Presa al potere

di lToothlessl
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Il destino è crudele. Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Un uomo farebbe di tutto per poter scoprire il proprio fato, l'uomo è avido. Ma se Eragon avesse potuto tornar indietro non lo avrebbe mai fatto. Il destino per lui era stato come una sanguisuga, una cosa fastidiosa, una cosa che non ti fa dormire la notte, che ti opprime. Forse se non avesse seguito la sua curiosità, non sarebbe mai entrato in quell'erboristeria, ma come si suol dire, la curiosità uccise il gatto.

E' come se nel cuore di Eragon si fossero depositati dei massi, così pesanti da essere impossibili da togliere. Ad Eragon mancava la sua terra misteriosa e si, alcune volte, così inospitale, mancavano i suoi amici, la sua famiglia, ma soprattutto gli mancava la sua Arya. Proprio lei, la bellissima regina degli elfi che lo aveva fatto soffrire come nessun'altra persona. Si continuava a dire che doveva guardare avanti, il passato era passato, doveva guardare al futuro. Ma la realtà è che lui non voleva abbandonare il suo passato, era quel che lo rendeva lui, Eragon.

In quel momento guardando avanti, vedeva solo un'infinita distesa di acqua grigiastra, come lo era anche il cielo, così cupo e minaccioso. Sicuramente non il massimo per il morale suo e dei suoi compagni di "avventura" che in quel momento guardavano l'oceano privi di interesse presso di esso. Gli elfi erano diventati pigri, erano ormai dieci giorni che navigavano su quelle acque e sembrava che non avrebbero raggiunto mai la nuova terra. Era come essere intrappolati in un limbo.

Saphira non aveva scambiato molte parole con il suo Cavaliere dalla loro partenza. Erano diventati come due sconosciuti, distaccati gli uni dagli altri da un profondo disinteresse e una grande malinconia che invece di unirli, li aveva allontanati sempre di più. La dragonessa sorvolava pigramente l'oceano a pochi piedi dalla Talita fermandosi agni tanto nelle fredde acque per poter riposare.

Alalea non poteva sembrare più lontana.

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Ma poi finalmente la vide, la terra misteriosa, la casa originale degli elfi.

Era sembrato un giorno come un altro quando improvvisamente la ciurma della Talita si era ritrovata nel bel mezzo di un banco di nebbia. La prima a vederla fu
Saphira che lanciò un ruggito di gioia nel veder la terra. Inizialmente poteva sembrare una qualsiasi costa di Alagaesia, ma poi nessuna terra che Eragon avesse visto fino a quel momento era come quella. Il territorio era ricoperto da numerose piante, alcune anche sconosciute all'ammazzaspettri, e molti fiumi sfociavano davanti a loro, poco più in là si potevano scorgere delle montagne scoscese con i picchi innevati da cui ricadevano alcune piccole cascate. Il tutto era così estraneo al Cavaliere e alla sua dragonessa che, per un istante, furono presi da una voglia irrefrenabile di esplorare quelle terre sconosciute, di sorvolare i loro doveri e tuffarsi all'avventura.

Ci siamo, Eragon gli sussurrò Saphira.

Si, il nostro destino ci attende rispose il Cavaliere.

Mai furono state pronunciate parole più esatte...


Ehi, ho deciso di scrivere una storia, così, mi annoiavo. E' un'idea che mi ronza da tre o quattro anni in testa. Premessa: non ho mai scritto storie, quindi siate gentili, ma non astenetevi da critiche, le accetto volentieri se sono fondate. Spero vi piaccia, non so quando l'aggiornerò, studio in un liceo scentifico che mi occupa molto tempo, quindi, alla prossima. :)
lToothlessl




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