Io sono acqua: acqua che scorre, onda che si frange e si annienta, mare in tempesta in un battito di ciglia. Sono la mano che non ti trattiene, ma desidera unirsi alla tua e ti cerca, disperatamente, mentre ti allontani con un'altra bracciata.
Sono il rimpianto di scelte sbagliate e la volontà di rimanere al tuo fianco. Sono lo scontro, la gelosia di sentirti pronunciare un altro nome. Sono l'invidia di saperti felice senza di me. Sono la ferita che sanguina e non chiede soccorso. E il sogno, il sogno in frantumi, macchiato dalla realtà. Sono il dolore e l'acido che corrode; non ti stringo fra le braccia per il timore di distruggerti, perché mastico rabbia e affilo l'orgoglio.
Io non sono un uomo né un bambino e una schiena larga non basta da sola a darmi la forza di inseguire la tua meta. Scivolo a terra e mi consumo nel desiderio: posso offrirti un sorriso, quando il tuo sguardo non mi sfiora... darti ciò che mi resta e cadere lontano da te, perché tu non debba mai piangermi.