Presenza costante.

di Lady Atena
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Bruce strofinò gli occhi, alzò il capo accennando un sorriso.
"Dimmi che non ho rotto niente che valesse più di due zeri" sussurrò. 
Tony sorrise, mettendogli una coperta sulle spalle; si chinò piegando il capo.
"Se vuoi te lo dico", fece, "anche perché credo ne avessero tutti tre o quattro".
Bruce sospirò, chiudendosi la copetra attorno al corpo nudo, deglutì e sospirò. 
"Mi dispiace, Tony. Per te dev'essere terribile".
Tony scrollò le spalle, incrociando le gambe in terra.
"Dispendioso, ma ho speso di più per la lavanderia delle mie amati che per te".
Bruce sospirò, alzò il capo socchiudendo gli occhi. 
"Loro almeno ti divertivano. Io perché sono qui?".
Scosse il capo, si passò la mano tra i capello sudati.
"No, anzi. Perché tu sei qui? Perché ti trovo sempre al mio fianco quando torno normale?".
Tony strinse le labbra, poggiò le mani in terra dondolando il capo.
"Perché sono stato qui mentre eri trasformato", ammise, "il ragazzone non mi farebbe mai del male".
Bruce strinse le labbra. 
"Non puoi saperlo".
Tony sorrise, si sporse in avanti.
"Posso", disse; guardandolo negli occhi, "perché tu non mi faresti mai del male".




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