Era finita, finita.
Per Calmoniglio, per Sandman, per Dentolina, per Nord, per
sé stesso: era finita, finita per tutti.
Pitch non aveva solo vinto la battaglia, non aveva nemmeno vinto la
guerra: Pitch Black aveva vinto la fiducia dei bambini, le loro
speranze, la loro voglia di credere in qualcosa che non fosse il mondo
malato dove si trovavano a vivere.
E ci era riuscito, eccome se lo aveva fatto: fra tutti i guardiani
Sandy era stato il primo a cadere, trafitto alle spalle da quella
maledetta freccia di sabbia nera che lo aveva consumato poco per volta
e che aveva lasciato gli altri in uno stato di profondo stato di
confusione mista a rabbia e rassegnazione; poi era venuto il turno di
Dentolina, troppo sconvolta e disperata per accorgersi
dell’Incubo che le era passato attraverso lasciandosi dietro
solo una nuvola di piume variopinte che pian piano erano state
consumate da quegli artigli neri dissolvendosi nel vento.
La conseguente furia di Calmoniglio a poco era servita: aveva cercato
di combattere quei dannati cavalli con quel suo boomerang fino a quando
aveva potuto, ma nel momento in cui quello non era più
tornato indietro si era trovato travolto da un’onda di corpi
neri e sinuosi che lo avevano circondato per poi avventarsi su di lui
in una danza mortale, ed era stato allora che del coniglio pasquale
tanto amato ai bambini erano rimasti solamente ciuffi di pelo argenteo
che Nord aveva raccolto stringendoli nel palmo della mano.
Jack ci aveva quasi creduto all’inizio, si era illuso che
Nord era il guardiano che fra tutti avrebbe dato una lezione
all’uomo nero, quello che avrebbe rispedito Pitch nel buco di
nascondiglio trenta metri sotto terra che era la sua dimora.
E invece no, non c’era stato nulla di tutto ciò.
Nord si era arreso, aveva lasciato cadere le proprie armi a terra ed
aveva abbandonato le braccia lungo i fianchi con l'espressione di chi
non aveva più nulla per cui combattere: una frazione di
secondo era il tempo trascorso da quando Jack aveva elaborato la
situazione a quando aveva visto la pelle dell'uomo passare da un
colorito rosa acceso ad un malsano grigio granitico che, esattamente al
pari della roccia stessa, si era aperta in sottili crepe nerastre dalle
quali erano fuoriuscite fiammelle danzanti dello stesso colore che
secondo dopo secondo erano parse bruciare il corpo di Nord in un
baluginare di oscure lingue di fuoco.
Era stato solo un attimo, poi l'oscurità lo aveva avvolto.
Jack.
Jack.
Ehi Jack, cosa si prova
a morire per la seconda volta?
Cosa vedi Jack, vedi
davvero tutta la vita scorrerti davanti prima di morire?
Ma quale vita vedi tu,
quella umana forse? Quella da guardiano?
Cosa vedi prima di
morire, prima di morire ancora?
Lei ti aspettava, ti
aspettava la tua piccola sorellina.
Vedi ancora lo sguardo
confuso di tua sorella?
Emma la vedi, Jack?
Cosa vedi, Jack Frost?
Una ragazza poco più grande di lui, ecco cosa vedeva Jack
Frost: la pelle diafana bianco latte che si dissolveva verso le
estremità sostituita da sottili ossa biancastre, il capo
adornato da una corona di rose color avorio ormai appassite, i lunghi
capelli di un giallo spento che si diramavano nello spazio che la
circondava che sembravano fondersi con il velo quasi invisibile che
portava sul capo, il corpo esile e scheletrico che lasciava intravedere
qua e là i pezzi di un pallido costato coperto solamente da
una veste di altri tempi di un marrone cadaverico sgualcita e consumata
dall'inesorabile scorrere dell'orologio della vita, esattamente come il
volto segnato da profonde crepe come di terra arida.
E poi quegli occhi: due grandi occhi di ghiaccio che ben poco di umano
lasciavano trasparire da quella pupilla bianca e vuota, così
acquosi e vitrei che al giovane guardiano era sembrato di potercisi
specchiare dentro.
Jack non sentiva niente, non provava niente, d'altronde non poteva
farlo: era morto, morto esattamente al pari di tutti gli altri
guardiani, e questa volta Manny non lo avrebbe portato indietro, questa
volta non ci sarebbe stato un nuovo inizio come era successo trecento
anni prima.
Proprio questo era il peggio, sapere che non ci sarebbe stato nulla,
nulla a parte quella creatura dallo sguardo assente che aveva allungato
la propria mano scheletrica allo sventurato spirito dell'inverno che si
era trovato ad affrontare la morte per la seconda volta.
Ed era allora che lo aveva visto: quei tre piccoli nei sotto l'occhio
destro della ragazza.
Gli stessi di sua sorella.
Gli stessi di Emma.
Vedi ancora lo sguardo
confuso di tua sorella?
Emma la vedi, Jack?
Cosa vedi, Jack Frost?
“Vedo la
Morte” sussurrò a sé stesso in modo
quasi inconscio “Vedo la morte, la morte che ha i suoi stessi
occhi.”
_______________________________________________
Angolino dell'autrice
Buongiorno a tutti :D
Anche se non sono nuova di Efp, ma lo sono di questo fandom, mi
presento: il mio nome, almeno qui, è Rising Phoenix e sono
arrivata su questo sito dal tramite la conoscenza di _Dracarys_ nel
fandom di Kinnikuman, che è tutt'ora quello dove scrivo di
più.
In realtà avrei anche una long sulle Cinque Leggende ma
è anche vero che prima di pubblicare qualcosa di lungo
preferisco conoscere meglio le persone di un singolo fandom per capire
un po' come muovermi al suo interno, e questa one shot (nata come una
drabble troppo cresciuta alla quale non volevo cancellare nulla) credo
sia il modo migliore di farlo: spero di darvi un'idea del mio modo di
scrivere e di trattare i personaggi che, come probabilmente di
vedrà, sono soprattutto miei oc.
Premetto che fra i guardiani non faccio il tifo per nessuno, con un
particolare odio per Jack Frost, ma non mi piace nemmeno Pitch: diciamo
che quella per lui è più pietà e
compassione nata da improbabili conversazioni su WhatsApp con la mia
fedele sterminatrice di Pitchoni (perdonatemi il disagio ma nei
messaggi fuoriescono discorsi improbabili ahahaha) già
citata.
Niente, non so cosa aggiungere: buona (si spera) lettura, se volete
esprimere la vostra impressione è più che gradita
:D
Intanto vi lascio l'immagine da dove è nata la
“nuova” sorella di Jack, che sarebbe tipo la
personificazione della Morte :'D
|