Cap. 01 - Un invito inaspettato
Un invito inaspettato
Come al solito ero seduta al primo banco della prima fila.
Quell'aula mi piaceva perché era grande e potevo mantenere le distanze dagli
altri. Non ero una ragazza molto socievole e preferivo un buon libro a
un'uscita. Avevo una migliore amica, di un anno più grande, che non frequentava
il mio stesso college e con la quale passavo la maggior parte del tempo tramite
Skype e giochi di ruolo on line; poi c'era la mia compagna di stanza, con la
quale avevo fatto amicizia in quei primi quattro mesi di scuola, ma preferivo
non affidarmi e fidarmi troppo perché avevo l'impressione che mi stesse addosso
per arrivare a mio fratello. Di lui che posso dire? Il classico ragazzo bello e
irresistibile che tutte vorrebbero; capitano della squadra di hockey e gran
donnaiolo. Caratterialmente eravamo agli antipodi, come si può immaginare.
La campanella d'inizio lezione suonò e mi strappò dai miei
pensieri. L'ora passò in fretta, ma forse ero di parte perché amavo
profondamente la letteratura inglese.
Uscii dall'aula e mi recai al corso successivo, dove avrei
incontrato Marzia, la mia compagna di stanza. Ogni volta che ci beccavamo a
lezione, si sedeva accanto a me e iniziava a spettegolare su tutto e tutti,
anche sugli inciuci tra insegnanti. Quella ragazza sembrava ogni giorno più stupida
e superficiale, e ogni giorno mi convincevo che non sarebbe mai diventata una
vera amica per me.
Dopo avermi bombardato con le novità sulla vita sessuale
della preside, iniziò l'argomento che più mi eccitava: Brian, mio fratello. Il
sarcasmo era il mio migliore amico.
«Con
chi esce ora?»
«Ci sta
provando con le gemelle.»
«Quelle
more o quelle rosse?»
«Le
rosse gliel'hanno data un mese fa, è storia vecchia ormai. Ora è il turno delle
more.»
Sbuffò
irritata. «Secondo te ci cascano?»
La
guardai con un sopracciglio inarcato. «Me lo stai chiedendo davvero?»
«Hai
ragione.» Fece un ringhio mettendosi le mani fra i capelli mossi. «Perché non
provi a parlargli di me?»
«Voglio
restarne fuori. Lui non s'immischia nella mia vita privata, io non metto bocca
nella sua.»
«Mangiamo
con lui oggi. Tu non dovrai fare né dire niente: ci penso io.» Era davvero
cocciuta!
«Se ci
sono posti al suo tavolo.»
«Tanto
lo sanno tutti che te ne lascia sempre uno libero» cinguettò battendo le mani.
Che oca!
Lasciai
cadere il discorso aprendo il libro di storia dell'arte e immergendomi nelle
sue pagine.
Due ore
dopo, Marzia ed io ci stavamo dirigendo a mensa. Lei era su di giri perché
finalmente aveva ottenuto il golden ticket per il tavolo dei fighi, io pregavo
di non trovare quei posti.
Appena
entrati, la mia "amica" percorse a gran passi l'ampia sala piena di
tavoli e si diresse a colpo sicuro a quello di mio fratello. Salutò con un tono
smielato tutti i commensali, poi ammiccò in direzione di Brian facendogli anche
l'occhiolino. Vomitare davanti a tutti sarebbe stato inopportuno? Distolsi lo
sguardo da quella scena pietosa e i miei occhi incontrarono quelli di Jason
Cooper, migliore amico e compagno di stanza di Brian. Arrossii come al solito e
riportai l'attenzione a mio fratello. Quel ragazzo era bellissimo, così bello
che ti faceva sentire inadeguato, un comune mortale che non può avvicinarsi ad
un dio.
«Vi
sedete con noi?» chiese proprio Jason con la sua voce profonda.
«Certo!
Siamo qui per questo» civettò Marzia e occupò immediatamente il posto accanto a
Brian lasciando a me quello accanto a Jason. Non ce l'avrei fatta a passare
così l'intera pausa pranzo!
Il
ragazzo mi spostò la sedia sorridendomi e sentii le guance prendere fuoco. Quel
sorriso doveva essere vietato per legge.
«Com'è
andata la mattinata?» s'informò Brian.
«Bene.
La lezione di letteratura inglese è stata fantastica! Non credevo potessi
innamorarmi di nuovo di Wordsworth.» Sentivo gli occhi di Jason scrutarmi.
«Ti
piace la letteratura?»
