Oltre
la morte
...
ci sei tu
-Ehi, ehi, ehi!- si ribellò Death Mask -Dannazione,
Aphrodite!-
-Sì? Vuoi ringraziarmi ancora?- ribatté quello
facendo finta di nulla.
-Smetti di trascinarmi! Hai rovinato la mia uscita trionfale!-
-Tu hai rovinato la mia entrata, direi che siamo pari.-
Il Saint di Cancer mise su un broncio da cane bastonato. Era
controproducente litigare con Pisces, perché aveva sempre
l'ultima parola. Tranne quando gli si tappava la bocca.
Era anche inutile lamentarsi di essere morti. Di nuovo, fra l'altro.
Non sarebbero tornati in vita finché il prossimo dio pazzo
non si faceva venire la bella idea di resuscitarli, tanto valeva
abituarsi nuovamente al buio e all'odore del regno dei morti. E sperare
che i mocciosi facessero il culo ad Hades, altrimenti non di riposare
in pace, ma tutti loro avrebbero avuto un posto assicurato nel Cocito.
E si diceva che da quelle parti facesse freddino. Non
era il posto adatto per uno nato sotto il sole della Sicilia, insomma.
-Ehi, aspetta! Aspetta!- esclamò dopo un po', agitandosi per
liberarsi dalla presa ferrea di Aphrodite, che ancora non si era
stancato di trascinarlo per la Valle della Morte. Aphrodite lo
ignorò, finché voltandosi non vide il motivo di
tanta agitazione.
-Io vado avanti, ci vediamo.- disse sorridendo, ma non si mosse da
lì. Non avrebbe mai immaginato che Death Mask potesse amare
una creatura così differente da lui, né che
potesse combattere in nome dell'amore. Era curioso di vederlo
ricongiungersi con quell'unica persona che era riuscita a colpirgli il
cuore.
Un cuore duro come la pietra più dura.
Forse morire troppe volte gli aveva fatto molto male. E, d'altro canto,
non poteva negare che aveva fatto male pure a lui.
I due si avvicinarono l'uno all'altro, quasi con timidezza. Il Cancro
timido gli mancava all'appello, si disse divertito. Ma non c'era solo
imbarazzo, c'erano anche dispiacere e vergogna.
-Mi spiace non essere riuscito a salvarti.- diceva.
-Non dire così...- rispose Helena -Hai fatto molto per me e
i miei fratellini e non so nemmeno il tuo nome... sono io che mi sento
in colpa.-
-Non ho potuto riferire loro il tuo messaggio.- confessò
lui, memore della bastardaggine di Fafnir di Nidhogg. -Ma sono forti.-
disse con un sorriso malinconico -Come la loro sorella maggiore.-
Helena arrossì col sorriso sulle labbra che Death Mask aveva
tanto desiderato baciare.
Com'era possibile che una persona così diversa da lui lo
attraesse a quel modo, razionalmente parlando si chiedeva come i
sentimenti più assurdi avessero cancellato con un colpo di
spugna il bastardo che era stato, non c'era poi molta differenza fra
lui e Fafnir.
-Non me l'hai ancora detto, però!- esclamò
Helena, afferrandogli la mano.
-Cosa?- cadde dalle nuvole.
-Il tuo nome.- rispose lei. -Il tuo bellissimo amico ti ha chiamato...
Death Mask, se non sbaglio, ma è un nome strano per un
greco...-
-Bellissimo amico?- fece lui con aria fintamente offesa. -Non l'hai mai
visto con la maschera di bellez- una rosa rossa gli sfregiò
la guancia, conficcandosi pochi metri più in là.
-Le auguro di non sentirti cantare.- replicò Aphrodite,
mostrando una seconda rosa, grondante di veleno a differenza della
prima.
-Ehm... il mio bellissimo amico ti ringrazia del complimento.- fece col
sudore freddo. -Comunque, non sono greco, sono italiano.-
-Death Mask, però, è strano anche per un
italiano.- commentò lei, sorpresa.
-E' il mio soprannome.- rispose, non senza una punta di vergogna. Era
fiero del nome che si era scelto, ma, in quel momento, quel nome
rivelava ad Helena anche la sua natura, quella celata che non le aveva
mostrato e che avrebbe voluto non mostrarle. Era anche per quello che
si era trattenuto un sacco di volte dal rivelarle i suoi sentimenti,
preferendo il ruolo silenzioso del misterioso benefattore che puzzava
d'alcol.
-E qual'è il tuo vero nome?-
-Ehi, che sono tutte queste domande?- fece, sulla difensiva.
-Si chiama Angelo!- esclamò Aphrodite da lontano.
-Ma tu non dovevi precedermi?!- gli urlò lui di rimando,
seccato.
-E' quello che sto facendo, visto che non ti dai una mossa.-
replicò il Saint dei Pesci, altezzoso, per poi scandire
maliziosamente: -Angelo.-
Helena ridacchiò al siparietto, poi rivolse il sorriso
più radioso che aveva al Saint del Cancro.
-Angelo.- ripeté -E' un bel nome. Se non sbaglio, significa
"Messaggero", vero? Messaggero di Dio, no?-
-Ma non è adatto a me...- commentò lui -Ecco...
io, non sono proprio una brava persona.- confessò. -Prima di
venire ad Asgard, ho ucciso molte persone innocenti. Ero come quel
Fafnir che ti ha strappato la vita, non m'importava di coinvolgere
degli innocenti.-
Voleva sotterrarsi, sentiva già Helena allontanarsi da lui.
E d'altro canto, chi mai poteva amare uno come lui, se non uno della
sua risma?
(Respinse mentalmente l'idea orrida che Nidhogg fosse la sua anima
gemella. Meglio quel monociglio del cazzo di una Viverna!)
-Ma ora sono cambiato!- esclamò temendo di vederla
inorridire. -Quando ti ho incontrata, io- -Allora sono contenta di
avere conosciuto questo Messaggero di Dio ricoperto d'oro.- rispose a
sorpresa Helena, stringendogli entrambe le mani fra le sue, minute e
delicate, e sollevandosi sulle punte dei piedi, avvicinandosi a lui
più di quello che sperava. Incredulo, Death Mask
seguì istintivamente il richiamo delle sue labbra sottili.
Strinse forte a sé la ragazza, col timore che qualcuno
potesse portargliela nuovamente via, sentendosi per la prima volta
davvero Angelo e non Death Mask.
-Ti amo.- le mormorò all'orecchio.
Se fossero stati vivi avrebbe potuto bearsi del calore che le
incendiava le guance, ma si beò ugualmente delle sue labbra,
quando cercarono le sue per la seconda volta.
E Pisces rimase in silenzio ad osservare la scena.
Il passato sé avrebbe preso per i fondelli l'amico per i
secoli a seguire, ma quei sorrisi felici erano ciò per cui
aveva combattuto, vederli era la sua ricompensa.
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