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PREMESSA
Questa
storia a capitoli, formata inizialmente da drabble e flash scritte per
la maggior parte in occasione dello stesso event, segue il filone
narrativo del ratto di Persefone, focalizzandosi sul rapimento stesso,
ma anche sugli avvenimenti precedenti e successivi.
Si
tratta di un'interpretazione personale ma non arbitraria, che si basa
su quella orfica e su versioni meno note del mito, che vedono una
Persefone non solo coinvolta nelle decisioni che riguardano il proprio
destino (certo lo stesso guidato dai maschi della sua famiglia), e
dunque partecipante attiva, se non organizzatrice, del rapimento da
parte di Ade, ma anche in una relazione incestuosa col padre, Zeus,
frutto della quale sono Dioniso Zagreo (la seconda incarnazione di
Dioniso, secondo l'Orfismo) e Melinoe (che figura anche come figlia di
due padri, Zeus Olimpio [lo Zeus canonico] e Zeus Ctonio [altro
appellativo di Ade]).
Nella
versione del racconto più diffusa si parla di una profezia a
Demetra che vede la figlia, all'epoca decisa a preservare la sua
verginità nonostante il corteggiamento da parte di più di
uno dei fratelli divini, rapita da uno sposo segreto - Zeus, appunto,
che puntualmente la raggiunge nel nascondiglio dove Demetra l'ha
condotta e, sottoforma di serpente, si unisce a lei in un rapporto
descritto di solito come non consensuale.
Nello
spirito di questo racconto, Persefone, o Kore, nella sua prima
incarnazione, non gioca il ruolo della vittima di violenza da parte del
padre, ma da lui viene sedotta; per quanto ingenua, è
perfettamente consensiente e, nel suo particolare modo, "innamorata"
del genitore; un innamoramento malato, ma derivato più dalle sue
esperienze di vita, dalla sua psicologia in quel preciso momento del
suo percorso che non da una manipolazione da parte di Zeus.
Date
le tematiche delicate (che comunque ho segnalato negli avvertimenti) e
sottolineando che le scene erotiche sono appena accennate, come da
regolamento, mi pareva doveroso fare questa premessa: in alcun modo
voglio esaltare l'incesto, che comunque è profondamente parte
della cultura greca per quanto riguarda le divinità e che dunque
non desidero eliminare, o minimizzare la portata stupro o le vittime di
esso; semplicemente, punto a seguire un sentiero alternativo in cui
KorePersefone non viene ridotta, come troppo spesso accade nel mito,
all'oggetto delle mire di qualcuno, la figlia di qualcun altro, la
moglie di un altro ancora, ma viene posta in una situazione contorta ma
non privata di poteri decisionali; ugualmente, fictional o meno, questa
raccolta non è un'apologia dello stupratore, poiché, per
quanto è possibile restando nell'ottica del tempo, Zeus quanto
Ade rispettano i desideri di KorePersefone interamente, dal punto di
vista sessuale, e in quanto versione accettata, se non comune, nel
mito, non ne segnalerò un OOC.
Detto questo, per chi vorrò continuare a leggere, auguro a tutti una buona lettura.
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this tainted love you've given
I.
un
regno
per
un
altro
Il
ventre è appena arrotondato sotto le pieghe della veste –
posandovi il palmo della mano, il seme d’Olimpo che lì ha
gettato radici è poco più che la morbidezza di una carne
già tenera. Le dita di Zeus lo prendono a coppa, si tendono per
carezzarlo, e Kore, avvolta nell’abbraccio di Morfeo, non si
oppone.
Zeus
solleva lo sguardo sul viso chiaro di lei, abbandonato nel sonno come
il suo corpo è abbandonato contro il proprio: ignaro, se non
innocente. No, non più innocente: Zeus lo ha esplorato con le
labbra, con le mani, con la lingua. Lo ha avviluppato nelle proprie
spire, lo ha iniziato alle gioie che, sciocca bambina, Kore aveva
voluto precludersi per amore di Demetra e dei suoi capricciosi
puntigli.
Kore
è un fiore che lui ha fatto sbocciare, che presto darà il
suo frutto profumato come i suoi capelli, fragrante come la sua pelle,
succoso come il sapore del sudore che si raccoglie sotto i piccoli seni
quando la imporpora un’eccitazione che neppure fa passare per
vergogna.
Deve
essere quella schiettezza, a farlo impazzire, quella incrollabile
fedeltà a se stessa: Kore è mutevole come un temporale,
ma vibra e sfavilla come i suoi fulmini in ogni sfumatura di sé.
Le dita risalgono sul petto coperto di ruvida stoffa, lo carezzano, esitano a lasciare andare quella tenerezza – ma deve.
Piano,
prende un respiro tra le ciocche quasi bianche dei capelli di lei,
sciolte sul pagliericcio che accoglie i loro amplessi nella loro tana
di serpente.[1]
Quando
può tenerla contro di sé a questo modo, la figlia dagli
occhi gemelli dei propri, Zeus darebbe l’Olimpo per gli Inferi
– un’eternità lontani da Demetra, lontano dagli
artigli rapaci di Era.
(Ma sarà Kore a dover far quello scambio, e lui a lasciarla andare.)
NOTE:
[1]:
Secondo il mito, Zeus si sarebbe presentato nella grotta dove
Kore si era rifugiata, dopo la profezia a Demetra, sotto le spoglie di
un serpente.
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