I segreti fanno male all'amore
Nick sul forum: Monnalisa1974
Introduzione: Albus vuole trovare una scusa per distrarre la madre dal suo lavoro, ma la cura potrebbe essere peggio del danno. O no?
Titolo: I segreti fanno male all'amore
Personaggio e obbligo scelto: Albus everus Potter / Obbligo b
Avvertimenti: Slash
I segreti fanno male all'amore
"Allora, tesoro, come va il lavoro?" chiese Ginny al figlio Albus
Severus, approfittando del fatto che fosse impegnato per la colazione.
Il giovane uomo, che da qualche mese lavorava al Ministero della
Magia presso l'Ufficio Misteri, sospirò profondamente contando
mentalmente fino a quattro prima di risponderle.
"Per quello che posso dirti, cioè nulla, direi che va bene."
La donna s'immusonì, poi lanciò un'occhiataccia al
marito, che cercava di non ridere al comportamento della moglie: non
sopportava che il figlio avesse dei segreti con lei e che il marito la
spalleggiasse.
"Ne riparliamo." ringhiò, senza specificare a chi dei due si
rivolgesse, probabilmente a entrambi, poi tornò in cucina.
Harry Potter compatì il figlio: quando sua moglie si metteva in testa qualcosa era dura che cambiasse strada..
"Mi dispiace, so molto bene che devi tenere il segreto, solo che tua
madre sembra non capirlo." lo consolò "Dovresti trovare una
maniera per distrarla, con un argomento talmente sconvolgente, che il
tuo lavoro passerebbe in secondo piano, sempre che se ne ricordi
ancora.
Albus sorrise, pensando che avrebbe avuto di che raccontarle. Le avrebbe fatto rizzare i capelli in testa e non solo a lei.
"Dalla tua espressione capisco che hai già qualche idea." rise il padre "Credi che tua madre ci rimarrà male?"
"Tremendamente."
"E io?" chiese Harry.
Uff, non si poteva nascondere nulla al Bambino Sopravvissuto per diventare un padre sempre attento e rompiscatole.
"Può darsi." rispose enigmatico senza aggiungere altro e uscendo per andarsene al suo misterioso lavoro.
Prima passò dal suo ragazzo, Scorpius Iperion Malfoy, e gli spiegò la situazione.
"Vuoi rivelare a tua madre che sei gay, perché distolga la sua
attenzione dal tuo lavoro? Quanto pensi che possa durare? E non pensi a
me? Già non mi sopportano i tuoi parenti, così
cominceranno a odiarmi a morte." Mise un broncio adorabile, che Albus
sfiorò con le labbra.
"I miei non ce l'hanno con te, solo zio Ron ha un odio atavico per tuo
padre e i Malfoy in generale, che si riflette su di te, ma oramai non lo
calcola più nessuno." lo rassicurò "E poi non sono
costretto a dire a tutti che ho un ragazzo, se tu non vuoi fare outing. Posso dire di essere un gay single."
"Quindi posso scegliere se rimanere al tuo fianco in segreto?" Scorpius
ci ragionò su un attimo, ma non fu sufficiente per prendere una
decisione "Ho bisogno ancora di tempo per capire se sono pronto a
rivelare tutto ai miei. Fammi sapere quando lo dirai alla tua famiglia,
ti farò sapere se vorrò essere presente anch'io."
Si abbracciarono e ognuno andò al proprio lavoro. Entrambi erano
impiegati al Ministero, ma non si vedevano quasi mai. Scorpius era il
segretario particolare di Harry ed era impegnatissimo, mentre Albus era
stato incaricato dal padre di tenere sotto controllo, meglio di quanto
fosse stato in passato, l'Ufficio Misteri e, soprattutto, di tenere
inavvicinabili oggetti potenzialmente pericolosi, come il Velo dietro
al quale era scomparso Sirius. Lui stesso, per fare una cernita di
quegli oggetti, aveva fatto parte degli Indicibili e aveva avuto lo
stesso trattamento da sua moglie. Perciò Albus era certo che lui
lo capiva.
Durante la pausa pranzo si incontrò ancora con Scorpius e gli
disse che
avrebbe detto tutto, o quasi, alla madre quella sera stessa. Non poteva
aspettare oltre e non poteva neppure attendere che lui fosse pronto. Ci
aveva pensato tutta la mattina e gli sembrava l'unica soluzione.
"Vengo anch'io." scattò alla fine Scorpius, con il coraggio
nella voce e le gambe che gli tremavano. Il suo ragazzo lo
guardò stupito, incredulo che quella botta di coraggio venisse
da lui, che era un fifone dichiarato quando si trattava di contestare
in qualsiasi maniera la sua famiglia. Già il fatto che il
Cappello Parlante lo avesse deviato verso Tassorosso, era stato un
motivo di inquietudine.
