Rain men
William ama la
pioggia.
Ne ama l’odore, il fresco pungente che porta con
sé, il ticchettio sopra i tetti e lungo le strade.
È in quei momenti che riesce a liberare la mente e a
rilassarsi.
Tranne, ovviamente, quando Grell fa strada con lui.
Come il più vivace dei bambini, non fa altro che saltare da
una pozza d’acqua all’altra, incurante degli
schizzi, dei capelli gocciolanti e della camicia che gli aderisce
addosso come una seconda pelle.
Allora William sbuffa, allunga il passo per raggiungerlo e lo ferma
afferrandogli un braccio. L’altro lo guarda con
un’aria a metà tra il colpevole e il sorpreso ma
gli sorride.
William non ricambia però se lo tira a fianco in malo modo,
quel tanto che basta per non permettere alla pioggia di toccarlo ancora.
Se qualcuno ha il diritto di picchiettare su quella testolina rossa,
quello è lui.
"Will?"
chiede Grell mentre l'altro gli passa un braccio intorno alle spalle,
mantenendolo stretto sotto il proprio ombrello.
"Non una
parola, Sutcliff."
E Grell non dice nulla.
Gli stringe appena la giacca scura, sentendo il tepore del suo corpo
anche attraverso il tessuto, poi sorride guardando davanti a
sé mentre camminano.
Evidentemente anche Grell ama la pioggia.
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