Un
mugolio scappò dalla sua bocca appena si sentì
spingere
contro il legno della porta, contorcendosi un poco sotto la presa di
Itachi.
“Mi
sembra di essere tornato ragazzo…”
soffiò sulle sue
labbra, emettendo una piccola e divertita risata.
Itachi
inarcò appena un sopracciglio, guardandolo, facendo
scendere la presa sui fianchi, tenendosi piegato contro il corpo di
Bilbo.
“Voglio
dire… è sera ormai, non si vede nessuno in giro e
ci
stavamo baciando come due adolescenti. Anche se la parte dei genitori
che ci
rimproverano mi sa che la saltiamo.” spiegò
ancora, passandosi la punta della
lingua sulle labbra.
Itachi
seguì quel gesto con occhi attenti, per poi portare
la mano nella tasca della giacca di Bilbo, recuperando le chiavi.
“Ti
assicuro che avverrà comunque qualcosa che non
dimenticherai…” sussurrò roco al suo
orecchio, cercando la serratura con le
dita. La trovò dopo pochi tentativi, aprendo la porta,
tenendo Bilbo a sé per
non fargli perdere l’equilibrio.
“Oh,
ci conto… dopotutto è il mio
compleanno.” mormorò con
tono ilare, facendo dei passi indietro, portandolo con sé.
Itachi
abbassò la testa appena in tempo, avvolgendo il corpo
di Bilbo con il proprio, guidandolo in quella casa che ormai conosceva
fin
troppo bene. Era il primo compleanno che festeggiavano insieme e non
voleva
assolutamente deluderlo. Aveva pensato tanto a cosa potergli regalare e
una
volta che aveva finalmente trovato un’idea, ovvero chiedere a
quell’insopportabile di Deidara di distrarre Bilbo mentre lui
si intrufolava in
casa sua con la copia della chiave che possedeva da qualche mese,
premunendosi
di cucinare per lui, il piano era andato a monte ancora prima di
cominciare.
Non trovava più la chiave. L’idea di averla persa
durante una missione lo
faceva abbastanza innervosire visto che ne aveva fatte così
tante di missioni
che non sapeva da dove iniziare la ricerca. Nemmeno ne aveva il tempo a
dire il
vero. Per cui, l’unica cosa rimasta da poter architettare era
una banale cena
fuori. Trovare il posto era stato faticoso. Non poteva portarlo in un
villaggio, non nelle sue condizioni di ricercato. Si era quindi fatto
consigliare da Legolas, che ammetteva essere disponibile e gentile, un
posto
carino fuori dalla Contea. Quando si era presentato da Bilbo con auguri
e
invito, lo hobbit gli si era quasi arrampicato sul corpo in un moto di
puro affetto,
guardandolo con quei vivaci occhi verdi. Erano appena tornati dopo una
bellissima serata e naturalmente avrebbe passato da lui la notte.
“Piaciuto
il regalo?” gli domandò, levandogli la giacca,
affondando il viso nel suo collo.
“Molto.
Sono davvero felice.” disse dolcemente, passando le
dita tra i suoi capelli.
Itachi
mugolò piano a quel gesto, prendendo a lasciargli dei
baci sulla pelle delicata. Stava per far scivolare la giacca a terra,
quando
vide l’ambiente illuminarsi e sentì dei passi. Si
fece subito attento, portando
Bilbo dietro di sé con uno scatto, sbattendo le palpebre
alla scena che gli si
presentò davanti.
Lo
hobbit d’altro canto realizzò un poco in ritardo
cosa
fosse successo, finendo con il ridere stupito.
“Sorpresa!”
Davanti
a loro stavano Deidara, che aveva messo tutta
l’enfasi che possedeva in quell’augurio, Pain,
Konan e Kisame.
“Cosa…”
pronunciò Itachi a fatica, guardando i compagni come
in difficoltà.
“Non
ci arrivi, Uchiha? Siamo qui per festeggiare Bilbo! Sul
serio credevi che non ci pensassimo nemmeno?” chiese ironico
Deidara, facendo
un sorrisetto.
