VORTICE
Cap.16
-
Be’?
-
Be’, che?
-
I due ragazzi che ti amano, possono essere appena morti e tu
non fai cenno di dispiacere.
-
Lo sai bene che non è vero- disse Mist, guidando la moto- Ash
e Nick non sono persone che si arrendono facilmente.
-
Ma ti ricordo che sono pur sempre umani.
-
Se sono stati reclutati dalla Sky, non sono dei semplici
ragazzi. Sono preparati come noi, ad ogni imprevisto.
-
Oh, certo. E’ questo quel che dirai al loro funerale?
-
Hai intenzione di fare l’uccello del malaugurio per tutto il
tempo?!
-
Voglio vedere se sei ancora in grado di provare emozioni.
-
Perché ti interessa quel che provo?
-
Si dia il caso che Ash, per quanto sia stato mio rivale in
passato, non dovrebbe soffrire per una persona che non ricambia i suoi
sentimenti…o forse, tu…?
-
E tu che ne sai?- disse Mist, senza voltarsi- Cosa sai dei
suoi sentimenti e dei miei?
-
Non capisco quel che vi è successo…non eravate grandi amici?
Perché ora vi trattate così?
-
Le cose cambiano, Gary. Anche le persone…
Misty arrivò davanti ad una grossa arena, dove avrebbero
partecipato i migliori allenatori al torneo Advanced.
Inspirò l’aria nei polmoni, c’era un atmosfera
elettrizzante, il suo cuore batteva dalla felicità. Presto avrebbe rivisto i
suoi amici…era da tanto che non li sentiva.
Camminò a passi spediti, verso l’ingresso e una volta
arrivata, si guardò intorno agitata alla ricerca dei amici. Non li aveva
avvertiti del suo arrivo, era da un po’ che non aveva loro notizie e anche
perché voleva fargli una sorpresa. Era stata la madre di Ash a raccontarle che
avrebbe partecipato al torneo.
Chissà che faccia avrebbero fatto vedendola lì? Forse non
l’avrebbero neanche riconosciuta.
No, impossibile, anche se era cresciuta, rimaneva la solita
ragazzina di Cerulean City. L’avrebbero capito subito che era lei.
Poi finalmente, tra la gente, lo riconobbe
quell’inconfondibile capellino rosso e quei capelli sbarazzini.
Sorrise contenta e fece per raggiungerlo.
-
Waah! E’ Ash!
-
Sì, è lui!
Un gruppetto di ragazzine, notarono anche loro il ragazzo e
tutte insieme si precisarono da lui.
Misty sorpresa dalla scena, venne travolta dalle ragazzine e
si ritrovò seduta per terra, con la testa che le girava.
-
Ohi, ohi…ma che è successo?- disse appoggiando la mano sulla
testa e alzò lo sguardo.
Ash e i suoi amici erano circondati da quelle pazze
scatenate. Lui sorrideva imbarazzato alle continue domande e complimenti che le
ragazzine gli facevano. Sembrava quasi abituato a quel gran casino e allo
stesso tempo, sembrava un pesce fuor d’acqua che cercava in qualche modo di svignarsela con il
sorriso sulle labbra.
Le cose non cambiavano. Ash era rimasto il solito bambino. E
questo in fondo tranquillizzava Misty.
Si avvicinò al gruppo e alzando la mano per farsi notare, lo
chiamò.
-
Ash! Ash, sono io!- disse lei, senza ottenere segni d’attenzione
da parte di Ash.
Un po’ delusa abbassò la mano. Com’era possibile che non la
sentiva? Avrebbe volentieri sbattuto via quelle ragazzine così rumorose, ma non
voleva creare scandalo. Non voleva che Ash la vedesse come la solita Misty.
Ci riprovò di nuovo, alzandosi in punta di piedi e
finalmente sembrava che Ash si stava girando verso la sua direzione. Misty
felice che finalmente l’avrebbe riconosciuta sorrise, ma proprio in quel
momento arrivò una persona, spinse via Ash e i suoi amici, lontano da quelle
ragazzine scatenate.
Loro guardarono triste e deluse perché il loro personaggio
preferito se n’era andato e poi ognuna se ne tornò alle proprie faccende.