Feci sì
con la testa concentrandomi sulle carote nel piatto.
«Anche
a me piace, sai?» s'intromise Marzia ottenendo l'attenzione. Per una volta le
fui grata.
«Ok, ma
non te l'ho chiesto» rispose scontroso Jason e la cosa mi sorprese perché lui
era sempre gentile, almeno per quel poco che avevo visto.
«Non si
tratta così una signorina!» la difese mio fratello lanciando una patatina
fritta al suo compagno di stanza.
«Non si
tira il cibo a un amico» ribattei io lanciandogli un cubetto di carota e
facendo ridere tutti.
«Tua
sorella è una forza!» A quel complimento di Jason arrossii di nuovo. Sembravo
una ragazzina idiota! Avevo diciannove anni appena compiuti, cavolo!
«I
Keaton sono una garanzia» gli fece l'occhietto e sorrisero complici.
Dato
che era da più di due minuti che l'attenzione non era focalizzata su di lei,
Marzia iniziò a tessere le mie lodi passando subito alle sue. Cosa si deve
pensare di una persona che si autodefinisce la migliore amica che si possa
volere?
Mio
fratello sembrava interessato, sì ma alle sue tette prorompenti che
minacciavano di strapparle la camicetta. Jason invece prese a parlare con il
resto del gruppo. Avevo notato che non sedeva spesso con la combriccola di
Brian, ma preferiva altri tipi di compagnia. I suoi amici erano i classici
sfigati che nei film definirebbero nerd. Io li guardavo e li ritenevo dei tipi
in gamba, solo che non avevo mai avuto il coraggio di avvicinarli per
socializzare.
Eravamo
già a metà Gennaio e non avevo fatto progressi dal quel punto di vista, ma la
colpa era la mia che non m'impegnavo neanche per fare amicizia con qualcuno. In
realtà c'era un motivo dietro, oltre la mia timidezza. All'inizio dell'anno
scolastico, parecchi ragazzi si erano interessati a me, chi per qualcosa di
serio, chi per portarmi a letto e basta. Quando poi Brian aveva fatto sapere
all'intero campus che ero sua sorella, si erano dileguati tutti, neanche fosse
un assassino, e ai ragazzi attratti da me si erano sostituite le ragazze che
volevano arrivare a mio fratello. Fu lì che capii che la mia vita sociale sarebbe
colata a picco ancor prima di salpare.
«Luce,
che fai stasera?» chiese Brian col boccone in bocca.
«Quello
che faccio ogni venerdì sera» borbottai sperando non volesse i dettagli.
Ammettere davanti a tutti che il venerdì era la serata "cinema"
sarebbe stato troppo deprimente.
«A
quale film tocca stavolta?»
Mi
grattai la nuca a disagio. «Non lo so ancora» mentii. Avevo scelto Dirty Dancing ma non l'avrei confessato
per nulla al mondo.
«Io e
il resto della ciurma iniziamo la maratona Supernatural»
disse Jason soddisfatto. Lo sapevo che erano forti!
Brian
s'illuminò in un sorriso e puntò i suoi occhi azzurri nei miei. «Anche a te
piace, vero?»
Feci sì
con la testa. «Partite dalla prima stagione?»
«Ovvio!
Cosa c'è di meglio delle prime cinque stagioni?»
«La penso
esattamente come te» dichiarai fiera e mangiai l'ultimo boccone di carne.
«Vuoi
unirti a noi?»
Mi
lasciò completamente di stucco. «Ehm... Non saprei.» Guardai Brian in
difficoltà.
«Sono
tutti simpatici. Ti consiglio di accettare.» Mio fratello che approvava
qualcuno per me? Credevo non ritenesse nessuno alla mia altezza!
«Beh,
quand'è così...»
«Perfetto!
Ci riuniamo tutti a casa di Ted e Bart. Hanno un appartamento non lontano da
qui ed è sempre perfetto per le nostre serate» spiegò sorridente e sembrava
sinceramente contento che avessi accettato.
«Tu
invece che fai?» la voce civettuola di Marzia tornò all'attacco.
«Esco
con te.» Mio fratello ci sapeva proprio fare. Avrei scommesso tutto ciò che
possedevo che quella sera Marzia si sarebbe ritrovata a gambe aperte nel suo
letto, al contrario di quanto diceva a me. "Alla prima uscita non la darei
neanche a Brian Keaton", sì certo...
«Mi
sembra un ottimo programma.»
«Ci
vediamo alle sei davanti al dormitorio femminile.»
