Chris e Eijun si ritrovavano in un bar non molto lontano dal Seidou: qualche giorno prima Eijun gli aveva chiesto, con sommo stupore da parte del catcher, di uscire. Qualsiasi persona avrebbe potuto pensare che era solo una semplice uscita tra compagni di squadra, ma Chris immaginava che in realtà sotto sotto ci fosse qualcosa di ben diverso: aveva notato che ultimamente Sawamura era diverso nei suoi confronti.
Seduti ad un tavolino, con una tazza di cioccolata fondente, parlavano del più e del meno. Stranamente, in momenti simili, il pitcher sembrava diventare un'altra persona: certo, capricci e qualche urlo c'erano comunque, però era più sopportabile.

"Quando finiamo di bere la cioccolata, ho altri posti in cui voglio portarti." lo disse arrossendo lievemente, mentre guardava il contenuto della tazza che ormai era mezza vuota.
"In qualsiasi posto mi porterai, andrà comunque bene, Sawamura... Potrei sapere il motivo di questa richiesta?" ormai lo voleva sapere: per quanto tempo voleva nasconderglielo ancora?
"Non voglio dirtelo ora: non prendertela senpai, ma ho già studiato il momento adatto per farlo; abbi solo ancora un po' di pazienza."

Strinse la tazza con una certa forza: Chris avrebbe accettato? Non aveva mai captato se il senpai potesse provare qualcosa per lui, quindi era molto insicuro. Finirono di bere contemporaneamente e fu Chris ad andare a pagare per entrambi: non gli pesava farlo e quando uscirono, Eijun lo trascinò verso un parco in centro: i Sakura erano completamente spogli a causa dell'autunno, però il panorama era comunque mozzafiato; non per nulla era uno dei suoi posti preferiti.

"Sediamoci su quella panchina." lo prese momentaneamente per mano, salvo poi lasciarla appena si sedettero. "So che può sembrare assurdo: è la prima volta che usciamo assieme e da soli, ma..." iniziò a tormentarsi lievemente le mani, fissando a terra, mentre Chris attendeva che finisse la frase.
"Allora, Sawamura? Perché non porti a termine la frase?" Chris era tranquillo, in attesa di quelle benedette parole.
"N-niente, Chris-senpai. Fa nulla: andiamo."

Si alzò e si morse il labbro inferiore: non se la sentiva per ora di confessare che lo amava: non era proprio il momento adatto quello: sarebbe stato per un'altra volta; non sapeva nemmeno cosa ne pensasse lui: non poteva uscirsene così di punto in bianco. Non era da lui farsi tutte quelle pippe mentali: era successo solo una volta ed era stato proprio lui ad aiutarlo, però non ci sarebbe riuscito quella volta.