Misty si guardò intorno confusa. Chi era quella persona? E
adesso dove se n’erano andati?
Proprio adesso che la stava per vedere, se n’erano andati
via.
Sospirò delusa e provò a cercarli.
Arrivò ad un corridoio pieno di porte, alcune di esse
dovevano essere sicuramente i camerini degli allenatori.
Non le sembrava il caso di bussare ad ognuna per cercarli.
Poi vide una persona uscire da una porta e chiuderla dietro
di sé. Era la stessa persona che aveva tirato fuori dall’impiccio Ash e i suoi
amici.
Guardandola bene, la riconobbe. Era la famosa ragazza
stilista, che aveva intrapreso la via della moda e dello spettacolo da molto
giovane. L’aveva vista spesso nelle riviste che solitamente compravano le sue
sorelle. Aveva letto anche numerosi articoli su lei e la nuova amicizia con
l’allenatore di Pallet Town.
Le sue sorelle, a cui piaceva quel genere di riviste
pettegole, non facevano che tormentarla con allusioni di una possibile
relazione tra i due. Lei sbuffava e faceva finta di non ascoltarle. Conosceva
Ash, se avesse avuto una storia glielo avrebbe detto…o almeno sperava che fosse
così, perché era da tanto che non lo sentiva. Però, guardando le immagini di
Ash e delle ragazza insieme, non poteva
negare che formavano una bella coppia.
Cercò di non pensarci oltre e si avvicinò alla ragazza.
-
Ciao scusa, io…
-
Se vuoi il mio autografo, devi rivolgerti al mio manager.
Misty la guardò stupita e un po’ infastidita, non si
aspettava questo genere di risposta. Ma del resto, doveva aspettarselo da una
persona famosa come lei.
-
No, io sto cercando una persona…si chiama Ash.
-
Ash?- la guardò- E tu chi sei? Una sua fans?
-
Io? No, sono una sua amica- disse Misty un po’ imbarazzata per
averla scambiata per una fans- Mi chiamo Misty.
-
Misty…?- la ragazza stette a pensarci un momento- Ma certo,
quella Misty.
La ragazza dai capelli rossi, guardò stupita la persona.
-
Mi conosci?
-
Ash e i suoi amici mi hanno parlato di te…sei la persona con
cui Ash ha iniziato a viaggiare la prima volta, no?
-
Eh, sì…
-
Ash mi ha raccontato che ti aveva distrutto la bici e per
questo l’hai seguito per tutto il viaggio, con l’intento di farti risarcire.
Non pensava che Ash le avesse raccontato della questione
della bici. Detta così, suonava male. In fondo, la verità era un’altra. Lei non
aveva seguito Ash per il risarcimento, ma perché si trovava bene con lui.
-
Ehh, diciamo che è iniziato così, ma…- tentò di spiegare lei.
-
E d’allora non ti sei staccata da lui, nonostante voi
litigaste in continuazione- continuò l’altra, ignorando le parole di Misty.
Misty guardò la ragazza sorpresa.
Ash gli aveva proprio raccontato tutto? Era un po’
imbarazzante parlare di queste cose, con una completa sconosciuta. Anche perché
lei non sapeva che amicizia c’era tra Ash e Misty, ma sarebbe stato complicato
spiegarglielo.
-
Ash dov’è?- chiese Misty tagliando corto.
-
Nel camerino- indicò la porta con lo sguardo.
-
Ah, bene, grazie- fece per raggiungere la porta, ma un braccio
si parò davanti a lei, bloccandole il passaggio. Guardò la ragazza senza
capire.
-
Anche se sei la sua amica, non puoi andare a disturbarlo.
-
Ma…
-
Deve riposare prima di affrontare i suoi avversari. Non ha
tempo per gli amici.
-
Ma io non sono un amica qualsiasi…- disse lei, infastidita
dalla sua affermazione.
-
Per me siete tutti uguali e lo stesso vale per Ash. Sono
sicura che non vorrebbe essere disturbato in questo momento, neanche da te.
Misty strinse forse le mani.
-
Ehi, ma chi ti credi di essere? Che ne sai di me e Ash!