«Va
benissimo.» Aveva uno sguardo liquido mentre se lo mangiava con gli occhi e la
cosa mi fece un po' ribrezzo.
«Io e
te invece ci vediamo alle quattro. Spero tu abbia finito i corsi per
quell'ora.»
«Sì, il
venerdì finisco alle tre.»
«Perfetto.
Ci vediamo davanti alla biblioteca.»
Ma
stava succedendo davvero? Stavo per trascorrere la giornata con un ragazzo che
azzerava le mie facoltà mentali e con un gruppo di persone che non conoscevo
nemmeno?
Jason
prese il vassoio e, dopo averci salutato, lasciò la mensa insieme all'intera
tavolata, fatta eccezione per Brian e Marzia.
«Sicuro
sia una buona idea? Non conosco nessuno» mi lamentai subito, già pentita di
aver accettato.
«Li
conosco io e sono certo che ti troverai bene. Sono un branco di nerd, come te!»
Roteai
gli occhi al cielo. «Se dovesse succedere qualcosa di brutto, sappi che te ne
darò la colpa.»
Ridacchiò
divertito. «Conosco Cooper da quattro anni ed è diventato uno dei miei migliori
amici. Mi fido di lui ciecamente e so che si prenderà cura di te.»
Sospirai.
«E se s'innamora di me?»
Scoppiò
a ridere e la cosa mi ferì: sarebbe stato così assurdo che un tipo perfetto come
Jason potesse interessarsi alla disadattata sociale e sorellina del suo amico?
Ok, sì.
«Sa che
non deve toccarti. Non lo farebbe mai, quindi stai tranquilla e cerca di farci
amicizia: è un tipo ok.»
Afferrai
il vassoio alzandomi. «D'accordo, ci provo.»
«Brava
la mia sorellina!» Si alzarono anche loro due e, una volta fuori, io e Marzia
ci dirigemmo nell'aula di francese per la penultima lezione.
Dopo
quell'intensa ora di regole grammaticali, finalmente potei liberare il cervello
per qualche minuto prima di finire con geografia. Percorrendo il corridoio
affollato, la mia compagna di stanza iniziò l'interrogatorio al quale credevo,
stupidamente, di essere scampata.
«Ti
rendi conto che stasera esco con Brian Keaton e tu con Jason Cooper?»
«L'unica
differenza è che tu andrai a letto con lui, io mi limiterò a guardare un
telefilm sperando che la serata finisca presto.»
«Senti,
lo so che sei un po' strana, ma Cooper non può non piacerti. Ha quell'aria da
Clark Kent che ecciterebbe anche un sasso!»
«Hai
sentito Brian, no? Ci ucciderebbe se succedesse qualcosa tra noi» mi
giustificai, come se la cosa risolvesse tutto.
«Non si
possono controllare certe cose, mia cara.» Sospirò.
«Ora
come ora ho bisogno di amici, non di
complicarmi la vita con un ragazzo.» Un ragazzo che mi era sempre piaciuto
nonostante non lo conoscessi.
Alzò le
mani. «L'importante è che tu sappia ciò che vuoi. Però... il modo in cui
arrossisci in presenza di quel ragazzo, mi fa pensare che il termine amico non si possa accostare al suo
nome.»
Sbuffai
infastidita. «Arrossisco solamente perché mi fa sentire inferiore a lui. Come
un mortale di fronte ad una divinità. Mi basterà conoscerlo e farmi conoscere
per mettere fine alla mia timidezza.»
«Se lo
dici tu!»
«Lo
dico perché è la pura e semplice verità. Ora smettila d'infastidirmi e vattene
in classe!»
Scoppiò
a ridere. «Cara la mia Luce Keaton, sei davvero divertente. E vuoi sapere
l'ultima?»
«Me la
diresti comunque.»
«Sei
nella merda fino al collo!» Accelerò il passo ed entrò in aula prima di me,
senza neanche darmi il modo di ribattere.
Non ero
nella merda. Anche perché io e quel ragazzo ci conoscevamo appena e di sicuro
non si sarebbe interessato a me. Poteva essere più semplice di così?
N.d.a.:
Salve!! Sono tornata con una
nuova storia e spero vi piaccia :) E' la prima volta che pubblico una
long (non troppo long in realtà XD) originale con coppia het.
Spero di aver raggiunto un buon livello e che le emozioni vi arrivino :)
Le vostre opinioni contano molto per me perché mi spronano a dare sempre di più e a migliorarmi, quindi grazie a grazie a chi recensirà, seguirà, ricorderà, ecc. ♥
Pace e amore a tutti ♥
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