tu resterai qui punto e basta, non ci sono
obiezioni che tengano, così ho deciso!- dissi irritato.
-Tu
hai deciso quello, tu hai deciso questo..tu sei un egoista! Io voglio
essere libera di fare ciò che voglio, di stare con chi voglio!! Non
voglio che tu decida per me!!- aveva detto rabbiosa stringendo i
pugni.
-Vuoi
essere libera? VUOI ESSERE LIBERA?! ED A NOI NON CI PENSI? A ME?- ero
furioso, come poteva dire, ma soprattutto volere quelle cose dopo il
tempo che avevamo passato insieme?
-Io ci
penso a te Draco, ci penso..ma sei tu che non pensi a me! E' un
rapporto senza scambio, io ho sopportato e sopporto tutt'ora molte
cose, come la faccenda del tuo “lavoro”..-
-Cosa
vuoi dire?- non avevamo mai parlato di questo argomento, non così
apertamente.
-Pensi
che mi piaccia quello che vai a fare ogni volta che non sei con me?
Pensi che non sappia quanti innocenti uccidi e torturi?- mi disse
singhiozzando ed alzandosi -pensi che sia bello come mi sento,
pregare che tu non muoia, ma che allo stesso tempo non succeda nulla
di male ad altri per mano tua?!-
-Cosa
posso farci io..?- sussurrai freddo ma dentro mi sentivo ferito.
-Potresti
fare molte cose, ma tu non le fai..sei soltanto un'egoista..pensi
soltanto a te stesso, ai tuoi interessi ed obiettivi..ed io sono così
stanca..- era andata alla porta.
-Stanca?..Di
cosa, di me?-
-Di
questa situazione, di essere relegata qui..-
-Vuoi
lasciarmi?- le chiesi dopo qualche istante.
-Ho
provato a starti vicino, a ripetermi che col tempo tutto sarebbe
migliorato ma non è così..a volte l'amore non basta- era uscita
lasciandomi solo, solo come non mi sentivo da tantissimo tempo.
Mi
riscuoto dai ricordi, ho già perso abbastanza tempo, mi faccio una
doccia veloce e mi vesto.
Sto
per infilare il mantello, quando scorgo nel mio braccio sinistro un
ombra, il Marchio Nero..l'errore che ha rovinato la mia vita, proprio
quando avevo cominciato a viverla.
Per
tre giorni non uscì dalla mia stanza, limitandomi a starmene
sdraiato, non mi ero mai sentito così in vita mia, così solo, così
vuoto.
Lei mi
aveva tolto tutto il calore che mi aveva donato, facendomi
precipitare nuovamente nel mio gelo.
Mi
tornò in mente una frase: Amare
significa pensare intensamente a qualcuno, dimenticando se stessi...
di un
vecchio poeta babbano, Jim Morrison, e capì che Ginny aveva ragione,
avevo sempre pensato egoisticamente, nonostante l'amassi ho sempre
fatto ciò che conveniva a me.
Ero un
egoista, ma decisi che sarei cambiato, per lei.
Mi
alzai e scrissi una lettera, quando finii la diedi al mio gufo e due
ore dopo quello mi portò la risposta. Aveva accettato.
Mi
fiondai in camera di Ginny e le comunicai la notizia, lei mi guardò
con gli occhi rossi e gonfi di lacrime spalancati, fiondandosi tra le
mie braccia e stringendomi forte felice.
Avevo
scritto a Silente, avevo giurato la mia fedeltà a lui, avevo tradito
Voldemort.
Avevo
tradito Voldemort per lei, perchè mi amasse e mi guardasse con
orgoglio ed amore, ma non sapevo ancora che avevo firmato la mia
condanna.
Passarono
due mesi, io facevo la spia all'Ordine e ceravo di limitare le
carneficine, quando una sera ci fu una soffiata e la mia copertura
saltò.
Vennero
per ucciderci a Malfoy Manor, ma io avevo previsto che sarebbe
successo parecchio tempo prima, e non mi ero fatto trovare
impreparato, infatti avevo ideato e distribuito per il castello dei
diversivi per guadagnare del tempo e creato una passaporta
d'emergenza che tenevo in un cassetto segreto della mia scrivania.
Riuscimmo
a fuggire ed a salvarci.
La
riaccolsero tutti con entusiasmo e commozione, a me invece mi
accolsero con freddezza e diffidenza, ma a me non importava, lei mi
amava era solo questo l'importante.
Lego
finalmente il mantello, riprendendomi da quella spirale di ricordi
che ogni giorno mi prende, prendo la bacchetta e mi smaterializzo.
Entro
nell'edificio e guardo la sala d'aspetto, ci sono poche persone,
tutte con lo sguardo basso e senza la speranza ad illuminare i loro
infelici occhi. Mi riconosco in loro.