-
Ne so quanto basta. Sei solo un amica d’infanzia e
nient’altro.
La ragazza la guardò stupita. Perché aveva detto solo
un amica d’infanzia?
-
Te l’ha detto Ash?
-
Si capisce naturalmente, perché credi che non scriva ai suoi
amici? Non ha abbastanza tempo, è impegnato con gli allenamenti.
-
Non è vero- disse Misty scotendo la testa- Per Ash sono
importante!
O almeno era quello che lei credeva. Lo aveva sempre pensato
prima di arrivare lì, ma ora alle parole della ragazza, iniziavano a farsi
largo le incertezze. Era davvero così che la pensava Ash o era una sua
illusione?
-
Adesso va- disse la ragazza in modo sbrigativo- Non vorrai
fare polemica in corridoio?
Misty era venuta fin lì, proprio per chiarire i suoi
sentimenti per Ash, ma adesso non era tanto sicura della sua decisione.
Però non poteva andarsene così, non senza averlo salutato o
avergli parlato.
-
No- disse sicura- Non me ne andrò senza aver parlato con Ash.
E non sarai tu a fermarmi.
La ragazza la guardò stupita, poi sospirò incrociando le
braccia.
-
Siete tutte così testarde?
-
Come?
-
Sì, una dopo l’altra venite qui solo per fare la corte ad Ash.
Ma perché non vi mettete il cuore in pace?
-
I- io non…!- disse Misty arrabbiata e arrossendo.
-
Non sei innamorata di lui? E allora perché sei qui?
Misty non seppe cosa rispondere.
-
E’ inutile, lui non è innamorato di te.
La guardò innervosita.
-
Come fai a dirlo?
-
Ho passato del tempo con Ash e parlandogli ho capito che non è
innamorato di nessuna amica d’infanzia. E poi, è stato lui stesso a dirmelo che
sei solo un amica, niente di più.
Misty rimase senza parole. Ash gli aveva detto così?
Chinò la testa triste.
-
Vedo che finalmente hai capito- disse sollevata la ragazza- E
adesso vai.
L’avrebbe volentieri presa a schiaffi per la sua arroganza,
ma non era dell’umore giusto. Soprattutto dopo aver saputo che lei non era così
speciale per Ash, come lui era per Misty.
Si voltò a malincuore, guardando la porta del camerino
chiusa e si allontanò.
Quand’è che le cose erano cambiate in questo modo? Da quando
Ash era diventato così famoso, da non aver tempo per gli amici e da non esser
avvicinato da nessuno?
Forse si era illusa, pensando che Ash era rimasto il solito
bambino che aveva conosciuto.
Però non voleva darla vinta a quella ragazza, famosa o no,
lei avrebbe parlato con Ash e avrebbe chiarito quel sentimento che per lungo
tempo la tormentava e che da poco poteva dargli un nome.
Visto che non riusciva ad avvicinarsi a lui, gli avrebbe
scritto, chiedendogli di incontrarsi con lei.
E da lì, si sarebbe visto chi aveva ragione.
Non ci pensò oltre e preparò la lettera. Approfittando del
fatto che Ash era impegnato a scontrarsi con un concorrente nell’arena, entrò
di nascosto nel camerino e mise la lettera nella tasca della giacchetta di Ash,
così sarebbe stata sicura che lo avrebbe trovato e sarebbe venuto
all’appuntamento.
Era certa che Ash sarebbe venuto. Anche se ormai era un
personaggio famoso, non era possibile che si sarebbe dimenticato di lei. Lui
non lo avrebbe fatto.
E il giorno dopo era lì, seduta sulla panchina affianco
all’orologio del parco, con la fontana davanti a lei.
C’era tanta gente e lei era un po’ nervosa. Lo avrebbe
rivisto finalmente e avrebbe potuto mettere in chiaro i suoi sentimenti.
Però le parole di quella ragazza, l’avevano intristita un
po’.
Scosse la testa. Non avrebbe permesso a quella ragazza di
rovinarle quel giorno così bello.
Alzò lo sguardo e controllò l’ora. Era passato qualche
minuto. Sospirò, doveva aspettarselo che Ash sarebbe rimasto il solito
ritardatario.