"Lo sai che qualsiasi cosa dichiarassi questa sera potrebbe venire usata contro di te."
"Non voglio lasciarti solo in questa follia, almeno, se fosse tutto
inutile come credo e tua madre continuerà a farti
l'interrogatorio per quanto riguarda il tuo misterioso lavoro, non
dovremo più nasconderci."
Albus ebbe l'istinto di abbracciarlo e si fermò solo
perché non voleva che nessuno sospettasse nulla prima che la sua
famiglia fosse informata.
L'ora di uscire dal lavoro, e perciò anche quello di cena, venne
prima che Albus se ne rendesse conto. Stava per andarsene quando un
pensiero lo colpì e all'improvviso si chiese se stava facendo la
cosa giusta. Stava
mettendo la sua storia d'amore in piazza per un motivo assurdo. E se la
sua fosse stata solo una scusa per mettere fretta a Scorpius, che
voleva continuare a tenere nascosto che stavano assieme? Anche se ormai
le relazioni con persone dello stesso sesso erano accettate da molti
anni, e i matrimoni omosessuali all'ordine del giorno, la famiglia
Malfoy era ancora ligia alle tradizioni e ci tenevano ai matrimoni
combinati e agli intrighi. Scorpius e Cecile Zabini, figlia di Blaise e
di Gabrielle Delacour, erano promessi sposi da tempo e voleva che lui
prendesse la decisione di lasciarla.
No, non poteva costringerlo a fare outing con i genitori, anche se la
loro situazione lo faceva soffrire. Corse e lo raggiunse e
riuscì a intercettarlo prima che che si Smaterializzasse.
"Scorpius, aspetta, non c'è bisogno che tu venga stasera, ci
rinuncio." La frase, detta mentre correva verso di lui, lo
lasciò senza fiato si dovette fermare per riprenderlo.
"Perché?" chiese l'altro stupito, poi Albus lo vide mordersi le
labbra e trattenere le lacrime a fatica. "Tu... tu non vuoi che loro
sappiano. Tu... mi vuoi lasciare. Beh, potevi dirmelo senza troppi giri
di parole."
Prima che Albus potesse riaversi e dirgli che non lo voleva costringere
a un passo a cui non era pronto, lui se n'era andato. Rimase come un
deficiente a fissare il punto in cui era sparito, capendo perché
non aveva dovuto lottare per ottenere il posto come capo dell'Ufficio
Misteri: nessuno lo voleva, portava sfiga!
All'entrata in casa si accorse che tutta la famiglia era presente, cosa
che accadeva solo a Natale. Il padre, che di solito faceva orari
assurdi, era comodamente sprofondato in una poltrona a leggere un
libro, in attesa che la cena fosse portata in tavola e anche James
Sirius e Lily Luna sembravano attendere qualcosa. Sembrava che qualcosa
li avesse attirati lì in orario, in attesa di qualcosa. Peccato
che non ci sarebbe stato nulla quella sera. Non era in vena di mettere
in atto il suo piano, dopo che Scorpius aveva frainteso le sue parole.
Si stavano mettendo in tavola, quando il campanello suonò.
Ginny, che aveva in mano le pietanze, pregò che qualcuno
aprisse. Albus si alzò dalla sedia e spalancò la parta
senza neppure chiedere chi fosse. Scattò, vedendo Scorpius che
gli sorrideva.
"Che ci fai qui?" chiese, indeciso se essere contento o disperato per la sua presenza.
"Ho lasciato Cecile. Le ho detto la verità. O quasi. Non mi
sembrava ancora il caso di dirle che la stavo lasciando per un uomo.
Non che fosse molto disperata, comunque."
Il breve monologo di Scorpius lo aveva lasciato senza parole e non sapeva che fare.
"Non mi fai entrare?"
"Sì, ma pensavo che non saresti venuto dopo lo scatto che hai
avuto prima." confessò Albus "Ma davvero hai già lasciato
Cecile? Non è passata neppure mezza clessidra."
"Appena mi sono reso conto che rischiavo di perderti, il resto è
stato facile. Non m'importa il motivo per cui lo fai, ma voglio essere
lì con te."
Albus si stava avvicinando per baciarlo, quando la voce di Ginny si sentì.
"Chi è, Albus?" gridò "Se vuoi posso aggiungere un coperto."
"Sarebbe meglio, mamma. Devo dirvi una cosa questa sera."
Fecero il loro ingresso in sala da pranzo, sfiorandosi appena il dorso
delle mani, ma osservandosi per farsi coraggio l'un l'altro.
"Oh, Scorpius, buonasera!" lo accolse Harry "Cosa ti porta qui da noi?"
