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Rub'al-Khali :.
Si
osservò
intorno, scrutando l'orizzonte.
Niente: la sua vista
rilevava solo sabbia e polvere, spazzata via dal caldo vento del
Rub'al-Khali.
Dietro di lui,
l'immenso Cargo, precipitato da pochi istanti, ancora fumava, arso
dalle roventi fiamme dell'inferno.
Impugnò
l'M9 che aveva sottratto al suo proprietario, deceduto durante la
precipitazione dell'enorme trasporto merci.
Sospirò;
più che altro sbuffò.
Faceva un caldo
tremendo, lì, in mezzo al deserto arabo, dove il sole
picchiava incessantemente.
Mosse il primo passo
incerto, verso una meta a lui in parte sconosciuta. Quelli che
seguirono, furono caratterizzati da una forte determinazione.
Aveva inizio il
viaggio verso l'ignoto, attraverso le insidie della sabbia bollente e
sconfinata, che lo circondava, lo sopraffava, inghiottendolo nei suoi
mille chilometri quadrati.
"Quali
radici si afferrano...
Metà di
quella dura e fatidica mattina trascorse, lasciando il posto al cocente
sole del pomeriggio.
Il suo cammino verso
l'ignoto proseguiva senza intoppi.
Ma la stanchezza
iniziava ad emergere; la fame e la voglia di bere anche solo un goccio
d'acqua fresca e rigenerante faceva capolino, nei meandri della sua
mente, confusa dal caldo che picchiava violentemente quelle sconfinate
lande sabbiose.
Si strofinò
una mano sulla fronte, madida di sudore, che gli inzuppava anche la
radice dei capelli.
Di fronte a lui, un
enorme duna di sabbia; la decima, la ventesima: non lo sapeva.
Le sue Timberland
lasciavano profondi solchi nella sabbia, opaca come non lo era mai
stata.
Affrontò la
ripida salita, passo dopo passo, raggiungendo la cima.
Altra sabbia mista a
polvere; tante altre numerose dune.
Nessun segno di vita.
...
quali rami crescono su queste rovine di pietra?
Le sue membra erano
già stanche; reclamavano riposo, che le avrebbe rinvigorite.
Ma lui non poteva
interrompere il suo viaggio.
Sapeva che, se avesse
posto un freno al suo insidioso cammino, che ancora si prospettava
lungo, avrebbe finito con il cedere; sarebbe morto disidratato, sotto
gli ardenti raggi solari, che gli bruciavano la pelle degli avambracci
scoperti.
La sua maglia bianca
era zuppa di sudore.
La fronte continuava a
gocciolare.
Scalata l'ennesima
duna, notò qualcosa, in lontananza, dove la sabbia
s'induriva, cedendo il posto all'arenaria.
Un pozzo in ciottoli
fece capolino.
Sospirò,
rassicurato.
Scivolò
sulla morbida sabbia della duna; simulò una corsa leggera,
raggiungendo quella che avrebbe costituito la sua salvezza.
La limpida acqua, non
fresca, ma essenziale.
Tirò a
sé la corda che era legata al sacchetto di pelle, immerso
nel profondo pozzo.
Il desiderio ardito di
dissetarsi e di godere di quella sensazione di rinvigorimento che solo
l'acqua può offrirti, svanì in un secondo.
La sua epressione,
rassicurata, mutò in delusione, e la rassegnazione.
Quel liquido vitale si
era prosgiugato, lasciando spazio alla più polverosa sabbia
fine.
Imprecò,
mentre si rialzava.
Il suo cammino riprese.
...
Figlio dell'uomo, non lo puoi dire, né immaginare...
Giunse la notte, in
tutta la sua tenebrosità e oscurità, che, nel bel
mezzo del Rub'al-Khali, sembravano raddoppiarsi.
Il cielo, scuro come
il vello del lupo più nero, era colmo di stelle di tutte le
dimensioni e lucentezza.
Continuava ad
affondare gli scarponcini nella sabbia, ora raffreddata.
Avrebbe voluto
stendersi, riposarsi per un po', ma non poteva.
Rivolse uno sguardo al
brillante cielo stellato, che tanto gli ricordava la sua seconda figura
paterna.
Riuscì a
sentire il cuore venir travolto da un sentimento di tristezza e paura.
Lo doveva trovare.
Prima che qualcuno lo
avesse ammazzato.
Altrimenti, non se lo
sarebbe mai perdonato.
Cercò di
orientarsi con la posizione degli astri, ma invano.
Sbuffò,
scocciato, sentendosi impotente.
...perché
conosci solo un cumulo di frante immagini, là dove batte il
sole e l'albero morto non dà riparo...
Giunse la nuova
giornata, che si presentò più calda ed afosa
della precedente.
Muoveva passi lenti ed
irregolari; portava la schiena leggermente curvata, e il capo calato.
Non avrebbe retto
ancora a lungo quella situazione infernale.
I raggi solari
picchiavano con violenza la sua schiena e il suo corpo,
surriscaldandolo.
La fame e la sete
invadevano con prepotenza le membra del suo corpo, trasformandosi in
elementi principali di sua preoccupazione.
Parte della sua mente,
si concentrava sui suoi disperati bisogni; l'altra metà,
pensava a colui che avrebbe dovuto portare in salvo, sottrarre dalla
malvagità in persona.