La gente passò davanti a lei e Misty li osservò quasi
invidiosa. Erano in compagnia ed erano così felici…anche lei doveva essere
felice quel giorno, ma man mano che il tempo passava, la sua felicità stava
svanendo e si facevano largo le incertezze.
Guardò di nuovo l’orologio. Era tardi. Cercò di
tranquillizzarsi, pensando ad un possibile imprevisto che lo stesso
trattenendo.
Stava iniziando a farsi buio e delle nuvole all’orizzonte
coprirono il cielo.
Pian piano incominciò a piovigginare e le persone che si
trovavano nel parco, iniziarono a correre per cercare riparo in un posto
all’asciutto.
Ormai la pioggia cadeva a ritmo frequente e il parco si era
svuotato. Solo una persona era rimasta lì e se ne stava seduta sulla panchina,
non accennando a muoversi.
Le gocce di pioggia bagnarono i suoi soffici capelli rossi e
il vestito azzurro che indossava. Ma non sembrava importarle.
Il viso di lei era bagnato dalla pioggia e non si notavano
le lacrime che scendevano dagli occhi, andandosi a mischiare con l’acqua
piovana.
E così, un po’ beffardamente, aveva dato certezza a quei
dubbi. Lei non era importante, non contava niente per Ash. Lei era solo una
delle tante amiche.
E i suoi sentimenti per lui…erano una presa in giro, in
confronto a quella tristezza che aveva nel cuore.
Si sentiva così sciocca, perché aveva sperato che lui
provasse i suoi stessi sentimenti? Che guardandola negli occhi, gli battesse il
cuore e che cercasse di sfuggire con lo sguardo per nascondere l’imbarazzo,
così come faceva lei.
Niente di questo era possibile, perché lei…era solo un
amica. E neanche così importante, visto che si era scordato del tutto di venire
all’appuntamento.
Ma sapeva che significava questo. Che era ora che lei si
rassegnasse. Era venuta fin lì proprio per avere una risposta e l’aveva avuta,
anche se in modo un po’ bizzarro. Forse se lui fosse venuto e glielo avrebbe
detto di persona, avrebbe sofferto molto, ma almeno avrebbe avuto la sicurezza
di essere un amica preziosa, una persona di cui non si sarebbe mai scordato.
E invece lui non c’era.
Chiuse gli occhi.
Era finita. Doveva accettarlo.
Aprì lentamente gli occhi e si alzò con fatica dalla
panchina. Aveva i capelli e i vestiti fradici, però non se la sentiva di
tornare là, dove avrebbe probabilmente incontrato lui. Così, con passo lento,
si avviò verso la strada del ritorno. Non avrebbe più fatto ritorno. Lo avrebbe
dimenticato e si sarebbe messa il cuore in pace.
Con alle spalle l’arena del torneo, s’incamminò verso
Cerulean City, non aspettandosi cosa le sarebbe successo da lì a qualche mese.
E di come la sua scelta, avrebbe cambiato radicalmente la sua vita e lei
stessa.
Mist guardò davanti a sé, sulla strada.
Ho deciso di cambiare e non ho intenzione di tornare
indietro sui miei passi.
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-
Allora, come va?- chiese Ash, mentre la persona dietro di lui
stava per dare di stomaco.
-
Sto benissimo!- disse pallido.
-
Non hai mai volato?
-
Certo…su aerei, aeroplani, jet…non su dei Pokèmon!
-
Be’, non avevamo alternative- disse Ash- E ringrazia che abbia
portato con me Dragonite. Ho fatto bene a catturarlo, prima della missione- lo
accarezzò dolcemente.
-
Già…grazie tante- disse Nick in tono ironico- Bell’affare
volare su questo coso…
-
Non so cosa mi trattenga dal spingerti giù- poi gli ritornò in
mente la scena del bacio- Anzi, non ho niente che mi trattenga.
-
Eh?
-
Dragonite, giravolta!- ordinò Ash.
Il pokèmon volteggiò, girando su se stesso. Ash che si era
afferrato bene, rimase aggrappato alla schiena del Pokèmon, mentre Nick finì
per cadere.
-
Ahhh!- gridò. Ma poi si accorse di essere caduto sul morbido.