Itachi
lo guardò allibito, facendo per parlare, vedendo
però
Konan avvicinarsi a Bilbo. La ragazza sorrise, porgendogli un
bellissimo e
raffinato origami, augurandogli un buon compleanno.
Lo
hobbit lasciò che un sorriso felice si sostituisse alle
risate, prendendo delicatamente il regalo, alzandosi in punta di piedi
per
poter abbracciare meglio Konan, sentendola ricambiare la stretta.
Fu
poi il turno di Pain e Kisame, che si avvicinarono di
rimando, facendogli gli auguri, elargendo una specie di carezza sui
capelli di
Bilbo.
Itachi
fissava i compagni in completo silenzio, pensando che
mai avrebbe immaginato una cosa del genere. Sapeva che Bilbo piaceva
loro, fin
da quando lo avevano conosciuto. Pain in particolare sembrava averlo
studiato
fin da subito con occhi quasi da insegnante, mormorandogli una volta
rimasti
soli che se avesse avuto interesse per le arti ninja sarebbe stato uno
shinobi
da non sottovalutare. Kisame lo aveva fin da subito visto come una
creatura
buffa ma simpatica, accettandolo senza difficoltà. Konan gli
aveva confidato
che trovava Bilbo una persona dal buon cuore e gentile, qualcuno che
era riuscito
dove lei faticava ad andare avanti. Deidara invece non aveva bisogno di
dire
niente. Aveva fin dalla prima volta preso a stare letteralmente
attaccato a
Bilbo e pur sapendo che lo faceva per dargli noia, non poteva non
ingelosirsi.
Specie perché notava che gli piaceva. Non un piacere
romantico, ma Bilbo era
una persona gentile e, non sapeva come, riusciva a gestire
l’esuberanza di
Deidara. Arcuò un sopracciglio a vedere proprio lui
abbracciare Bilbo,
appiccicandosi fin troppo. Marciò verso di loro,
acchiappando il ragazzo,
facendolo staccare a forza.
“Uchiha!
Lasciami subito!”
Bilbo
rise, inclinando il viso, cercando gentilmente di
mantenere l’aria serena.
“Cielo,
non me lo sarei mai aspettato. Ma come avete fatto a
entrare?”
“Oh,
un giochetto da ragazzi! Ho rubato la chiave a Uchiha!”
Itachi sgranò appena gli occhi, assottigliando poi lo
sguardo. Altro che persa
quella dannata chiave.
“Dammela.
Adesso.” ordinò, aspettando.
Deidara
sbuffò, recuperando la chiave, lanciandogliela.
“Colpa
tua che la lasci in bella vista.”
Vedendo
chiaramente che piega stesse prendendo la
discussione, Bilbo intervenne, portandosi fra loro, facendo un sorriso.
“Beh,
cosa ne dite di festeggiare? Siamo qui per questo, no?
Andiamo pure in cucina, vi offro qualcosa.”
Vide
Deidara sorridere contento, filando in cucina, seguito
a ruota dagli altri che si apprestarono a ringraziare.
Bilbo
sospirò sollevato, lanciando un’occhiata a Itachi,
vedendolo torvo in volto.
“Vedrai
che non lo farà di nuovo, sa che lo uccideresti
altrimenti.” disse divertito, portando la mano a dargli un
pugnetto sul
braccio.
Itachi
restava ancora contrariato, pur cercando di
rilassarsi.
“Ci
hanno cambiato i programmi…”
“Oh,
avremo tempo per recuperare. Inoltre, sai quanti
compleanni passeremo ancora insieme? Ho intenzione di superare il
record del
Vecchio Tuc, per cui preparati.”
Itachi
sbatté le palpebre, non facendo in tempo a emettere
parola che Bilbo trotterellò con innocenza fino alla cucina,
unendosi al
chiacchiericcio creatosi. Itachi restò ancora fermo,
lasciandosi poi andare a
uno sbuffo divertito, entrando a sua volta nella stanza.
Gliel’avrebbe sicuramente
fatta pagare a Deidara… ma quello era meglio tenerlo per
sé.
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