Cammino
per il lungo corridoio e salgo due rampe di scale, tutto lì ha
un'aria asettica ed impersonale, l'odore d'alcol e medicine mi fa
storcere il naso, l'ho sempre odiato.
Mi
avvicino alla vecchia infermiera che mi riconosce subito e mi sorride
gentilmente, penso che ormai si sia un po' affezionata a me.
-Buon
giorno Signor Malfoy- mi saluta cordialmente.
-Buon
giorno Mrs. Blanchett- ci stringiamo la mano e la seguo.
So già
dove andare, ma da due anni a quella parte, da quando torno lì ogni
giorno, mi accompagna sempre, è diventato una specie di rito.
Ci
fermiamo davanti ad una porta bianca con una targhetta con dei numeri
dorati 301. Apre la porta e prosegue all'interno della stanza, entro
dietro di lei e mi guardo intorno.
Un
tempo quella stanza era stata come il resto dell'edificio, bianco e
spoglio, ma io ho fatto apportare molti cambiamenti.
Ho
fatto dipingere le pareti d'oro e attaccato parecchi quadri di
spiagge e mari, dipinti ma soprattutto foto, foto di noi.
-Qualche
miglioramento?- chiedo all'infermiera.
-No..sempre
lo stesso- mi dice triste.
-Va
bene- rispondo inespressivo e mi avvicino lentamente al letto dal
copriletto rosso e le lenzuola in seta bianche, proprio come
piacciono a lei.
Accarezzo
piano i suoi lunghi capelli rossi, che risaltano come fuoco nel
cuscino bianco, e la osservo dormire.
Abitudine
che nonostante tutto non mi sono ancora tolto.
Sento
la porta chiudersi, ma non mi giro, so già che l'infermiera se ne è
andata, tornerà tra due ore per annunciarmi a malincuore che
l'orario delle visite è finito.
La
guardo e ripenso all'incubo che ho creato, al dolore che le ho fatto
patire.
Aveva
ragione quando diceva che sono soltanto un'egoista, perchè lo sono,
e se lei è qui è tutta colpa mia.
Passò
un anno e nonostante tutti i Mangiamorte e Voldemort stesso
minacciassero vendetta riuscimmo a cavarcela bene, avevamo la
protezione degli Auror e quella di Silente, quindi eravamo
relativamente tranquilli.
Ma si
sa, quando in superficie sembra tutto tranquillo, sotto c'è
certamente qualcosa che si agita.
Infatti
una sera dopo che c'erano state due settimane prevalentemente
tranquille, ci fu un attacco in un ospedale babbano, in cui c'erano
tutti i pezzi grossi, compreso Voldemort.
Ci
chiamarono subito ed io essendo diventato Auror dovetti rispondere
alla chiamata, sebbene a malincuore, avevo come una brutta sensazione
che però ignorai.
Cercai
di mettere la divisa in silenzio, ma Ginny mi sentì e si alzò
dicendo di vole venire con me.
-No
Ginny, non insistere ti ho detto che devi restare qui-
-Ma
perchè? Potrei aiutarti, sono anch'io un Auror Draco, lasciami
venire con te-
-No,
non se ne parla- dissi perentorio cercando il mantello.
Lei me
lo trovò e me lo porse -ti prego, non lasciarmi qui da sola, ho
paura che ti succeda qualcosa..ti prego non lasciarmi con
quest'ansia- mi supplicò ma io ero irremovibile.
-No,
non voglio che tu combatta lo sai- mi avvicinai a lei e le accarezzai
una guancia -se ti succedesse qualcosa io morirei Ginevra..morirei-
-Anch'io..ed
è appunto per questo che voglio venire, voglio proteggerti-
-So
badare a me stesso tesoro, torna a dormire- lei scosse la testa
piangendo -Gin..tornerò prima dell'alba, tornerò sano e salvo..-
-Fammi
venire..- mi pregò.
-Ginevra
ti prego..non posso combattere se sono preoccupato per te..per favore
amore, fallo per noi, non insistere..tornerò- lei si arrese e
singhiozzando annuì.
La
abbracciai stretta a me e la baciai -Ti amo lo sai?-
-Si..anch'io
ti amo-
-Bene,
ricordalo sempre Gin..ci amiamo andrà tutto bene- lei annuì e con
un ultimo bacio frettoloso mi smaterializzai.
Se
solo avessi saputo..
Mi
materializzai all'indirizzo che mi avevano dato e mi guardai intorno,
solo distruzione e morte avevano lasciato, la loro firma.
Raggiunsi
i miei colleghi e cominciai a combattere contro quelli che un tempo
erano stati i miei compagni.
Passò
un ora e tutto sommato avevamo ottenuto un buon risultato, quindici
Mangiamorte erano morti e catturati, ma avevamo subito delle perdite,
Charlie Weasley ci aveva lasciato.
Mi
immaginai il dolore di Ginny quando glielo avrei detto e mi si
strinse il cuore, odiavo vederla soffrire.