Aprì gli occhi e si ritrovò nuovamente sul Pokémon- Ma cosa caspita ti è
preso?! Sei fuori!
-
Almeno ora sai di cosa sono capace- disse Ash, senza voltarsi-
Non permetto che si offendano i Pokèmon. E poi, nel caso tu non lo sapessi,
anche Mist ama i Pokèmon ed è una brava allenatrice.
-
…mh…- borbottò Nick- Lo so bene. Anche lei mi ha rimproverato
più volte. E non hai idea di come si arrabbi a volte…
Ash sorrise.
-
Sì, è una vera furia- almeno qualcosa della vecchia Misty, era
rimasto in lei.
-
Pare che tutti abbiano una passione per i Pokèmon. Non dico
che sia brutto, solo che non esiste solo quello- sospirò- Anche mio fratello
era un fanatico dei tornei Pokèmon…
-
Hai un fratello?- disse Ash sorpreso.
-
Sì…chissà dove sarà…Ci siamo separati che eravamo piccoli,
quando i nostri genitori si erano separati. Ogni volta che sento parlare di
tornei Pokémon, mi viene in mente lui.
-
Aspetta, vuol dire che è da anni che non vi vedete, né
sentite?
-
Be’, sono successe molte cose…ho fatto molti errori nella mia
vita, ho preso brutte strade, frequentato gente poco raccomandabile- chinò la
testa- Non volevo che lui mi vedesse in quello stato…
-
Forse a lui non avrebbe interessato, pur di rivederti…- disse
Ash- Io non ho fratelli, ma penso di capire cosa si possa provare. Voler vedere
una persona…e allo stesso tempo, avere paura di incontrarla…che possa rimanere
delusa di quel che vedrebbe…
Seguì qualche secondo di silenzio, mentre il Pokémon
proseguiva il suo volo.
-
…perché vi siete separati?- chiese Nick. Ash si voltò per
guardarlo- No, lascia stare, non sono affari miei…- borbottò imbarazzato.
-
Avevamo dei sogni…Entrambi lottavamo per raggiungere i nostri
obiettivi- rispose Ash voltandosi- Questo è almeno quello che credevo. Ma…-
sospirò-…la realtà era diversa. Speravo che il tempo non cambiasse le persone…
-
Non capisco…- disse Nick.
-
Neanche io, sinceramente- ridacchiò Ash. Nick lo guardò
confuso- E comunque, lei ha scelto te…- aggiunse malinconico.
-
Non ha scelto me- corresse Nick. Ash lo guardò sorpreso- Io
l’ho baciata con la forza- sospirò- E credo che Mist non mi abbia mai
considerato come un possibile pretendente. Lei ha occhi solo per te. Non lo
credevo possibile, riservata com’era, ma il tuo arrivo…be’, l’ha messa in
crisi. Mi sono sentito…credo, geloso…- ammise imbarazzato- E ora mi sento un
completo idiota…
-
Non sei il solo…- disse Ash- Io l’ho baciata e prima ancora di
confessarle i miei sentimenti, abbiamo finito per litigare…ha sentito che la
consideravo solo un allenatrice- sospirò- Non l’ha presa bene, è tornata ad
esser fredda con me.
Un altro silenzio.
-
Siamo proprio patetici, eh?- concluse infine Ash.
-
Ehi, parla per te. Io non sono patetico…- Ash lo fissò- Okey,
solo un po’ però- guardò il cielo- E ora, che si fa? Se ci piace la stessa
persona…
-
Al momento niente- disse Ash- Come dite voi, prima la
missione, no? Avremo modo di sistemare la situazione, più avanti.
Nick lo osservò, poi abbozzò un sorriso.
-
Sai, non ti credevo così…- disse Nick- Forse era la rabbia a
farmi vedere il lato peggiore di te.
-
Lo stesso dico io di te…ma rimani lo stesso un fanatico di
macchine.
-
Che? Ti ricordo che la mia macchina ci ha salvato la vita!
-
E’ stata la mia prontezza di riflessi, a salvarci- disse Ash.
-
Se non mi avessi buttato fuori, a quest’ora avrei salvato la
mia macchina.
