Alla base SHIELD.

di Lady Atena
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“Ancora da queste parti?” domandò Steve.
Tony sogghignò, indicò la macchinetta del caffè e scrollò le spalle.
“Pare che Nicky non possa vivere due settimane consecutive senza il mio inestimabile consiglio”.
Steve lo raggiunse, incrociò le braccia poggiandosi a lato della macchinetta e strinse le labbra.
“Hai pensato a quello che ti ho detto?”.
Tony prese il caffè, soffiò un paio di volte e ondeggiò il cucchiaino di plastica.
“Le mie armi in mano ai terroristi?” chiese.
Alzò le spalle, si sedette sulle poltroncine rosse e alzò il capo, sospirò.
“Ci ho pensato. Ho intensificato i controlli di frontiera, e partecipo a tutte le vendite estere in prima persona”, disse, “comincio a sembrare paranoico”.
Steve strinse le labbra, spostò il peso da un piede all'altro.
“Ho chiesto a Natasha. La Romanoff, intendo. Mi ha detto che dai registri non risulta alcuna transizione sospetta”.
Tony bevve due sorsi del caffè, arricciò le sopracciglia aggrottando la fronte e deglutì.
“Mnh. Una volta devi presentarmela, perché sembra che tu la ritenga più brava di me come hacker”.
Steve sbuffò, si sedette accanto a lui e sorrise.
“Solo come spia” si giustificò.
Tony gli tirò una pacca sul braccio, allargò le gambe poggiandosi contro lo schienale imbottito con le spalle.
“Ah, non mi offendo”, disse, “mi offende che tu possa davvero pensare che venderei armi ai terroristi”.
Steve sospirò, scosse il capo passandosi la mano tra i capelli biondi.
“Non dico questo, Tony”, assicurò, “ma ai miei tempi, terroristi e nemici potevano rubarle, le armi”.
Tony ridacchiò, finì il caffè e buttò il bicchierino, mise in bocca il cucchiaio mordicchiando la plastica.
“Hai davvero detto ‘ai miei tempi’?” chiese.
Sputò il cucchiaio centrando il cestino, si piegò in avanti intrecciando le mani.
“Ascolta, era la seconda guerra mondiale. Adesso ci sono controlli e prassi da rispettare”, assicurò, “forse dei terroristi possono rubarne quattro o cinque ad una pattuglia militare, ma in meno di una settimana i miei sistemi li localizzeranno e saranno capo a dodici”.
Steve sospirò, avvicinò il capo a quello dell'altro e strinse le labbra rosate.
“Mi fido di te. Ma non di questo nuovo mondo” ammise.
Tony sorrise, gli batté la mano sulla coscia e socchiuse le iridi scure.
“Facciamo così”, propose, “io assumo la tua amichetta Natasha nella mia industria. Se lei scopre qualcosa di losco, chiudo baracca e burattini”.
Steve sgranò gli occhi, batté ripetutamente le palpebre.
“Sei serio?” sibilò.
Tony annuì, strinse le labbra e indurì lo sguardo.
“Non permetterò che il mio retaggio sia il conto delle vittime, Cap”, affermò, “a qualsiasi costo”.




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