Dopo
che avemmo aiutato i feriti e cancellato la memoria ai sopravvissuti
babbani tornammo tutti alle nostre abitazioni.
Mi
materializzai nel salotto, non volevo spaventarla apparendo dal
nulla, e mi diressi verso la nostra stanza da letto.
Aprì
la porta e mi guardai intorno, era stranamente vuota, chiamai il suo
nome ma non ebbi alcuna risposta.
Urlai
di venire fuori, se era uno scherzo non era affatto divertente, ma
non la trovai da nessuna parte.
Vidi
sul bordo del letto la sua vestaglia, era macchiata di sangue e sotto
c'era il suo anello i fidanzamento con dentro una ciocca dei suoi
capelli.
Urlai
di rabbia e dolore fino a farmi dolere le corde vocali e mi
smaterializzai subito da Silente.
La
cercammo per mesi e mesi, poi finalmente un giorno la trovammo in una
castello protetto dall'Incanto Fidelius, era nei sotterranei sporca
ed insanguinata, legata alla parete.
Corsi
da lei e la liberai, le dissi che andava tutto bene, che era al
sicuro, ma lei non mi rispondeva, sembrava non sentirmi.
Guardai
i suoi occhi e vidi che erano vuoti, spenti, quando si accorse di me
cominciò ad urlare e divincolarsi, adesso i suoi occhi avevano una
scintilla.
Una
scintilla di terrore, ma soprattutto di follia.
Osservo
ancora il suo bellissimo viso e vedo lo schiudersi dei suoi occhi
azzurri, mi guardano tranquilli e sereni.
Sono
l'unico che la possa avvicinare, l'unico di cui non abbia paura, a
volte ottimisticamente penso che da qualche parte lei mi riconosca e
che mi ami ancora.
So che
è un'illusione ma mi piace pensarlo, dopo che l'avemmo trovata capì
subito, senza il bisogno di sentire la conferma di Voldemort tempo
dopo, capì che era successo, cosa le avevano fatto.
L'avevano
torturata a tal punto da farle perdere completamente il senno, il suo
cervello non esisteva più, aveva il quoziente intellettivo di un
bambino di due anni, un destino simile a quello che era capitato ai
genitori di un suo compagno Auror, Neville Paciok.
-Buon
giorno, come ti senti oggi?- le chiedo dolcemente, lei mi sorride
-vedo bene, cosa vuoi fare, vuoi che ti legga un libro?- non aspetto
risposta, prendo dalla piccola libreria “Dracula” di Bram Stocker
uno dei suoi libri preferiti ed inizio a leggere.
-Mela..mela..-
mi interrompe alla fine del secondo capitolo.
-Hai
fame?- le chiedo indicando la mela nel suo comodino, ormai ho
imparato a capirla.
-Mela..-
Lo
prendo per un si ed inizio a sbucciarle la mela, tagliandola in
piccoli pezzettini, quando ho finito la imbocco stando attento a non
farla soffocare e quando finisce di mangiare ricomincio a leggere.
-Signor
Malfoy..è ora..- mi chiama dispiaciuta l'infermiera.
Io
annuisco e chiudo il libro, accarezzò i capelli del mio amore
-Gin..adesso devo andare okay? Torno domani..ti amo- le do un ultimo
fuggevole bacio sulla fronte e lei mi regala uno dei suoi stupendi
sorrisi.
Mi
alzo e rimetto il mantello arrivato alla porta mi giro un'ultima
volta e poi esco fuori preceduto dall'infermiera commossa, succede
ogni giorno.
-Mrs.
Blanchett aspetti un attimo- la fermo.
Lei si
gira curiosa – mi dica-
-Questo
è per questo reparto di psichiatria- le porgo un assegno, lei guarda
la somma eclatante ma non si scompone più di tanto, è abituata alle
mie donazioni – e questo è per lei, per ringraziarla di tutto
quello che fa per Ginevra- le porgo un altro assegno, questa volta
intestato a lei.
-Signor
Malfoy..io..- scuoto la testa e glielo porgo, è aperto legge la
somma e sgrana completamente gli occhi -non posso accettare..sono
ventimila galeoni d'oro..-
-Lo
accetti insieme alla mia gratitudine- lei lo prende ed io con un
gesto di saluto mi congedo.
Nonostante
le sue condizioni, nonostante sia colpa mia che lei sia lì,
nonostante io non possa più fare quelle chiaccherate che mi
piacevano così tanto, nonostante mi manchi da morire il suo calore
lei è l'unica donna che io abbia mai amato e che mai amerò, per
l'eternità.
Ho
promesso di vegliare su di lei e proteggerla, e continuerò a farlo,
fino a quando avrò la forza di camminare andrò da lei, fino a
quando avrò la voce leggerò per lei e le parlerò, fino a quando la
mia mente funzionerà il mio unico pensiero sarà lei, fino a quando
il mio cuore batterà lo farà per lei. Per sempre.
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