-
Oh, certo…come no. La prossima volta ti lascerò fare…e mi
terrò a debita distanza.
-
Che spiritoso. Mist sa che sono un tipo in gamba.
-
A me ha dato l’impressione che sia terrorizzata da te.
-
Senti, piccolo carciofo, nessuno si sente terrorizzato quando
è in macchina con me!
-
Come mi hai chiamato?! E’ questo il ringraziamento per averti
salvato? Dragonite, giravolta!
-
Ahh, no, aspetta! Scherzavo, scherzavo!
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-
Scherzavo, scherzavo!
-
Se lo ripeti di nuovo, avremo un eletto in meno.
-
Sei permalosa, sai?
-
E tu, un ficcanaso e porta iella.
-
Capirai, per quattro paroline…
-
…di troppo!- terminò lei innervosita- Tra un po’ dovremmo
raggiungere la zona E, dove ci incontreremo con Ash e Nick…e non dire altro!-
aggiunse lei, ancora prima che lui potesse aprire bocca- Non voglio sentire
altre frasi tipo “sono spacciati” o “dovrai cercarti altri spasimanti”, chiaro?
-
Come tu desideri- disse lui alzando lo sguardo, ma soddisfatto
del suo operato. Anche se non la poteva vedere, era sicuro che le sue parole
avevano fatto effetto sulla ragazza.
Mist accelerò l’andatura, non perché avessero i nemici
dietro, ma perché non riusciva a sentirsi tranquilla. Si ripeteva che doveva
tranquillizzarsi, che non c’era motivo per agitarsi…ma nella sua mente
risuonava la voce di Brock…E Gary non la stava aiutando per niente.
Perché doveva essere così difficile? Se fosse stata una
ragazza qualsiasi…non sarebbe stato strano farsi prendere dal panico…Ma lei era
un agente della Sky. Non poteva, non doveva mostrarsi debole…soprattutto quando
la missione aveva priorità su tutto.
-
Guarda, siamo arrivati a Porpora City- disse Gary. Mist si
risvegliò dai suoi pensieri.
Se tutto fosse andato bene…Ash e Nick sarebbero già arrivati
sul luogo. Sì, ma se invece ci fosse stato un imprevisto? Se li fosse successo
qualcosa?
Rabbrividì a quel pensiero. Non voleva che le ultime parole
che si era scambiata con loro, fossero piene di rabbia e rancore. Non si era
neanche chiarita con loro…
Ti prego…fa che non sia successo niente di grave…
La moto si fermò di colpo. Erano arrivati al loro luogo
d’incontro. Gary e Mist scesero dal veicolo e si guardarono in giro.
-
Io non li vedo- disse Gary e guardò poi la ragazza che agitava
la testa da tutte le parti.
Non può essere…non può essere…Ash! Nick!
Intorno a loro, il terreno era spianato e qua e là c’erano
grandi rocce di varie forme e dimensione e di un leggero colore verso il
porpora. Vecchi alberi circondavano la zona e sembrava disabitato.
Dei ragazzi non c’era traccia.
Mist si lasciò cadere sulle ginocchia. Allora…allora era
tutto finito?
-
Mh? Non hai sentito?- disse Gary.
-
…cosa?- disse lei triste.
-
Vengono dei rumori da là…- Gary indicò un punto e insieme si
avvicinarono con cautela. Poteva trattarsi dei loro nemici…
Quando furono abbastanza vicini, sentirono il rumore
diventare una risata e videro due ragazzi seduti per terra, intenti a
chiacchierare e scherzare, come se fossero ad un pic-nic. I loro abiti erano
leggermente sporchi di terra, come le loro facce, ma pareva non importare ai
due ragazzi.
Poi uno dei due, si voltò vedendo Mist e Gary fissarli
sbigottiti.
-
Ehi, Mist, Gary!- disse il moro con un sorriso.
-
Alla fine ce l’avete fatta ad arrivare- disse il biondo con lo
stesso entusiasmo.
Ma prima che i due potessero aggiungere altro, Mist corse
verso di loro come una forsennata e con un calcio li fece volare lontano.
-
Ahhh!- gridarono Ash e Nick, presi alla sprovvista.
