Tortured Heart| Loki vs Loki

di Weleo
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------Spazio dell'autrice.

Quindi, questa è una oneshot su Loki, e non è altro che la mia interpretazione del magnifico video di DFPUR "Loki vs Loki | Tortured Heart" ( https://www.youtube.com/watch?v=oZ5H4nVxtUc , guardatelo perchè merita sul serio). Vi spiego in breve la trama, dato che potrebbe risultare poco chiara:

Il Loki di The Avengers tiene intrappolato nella sua mente il Loki di Thor, e in questa ff e nel video hanno questa conversazione, in cui il vecchio Loki si lamenta con il nuovo per il suo operato e per tenerlo rinchiuso lì.

Ho amato come il personaggio durante tutti i suoi film cambi e si evolva ed è per questo che mi è piaciuto tanto il video, perchè lo mette bene in risalto.

Spero vi piaccia. 

------Buona lettura



Non lo facevo mai spesso. La mia mente era più profonda di quanto avessi mai dato a vedere. Due anni fa avevo voltato le spalle al ragazzino che ero e lo avevo rinchiuso nella parte più profonda di me. Non era solo una memoria, ma di certo non era abbastanza reale per essere vivo, era un eco, che si agitava e protestava.Quando faceva troppo rumore o quando mi sentivo confuso andavo lì, per ricordarmi cosa non dovevo tornare.

Quella volta non sapevo perchè ci stavo andando, certo lui protestava davanti ciò che facevo, ma riuscivo a sopportarlo, io stesso ne sentivo il bisogno. Magari neanche io riuscivo a capirmi.

E in un attimo le strade affollate di New York erano scomparse  per dare spazio a quella che sembrava una normale camera da letto di Asgard.

-Ti prego dimmi che farai appello alla mia umanità.- gli dissi con un sorrisetto beffardo, sembrava sorpreso di vedermi.

-Sono maledetto?- poteva chiedermi delle cose che stavo facendo, poteva chiedermi di provare a riconciliarmi con mio fratello, poteva chiedermi di tutto invece, da bravo egoista come quello che ero, chiedeva di se.

-Oh si.- Gli feci un sorrisetto beffardo, e dalla sua espressione si capiva che lo avevo ferito ancora di più.

-Quindi io sono relegato quando fino a quando non potrò esserti utile?- gli si stava già incrinando a voce, non potevo credere che fossi stato così debole e avvezzo a lasciarmi andare a certe emozioni

-Finchè non apro le porte, finchè le tue forze sono in mio comando, tu sei solo parole.-

-Perchè?-

-Perchè no?-

-Perchè io sono il mostro da cui i genitori mettono in guardia i propri figli la notte.-

-Cosa?- rimasi sconvolto dalle sue parole, le stesse che avevo usato quando mi ero rivolto a Odino, tornai a guardare la figura davanti a me, era ingenuo, ancora non sapeva quanto oscuro e crudele potesse essere l’universo. Ero io il mostro da cui i genitori mettono in guardia i figli la notte, lui era ancora il ragazzino lasciato a morire in una notte gelida.

-DIMMELO!- Ma in fondo io sono lui.

-Si,lo sei.-

Ripercorro mentalmente le mie azioni, per fargli vedere come avevo sconvolto la nostra vita, non c’era più un modo per tornare indietro ormai. Ripenso a tutta la sofferenza, a tutto il dolore che avevo causato, le vite che avevo tolto, ai tradimenti, ai combattimenti, al manipolare le persone. Quando vivevo a Asgard le mie malefatte erano sottili, pensate e organizzate con predezza, chiunque poteva capire i miei moventi. Ma adesso… adesso era tutto dettato dalla rabbia, mi avevano tolto il trono che era mio di diritto e io me ne ero cercato un altro.

 

-Puoi cancellare così tanti errori?- gli dissi,continuando a fargli vedere ciò in cui avevo trasformato le nostre vite.

-Bene, tutto ha senso ora. Perchè nonostante tu affermi di amar…-

-Basta. Questa è la preghiera di un bambino. PATETICA!.-Non ne potevo più di lui, in un modo o in un altro quello stupido ragazzino doveva scomparire.

-Ricordo che tu mi hai scaraventato un abisso...-Iniziò, se avesse voluto usare i senso di colpa contro di me, sapeva che non avrebbe mai potuto funzionare.

-La tua storia è piena, trabocca di errori e tu credi che salvarti cambierà qualcosa?.- Senza aspettare la risposta, mi voltai per andarmene.

-Per favore aiutami.- Lo sentii gridare in lontananza, ma era troppo tardi per fermarmi.

 




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