Il risolino dei fratelli mise Albus in agitazione e il fatto che
sussurrassero tra di loro non era di buon auspicio. Sperò che
non gli rovinassero la dichiarazione. Osservò la madre che, con
un colpo di bacchetta, allungava il tavolo e aggiungeva un piatto, poi
attese che tutti fossero seduti. Fece un cenno con il capo a Scorpius
che rispose tranquillizzandolo, poi toccò con la forchetta un
bicchiere, creando un tintinnio che attirò l'attenzione di tutti.
"Scusatemi, prima di proseguire nella cena avrei bisogno di dirvi una
cosa. Se dovessi tardare ancora mi potrebbe mancare il coraggio e non
è questo che voglio." annunciò il giovane "Il fatto
è... che sono gay."
La risata sguaiata dei fratelli, che seguì a ruota la sua
dichiarazione, lo stupì, ma non più del sorriso che si
scambiarono i suoi. Ebbe la sensazione che le sue tendenze sessuali non
fossero poi così segrete.
"In realtà noi avevamo più di un sospetto, ma attendavamo
che fossi tu pronto a dircelo." ammise la madre condiscendente, vedendo
il volto arrossito del figlio "Comunque siamo contenti che abbia
finalmente preso il coraggio di dircelo."
"Ne parlavamo proprio l'altra sera, vero cara?" rise Harry, tornando
poi serio "Quando sarai pronto a presentarci il tuo fidanzato, saremo
più che contenti di accoglierlo alla nostra tavola."
Albus non sapeva come avvertirli che lo avevano già accolto,
chissà come avrebbero reagito nel sapere che il suo ragazzo era
proprio Scorpius.
Intervenne ancora una volta Lily, che rideva come una matta.
"Certo che se foste stati a Hogwarts con me, anche voi sapreste chi
è. Si frequentano dal quarto anno." annunciò la minore
dei Potter.
Harry rimase a bocca aperta.
"Questo significa che hai un ragazzo da quasi dieci anni? E chi sarebbe?"
Albus, che tutto pensava tranne che la faccenda avrebbe preso una piega
del genere, abbassò la testa. Poiché sembrava che lui
fosse entrato nel panico più totale, incapace di pronunciare una
parola che avesse senso, Scorpius intervenne, schiarendosi la voce.
"Vi dispiace se intervengo?" chiese, dopo aver attirato l'attenzione di tutti.
Harry si voltò verso di lui, senza sospettare quello che lui intendeva.
"Certo, anche tu conosci quel nome? In fondo eravate compagni."
"Direi che lo conosco abbastanza intimamente." esordì Scorpius "In realtà, sono io il suo ragazzo."
Harry rimase a bocca aperta. Non che non gli piacesse il biondino, che
qualche volta gli ricordava Draco anche se aveva meno l'aria del
principino viziato, ma sapeva che era fidanzato e che i suoi avevano
già spedito le partecipazioni, nonostante la data del matrimonio
fosse solo dopo due anni.
"Ma... Cecile?!" chiese, dopo un attimo di smarrimento.
"L'ho lasciata questa sera stessa, dopo il lavoro. Forse in questo
momento ne starà discutendo con i suoi genitori e non mi
stupirei se fra qualche ora i miei genitori cercassero di
rintracciarmi. Saranno irritati parecchio, usando un eufemismo."
"Potrebbero venire a cercarti qui?" chiese un poco preoccupata Ginny
"Non vorrei che i Malfoy pensassero che ne eravamo al corrente da
prima."
"Non le ho neppure detto che l'ho mollata per un uomo, quindi non
credo, non nell'immediato almeno." la rassicurò Scorpius.
Harry, allora, ricominciò a ridacchiare.
"Abbiamo tutto il tempo per organizzare una perfetta festa di
fidanzamento a sorpresa per Draco e Astoria. Che ne dici, ci rimarranno
male?" chiese rivolgendosi a Scorpius.
"In qualsiasi modo glielo dica, non credo che ne saranno contenti,
quindi l'idea della festa potrebbe andare." accordò Scorpius.
Si misero d'accordo per la domenica successiva.
"Ora, però, mangiamo, o si fredderà. Non ho voglia di
lanciare incantesimi per riscaldare tutto, possono essere rischiosi."
ordinò Ginny con un tono che ricordava quello della madre appena
più morbido.
Tutti fecero onore ai piatti gustosi che le strega aveva cucinato,
cercando di smettere di discutere del futuro dei due ragazzi. Solo al
dolce la donna fu presa da una curiosità.
"Perché hai scelto proprio oggi per dichiararti?" chiese al figlio.
Lui sorrise e la abbracciò: era tutto merito suo e della sua
malsana curiosità e mai l'avrebbe ringraziata abbastanza.
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