Gary rimase senza parole.
-
Voi…stupidi…idioti!!!- li afferrò per il colletto e li scosse
energicamente, mentre pareva che dalla sua bocca uscisse fuoco- Che cavolo
stavate facendo?!
-
M-Mist…calmati…- cercò di dire Gary, incerto se ridersela di
come venivano strapazzati i due ragazzi o preoccuparsi che non sarebbero durati
a lungo, nelle mani della ragazza.
-
Tu stanne fuori Gary!- lo guardò minacciosa e Gary
indietreggiò. Non c’era che dire…Mist aveva un modo tutto suo di esprimere la
sua preoccupazione- Non avrò pietà con voi!- disse Mist rivolgendosi ai
ragazzi- Che vi salta in mente, di mettervi qui a ridere e scherzare, quando le
persone si preoccupano per voi!!
-
Mist, noi non…- tentò di dire Ash.
-
Taci!- lo zittì Mist- Nick, che cavolo è successo alla tua
macchina?!
Nick si rabbuiò nell’istante che Mist gli aveva ricordato
della macchina.
-
Io…la mia povera macchina…un triste destino- mugolò lui. Mist
lo guardò senza capire.
-
E’ precipitata in un burrone- spiegò Ash- Per questo non
avevamo modo di metterci in contatto con Jonny.
-
Mh…- Mist lo guardò dubbiosa e li lasciò andare- Siete degli
sconsiderati. Potevano esserci dei nemici qui intorno.
-
Avevamo già controllato- disse Ash.
-
E come mai siete conciati così?- indicò i loro abiti sporchi
di terra.
-
Incidente di volo- Ash alzò le spalle.
-
Che dici? E’ colpa tua- disse Nick- Chi ti ha dato la patente?
-
Vuoi farti un altro giro su Dragonite?- disse Ash in tono di
minaccia.
-
No, no, me ne sto zitto.
-
Mi dispiace rovinare questo bel momento di felicità…- disse
Gary- Ma vi voglio ricordare, che siamo ancora in missione.
-
Giusto- Mist si alzò in piedi- Ora dobbiamo raggiungere gli
altri. Avete già lasciato il “pacco” nel posto giusto?
-
Certo che sì- fece Ash offeso- Per chi ci hai preso?
-
Per degli sconsiderati. E messi insieme, siete una calamità!-
si avvicinò alla moto e accese la ricetrasmittente.
-
Ma che gli prende?- chiese Nick a Gary.
-
…cose da donne- alzò lui le spalle con un sorriso.
-
Jonny…sono Mist. Siamo giunti nella zona E. Con noi ci sono
anche Nick e Ash.
-
Oh, che sollievo- disse Jonny- Allora, potete proseguire. Ci
rivedremo nella zona Z.
-
D’accordo.
-
Aspettate un attimo- intervene Nick- Noi abbiamo perso il
nostro mezzo di trasporto. Come faremo a raggiungere il porto?
-
Non c’è problema- disse Jonny- Avevamo previsto che qualcosa
sarebbe andato storto. Troverete da quelle parti una sidecar camuffata tra i
cespugli. Userete quella per il momento.
-
Una sidecar?- si guardarono in giro.
-
Sì, eccola qui- disse Gary, spostando dei rami spezzati.
-
A dopo- la comunicazione terminò.
-
Okey…- Nick e Ash si guardarono intensamente. Poi con un
veloce movimento del braccio, lo rotearono- Sasso, carta e forbici!
-
Carta vince sasso- disse Ash gongolante- Tocca a me stare alla
guida.
-
Argh, stupido sasso- disse Nick fissando la sua mano e
borbottò- Com’è possibile che un foglio di carta vinca il sasso? E’ contro ogni
logica!
-
Senti…ma da quand’è che sono diventati così amici?- fece Gary
a Mist. Lei si limitò a sospirare.
CONTINUA…
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Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa fic,
nonostante sia passato così tanto tempo. Come dire…attendere tanto, alla fine
porta a dei risultati, eh eh.
Ricordate di visitare il mio blog per gli aggiornamenti!
Bye!
Pokèmon e personaggi non mi appartengono.
By Ya-chan