Quanto avrebbe voluto,
in quel momento, averlo al suo fianco: di certo, lui avrebbe saputo
cosa fare.
Un momento... Gli
sembrava addirittura di vederlo.
Era lì,
sulla cima della millesima duna sabbiosa, che agitava la mano in sua
direzione.
Lo chiamò
per nome; dapprima incerto, in seguito con sempre più vigore
e contentezza.
Accennò ad
una leggera corsa, avvicinandosi sempre più alla figura.
Quando fu abbastanza
vicino da poterlo quasi sfiorare, avvertì la gola seccarsi
ancor di più.
Era scomparso,
dissolto nel nulla.
Si era fatto ingannare
da un'allucinazione.
Imprecò.
...
il grillo non dà ristoro e l'arida pietra non dà
suono d'acqua.
Il buio
s'impossessò nuovamente della brillante e cocente luce
solare, sfoggiando un possente vento freddo ed impetuoso.
Si sistemò
il piccolo foulard quadrettato blu.
Si stringeva nella sua
misera maglia bianca, sudata e stropicciata; si strofinava le spalle,
cercando di riaquisire calore.
Ancora, portava il
capo basso.
Le scarpe continuavano
ad affondare in quella sabbia, stampando impronte che, in seguito,
venivano scomposte dal forte soffiare del vento, che trascinava con
sé sabbia e polvere.
Le gambe, adesso,
davvero non se le sentiva più.
Era stanco morto.
Avrebbe voluto tanto
riposarsi, recuperare un minimo di energie.
Ma non doveva...
Non doveva...
Cedette, crollando al
suolo a peso morto.
Supino; braccia e
gambe spalancate; le palpebre chiuse e il viso contorto in
un'espressione di dolore e stanchezza.
...
Soltanto ombra sotto la roccia rossa...
Qualcosa lo constrinse
ad aprire gli occhi.
In un primo momento,
li richiuse, infastidito dalla penetrante luce solare.
E anche quella notte,
quindi, adesso, faceva parte del passato.
Riaprì le
palpebre, pesanti e ancora assonnate.
Quanto avrebbe voluto
restare in quella posizione ancora per un po'...
Si riscosse
maggiormente.
Qualcuno lo chiamava.
Voltò il
capo verso sinistra.
Ciò che
vide, gli alleggerì il cuore.
Lui era lì,
che gli tendeva una mano.
Gli diceva di alzarsi,
di riprendersi.
Eseguì, e
quando accennò a parlargli...
Di nuovo: lui era
scomparso.
Strinse i denti,
chinando il capo.
...
Venite all'ombra della roccia rossa...
Riprese il suo cammino
verso la meta da lui ardentemente desiderata.
In qualche modo, la
determinazione a proseguire, alleggeriva la sua fame e la sua sete,
alleviava i dolori.
I piedi che
continuavano ad affondare nella sabbia, sforzandosi di resistere ancora
un po'; lui avrebbe raggiunto la sua meta.
A qualunque costo.
...
e vi mostrerò qualcosa di diverso dalla vostra ombra che al
mattino cammina dietro di voi...
Pensò a
tutto ciò che aveva affrontato a testa alta, giungendo a
quell'atroce periodo infernale nel Rub'al-Khali.
Scampato il pericolo
di morire dissanguato all'interno di un disastro ferroviario, o di
affogare all'interno di un'immensa nave da crociera che affondava, un
viaggio nel deserto arabo era proprio ciò che faceva a caso
suo, ciò che avrebbe completato la sua lista di imprese
riuscite miracolosamente.
Anche se,
ciò ancora non poteva affermarlo.
...o
dall'ombra che la sera vi si leva incontro...
Affrontò
l'ennesima duna di sabbia, impiegando tutte le forze di cui il corpo
ancora disponeva; mentre la sua mente si concentrava ancora sulla
persona da portare in salvo.
Digrignò i
denti: se qualcuno gli avesse torto anche soltanto un capello...
Li avrebbe fatti a
pezzi.
Tutti.
A seguire, l'immagine
di lei gli si proiettò nella retina.
Già: aveva
agito bene, a constringerla di restare al sicuro, a non seguirlo.
Se si fosse trovata
nelle sue attuali condizioni, al suo contrario, non sarebbe resistita.
E, anche
ciò, non se lo sarebbe mai permesso.
Raggiunse la cima, e
ciò che vide, costituita ciò che, da giorni,
cercava disperatamente.
Aveva raggiunto la sua
meta.
Lo avrebbe salvato,
portandolo al sicuro, lontano da quel deserto infame.
Era proprio adesso,
però, che nasceva il vero pericolo.
Le vere torture.
Il vero terrore,
immerso in quel pugno di sabbie e polveri.
...
vi mostrerò il terrore in un pugno di polvere."
Angolo
autrice:
Non
so da dove mi sia uscita fuori una One-shot così.
Giocavo
(finalmente aggiungerei, visto che io non avevo Uncharted, ma guardavo
i Walkthrough), al capitolo del Rub'al-Khali, e sentendo quelle parole
pronunciate dalla perfida Marlowe, mi è nata l'ispirazione.
Spero
vi piaccia ^^
Un
abbraccio da parte di Alecraft Mounts! Ciao ciao!
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